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Guida alle reliquie miracolose d'Italia
«Se San Giorgio ha ucciso un mostro, le probabilità che si sia trattato di una balena sono scarsissime.»\r\n\r\nNel Medioevo le reliquie di santi, beati e martiri viaggiavano da un luogo all'altro d'Europa: dita, mani, gambe, piedi, teste, lingue, cuori e capelli. Le parti più pregiate riguardavano la specialità del santo: di Antonio di Padova, predicatore, la lingua; di Sant'Apollonia i denti cavati con le tenaglie: Paolo VI li fa raccogliere e ne riempie una cassetta con 3 chili e mezzo.\r\nQuesta guida permette di conoscere le più celebri e curiose reliquie, di cui l'Italia è piena: quelle ancora venerate perché incredibilmente miracolose, quelle cadute in disgrazia perché false e inefficaci; le vicende di chi le ha trovate e protette, oppure rubate, fatte a pezzi, falsificate e vendute. Il Santo Prepuzio, l'autentica lettera del diavolo, il corpo avventuroso di San Marco, il sangue di San Lorenzo e così via.
EUR 15.20
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Andare verso. La critica d'arte secondo Gabriella Drudi
«Stelle e pezzi di terra strofinati insieme»: le parole di Gabriella Drudi, scrittrice dissenziente, traduttrice e critica d'arte, somigliano a questo secondo Toti Scialoja, l'artista romano che la accompagnò per quasi tutta la sua esistenza. Avvalendosi anche delle lettere private e dei documenti inediti conservati presso la Fondazione Toti Scialoja, Maria De Vivo traccia per la prima volta la biografia intellettuale di questa atipica protagonista della scena culturale italiana del secondo Novecento, cercando di ricostruire - anche alla luce della pratica traduttiva - una "genealogia" del suo pensiero. Attraversato da "echi beckettiani" e nutrito dal suo rapporto con Emilio Villa e con l'arte e la critica americana (Willem de Kooning, Robert Motherwell, ma in particolare Harold Rosenberg), il suo lavoro costituisce infatti, nella sua multiforme complessità, una testimonianza dalla quale non è più tempo di prescindere.
EUR 14.25
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Anaciclosi. Sguardi sulla città antica di Napoli
Il centro antico di Napoli, realtà complessa, intricata, difficilmente descrivibile, ha una sua anaciclosi. La sua è un'evoluzione che ciclicamente ritorna alla sua fase di origine, nella sua forma primordiale, originaria, e da questa trae spunto per il suo sviluppo, per la sua rigenerazione e il suo sostentamento. Il volume propone diversi approcci di lettura a questa realtà. Sguardi sensibili sono accompagnati a letture più sistematiche della composizione urbana, descrizioni rese sempre nella consapevolezza che unico imprescindibile maestro resti la città costruita. Vengono indagati i temi prevalenti all'interno del complesso manufatto urbano cercando di cogliere, nella sostanza del costruito, dove potrebbe risiedere quella qualità senza nome spesso evocata, dell'architettura della città. Il centro antico di Napoli si rivela così come un archivio mobile, incontenibile, errante, dove ciascun dettaglio architettonico o vicenda umana ad esso intrecciatosi sembra reclamare un naturale diritto di rappresentazione, uno spazio nella memoria prima individuale e poi collettiva.
EUR 16.62
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Grande musica nera. Storia dell'art ensemble of Chicago
Raccontare l'Art Ensemble of Chicago significa attraversare buona parte delle esperienze artistiche più innovative del secondo Novecento. Senza mai allontanarsi dalla cultura afroamericana in cui si sono formati (la musica delle chiese nere, quella delle comunità locali, le bande dell'esercito, il jazz di ogni epoca), i suoi membri hanno saputo influenzare l'arte performativa di tutto il pianeta, sintetizzando nel concetto di Grande Musica Nera ciò che la diaspora africana nel mondo ha regalato alla cultura contemporanea. Fin dalla metà degli anni Sessanta, sul palcoscenico i membri dell'Art Ensemble creavano un irresistibile intreccio di esperienze spettacolari, suonando centinaia di strumenti, recitando poesie, dando vita a episodi teatrali, mascherandosi e usando costumi d'ogni provenienza. Emerso dal formidabile calderone espressivo della Chicago nera degli anni Sessanta, il gruppo si è affermato in una Parigi che era stata appena attraversata dai fermenti del Sessantotto e ha poi trionfalmente conquistato il pubblico di tutti i continenti. In questo volume Paul Steinbeck esplora nei dettagli la storia dell'Art Ensemble of Chicago. Unendo l'analisi musicale alla ricerca storica, propone un'approfondita interpretazione che ne lega insieme tutte le innovazioni: i diversi modelli d'improvvisazione, l'ampio repertorio di composizioni, la dimensione intermediale e quel concetto cooperativo di interazione sociale che ha permesso al gruppo di attraversare con successo i decenni. Nonostante infatti la dolorosa scomparsa di due fondatori, Lester Bowie e Malachi Favors, e il ritiro di Joseph Jarman, il creatore del gruppo Roscoe Mitchell lo guida ancor oggi assieme a Don Moye, caso più unico che raro nella storia della musica. L'avventura dell'Art Ensemble continua.
EUR 23.75
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Akousma. Figure and voice in the acoustic theatre of Ermanna Montanari
Di derivazione pitagorica, il termine Acusma designa un doppio orizzonte di senso; rinvia a un precetto che si «ascolta» e che ha valore di verità, non solo per la visione inedita del mondo che dischiude, ma anche per la forma in cui si esprime, traendo la sua efficacia dal suono e dall'immagine che la parola evoca. Accomunato alla formula magica, crea sgomento e meraviglia. Se questa è la declinazione precettistica del termine, l'altra rimanda invece al modo in cui il suono e la voce, nella cornice estetica del teatro contemporaneo, disegnano un ambiente in cui lo spettatore si trova immerso, senza che quest'ultimo possa dire con esattezza da quale punto dello spazio tali suoni provengono. Muovendo da questi principi, Enrico Pitozzi discute il ruolo del suono e della voce nel percorso artistico di Ermanna Montanari, attraverso le opere realizzate ìn collaborazione con il regista e drammaturgo Marco Martinelli (insieme al quale condivide la direzione artistica del Teatro delle Albe), con il compositore elettroacustico Luigi Ceccarelli e il poeta" Nevio Spadoni. L'analisi si sofferma in particolare sulle due performance-concerto, Ouverture Alcina (2009) e Lus (2015), di cui il libro contiene sia i testi che le coordinate per accedere all'ascolto integrale dei materiali. La nozione di «teatro del suono» emerge qui come acquisizione fondante delle ultime tendenze in ambito performativo, inquadrata nel recente dibattito intorno al ruolo della «figura» in scena. Il volume contiene, inoltre, una conversazione con Ermanna Montanari, Marco Martinelli e Luigi Ceccarelli, organizzata in forma di lexicon, utile a comprendere gli aspetti attorno ai quali si orienta il processo di creazione delle opere.
EUR 19.00
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Argan e l'Einaudi. La storia dell'arte in casa editrice
L'esperienza di Giulio Carlo Argan come consulente per la casa editrice di Giulio Einaudi negli anni Cinquanta costituisce un caso di studio esemplare. Argan, infatti, si ritagliò nell'azienda quasi un ruolo di "storico dell'arte-editore", riversando la sua attività di storico e intellettuale militante in un'organica e lungimirante programmazione dei titoli da pubblicare o da far tradurre. Optando inoltre per la scissione, quanto meno in casa Einaudi, del collaudato binomio storiografia artistica/editoria d'arte, contribuì a ricollocare definitivamente la propria disciplina nell'ambito dell'editoria di cultura, dando così vita a un'operazione di svecchiamento che si rivelò decisiva per il panorama italiano. Il libro ricostruisce nel dettaglio tutta questa vicenda, chiamando in causa, come termini di confronto, le esperienze di studiosi del calibro di Carlo Ludovico Ragghianti, Bruno Zevi, Federico Zeri, Lamberto Vitali e Enrico Castelnuovo, che negli stessi anni gravitavano anch'essi intorno alla redazione di via Biancamano. Analizzando gli autori più significativi (da Francastel a Worringer) per il percorso intellettuale di Argan, nonché i suoi principali campi di interesse, fra cui spicca il ruolo riservato all'architettura e all'urbanistica, il testo ripercorre la carriera einaudiana del "consulente" fino alla fine degli anni Cinquanta, chiudendosi su un progetto mancato, sebbene inseguito per un decennio: una grande "Storia dell'arte" in più volumi.
EUR 19.00
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Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema
Questo libro indaga le principali questioni linguistiche e semiotiche che nel corso degli anni Sessanta Pier Paolo Pasolini ha approfondito nei suoi scritti sul cinema e che ha ripreso in forma sperimentale nei suoi film (La ricotta, Appunti per un'Orestiade africana, Edipo re, Teorema, Salò e le 120 giornate di Sodoma). Attraverso queste opere, ma senza trascurare lo stretto rapporto con l'attività letteraria precedente, il volume si concentra sul rapporto tra segno visivo e realtà, sul problema semiotico dello stile e sul carattere politico dell'espressione artistica. Laboratorio Pasolini offre inoltre un approfondito studio sul rapporto tra cinema e letteratura anche attraverso il dibattito nato dalle critiche alla controversa interpretazione pasoliniana dello strutturalismo, sollevate in particolare da Umberto Eco, Christian Metz ed Emilio Garroni.
EUR 19.00
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Qualcosa sull'architettura. Figure e pensieri nella composizione
"Qualcosa sull'architettura" è un titolo volutamente elusivo. Non indica immediatamente né gli oggetti del discorso, né la sua posizione verso ciò che si prepara a mostrarci. L'operazione teorica svolta dall'autore ha l'andamento di un processo sperimentale che mette l'architetto continuamente in dialogo con i contesti dell'attualità e del passato, con il pensiero critico che esige consapevolezza e con il pensiero poetico che aspira all'invenzione. L'unitarietà dei saggi che Carpenzano ha riunito in questo volume - secondo otto parole chiave: la misura, l'errore, la forma, la citazione, il doppio, la bellezza, lo spazio, l'ordinario - e che sono nati in occasioni differenti, è data dalla loro collocazione all'interno del processo compositivo. Sono tutti pensieri e figure dell'architettura "nella" composizione, in rapporto costante con la pratica e con la conoscenza del progetto. Coerentemente con l'impostazione saggistica dei singoli scritti, il testo non contiene definizioni dell'architettura, né tantomeno esternazioni su compiti e doveri degli architetti. Solo in un passaggio si trova qualcosa di assimilabile a una definizione, quando si dice che "l'architettura - unica tra le arti - costituisce il teatro dei fatti umani". Postfazione di Stefano Catucci.
EUR 17.10
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Architettura in sequenza. Progettare lo spazio dell'esperienza
Perché disporre un corridoio lungo, stretto e buio prima di un'ampia stanza circolare e luminosa? In che modo indurre il movimento secondo un percorso preciso? Che reazioni provoca una serie di stanze in successione uguali per forma ma di colori diversi? E se a variare è invece l'utilizzo della luce? O dei materiali? La sequenza è un metodo compositivo, è un sistema di organizzazione di una serie di elementi secondo uno schema di senso. Questo testo si propone quale ricostruzione di un quadro generale della sequenza definita quale metodo compositivo dell'architettura, comprendendone le potenzialità e caratteristiche in funzione delle diverse interpretazioni di spazio, e conseguentemente di tempo. Si noterà, in questo percorso, come in relazione a diverse influenze artistiche e sociali, il concetto di sequenza sia stato modificato nel corso della storia e applicato all'architettura con modalità differenti. Così da una prima definizione legata al mondo visuale - a partire dal cinema o dal Pittoresco - la sequenza diviene programma, movimento, e infine percezione, esperienza e narratività.
EUR 17.10
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Troppo lontani, troppo vicini. Elementi di prossemica virtuale
Se affrontiamo la comunicazione nell'internet 2.0 dal punto di vista della prossemica (la disciplina che ha per oggetto la gestione del corpo e delle distanze durante la comunicazione) giungiamo a un paradosso: a dispetto della lontananza reciproca e dell'isolamento fisico siamo tutti, in realtà, schiacciati e intrappolati in uno stesso spazio ridotto (per quanto multidimensionale e definito per ognuno dal proprio particolare punto d'accesso), e inesorabilmente esposti allo sguardo (e all'azione) altrui. L'impiego di un modello prossemico consente due operazioni interessanti: anzitutto, permette di vedere come la comunicazione e l'attività sociale non siano solo localizzate, ma localizzanti (cioè creano luoghi); in secondo luogo, porta a riconoscere come l'interazione virtuale comporti tutti gli elementi di una prossemica stretta, senza averne i contrappesi. Il testo è diviso in tre parti: spazi, branchi, segni.
EUR 9.50
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Il paradosso antropologico. Nicchie, micromondi e dissociazione psichica
Che cosa unisce l'identità dei singoli individui a quella dei soggetti collettivi, delle nazioni e dei popoli? Come si legano tra loro l'unità dell'io e quella del noi? Un tempo, l'una e l'altra erano affidate a una medesima scissione orizzontale, che divideva nettamente un alto e un basso: all'Io il compito di sottomettere gli istinti e le pulsioni, allo Stato quello di contenere le spinte centrifughe della moltitudine, per garantire l'unità del popolo. Da qualche decennio però un tale equilibrio sembra sfaldarsi sotto i nostri occhi, lasciando il posto a una rete di scissioni verticali, una miriade di spazi circoscritti, nicchie e micromondi artificiali, situati spesso in una zona grigia che rende i fatti indistinguibili dalle rappresentazioni. Uno scenario ancora in piena evoluzione, che al momento però sembra imporre agli individui un regime di precarietà e dissociazione sempre più profondo, lasciando emergere nei suoi interstizi solo delle comunità imperfette: troppo fragili e interdipendenti per potersi segregare in uno spazio autarchico, ma troppo ostili e concentrate su se stesse per riuscire a cooperare in una forma non antagonistica.
EUR 15.20
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Breve trattato sull'arte involontaria
«Un modo virtuoso di guardare il mondo attorni, un esercizio zen di comprensione virtuosa dell'incomprensibile» - Robinson, la Repubblica\r\n«È una raccolta di impressioni di paesaggio, attimi irripetibili che Clément ha colto in giro per il mondo e fermato in una descrizione, un disegno, una fotografia. Preciso ed evocativo nello stesso tempo.» - Doppiozero\r\n«Per chi sa osservare, tutto è arte. La natura, la città, l'uomo, il paesaggio, l'atmosfera, ciò che chiamiamo "umore", e, infine e soprattutto, la luce. Peraltro, tutti conoscono l'arte degli artisti, quella firmata. Pittori, scultori, musicisti, scrittori, cineasti, danzatori ecc. sono chiamati in causa sulla questione dell'arte, a proposito della quale, come si sa, c'è sempre molto da dire. Esiste tuttavia un luogo indefinito nel quale si incrociano il dominio elementare della natura - le contingenze - e il territorio marcato dall'uomo. Questo terreno d'incontro produce figure che sono al tempo stesso lontane dall'arte e vicine, a seconda delle definizioni che se ne danno. Per quanto mi riguarda, considero come arte involontaria il felice risultato di una combinazione imprevista di situazioni o di oggetti organizzati conformemente alle regole d'armonia dettate dal caso.» (Gilles Clément)
EUR 13.78
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Diary of powder and clay
Il "Diario della polvere e dell'argilla" è composto da due parti. Nella prima sono raccolte 59 teste d'argilla affiancate da brevi brani del diario in cui l'artista interroga, ad uno ad uno, i volti «sconosciuti e senza nome» emersi dalla creta. Nella seconda troviamo alcuni dei 59 volti disegnati con la polvere di grafite, uno al giorno, senza interruzione, tra il 14 aprile e l'11 giugno del 2017, accompagnati da frammenti scritti dal 1980 ad oggi in cui l'autore ha annotato i suoi pensieri sul volto, l'immagine, la polvere e l'evanescenza.
EUR 19.00
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Forma categoriale e struttura del giudizio. Sull'incompiutezza sistematica del pensiero di Emil Lask
L'opera di Lask (1875-1915) è irta di difficoltà e assai poco studiata, ma il fascino che essa esercita è ancora notevole. Sensibile alla filosofia dei valori neokantiana, di cui è stato uno degli ultimi eredi, Lask ha saputo cogliere il significato profondo dell'orizzonte dischiuso dal pensiero fenomenolo-gico, radicalizzando la "tesi copernicana" al fine di attuare una riscrittura della logica trascendentale di Kant, cui ha impresso una netta curvatura ontologica. Lask non ci ha lasciato un sistema, e non ce l'avrebbe lasciato nemmeno fosse sopravvissuto alla guerra, ma la trama della sua riflessione esibisce tratti speculativi vertiginosi, celebrati, tra gli altri, da Heidegger, Plessner, Lukàcs e Adorno. La grandezza e la profondità del suo pensiero è dimostrata anche dalla sua capacità di anticipare molte delle problematiche divenute centrali nel dibattito filosofico contemporaneo. Il punto di partenza delle sue due opere principali - 'Die Logik der Philosophie und die Kategorienlehre' (1911) e 'Die Lehre vom Urteil' (1912) - non è la logica come disciplina formale, bensì la logica della verità, com'era stata tematizzata da Kant nell'analitica trascendentale. La logica laskiana non si configura dunque come una comune filosofia della logica, ma assume il carattere metafilosofico di una logica della logica, intendendo con ciò una logica della conoscenza filosofica in grado di tracciare i contorni di un'ontologia di stampo categoriale, in cui l'oggettualità del teoretico rilancia il primato dell'essere sulle condizioni razionalistiche del puro conoscere. In questo quadro concettuale, in cui una nuova teoria dell'oggetto scandisce i rapporti tra neocriticismo, fenomenologia e pensiero antico, Lask sviluppa una dottrina del giudizio che - sfiorando gli abissi del misticismo - esibisce l'articolazione di una struttura logica artificiosa nella quale la verità è sottratta alla conoscenza.
EUR 19.00
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Poetica della relazione. Poetica III. Nuova ediz.
In questo testo, strutturato come un arcipelago, in cui la scrittura aforistica si compone insieme ad argomentazioni critiche e filosofiche, Glissant ha dato un saggio del proprio percorso teorico e poetico."Poetica della relazione" rappresenta la summa teorica del pensiero di Édouard Glissant, poeta e saggista originario della Martinica, teorico della «antillanità», e senz'altro uno dei più attivi e prolifici intellettuali di lingua francese della seconda metà del secolo scorso. Che cos'è la Relazione? Glissant ripensa questa nozione a partire dal concetto di opacità. Dove la metafisica tradizionale di stampo europeo ha sempre pensato la relazione mascherando, in realtà, un'intenzione riduttiva, tesa a riportare sempre l'incontro entro paradigmi identitari (che siano greci, ebraico-cristiani, o islamici), qui la Relazione viene pensata, invece, a partire da un modello completamente diverso, che ha origine proprio nella realtà disseminata e decentrata degli arcipelaghi caraibici. La cultura caraibica, secondo Glissant, con il suo «mare che diffrange», offre un modello di Relazione che non vuole comprendere l'altro, con un atto di violenza metafisica, ma piuttosto mantenersi in una viva e complessa opacità con le culture vicine, in una fertile estraneità, che si tratta di riconoscere come tale. Come ha scritto l'autore nella nota a questa edizione italiana, «le nostre identità non si appellano più all'identico», e la Relazione si modella dunque sull'«accordo di differenze», in cui l'opacità protegge il Diverso e la sua bellezza.
EUR 19.00
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Costruire in Francia. Costruire in ferro. Costruire in cemento
L'analisi storica si lega ai problemi contemporanei e quindi offre una visione globale della storia dell'arte e della cultura materiale, cambiando così anche le sorti dell'architettura, perché la libera dai paradigmi stilistici o accademici. Le grandi frecce di sapore costruttivista che Giedion dispone nel libro sotto la supervisione di László Moholy-Nagy - grafico responsabile, fra l'altro, dei libri della Bauhaus - uniscono visivamente autori francesi dell'Ottocento ad altri tedeschi del Novecento (Jules Saulnier a Ludwig Mies van der Rohe, Gustave Eiffel a Walter Gropius), suggerendo in questo modo una linea evolutiva che la comparsa di nuovi materiali come il ferro aveva accelerato e orientato verso la creazione di inedite tipologie architettoniche quali gallerie coperte (i «passages» parigini), esposizioni internazionali, grandi magazzini, oltre a colossali infrastrutture. Un repertorio moderno che aveva appassionato Walter Benjamin, il quale non solo paragonò questo libro alla Spätrömische Kunstindustrie riegliana, ma lo prese come testo prediletto: grazie a Giedion aveva trovato nelle grandi costruzioni metalliche la metafora della condizione stessa dell'intellettuale critico che intendeva essere - Parigi, capitale del XIX secolo seguirà di conseguenza.Il capitolo finale, dedicato al materiale più moderno di allora («È vano parlare di nuova architettura in Francia senza toccarne l'elemento base: il cemento armato»), presenta invece solo esempi francesi: i fratelli Auguste e Gustave Perret, Tony Garnier e naturalmente Le Corbusier, campione della nuova generazione. Come rileva Jean-Louis Cohen nell'introduzione, «La narrazione spesso enfatica offerta dal libro, specialmente al “lettore frettoloso” che si limita alle didascalie delle illustrazioni, sembra combattuta fra propaganda e storia. A questo titolo, Giedion appartiene tanto (se non più) al corpus interno dell'architettura moderna quanto a quello della ricerca storica su di essa».
EUR 28.50
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Argomenti per un dizionario del design
«Quando, attraverso il tempo, l'evoluzione del linguaggio passò da poche parole a un numero di espressioni sempre maggiore, divenne necessario l'uso di un “dizionario” capace di elencare i vari termini e dare per ognuno la giusta interpretazione. È possibile, in un certo senso, paragonare quest'evoluzione all'itinerario percorso dal design» - Ugo La Pietra\r\n«Un libro prezioso e ottimamente curato» - Il Venerdì\r\nTrenta voci - dedicate a temi come l'Arredo domestico, l'Artigianato, la Città, la Moda e la Tecnologia - sono la struttura portante di questo atipico dizionario, che raccoglie un centinaio di testi scritti da Ugo La Pietra sui molteplici problemi legati alla cultura del progetto e riferiti alla grande area disciplinare che va dalle arti applicate al disegno industriale, fino all'architettura. Gli articoli e i saggi qui pubblicati, sempre accompagnati da immagini cariche di indicazioni esemplificative, di ironia e di allusioni metaprogettuali, coprono un arco temporale che va dal 1972 a oggi, e testimoniano del continuo e inarrestabile esercizio conoscitivo dell'autore.\r\nCome sottolinea Carlo Vinti, il curatore di questo volume, La Pietra «ha segnalato costantemente la necessità di inserire una dimensione di ricerca non solo nelle scuole ma anche nella professione, nelle industrie e nei laboratori artigianali; ha predicato il metodo dei “travasi” e degli sconfinamenti, contro ogni specialismo settoriale», e, in questo senso, si è inscritto nella tradizione squisitamente sperimentale di Gio Ponti, poiché affascinato dalla sua capacità di attraversare tutte le arti, dall'architettura alla pittura, dalla decorazione all'arredamento.\r\nQuando Ugo La Pietra afferma provocatoriamente che «il design non esiste come disciplina», entra in risonanza con l'altro protégé milanese di Ponti, Ettore Sottsass, e con la sua stramba idea di produrre «pensieri, disegni, programmi e utopie, frasi e rivolte, irriverenze e sarcasmo, scatti paranoici e dolcezze angeliche, errori insostenibili e intuizioni che la gente, per ridere, chiama “controdesign”». Ma in fondo le riflessioni di La Pietra - «che con Mendini resta il maggior generatore di pubblicazioni sull'architettura radicale», secondo Adolfo Natalini - nascono dall'urgenza di comprendere i problemi della società contemporanea, mantenendo il più possibile aperto il proprio campo visivo al grido di «Abitare è essere ovunque a casa propria», interrogando cioè anche la cultura materiale, quella invenzione o re-invenzione del quotidiano che la modernità ha volutamente emarginato.
EUR 30.40
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Potere e visibilità. Studi su Michel Foucault
La lotta per la visibilità è una delle principali ragioni di conflitto che le società occidentali hanno conosciuto in un periodo storico di lunga durata che arriva fino a oggi. Michel Foucault ne scrive in un piccolo saggio del 1977, "La vita degli uomini infami", ma in realtà tocca la questione durante tutto l'arco del suo percorso di ricerca. Pur non affrontandola mai in modo sistematico, ne lascia emergere lo spessore ogni volta che tratta problemi come l'esclusione e l'emarginazione sociale, la prigione, il crimine, le pratiche di costituzione del sé, ma anche esperienze estetiche come la letteratura e la produzione di immagini. Intorno alla lotta per la visibilità si gioca infatti una parte fondamentale dei rapporti fra gli individui e il potere. Non è un fenomeno a senso unico. Per un verso siamo catturati in un regime di visibilità sempre più esteso che mira ad afferrare ogni dettaglio delle nostre esistenze. Per un altro, conquistando nuove forme di visibilità, otteniamo dignità di parola nello spazio pubblico e rivendichiamo il nostro ruolo di soggetti politici. L'intreccio di potere, pratiche sociali ed estetica nella lotta per la visibilità è il nucleo intorno a cui ruotano gli studi di questo libro. Il loro obiettivo è portare l'attenzione su un tema finora trascurato e offrire le riflessioni di Foucault come spunto per ulteriori ricerche.
EUR 15.20
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Il primato dell'occhio. Temi e metodo della storia dell'arte in età moderna
Le opere d'arte parlano da sole e, a secoli di distanza, gli antichi maestri «continuano a inviarci il loro inconfondibile raggio di luce». È importante però esaminare dipinti e sculture nella loro dimensione più concreta, leggere in modo corretto il linguaggio figurativo che li caratterizza. Questo libro ambisce quindi a essere una guida per comprendere meglio i lineamenti fondamentali, i temi e i contenuti della storia dell'arte nella prima età moderna - dal Rinascimento all'Illuminismo - e a illustrare al lettore i primi strumenti di un appropriato ed autonomo metodo di studio. Il titolo, Il primato dell'occhio, allude alla testimonianza figurativa come documento primario di per sé, legando idealmente le riflessioni di Leonardo sulla vista come strumento fondamentale di giudizio alla tradizione dei conoscitori, le analisi di Vasari agli attuali metodi attributivi ed esegetici. Queste pagine intendono però anche far riflettere su alcuni grandi temi, come la periodizzazione della storia dell'arte moderna, i mutamenti che si registrano nei rapporti tra artisti e società, pittura e cultura umanistica, produzione figurativa e dibattito religioso nel Cinquecento.
EUR 17.10
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Roofs. Local materials, simple technology, sophisticated ideas
“Housing problems are not restricted to the poor. The solutionswe want to put forward concern all societies. But since we haveto set priorities, emphasis was put on techniques accessiblefor the poor members of society. The general problems of housingcan be classified into three principal domains: that of social,environmental and technical criteria.”Written from the 1970s onwards, Roofs collectspractical information (tested for UNESCO bythe author himself) on the construction of roofsand shelters, which were intended to meet thematerial needs of the poor in the global South.It consists of manuals written independently ofeach other, and is happily representative of thematurity of Friedman, who in those years hadalready decided to focus his interventions onhow to include the inhabitants in the design oftheir habitat, because “participation is notspontaneous and cannot be claimed out ofthe blue.” While Utopies réalisables (literally,“Achievable Utopias,” 1975 - no English editionto date) represents the theoretical summa ofthis intense period, the manuals are the maincommunicative tool the Franco-Hungarianarchitect created, which was aimed at makingsuch utopias concrete.The manuals are composed of essential“blackboard” sketches, which can also be readand interpreted by illiterate people - a featurethat convinced Indira Gandhi to print a largenumber of copies, and also contributed to theestablishment of the Museum of SimpleTechnology founded by Friedman in Madras(currently Chennai), in the mid-eighties.In Roofs, the author brings to the attention ofhis readers the fact that the various problemsof modern cities are the result of irresponsibleattitudes towards the Earth. This thesis wasperfectly in line with the thinking of somearchitects (including Christopher Alexander,Enzo Mari, Victor Papanek and BernardRudofsky), who at the time, and each in his ownway, expressed strong criticism of industrialsociety.
EUR 32.30