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Dal progetto alla storia. Gli anni della critica e della nuova dimensione urbana
«Già da tempo gli architetti sono coscienti della falsità di una loro posizione “demiurgica” in seno ai conflitti sociali, e per molti ciò ha significato l'abbandono definitivo di ogni tipo di lotta, per altri ha significato la necessità di uno spostamento della lotta stessa in campi che sembravano più idonei per influire sulle cause prime di quelle disfunzioni. Da ciò il rifugio nell'urbanistica: ma ben presto ci si accorse che quando un'intera civiltà è in crisi, nessun settore ha in sé la possibilità di offrire soluzioni decisive».Subito dopo la laurea, Manfredo Tafuri, in parallelo all'insegnamento universitario come assistente di Ludovico Quaroni, si è impegnato nella progettazione architettonica e nella «critica in atto» sulle questioni più cogenti del primo dopoguerra, in particolare a Roma.I suoi interventi pubblici giovanili, elaborati insieme ad alcuni compagni universitari (Enrico Fattinnanzi, Giorgio Piccinato, Vieri Quilici), sono quindi equamente divisi fra i temi della scala urbana, concernenti cioè la speculazione edilizia e gli alloggi sociali messi in campo dallo Stato; la salvaguardia dei beni monumentali, per cui il giovane architetto partecipa alle iniziative di Italia Nostra a fianco di Antonio Cederna, Italo Insolera e altri; la collaborazione con la rivista milanese «Casabella-Continuità» diretta da Ernesto Nathan Rogers, per la quale si occupa della «nuova dimensione» assunta dai progetti pubblici, vale a dire la grande scala dei centri direzionali e della «città territorio» che in quegli anni di boom economico e grandi migrazioni interne infiammavano la discussione urbanistica.Secondo Tafuri, tutto ciò non poteva certo «risolversi curando lo studio dei singoli problemi edilizi, ma per le sue dimensioni, richiedeva una scala più vasta, la scala del piano regolatore comunale, se non di quello territoriale e conseguentemente la riforma totale del regolamento edilizio». A questa stagione appartengono i saggi qui riuniti per la prima volta.Ben presto, pur diventando un interlocutore abituale per tutta la nuova generazione di architetti del dopoguerra, da Carlo Aymonino ad Aldo Rossi, da Giancarlo De Carlo a Vittorio Gregotti, Tafuri si sarebbe sentito sconfitto per non aver influito sulla gestione - o meglio, sulla mancata gestione - dello sviluppo urbano della capitale e in generale di tutte le grandi aree metropolitane del Paese. Come sostiene Giorgio Ciucci, «Tafuri era giunto alla conclusione che non era dato all'intellettuale cambiare il mondo, e che tuttavia doveva inevitabilmente lavorare per quel cambiamento».
EUR 19.00
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Energy planning in mediterranean landscapes. Innovation paths in practices and careers
Integrated energy planning is intended as a set of approaches, processes and practices aimed at bringing together different disciplinary contributions dealing with manifold energy issues. The aim of this Issue is to debate on tools and methods addressingthe energy transition in the Mediterranean countries, moving fromthe experience of two Erasmus + projects, E-Resplan and Eneplan, in which Roma Tre University has been respectively partner and coordinator. In the light of national and international research programs wellrooted within legislative and regulatory frameworks, the papersconjure up an original palette of issues bridging energy transitionapproaches led by energy efficiency targets, notably building stockretrofitting, and by the urge for decarbonization and energy security requirements, with environmental concerns about climatechange, biodiversity and the ecological approach.
EUR 15.20
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Dimitri Bortnikov. Un russe en littérature française
En tant que phénomène aux formes variées et changeantes qui transcendent toute velléité de catégorisation, le multilinguisme littéraire interroge de près le critique. L'attention de ce volume se porte en particulier sur les textes de Dimitri Bortnikov, écrivain russe qui a choisi de fonder son acte créatif dans sa langue d'adoption, le français. L'auteur explore celle-ci sans renoncer à son extranéité slave fondamentale et parvient à une forme de francité toute à lui qu'il définit comme « ablouie ». Quand, à propos de ses romans et de lui-même, il déclare : « Après une page de Face au Styx vous pouvez lire tout ce que vous voulez. Un vrai écrivain, un vrai Rimbaud, doit essayer de rendre les autres écrivains lisibles », il est impossible de ne pas se sentir intrigué par le défi qu'il pose au lecteur. Des romans indéchiffrables ? Certainement labyrinthiques, extrapolés du plus profond des trésors de l'inconscient, des trésors qui nourrissent un style insolite et cinglant, caractérisé par des dynamitages à tous les niveaux. Le résultat ? Un roman des incertitudes où chaque élément non seulement se charge d'un imaginaire particulièrement fécond et acquiert la matérialité de l'expérience corporelle mais devient un dispositif critique qui permet de saisir la complexité du monde. Notre exploration des espaces d'opacité créés par l'anomalie de l'écriture de Dimitri Bortnikov se veut une contribution au débat littéraire français sur un auteur inconnu tout à fait singulier
EUR 19.00
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AdolescenceS
Pour les adultes que nous sommes, l'adolescence se présente comme unâge perdu, et, en tant que tel, ne peut que susciter curiosités, interrogations, désir de récupération de cet autre, voire de ce semblable que nous avons été.Mais ce passage se fait difficile à saisir car il se révèle extrêmement varié : incertain dans ses limites temporelles, dans ses manifestations largement individuelles, souvent problématiques à cerner et à encadrer, pluspeut-être que toute autre manifestation humaine, et ce, jusque dans sescaractéristiques les plus récentes, tout à fait particulières, qui vont se diffusant. Face aux difficultés de la science pour appréhender cette phase denos existences, c'est sans doute l'art qui se révèle le plus apte à en pénétrer laspécificité si atypique. Évoquer l'adolescence ou plutôt les adolescences enlittérature aujourd'hui - car peut-être faut-il oser n'utiliser ce substantifqu'au pluriel - signifie donc laisser s'installer dans les mots, s'y inscriredes êtres, des événements, des impressions, des sentiments, autrementdit un vécu qui habite loin derrière nous, un vécu en partie perdu, enpartie flou, en partie remanié, avec, à disposition, plus ou moins de documentation et de témoignages, eux aussi, peu ou prou sujets à caution.Autant de nourriture pour le geste créateur qui devra s'en emparer et letransformer en un bien commun, en creusant une opacité, un indicibleautour desquels tourne, travaille, se projette, se condense l'écriture : parsa capacité à accueillir et à décliner ambiguïtés, pluralités, obscurités,errances, folies, la littérature nous consent probablement, certes à samanière, de faire (re)vivre une si étrange période.
EUR 19.00
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40 parole per la cura della città. Lessico dei paesaggi della salute
Luogo di vita degli uomini e degli esseri viventi, animali e vegetali, la città è un habitat di biodiversità che può contribuire al benessere e alla salute dei suoi abitanti e che, a sua volta, deve essere curato da quanti la abitano. Questa città della cura, potenzialmente esistente ma non ancora attuale, richiede un lessico di parole per poterla nominare e descrivere. Il volume propone un piccolo thesaurus di parole mono- e polirematiche che, intrecciando i saperi (dell'architettura, del paesaggio, della sociologia, della medicina), tracciano una mappa di relazioni e definiscono possibili azioni di rigenerazione e conversione ecologica dei luoghi e degli spazi pubblici della città. Se si considera la salute un bene collettivo e non soltanto una questione individuale, la rigenerazione ecologica degli spazi urbani può favorire stili di vita e promuovere nuove pratiche sociali. Una selezione di quaranta parole esito di un lavoro di ricerca sui paesaggi della salute, in dialogo con nove temi della riflessione contemporanea sui diritti e le trasformazioni sociali e ambientali in atto, costruisce il lessico di una città della cura, sostenibile e solidale, aperta ai suoi abitanti. Quaranta fotografie di Giovanna Buccino sulla città del quotidiano fanno da contrappunto a questo trésor des mots.
EUR 22.80
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Imperium. Conversazioni con Klaus Figge e Dieter Groh 1971
In questa lunga intervista del 1971, qui pubblicata per la prima volta in trascrizione integrale e corredata di essenziali note di commento, l'ormai ottantatreenne giurista Carl Schmitt risponde alle domande dello storico Dieter Groh e del giornalista Klaus Figge, offrendo un insostituibile documento autobiografico, che si rivela anche una preziosa fonte diretta per la storia del Novecento. Dalle sue origini cattoliche al rapporto conflittuale col mondo protestante tedesco, dagli studi universitari alla carriera accademica, Schmitt affronta, senza scantonare, le ombre del suo controverso impegno politico, inquadrandolo nei tormentati anni che dalla Repubblica di Weimar portarono alla conquista del potere da parte del Nazionalsocialismo in seguito alla nomina di Hitler a cancelliere. Schmitt espone gli episodi della sua vita privata e pubblica distribuendoli lungo un ben calibrato percorso, che scandisce rigorosamente in date e contesti, ricontrollando minuziosamente tutti i dettagli sui propri diari stenografici dell'epoca e su altri documenti conservati nel suo archivio personale, in una costante tensione fra testimonianza individuale e storia collettiva. Grazie a questa tensione, il colloquio riesce a far emergere la straordinaria competenza politica, tattica e persino amministrativa di Schmitt, senza per questo trascurare la sua determinazione a cercare una chiave metastorica su cui basare e giustificare la propria opera. La biografia del giurista attraversa, come è noto, i momenti più drammatici della storia europea, ma i suoi ricordi, che vibrano nella viva voce narrante del protagonista, non sono le malinconie di un vecchio reduce, bensì le argomentate istanze di un uomo che obbedisce con coerenza al ruvido comandamento di Nietzsche: «Che non si commettano viltà verso le proprie azioni! Che non le si pianti poi in asso!».
EUR 19.00
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Exploring identities. Perspectives from a cross-disciplinary dialogue. Ediz. italiana e inglese
Built and natural environments have always been the set wherepeople engage and voice challenging relations, contradictory feelings, legacies of traditions and many other individual and collective expressions. The notion of identities has been used by academics indifferent research fields to study such dynamics, as well as the roleof the urban space in fostering or resisting them. Particularly, manyhave focused on processes of urban transformation, although thetendencies of practical planning and design towards this topic havebecome increasingly confusing and conflicting. On these premises,this special issue of QU3 - iQuaderni di U3 has been structured as across-disciplinary dialogue among scholars from different researchfields. The aim has been to acknowledge different perspectives asan essential grounding from which starting a critical reflection ofboth theoretical and practical assumptions regarding identities.The reader will confront and actively participate in this dialoguewhich must guide us to a new understanding of those processesthrough which places, experiences and individuals may emerge.
EUR 15.20
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Esperienza, contingenza, valori. Saggi in onore di Rosa M. Calcaterra
Il cospicuo numero di saggi e la varietà dei temi trattati in questo volume in onore di Rosa M. Calcaterra testimoniano in modo eloquente l'ampiezza e la profondità dell'influenza della sua opera. Dal punto di vista privilegiato della sua conoscenza approfondita del pensiero dei principali protagonisti del pragmatismo, classico e contemporaneo, così come di molti altri autori di tradizioni filosofiche differenti eppure affini, Calcaterra mostra come il pragmatismo possa essere interpretato come una scuola di pensiero unitaria senza ledere la proficua eterogeneità che caratterizza il pensiero dei suoi autori. Oggi che le intuizioni di Charles S. Peirce, William James, John Dewey, George Herbert Mead, Clarence I. Lewis e Richard Rorty vivono un momento di riscoperta e vengono applicate con crescente interesse sia in ambito filosofico che nelle scienze sociali e cognitive, il lavoro di Calcaterra contribuisce a mettere in guardia dal rischio di perdere il senso del loro rapporto storico, intellettuale e talvolta personale, ricordando come sia impossibile comprendere pienamente James senza comprendere Peirce, come sia impossibile valutare Dewey senza conoscere Mead, e come anche le punte apparentemente più lontane del continente pragmatista - ad esempio, Rorty e Peirce - pur nella pluralità degli interessi e delle idee, facciano capo a problematiche e questioni di fondo comuni.
EUR 22.80
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Così anche noi in un'eco. Carteggio 1961-1968
È il 1961 quando Enrico Filippini, allora responsabile della letteratura straniera per Feltrinelli, propone a Franco Fortini di curare un'antologia del poeta tedesco Hans Magnus Enzensberger. A sua volta, Enzensberger si impegna a tradurre Fortini per Suhrkamp. Il progetto è all'origine di un carteggio portato avanti dagli autori fino al 1968. Ai suggerimenti scambiati in vista della traduzione reciproca, Fortini ed Enzensberger accompagnano una serie di riflessioni sulla metrica, sulle sorti delle due Germanie, sull'industria culturale degli anni Sessanta e su Brecht, l'autore che del loro dialogo rappresenta una fondamentale premessa. Le lettere che compongono il carteggio, conservate presso l'Archivio Fortini dell'Università di Siena, sono qui presentate in ordine cronologico, annotate e affiancate dalla traduzione dei testi in lingua.
EUR 17.10
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Città e lavoro. Spazi, attori e pratiche della transizione tra Mestre e Marghera
Quali lavori la città sarà capace di attrarre e ospitare nei prossimi anni? Come il lavoro abita la città e di quali spazi si appropria? In che modo il lavoro, sempre più intersecato con un insieme vario e articolato di altre attività, può contribuire a risignificare spazi e a generare benessere alimentando altre economie? Posti al centro di molti studi sulla città e il territorio contemporaneo, questi interrogativi stanno alimentando una rinnovata attenzione nei confronti delle condizioni materiali e spaziali del lavoro, e verso i modi in cui il lavoro abita gli spazi urbani innescando processi di risignificazione e riattivazione. Mobilitando uno sguardo plurale e itinerante attraverso diversi campi del sapere, e oscillando tra l'indagine e l'esplorazione progettuale.
EUR 28.50
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All Boom Arte. Artisti/e italiani/e ad AlbumArte, 2011-2020-Italian artists at AlbumArte, 2011-2020. Ediz. illustrata
"Quello di riuscire a formare una comunità attorno ai nostri progetti è stato 'il sogno da realizzare' fin dall'inizio della mia avventura nell'arte contemporanea. La forza di AlbumArte è stata proprio il voler condividere con coraggio, curiosità e coerenza uno spazio intellettuale e artistico aprendosi a nuovi contenuti e a nuove visioni. Ho cercato di spiegare il nostro percorso in questo libro e di raccontarlo includendo più voci possibili, perché questo era il compito che mi ero assegnata".\r\n“Since the beginning of my adventure in contemporary art, being able to foster a com- munity around our projects has always been 'the dream to realise' since the beginning of my adventure in contemporary art. The strength of AlbumArte was precisely the desire to share an intellectual and artistic space with courage, curiosity and coherence, opening it up to new contents and visions. I have tried to explain our path in this book and to tell it by including as many voices as possible, as this was the task I had assigned myself.”
EUR 26.60
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Romarcord. Divagazioni su Roma tra nostalgia e amnesia
Una vita raccontata attraverso i cambiamenti di una città amatissima, o meglio: una città raccontata attraverso il pretesto di un'autobiografia, quella di Francesco Cardelli, nato allo scoppio della Seconda guerra mondiale e cresciuto in una Roma che poteva essere allo stesso tempo aristocratica e popolare, cinica e bonaria, obbediente alla Chiesa eppure già aperta alla controcultura di sinistra. Da una parte la «scola de preti», i riti familiari, il Circolo della Caccia, le udienze papali, gli scout, i rosari serali; dall'altra il Folkstudio, i primi cinema d'essai, il teatro delle cantine: luoghi trasgressivi, eccitanti per i figli di quella Roma ancora provinciale e bigotta che andavano così scoprendo il blues, il cinema d'autore, le avanguardie.\r\nI dettagli, soprattutto linguistici, sono registrati perché resti una traccia della città che non c'è più: i richiami degli ambulanti, i menù delle osterie, i giochi dei bevitori, i proverbi, le tante parole di un romanesco che nessuno parla più (la fojetta per versare il vino, la giannetta che soffia da nord), i cibi dimenticati (le fusaje, i mostaccioli), le filastrocche. E così le tradizioni dimenticate: gli zampognari con le «cioce» ai piedi, la «Befana del vigile», le corse dei cavalli «barberi» in via del Corso, la banda musicale al Pincio; e i mestieri scomparsi, come il bottijaro, il robbivecchi, l'ombrellaro o l'«uomo del sacco».\r\nPoi c'è la piccola storia: le rare memorabili nevicate, Mister Okay che si tuffa nel Tevere, le Olimpiadi del '60 con gli atleti a zonzo per via del Corso, Bob Dylan al Folkstudio, Sartre e Beauvoir alla birreria Santi Apostoli, Liz Taylor intravista nel pubblico al concorso ippico di piazza di Siena. E ovviamente ci sono le strade, i cui nomi evocano «una piccola città da libro di fiabe», i quartieri, i negozi ormai chiusi, i mercati, tutta una topografia che tiene insieme, nel lutto dei tanti irreversibili cambiamenti, passato e presente.
EUR 9.10
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Anime primitive. Figure di celluloide, di peluche e di carta
Quindi è un libro di cinema? Non esattamente, o meglio, non soltanto, anche se tratta di immagini animate o di animazione. Parla piuttosto di disegno e di giochi, di trance, di sogno, di spettri, di unione e disgiunzione dell'anima e del corpo...\r\n\r\nUn libro di storia dell'arte, di antropologia, di filosofia? Non direi, anche se prendo a prestito concetti di queste discipline per raccontare una storia che in fondo è la storia di tutte le storie: quella della trasformazione del corpo in figura e della sua comparsa nella rappresentazione. Cerco le tracce di questo fenomeno nelle forme più disparate, dall'universo di Krazy Kat o di Little Nemo, al cinema burlesco o scientifico, dal tarantismo del Sud d'Italia alle mitologie indoamericane...\r\n\r\nE perché il titolo Anime primitive? Le anime primitive sono le anime separate, come lo sono le figure. Perché una figura appaia bisogna che un corpo scompaia: la figurabilità non è altro che il racconto di una separazione. È per questo che la questione della rappresentazione è così connessa al lutto e a sua volta il lutto ci rimanda sempre all'enigma della rappresentazione.\r\n\r\n«In L'anima primitiva, Lucien Lévy-Bruhl descrive i morti, o meglio i fantasmi, come degli esseri che somigliano ai vivi ma sono “incompleti e decaduti”: al momento delle loro apparizioni hanno piuttosto l'aria di fantasmi o di ombre, anziché di esseri reali. Hanno un corpo simile al nostro, ma senza consistenza o spessore. Alla logica dell'essere si sostituisce quindi una logica dell'apparire: i ghosts sono figure persistenti che si caricano di un effetto di ritardo o di sospensione».
EUR 22.80
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Almanacco di filosofia e politica (2021). Vol. 3: Res publica. La forma del conflitto.
L'Almanacco di Filosofia e Politica, diretto da Roberto Esposito, intende essere uno spazio aperto per una riflessione sulla politica - sul suo statuto, sulle sue crisi, sulle sue potenzialità - da un punto di vista filosofico. Non si tratta dunque di una ricerca storico-filologica sui concetti politici, né di un'analisi empirica di carattere sociologico o politologico sulla cronaca politica. Ciò che l'Almanacco intende attivare è un'interrogazione rigorosamente filosofica sull'attualità. La domanda di fondo da cui nascono questi saggi riguarda la relazione tra la crisi globale della politica e i punti ciechi del pensiero contemporaneo. Quali paradigmi teorici hanno contribuito a provocare, o hanno reso possibile, tale cedimento? Ma scopo dell'Almanacco è soprattutto quello di elaborare nuove categorie capaci di riaprire un varco in un orizzonte apparentemente chiuso. Che contributo può dare, la filosofia, per avviare una nuova stagione politica? Il terzo volume si colloca nel solco tracciato dai primi due. In esso si riflette sulle molteplici forme assunte dal conflitto politico: istituzione, sovranità, egemonia, democrazia. I contenuti sono organizzati in tre sezioni. La prima si apre con un dialogo tra Roberto Esposito e Carlo Galli, seguito da saggi di Étienne Balibar, John P. McCormick, Oliver Marchart, Sandro Mezzadra, Geminello Preterossi e Jacques Rancière. La seconda si compone invece degli interventi di studiosi più giovani che durante l'anno partecipano a un progetto di ricerca collettivo. La terza è interamente dedicata a un importante scritto di Neal Wood su Machiavelli, accompagnato da un saggio di Gabriele Pedullà.
EUR 20.90
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Umanesimo e tecnologia. Il laboratorio Olivetti
Il nuovo volume dell'«Ospite ingrato» è dedicato allo studio del rapporto fra cultura umanistica e sviluppo tecnologico. Il tema è tanto complesso quanto urgente; abbiamo deciso di affrontarlo facendo un passo indietro di quasi un secolo, provando cioè a ripercorrere la storia di uno dei primi laboratori mondiali di questo incontro fra umanesimo, scienza industriale e civiltà del lavoro: l'Olivetti di Ivrea. Partendo come sempre dal lavoro di Franco Fortini - al cui Archivio e Centro di ricerca questa pubblicazione è legata - che per molti anni è stato parte del mondo Olivetti come traduttore, copywriter, saggista, pubblicitario. Pochi sanno, infatti, che è stato proprio Fortini a dare il nome ad alcune delle macchine più famose prodotte ad Ivrea; su tutte la celebre Lettera 22 (suo è anche lo slogan: «leggera come una sillaba, completa come una frase»). Il volume è diviso in due sezioni; nella prima undici saggi (Erica Beila, René Capovin, Barbara Carnevali, Francesco Ciafaloni, Alessandra Criconia, Enzo Ferrara, Tommaso Morawsky, Michele Pacifico, Fulvio Perini, Cesara Pomarici, Carlo Tombola, Zinato Emanuele) analizzano il caso Olivetti con uno sguardo multi-prospettico (letteratura, sociologia, estetica, psicoanalisi, informatica, urbanistica, architettura, design), cercando di proiettare la relazione fra umanesimo e tecnologia. La seconda è la sezione Archivio (a cura di Emanuela Carbé, Luca Lenzini e Elisabetta Nencini) in cui è proposto un cospicuo materiale, per lo più inedito, relativo al lavoro di Fortini all'Olivetti: testi poetici, lettere, pubblicità, cataloghi, note da traduzioni, materiali di lavoro, studi sulla grafica e sul logotipo. Accompagnano la pubblicazione di questi materiali, un saggio generale di Daniele Balicco, un testo autobiografico di Sergio Bologna e uno studio di Giuseppe Alessi su due documentari di fabbrica, scritti da Fortini su commissione di Olivetti. Prefazione di Alberto Saibene. Introduzione di Daniele Balicco.
EUR 22.80
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Prospettive sull'ermeneutica dell'immagine
La discussione sul potere delle immagini nelle società contemporanee attraversa da più di mezzo secolo discipline differenti: dalla storia dell'arte alla teoria dei media, dalle scienze sociali alla filosofia. Fin dalla sua origine, però, la riflessione del secondo Novecento sul fenomeno ha rischiato di tradursi in una contrapposizione tra interpretazioni trionfalistiche e previsioni catastrofiche: da una parte, le profezie di un esaltante mondo dell'immediatezza e della pura visibilità; dall'altra, le fobie e i timori destati da una realtà che sembra destinata a liquefarsi o a trasformarsi in apparenza. Questo volume propone un bilancio della questione e, spostandosi dai luoghi comuni all'indagine filosofica, ne individua alcuni temi-chiave: la fine dell'arte; la vicenda dell'ermeneutica contemporanea; la nascita della cultura visuale; le discussioni classiche e moderne sul rapporto tra l'immagine e la parola.
EUR 17.10
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Il valore delle cose seguito da L'artificio delle istituzioni
Questa nuova edizione di Il valore delle cose è accompagnata da un breve, e rarissimo, frammento di «discorso sul metodo». In poche e fulminanti battute Yan Thomas ricapitola il suo singolarissimo modo di operare e offre anche una delle più vertiginose difese e illustrazioni del diritto come artificio.In questo saggio esemplare, Yan Thomas, uno dei massimi conoscitori del diritto romano, mette in questione il primato giuridico della proprietà - definita come rapporto inderogabile tra pochi uomini proprietari e una immensa distesa di cose appropriabili - e propone una nuova e sorprendente archeologia delle «cose». Perché qualcosa come un mercato, uno spazio in cui le cose sono scambiate contro un valore commerciale, potesse costituirsi, un gesto giuridico e istituzionale originario doveva essersi già prodotto: si tratta della santuarizzazione di un certo numero di cose qualificate come indisponibili. Le cose che non appartengono ad alcuno, sottratte al gioco dello scambio, inibite a diventare merci, identificano un'area dell'indisponibilità (al commercio, alla proprietà e all'appropriazione) e sono perciò destinate all'uso comune degli uomini. Parenti non troppo lontane degli oggi dibattutissimi «beni comuni», le cose indisponibili che Yan Thomas isola offrono una nuova genealogia della proprietà e dello scambio, fornendo una lezione magistrale sull'istituzione giuridica del valore e su tutte quelle operazioni capaci di fare - o di non fare - di una cosa una merce.
EUR 11.88
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Fiumara d'arte in Sicilia: arte, architettura, paesaggio
Fiumara d'Arte in Sicilia è un fenomeno senza eguali nel panorama artistico-architettonico italiano degli ultimi 35 anni. Questo saggio ne traccia criticamente la storia e il senso. Dalla prima scultura di Pietro Consagra nella valle dell'Alesa fino agli attuali progetti per Librino nella periferia di Catania, in mezzo a battaglie giudiziarie, attentati malavitosi e interventi politici, la storia di Fiumara pone urgenti problemi teorici: il rapporto tra arte e spazio pubblico, tra architettura ed edilizia, tra proprietà privata e valore sociale dell'arte, tra disobbedienza civile e criminalità, tra paesaggio e territorio. Attraverso un'attenta analisi delle sue opere, l'autrice fa emergere queste questioni, mostrando la rilevanza di Fiumara: un'azione che vuole essere critica dell'esistente e portatrice di una “speranza estetica”.
EUR 22.80
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Ellen West. Una vita indegna di essere vissuta
Antonella Moscati ricostruisce, contro l'interpretazione di Binswanger, la figura inedita di questa “paziente-autrice”, perseguendo un duplice obiettivo: cederle la parola per mostrarne la lucidità; e mettere in evidenza il torto subito da parte di una psicoanalisi alle prime armi e di terapie psichiatriche vaghe, all'interno di un universo tutto maschile che ha fatto ben poco per impedire un suicidio annunciato, sul quale non potevano non pesare gli atteggiamenti eugenetici che si venivano diffondendo in Europa negli anni immediatamente precedenti al nazismo.«"Ellen West. Una vita indegna di essere vissuta" s'inserisce in un filone di controlettura culturale della tradizione primonovecentesca della psichiatria e della psicoanalisi» - Vittorio Lingiardi, Il Venerdì - la RepubblicaNel gennaio del 1921 viene ricoverata nella clinica di Ludwig Binswanger, a Kreuzligen, una donna ebrea tedesca affetta da una grave forma di anoressia. La paziente, che aveva intrapreso in precedenza due brevi terapie psicoanalitiche - entrambe interrotte in maniera drammatica - si suicida nell'aprile successivo, all'età di trentaquattro anni. Più di vent'anni dopo, Binswanger si dedicherà alla scrittura del caso di questa donna, alla quale attribuirà il nome fittizio di Ellen West.\r\nNel 2007 è stata pubblicata in Germania gran parte dei suoi scritti: poesie, diari e lettere che contengono pagine bellissime e coraggiose sulla sua sofferenza e sulla sua malattia, della quale sono state formulate le diagnosi più varie - melanconia, nevrosi ossessiva, schizofrenia - mai però quella di anoressia.
EUR 14.25
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Logica e tumulti. Wittgenstein filosofo della storia
Wittgenstein è il filosofo del Novecento: ha promosso il linguaggio al centro del dibattito contemporaneo, ha combattuto senza tregua il mito dell'interiorità, il lamento soddisfatto del «nessuno mi può capire». Ciò non toglie, purtroppo, che sia un autore miope nei confronti di una dimensione fondamentale della vita umana: la storia. Quando è in gioco il tempo che non riguarda le ere geologiche o le categorie grammaticali, ma i tumulti politici e la trasformazione del vivere comune Wittgenstein mostra un deficit visivo di parecchie diottrie. Tramite un'analisi testuale filologicamente rigorosa e la pubblicazione di numerosi passi inediti, il libro discute i limiti di un pensatore decisivo. Per evitare di costruire una filosofia che galleggi in un eterno presente, occorre approfondire quell'antidoto che Wittgenstein chiama «storia naturale». Solo lavorando a una nozione anfibia che chiarisca il legame fra corpo e linguaggio, biologia e istituzioni sarà possibile costruire un materialismo all'altezza del XXI secolo.
EUR 19.00