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Nuovi studi su Isacco Lampronti. Storia, poesia, scienza e halakah
Il volume raccoglie otto contributi di studiosi che arricchiscono con le loro ricerche le nostre conoscenze sul personaggio più significativo dell'ebraismo ferrarese e, al tempo stesso, uno degli intellettuali più importanti dell'ebraismo occidentale: Isacco Lampronti (1679-1756)\r\nRabbino, medico, poeta, codificatore e primo enciclopedista ebreo. Il suo bisnonno Samuele risulta residente a Ferrara già nel 1607, proveniente dal Veneto, dove risiedeva la famiglia Alpron, nome che nella città divenne Lampronti. Dopo i primi studi di Bibbia e Torah a Ferrara, passò a perfezionarsi nella Yešivah di Lugo, quindi a Padova dove studiò filosofia e medicina, completando la sua formazione nell'Accademia rabbinica di Mantova, all'epoca considerata una delle più importanti d'Italia. Personalità di elevato profilo intellettuale e dagli interessi poliedrici, Lampronti mostrò fino dagli anni della sua fanciullezza un'intelligenza precoce ed eccezionale, che si manifesterà pienamente nella sua grande opera il Paḥad Yiṣḥaq o “Il terrore di Isacco” vera Summa enciclopedica di tutto il lessico talmudico e del sapere ebraico. Laureatosi in Medicina a Padova nel 1696 a 17 anni, età che per l'epoca era normale, superò rapidamente tutti i gradi del Rabbinato, fino a raggiungere quelli più alti con la sua nomina a More Ṣedeq della Scola Levantina, quindi Morenu o Presidente della Yešivah di Ferrara. La sua enorme cultura non si limitava al sapere religioso del Talmud e alla normativa ebraica, ma spaziava nel mondo delle scienze, che allora stavano facendo grandi progressi, in particolare la medicina. Aperto ad arricchire la sua cultura anche con testi della letteratura del mondo cristiano, fu medico apprezzato dai più grandi chirurghi e dottori dello Studio bolognese con cui si consultava. Il volume tratta il tema del rapporto fra tradizione e modernità nella sua opera e la sua diffusione. Di notevole interesse e pressoché sconosciuto è il poema ebraico in trenta ottave di endecasillabi, da lui composto nel 1710 in occasione dell'inaugurazione del nuovo Aron ha-qodeš che egli donò alla Scola Levantina di Ferrara. Molti nuovi dati e scoperte sulla sua biografia e su vari aspetti della sua vita quotidiana, fra cui l'accusa di aver venduto al Comune di Ferrara delle epigrafi funerarie, emergono dal registro contenente i verbali delle sedute consiliari della Scola Levantina, di cui per decenni fu massaro e scriba.
EUR 28.50
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Tutte le mie mamme
Il piccolo Szymon vive rinchiuso con la mamma nel ghetto di Varsavia. Un giorno, alla porta di casa bussa l'infermiera Jolanta e convince la mamma ad affidarle Szymon, salvandolo così da una morte pressoché certa. Szymon, dopo essere stato portato fuori dal ghetto con grande rischio, verrà nascosto presso varie famiglie e riuscirà a sopravvivere grazie al coraggio delle nuove mamme che di volta in volta lo accoglieranno. Solo dopo molti anni Szymon Bauman verrà a sapere che l'infermiera Jolanta in realtà si chiamava Irena Sendler e che oltre a lui ha salvato dallo sterminio tanti altri bambini ebrei. Nel 1965 il Memoriale di Yad Vashem le ha conferito il titolo di "Giusta tra le Nazioni". Irena Sendler ci ha lasciato questo messaggio: "Finché vivrò e avrò forza ripeterò che la cosa più importante al mondo è il Bene". Età di lettura: da 6 anni.
EUR 14.25
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Verso casa
Negli anni '20 del Novecento un gruppo di giovani ebrei lascia l'Unione Sovietica e si trasferisce nella Palestina mandataria. Ragazzi uniti dal desiderio di realizzare una società più giusta e inaugurare un nuovo modo di essere ebrei. L'insediamento nella realtà mediorientale si rivela però difficile: il lavoro è massacrante e il caldo insopportabile, la convivenza con gli arabi tutt'altro che pacifica e la nostalgia di casa fa capolino nelle ore più buie. Eppure, in quella terra dura, i giovani pionieri riescono a far nascere il kibbutz Beth Afikim, il vero protagonista di questa storia. I tanti personaggi che lo popolano sono tutti comprimari, tutti essenziali affinché il kibbutz abbia voce, cuore e mani. Seguendo le vicende di questi giovani sognatori ci ritroviamo immersi in un microcosmo multiculturale traboccante di vita, dove anche i più piccoli gesti quotidiani e le parole più banali hanno la forza del racconto epico. Dal sogno socialista fino agli anni della privatizzazione, Assaf Inbari ripercorre quasi un secolo di storia israeliana. "Verso casa" è biografia di un luogo e narrazione corale, ma è soprattutto un romanzo di formazione e di formazioni: adolescenti diventano uomini e spazi diventano geografie, mentre uno Stato si scopre improvvisamente adulto, con i suoi ricordi d'infanzia da condividere.
EUR 17.10
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L'eredità di Salomone. La magia ebraica in Italia e nel Mediterraneo
Dio gli concesse la conoscenza dell'arte da usare contro i demoni a sollievo e vantaggio degli uomini; compose formule magiche per curare le infermità, e lasciò varie forme di esorcismi con i quali si scacciano i demoni da coloro che ne sono posseduti, e non ritornano più. (Ant. Iud. VIII, 45-48).\r\n\r\n\r\nCon queste parole Flavio Giuseppe (I sec. e.v.) ritrae re Salomone quale depositario per definizione dei segreti delle arti occulte: formule apotropaiche ed esorcistiche, tecniche taumaturgiche, terapeutiche e anti-demoniche sono le forme peculiari del lascito della saggezza salomonica all'umanità. Il volume illustra le alterne fortune (divieti, reticenze, tabù) che hanno accompagnato la pratica della magia nella società ebraica dall'antichità e fino all'età moderna, con particolare riguardo per il contesto italiano e mediterraneo. Le ricerche qui raccolte mostrano la continuità di riti, formule e leggende (in molti casi di origine molto antica) e la vitalità e la ricchezza di dibattiti e dispute mai sopiti sulla segretezza e sull'efficacia dei testi magici, la loro liceità e ammissibilità nell'ebraismo e le articolate risposte alle insinuazioni di una parte del mondo cristiano che descriveva la cultura ebraica come intrisa di elementi superstiziosi. Questi studi si completano a vicenda, dimostrando nell'insieme come ciò che rubrichiamo con sempre maggiore insoddisfazione nell'unica categoria di “magia ebraica” sia il prodotto paradossale dell'incontro e della commistione di più fattori eterogenei: un complesso multiforme che abbina saperi pratici e conoscenze segrete a costumi tradizionali e che si presenta secondo modelli sorprendentemente stabili attraverso i secoli. Come traspare dalla lettura di queste pagine, le arti magiche - diffuse nella cultura ebraica in maniera trasversale nel tempo e nello spazio - non erano finalizzate ad altro che al recupero dei privilegi della condizione edenica, a provocare l'invidia degli angeli o a strappare un po' del loro potere ai demoni, dei quali, si sa, gli uomini hanno sempre cercato di imitare le gesta.
EUR 38.00
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Come si crea l'antisemitismo. La stampa cattolica italiana fra Otto e Novecento: Mantova, Milano, Venezia
L'antisemitismo non è un fenomeno autonomo che cresce e alza la testa all'improvviso, non è un fatto sociale che emerge indipendentemente dalle persone. L'antisemitismo non è neppure la conseguenza necessaria di un eterno odio cristiano contro gli ebrei. Piuttosto, l'antisemitismo è un fenomeno sociale la cui formazione è direttamente collegata ai grandi sconvolgimenti del XIX secolo e dell'industrializzazione. Il risentimento verso gli ebrei assume allora un carattere laico e nasce ad opera di protagonisti concreti. In Italia, uno di questi attori fu la Chiesa cattolica. Tuttavia, il rapporto tra antigiudaismo cristiano e antisemitismo laico è controverso nell'Europa del XIX secolo. Alcuni osservatori di quel tempo sottolinearono la novità del fenomeno e le sue cause sociali, mentre altri lo consideravano un ritorno dell'antico odio religioso medievale nei confronti degli ebrei. Per chiarire il rapporto tra radici cristiane e motivi laici nella configurazione che assume l'antisemitismo fra Otto e Novecento è quindi necessario tornare alle fonti. Sulla base della stampa cattolica di tre città, l'autore evidenzia quanto il clero cattolico abbia influenzato il linguaggio laico dell'antisemitismo.
EUR 11.40
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L' albero di Sara
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Bibbia ebraica. Pentateuco e Haftaroth. Testo ebraico a fronte
Primo volume di questa traduzione, con testo ebraico a fronte, del canone della Bibbia ebraica pubblicata dalla casa editrice La Giuntina. Tale opera è il frutto di studi esegetici compiuti da insigni Rabbini e Maestri in Israele ed è curata dal Rabbino Prof. Dario Disegni. Al presente volume hanno collaborato, in particolare: Alfredo Sabato Toaff (Genesi), Dario Disegni (Esodo), Menachem Emanuele Artom (Levitico), Ermanno Friedenthal (Numeri), Elio Toaff (Deuteronomio), Elia Samuele Artom (Haftaroth), Alfredo Ravenna (Indici).
EUR 39.90
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Talmud babilonese. Trattato Chaghigà. Testo ebraico a fronte
Chaghigà significa letteralmente "festività", "festeggiamento". La Torà (Es. 23,16-17 e Deut. 16,16-17) prescrive che, in tre occasioni all'anno (Pèsach, Shavu'òt e Sukkòt), tutto il popolo debba recarsi in pellegrinaggio al Tempio di Gerusalemme. La Torà regolamenta con precisione i sacrifici pubblici da compiersi in queste occasioni. Aggiunge anche che il pellegrino, singolarmente, non doveva presentarsi a mani vuote, ma doveva portare delle offerte; non dice però chiaramente quali fossero queste offerte. Il primo argomento affrontato in questo trattato è appunto la definizione dei tipi di offerte da portare, essenzialmente dei sacrifici. Nel primo capitolo del trattato si discute sulla natura di questi sacrifici, sull'estensione del loro obbligo alle varie categorie di persone e sul tempo in cui essi dovevano essere offerti; su come regolarsi in base alle proprie condizioni economiche e al numero dei commensali; sui tempi in cui i vari sacrifici dovevano essere presentati nel corso della festa. Alla fine, si svolgono importanti considerazioni sui rapporti tra le regole consolidate e le loro fonti bibliche, che in alcuni casi possono essere molto limitate. I vari argomenti trattati, essenzialmente giuridici, offrono l'occasione a ampie e notevoli divagazioni aggadiche, racconti e aneddoti. La particolarità che rende famoso questo trattato è però nel secondo capitolo, in cui, prendendo spunto da argomenti delicati che è bene siano insegnati a un pubblico selezionato, si apre una parentesi fondamentale che raccoglie una serie di insegnamenti sulla mistica ebraica e rappresenta uno dei nuclei più antichi a nostra disposizione su questo argomento. Proprio in ossequio al principio che certi argomenti debbano essere trattati con discrezione, gli insegnamenti sono solo in apparenza comprensibili ed è molto più ciò che si nasconde di ciò che viene rivelato. Vi sono comunque delle storie affascinanti come quelle che riguardano i destini drammatici dei Maestri entrati nel Pardès (il "giardino" della mistica), da rabbì Aqivà uscito indenne, a Elishà ben Avuyà, detto Achèr, "l'Altro". Si passa quindi all'introduzione di un problema che occuperà tutto il terzo capitolo. La presentazione al Tempio e il consumo della carne sacrificale richiedeva l'attenta osservanza delle regole di purità. Nell'ambito delle famiglie rabbiniche e di un pubblico ristretto a esse collegate si era consolidata una tradizione di rigorosa osservanza delle regole di purità, da applicare anche nell'alimentazione profana. Coloro che seguivano queste regole (tra di loro si chiamavano chaverìm, "colleghi") dovevano necessariamente staccarsi dal popolo che, benché non disattento, non era puntigliosamente scrupoloso rispetto a tutti i dettagli e non dava totali garanzie di affidabilità. Durante i pellegrinaggi, quando tutto il popolo si riuniva insieme e circolavano merci e recipienti, questi problemi diventavano comuni e urgenti. Di tutto questo si occupa l'ultimo capitolo, con un esame attento di alcune regole speciali di purità e con una casistica su oggetti e beni. In sostanza, il trattato Chaghigà, malgrado le sue ridotte dimensioni, è molto vario per gli argomenti trattati e per diversi livelli di difficoltà. Piuttosto difficile sia per la materia trattata che per la finezza delle discussioni nell'ultimo capitolo,...
Talmud babilonese. Trattato Betzà
Questo trattato fa parte dell'Ordine delle Feste (Mo'èd) ed è denominato in due modi: quello più diffuso deriva, come spesso capita per i libri ebraici, dalla prima parola del testo, Betzà ("uovo"). L'altro titolo, quello più comune fra gli antichi commentatori, è Yom Tov (lett. "Giorno buono", nel senso di "Giorno festivo"), che non solo deriva anch'esso dalle prime parole del testo ma rappresenta l'argomento del trattato: le modalità dell'osservanza dei giorni festivi e le differenze rispetto allo Shabbàt (Sabato). Per "giorni festivi", in senso stretto, si intendono i giorni di festa solenne in cui è vietato lavorare. Secondo la prescrizione della Torà, i giorni festivi sono il primo e il settimo giorno di Pèsach (Pasqua), il giorno di Shavuòt (Pentecoste), Rosh haShanà (Capodanno), il primo giorno di Sukkòt (Festa delle Capanne) e Sheminì 'Atzèret (l'ottavo giorno dall'inizio di Sukkòt, detto anche Simchàt Torà, Gioia della Torà). Nella Diaspora, rispetto alla norma prescritta nella Torà, questi giorni sono raddoppiati per decreto rabbinico, mentre in Israele solo Rosh haShanà dura due giorni (il motivo dei raddoppiamenti è spiegato in questo trattato). Nei giorni festivi è proibito lavorare, come di Shabbàt, con la differenza che in tali giorni sono permesse alcune operazioni necessarie per la preparazione del cibo per il giorno festivo stesso. Il permesso di cucinare nel giorno festivo deriva da una necessità: infatti, quando il giorno festivo capita di venerdì o di domenica, si avrebbero due giorni consecutivi in cui sarebbe vietato compiere lavori e se fosse proibito anche il cucinare si sarebbe costretti a mangiare il cibo cotto tre giorni prima, con prevedibile rischio per la salute e detrimento della bontà delle pietanze, a danno dello spirito gioioso della festa. Riguardo a Pèsach e, per estensione, anche riguardo alle altre feste (salvo Kippùr), è scritto nella Torà: Il primo giorno e il settimo giorno saranno giorni di sacra convocazione, nessun lavoro si farà in questi giorni eccetto quanto necessario per il cibo di ognuno, solo quello potrà essere fatto (Es. 12:16). In questo versetto non si parla espressamente di "cucinare" ma di "fare quanto necessario per il cibo". Da qui deriva che sono permesse anche altre attività richieste per la preparazione del cibo. Fra queste, il trasporto in luogo pubblico, attività che di Shabbàt (e di Kippùr) è invece vietata. Uno degli scopi di questo trattato è appunto stabilire quali attività siano permesse nei giorni festivi e quali siano proibite. In generale, vale la regola per cui tutto ciò che può essere svolto prima dell'inizio della festa non può essere effettuato durante la festa stessa. Ad esempio, mentre l'impastare la farina e il cuocere il pane sono attività permesse durante Yom Tov, non lo sono il mietere il grano, il trebbiarlo, il macinarlo e altre attività simili che possono essere svolte prima della festa senza alcun detrimento per il prodotto finale. Il motivo per cui queste ultime attività sono proibite è per non affaticarsi durante i giorni festivi, che devono invece essere...
L' ebreo in bilico. I conti con la memoria fra Shoah e antisemitismo
«Si può scrivere per la fama, e si può scrivere per l'Arte. Si può scrivere per la scienza o per dar voce allo spirito. Si scrive per affermare di esistere o per un bisogno istintivo di comunicare. Ogni scrittura ha un suo motivo, e in ogni scrittura c'è dell'autobiografia, di contenuti o di stile. Ma si può scrivere anche a nome di qualcun altro, per rispondere all'aspettativa di chi mai ha avuto l'ardire di esprimersi, per appagare un bisogno da anni represso, per rispondere con imperdonabile ritardo alla frustrazione di coloro ai quali la storia non ha dato una voce. O hanno scelto loro sponte di non avere una voce, per pudore, per codardia, per non rinnovare il dolore, o per semplice umana vergogna. Si può scrivere, allora, per giustificarsi, a sé e agli altri, e per saldare un debito con la propria storia, con la propria ascendenza, con la memoria dei propri cari, e con la propria coscienza».
EUR 13.30
Alla fine lui muore
C'è qualcosa che non va, in Duccio Contini. È così giovane e già passa le serate chiuso in casa a mangiare semolino e sorseggiare tisane con un plaid sulle ginocchia. E pensare che fino a poco tempo fa era un promettente scrittore di successo. Allora perché adesso se ne va in giro per Roma con un carrellino per la spesa? Perché trascorre intere giornate davanti alle transenne di un cantiere o tra gli scaffali della farmacia su viale Trastevere? È forse possibile diventare vecchi a trent'anni?! Dopo il dissacrante "Olocaustico", Alberto Caviglia torna a giocare con la realtà in un nuovo romanzo dall'ironia spiazzante. "Alla fine lui muore" è una favola metropolitana, comica e amara, che manda in cortocircuito aspettative e stereotipi dei nostri tempi per trasformarsi in una satira surreale che punge e diverte.
EUR 13.30
Fra storia e memoria. Una famiglia ebraica triestina dal 1938 al secondo dopoguerra
Una storia familiare originata da un carteggio, da appunti ritrovati, da memorie, da ricerche. Gli eventi accaduti nelle terre del confine orientale, così poco conosciuti, le tappe della discriminazione e della persecuzione scatenate contro gli ebrei, con picchi di estrema violenza, costituiscono il punto di partenza per il racconto delle vite dei membri della famiglia Levi, genitori e sei figli, nel periodo più buio che va dalla promulgazione delle leggi razziali al secondo dopoguerra. Le storie individuali nel loro dipanarsi divengono tasselli importanti per approfondire la comprensione di un passato non ancora del tutto analizzato. Dall'evento tragico che ha per protagonista il padre, Alberto Levi, deportato e ucciso ad Auschwitz, alle incessanti ricerche della madre, alle storie diverse e avventurose dei vari figli. Due di loro compiono la dolorosa scelta di lasciare Trieste e l'Italia stessa. I loro orizzonti si apriranno su fronti più ampi, seppur sofferti. Il prezioso carteggio fra i due fratelli tocca un dilemma che ha coinvolto tutta quella generazione: restare e combattere nella terra natale, per realizzare un mondo libero e giusto, o partire per dare vita a una nuova patria in Palestina, dove nessuno avrebbe più potuto perseguitarli. Mario, giovanissimo, diverrà uno dei fondatori del kibbutz di Sde Elyauh, in Palestina. Renato diverrà agente alleato per combattere il nemico nazista. A Firenze per cinque mesi sarà il radiotelegrafista di Radio CO.RA., emittente clandestina che manteneva i contatti fra la Resistenza e gli Alleati. Proprio sul ruolo di Renato, il "Pomero", si riesce a fare luce, riabilitandone la memoria talvolta ingiustamente offuscata.
EUR 15.20
La luce del regno
Mattia Almiti, professore di storia dell'arte, si trova, passati i cinquant'anni, a fare un bilancio esistenziale. Mentre sta scrivendo un libro che ha come tema la crisi del concetto di bellezza nel panorama dell'arte contemporanea, ripercorre alcuni eventi fondamentali della propria vita: il rapporto problematico con la madre, la perdita del fratello maggiore in un incidente, la separazione dalla moglie, e soprattutto la morte per droga di Yannis, il giovane studente di storia dell'arte con il quale aveva una relazione. Quella di Mattia è una cognizione del dolore che, oltre a metterlo in contatto con la parte più profonda di se stesso, lo porterà, durante le sue peregrinazioni tra Parigi e Londra, a incrociare una serie di personaggi le cui storie, intrecciandosi con la sua, andranno a comporre un arazzo opalescente, in precaria oscillazione tra tenebra e splendore. "La luce del Regno" è un viaggio al crepuscolo che, con una scrittura raffinatissima, evoca le grandi narrazioni antiche di morte e resurrezione, ma con tutto il disincanto e lo stridore della modernità. Al termine di questo itinerario iniziatico costellato di schegge e frammenti sparsi, Mattia scoprirà, in un rapporto di interrogazione con la sua appartenenza al popolo ebraico, che nonostante i disastri della Storia e delle storie personali, la possibilità della redenzione continua a permanere come una luce in lontananza.
EUR 17.10
Canaglia
È il 1988. Tadek, scrittore fallito e abbandonato dalla moglie, si reca in Polonia per incontrare il padre Stefan. Non lo vede e non ha contatti con lui da vent'anni, da quando la madre decise di emigrare in Israele portando i figli lontano dalla povertà della Polonia socialista e da un ambiente brutale e violento. Tadek sa dove trovare il padre: a Varsavia, in una casa di riposo per reduci di guerra. Stefan è ormai un vecchio corroso dalla vodka e braccato dai fantasmi delle atrocità che ha sia subito che perpetrato durante la Seconda guerra mondiale. Per una settimana, durante un viaggio che intraprendono insieme in una tetra Polonia al tramonto dell'era sovietica, incapaci di amarsi o odiarsi, padre e figlio si confronteranno alla ricerca di una riconciliazione impossibile. Affioreranno allora tutte le verità mai confessate e, soprattutto, prenderanno voce i silenzi sugli anni terribili e decisivi dell'occupazione nazista. I racconti di Stefan, personaggio estremo in ogni sentimento e comportamento, saranno sufficienti per ricucire il legame tra padre e figlio? Basteranno a salvare Tadek da se stesso?
EUR 18.05
L' albero capovolto. Lezioni sulla Torah
"L'albero capovolto vuole essere una descrizione sistematica di alcuni temi fondamentali dell'ebraismo. Il metodo è particolarmente interessante: una serie ordinata di citazioni classiche dalla Torah ai commenti rabbinici anche recenti, che vengono esposte e spiegate, per chiarire progressivamente i termini dei problemi. Il titolo ripropone l'immagine dell'albero capovolto, che è quella scelta dai Maestri per spiegare la similitudine biblica dell'uomo con l'albero che, come in ogni confronto, rivela elementi comuni e differenze. Le radici dell'uomo a differenza di quelle dell'albero sono rovesciate, in alto, è da lì che egli trae la sua linfa vitale. In cosa consista questa linfa e quanto importi per noi è il compito che questo libro si propone di illustrare." (dalla Prefazione di Riccardo Di Segni)
EUR 15.20
Memorie di famiglia. Piccole storie all'interno della grande Storia
I testi qui raccolti sono frutto delle narrazioni sulle vicende degli ebrei italiani dal 1938 al 1945 realizzate da undici anni dai figli e nipoti dei protagonisti al Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani di Roma, in occasione del Giorno della Memoria. Importante mezzo di trasmissione della memoria famigliare, esse sono anche un pezzo della grande storia, e aprono finestre spesso inedite sui fatti drammatici di quegli anni e sul modo con cui questi fatti sono stati percepiti, vissuti e trasformati in memoria collettiva. Il Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani, inaugurato il 29 giugno 1902, nasce come orfanotrofio per accogliere bambini ebrei e offrire sostegno alle famiglie disagiate; funzione svolta massicciamente dopo le due guerre mondiali. Nel corso della sua storia è diventato anche un centro di prima accoglienza e dimora temporanea per gli ebrei profughi dalla Libia nel 1967 e dall'Iran nel 1979-80. Dal 1987 al 1997 il Pitigliani è diventato Bait Bet, una “seconda casa”, dove crescere all'insegna dell'educazione ebraica. Oggi, il Centro è un Ente Ebraico civilmente riconosciuto in base alla Legge n. 101 dell'8 marzo 1989 e svolge principalmente attività educative e assistenziali per i giovani della Comunità, con particolare riguardo alle famiglie più bisognose. L'assistenza, l'educazione, la diffusione della storia, delle tradizioni e dei principi dell'etica ebraica sono gli obiettivi che motivano l'opera quotidiana del Pitigliani. L'attività educativa è ispirata al Metodo Feuerstein per la cui formazione il Centro è accreditato presso il MIUR. Il Centro è aperto al pubblico e dedica un ampio spazio alle attività culturali organizzando, nel corso dell'anno, numerosi eventi finalizzati a diffondere la conoscenza della cultura ebraica, a promuovere il confronto su tematiche culturali e sociali nella convinzione che la conoscenza sia lo strumento attraverso il quale abbattere le barriere, superare i pregiudizi, promuovere la convivenza e il dialogo interculturale. La pubblicazione è stata realizzata grazie al contributo concesso dalla Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali. Prefazione di Mario Venezia. Introduzione di Nando Tagliacozzo.
EUR 17.10
Nuovi responsi di Torà dagli anni dell'ira
Dov'era Dio quando gli ebrei venivano bruciati? È a questa apparente assenza di Dio che la raccolta di omelie di Rabbi Kalonymus Shapira, tradotte per la prima volta in italiano, offre una risposta, profonda e affascinante. È una risposta saldamente radicata nel mondo spirituale di un Rabbi, che negli anni tragici del ghetto di Varsavia, nell'anticamera dello sterminio nazista, seppe far risuonare in modo straordinario la voce della Torà e con essa rinsaldare la speranza e la fiducia di tanti fratelli e sorelle con i quali si trovò a condividere l'ora più buia della storia. Midrash e Talmud, Rashi e cabbalà, l'intera tradizione d'Israele è compendiata nell'insegnamento di Shapira, che sa offrire "nuovi responsi", cioè luci nuove e inaspettate sulla Torà, perché Dio non ha abbandonato il suo popolo, anzi soffre con esso, e attira i suoi fedeli nelle "stanze segrete". Ed è lì, dove Egli piange per il dolore d'Israele, che l'uomo può incontrare l'assoluto del mistero di Dio e accoglierne la consolazione vera. Introduzione di Daniela Leoni.
EUR 19.00
Provenza e Costa Azzurra
La guida, pratica e completa, è utile a quanti desiderano conoscere a fondo la storia, la cultura, l'arte di una delle regioni più pittoresche della Francia. Il volume propone diversi itinerari: la bassa Valle del Rodano, la Vaucluse orientale, Marsiglia e la Provenza, la Costa Azzurra, la Riviera da Cannes a Mentone. La sezione iniziale riporta informazioni e notizie utili per il viaggio ed il soggiorno.
EUR 17.10
San Francisco
La guida propone descrizioni dettagliate dei principali luoghi d'interesse: San Francisco e la sua baia, il Golden Gate e il Museum of Modern Art, l'isola di Alcatraz e i dintorni di Berkeley, Sonoma e Marin; segnalazioni aggiornate di alloggi e ristoranti di ogni categoria, con suggerimenti sui locali più interessanti e vivaci; notizie approfondite sulla storia della città, dall'epoca della corsa all'oro fino all'esplosione della Silicon Valley; cartine a colori e mappe di riferimento di San Francisco e della sua baia, con indicazioni di vie, strade e monumenti principali.
EUR 7.60
Provenza e Costa Azzurra
La guida, pratica e completa, propone descrizioni dettagliate dei principali luoghi d'interesse: Avignone, Marsiglia, Nizza, Arles, Montecarlo; i villaggi medievali dell'entroterra, la Camargue, la Corniche des Crêtes, il Grand Canyon du Verdon, la splendida costa e le celebri località della Costa Azzurra. Segnalazioni aggiornate di alloggi e ristoranti di ogni categoria, con suggerimenti sui locali più vivaci e interessanti. Informazioni pratiche su gite, escursioni, itinerari e attività sportive. Notizie approfondite sulla storia, l'arte e la cultura della regione. Cinquanta cartine con indicazioni di vie, strade e principali siti e monumenti.
EUR 19.95