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Leonardo da Vinci 3D. Catalogo della mostra (Milano, 30 maggio-22 settembre 2019) Ediz. inglese
Il catalogo della mostra "Leonardo da Vinci 3D", che si terrà presso la Fabbrica del Vapore (Milano) dal 30 maggio al 22 settembre 2019, presenta al grande pubblico l'opera e il pensiero di Leonardo in modo del tutto inedito. Oltre a fondarsi su un supporto altamente tecnologico, infatti, la mostra si avvale di una specifica metodologia, pensata al fine di coinvolgere appieno l'osservatore: la strategia "immersiva". Il visitatore si ritrova del tutto "immerso" nello spettacolo a cui assiste e ne diviene il protagonista, subentrando in ciò all'opera d'arte. La formula coniata per indicare quest'esperimento fedele alla tradizione e avanguardistico insieme, ovvero "edutainment", dove in un unico termine si fondono le parole "intrattenimento" ('entertainment') e "formazione" ('education'), riassume l'intento fondamentale dell'iniziativa: quello non tanto di far recepire, bensì di far vivere l'arte, in modo ludico e serio insieme. Il catalogo, introdotto dalle presentazioni dei promotori dell'iniziativa (il vicesindaco del comune di Milano Anna Scavuzzo, il presidente e il vicepresidente di Medartec Distribution, rispettivamente Roberto Luciani ed Enrico Cristiani, e i referenti di Art Media Studio Vincenzo Capalbo e Marilena Bertozzi), racconta le diverse "anime" di Leonardo (Leonardo pittore, Leonardo e il volo, Leonardo ingegnere, Leonardo a Milano...) attraverso un'illustrazione composita della sua opera. Edizione in lingua inglese.
EUR 13.30
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Han Yuchen. Il regno della purezza. Catalogo della mostra (Firenze, 5-28 luglio 2019). Ediz. italiana e inglese
Il volume dal titolo "Han Yuchen. Il regno della purezza" racconta e documenta l'esposizione dell'opera pittorica del cinese Yuchen in programma dal 5 al 28 luglio presso Palazzo Medici Riccardi, Firenze. Il catalogo, a cura della storica dell'arte Cristina Acidini, nasce da un'idea di Xiuzhong Zhang, presidente della Zhong Art International e personaggio votato a mantenere vivo il dialogo interculturale tra Italia e Cina. La mostra espone al pubblico solo una piccola parte sia dell'opera sia della molteplicità di tecniche e stili adottati da Han Yuchen lungo la sua consolidata esperienza artistica, che prese avvio fin dal lontano 1987, quando l'artista si formò presso l'Accademia Centrale delle Arti di Pechino. La selezione dell'opera di Yuchen presso Palazzo Medici Riccardi (e in quella Firenze che l'artista ha indicato come sede prediletta dove presentarsi al pubblico, in virtù della sua rinomata ascendenza storico-artistica) consiste in tele eseguite mediante pittura a olio e incentrate su un unico soggetto, un unico inquadramento spaziale: la regione autonoma del Xizang, cioè "Zang occidentale", ovvero il cosiddetto Tetto del mondo, il Tibet. Tale regione, che sempre attrasse l'occhio di Yuchen in quanto regno incontaminato e popolato d'esistenze innocenti, emerge nei suoi quadri sotto forma di sguardi smarriti di gente comune, paesaggi malinconici e deserti, animali dalle sagome soffuse. Il catalogo, introdotto dalle presentazioni del sindaco della Città Metropolitana di Firenze Dario Nardella, e di Tommaso Sacchi, Assessore alla cultura del Comune di Firenze, vanta di un'approfondita prefazione a firma di Cristina Acidini e di un corredo di immagini.
EUR 22.80
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Fons Vitae. Peter Brandes, Maja Lisa Engelhardt, Susan Kanaga, Filippo Rossi. Ediz. italiana e inglese
In occasione del convegno "Rinascenza come Resurrezione. Il Santo Sepolcro di Leon Battista Alberti nella Firenze del Quattrocento", quattro artisti di fama internazionale - Peter Brandes, Maja Lisa Engelhardt, Susan Kanaga e Filippo Rossi - riflettono sul mistero di cui parla il capolavoro albertiano: la resurrezione di Gesù e la prospettiva di una vita nuova. Il titolo della loro installazione, Fons Vitae - Fonte di Vita esposta al Museo Marino Marino, echeggia san Paolo che per primo collegò le acque del Battesimo con la Pasqua. Con i simboli dell'acqua, della luce e della natura fiorita, Brandes, Engelhardt, Kanaga e Rossi parlano al visitatore di "resurrezione", proprio come il sepolcro albertiano. Il catalogo, oltre a offrire una dettagliata riproduzione delle opere d'arte, è completato dalle biografie degli artisti firmate dai curatori: Timothy Verdon ed Ettore Rocca.
EUR 19.00
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Da Genova a Siena all'ombra di Barnaba da Modena e Taddeo di Bartolo. Esegesi di una testimonianza giovanile di Gregorio di Cecco
Una tavola dei primi anni venti del XV secolo raffigurante la Madonna allattante il Bambino fra san Giovanni Battista, san Pietro, san Paolo e sant'Antonio abate ci restituisce la misura di un maestro senese capace di recuperare il prestigio antico della crisografia bizantina, riversandolo in un'opera di grande e sperimentale poesia: Gregorio di Cecco di Luca, pittore raro e squisito, morto giovane nel 1424. Socio di Taddeo di Bartolo nella policromia del polittico della Madonna del Magnificat di Sant'Agostino a Siena, già iscritto col nome di entrambi, si affermò nella sua opera principale: il polittico per l'altare della Visitazione nel transetto destro del Duomo di Siena, finito nel 1423. Nel volume Andrea De Marchi sconfessa l'appartenenza della tavola all'ambiente genovese - influenzato da Barnaba da Modena - per riconsegnarla al suo autore, trovando in quest'opera di Gregorio di Cecco il discrimine tra il debito verso il magistero di Taddeo di Bartolo e uno stile personalissimo. La delicatezza di Gregorio di Cecco, infatti, sfuma i caratteri di asprezza del maestro, cercando di conferire maggiore leggerezza alle forme attraverso una pittura dai delicati impasti cromatici. I personaggi severi che caratterizzano i dipinti di Taddeo, sono sostituiti da figure dal chiaroscuro più soffice, dove più sottile è l'indagine psicologica.
EUR 17.10
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Badia fiorentina. La chiesa e il monastero
Il volume, che si inserisce nella prestigiosa collana dedicata alle chiese fiorentine, ripercorre gli undici secoli di storia del complesso benedettino della Badia fiorentina, luogo privilegiato per una straordinaria stagione figurativa, mai interrottasi. Ad Arnolfo di Cambio, progettista della chiesa, venne ad affiancarsi ben presto Giotto con la sua bottega a realizzare affreschi e opere solo in parte giunti fino a noi. Non meno significativi gli interventi quattro-cinquecenteschi che videro all'opera, nei murali del chiostro degli Aranci, l'affascinante maestro portoghese Giovanni di Consalvo, in chiesa lo scultore Mino da Fiesole, i pittori Filippino Lippi, Fra Bartolomeo e Giorgio Vasari, mentre nella cappella Pandolfini operò l'architetto Benedetto da Rovezzano. Nei primi anni del Seicento, l'edificio religioso subì un radicale restauro che ne cancellò la memoria gotica, restituendoci tuttavia una struttura solenne che è quella attuale, progressivamente arricchita di arredi liturgici, di un soffitto ligneo intagliato da Felice Gamberai, di un organo realizzato da Onofrio Zeffirini e di opere "moderne", tra Francesco Furini e Vincenzo Meucci. Oggi, sotto l'attenta cura delle Fraternità Monastiche di Gerusalemme che ne occupano gli ambienti, la chiesa è tornata pienamente al culto, alla città e ai tanti visitatori che ne ammirano i capolavori. I saggi, redatti da studiosi di alto profilo scientifico, sono completati da un ricco apparato iconografico realizzato da Antonio Quattrone. Con saggi di Elena Capretti, Sonia Chiodo, Silvia De Luca, Fiorella Facchinetti, Franco Franceschi, Elisabetta Nardinocchi, Francesca Petrucci, Nicoletta Pons, Giovanna Riboli, Massimo Seriacopi, Fabio Sottili, Riccardo Spinelli. Coordinamento scientifico di Carlo Sisi.
EUR 66.50
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La Pietà di Michelangelo. Lo sguardo d'Aurelio Amendola fra naturalismo e astrazione. Catalogo della mostra (Firenze, 8 settembre 2022-9 gennaio 2023). Ediz. italiana e inglese
La Pietà Bandini è il tormentato frutto di un Michelangelo ormai più che settantenne, da lui pensato per la propria tomba, ma abbandonato in itinere dopo aver infierito - in un moto di sdegno provocato dalla difficile lavorabilità del marmo - sul braccio e sulla gamba sinistra del Cristo, e sulla mano della Vergine. Dal 2015 l'opera abita una sala del Nuovo Museo a lei esclusivamente dedicata, e dal 2019 - su iniziativa dell'Opera del Duomo stessa, con il prezioso sostegno della Fondazione Friends of Florence - è stata oggetto di un accurato intervento di pulitura conclusosi nel giugno scorso. Il capolavoro di Michelangelo viene ora celebrato dagli scatti di Aurelio Amendola, autore che con l'opera di Michelangelo ha costruito negli anni un rapporto privilegiato. Il saggio di Antonio Natali a introduzione del catalogo accompagna e approfondisce il valore degli scatti di Amendola e fornisce una lettura dell'opera, che finalmente ci comunica il suo significato e il suo contenuto, rimasti celati nelle pieghe della storia e nella stupefacente bellezza della materia trattata dalle mani del maestro. Catalogo della mostra: Firenze, Museo dell'Opera del Duomo, 8 settembre 2022-9 gennaio 2023.
EUR 22.80
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Tutte le storie di Aisha
Aisha è una giovane scimmietta, che un giorno ha una brutta sorpresa: il suo cuoricino Bumbùm di fare il bravo non ne vuole proprio sapere, è malato. Aisha per guarire dovrà allora recarsi nella "Città dei Cuori", e con coraggio affrontare un cammino di cura e guarigione, non senza la compagnia di Nobùr, un saggio medico scimmione e della Principessa Aidàn. Nelle figure di Nobùr e della Principessa Aidàn non si nascondo altro che due dei medici dell'"Ospedale del Cuore" della Fondazione Toscana G. Monasterio, che ogni anno cura e dona una nuova speranza a bambini con problemi congeniti al cuore. La storia di Aisha - consigliata a tutti - è scritta per quei piccoli che un evento così nuovo e inaspettato come un ricovero in ospedale rende impauriti e diffidenti, con cui diventa difficile ogni approccio. Un aiuto per imparare ad affrontare e a vivere la malattia e ad avere fiducia in chi lavora per aiutarli. La storia di Aisha, scritta da Sandra van Borries e illustrata da Frank Espinosa, vanta la partecipazione dell'attrice Paola Cortellesi, che legge e canta la fiaba e le canzoni "di Aisha" raccolte alla fine del volume. Età di lettura: da 3 anni.
EUR 17.10
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Gli ammutoliti. Lettere 1900-1914
Queste lettere, di Trakl e a Trakl, scritte a ridosso delle massime tragedie del '900, e in un contesto che più di ogni altro le ha significate, configurano una genealogia della poesia di Georg Trakl. La vicenda biografica di Trakl, che si svolge sul finire dell'Impero austro-ungarico e si intreccia con quelle dei maggiori protagonisti della cultura mitteleuropea, Ludwig von Ficker, Karl Kraus, Wittgenstein, Loos, Kokoschka, Schönberg, Lasker-Schüler ed altri, è interamente racchiusa in questo epistolario pubblicato per la prima volta in italiano.
EUR 15.68
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O poesia tu più non tornerai. Campana moderno
I Canti Orfici di Dino Campana (Marradi 1885 - Castel Pulci 1932), pubblicati in maniera a dir poco rocambolesca nel 1914 e in un clima di accesa polemica nei confronti dell'egemone ambiente fiorentino di primo Novecento impersonato soprattutto dalla temutissima “ditta” Papini & Soffici, si impongono per un originale profilo stilistico e letterario che il tempo non ha scalfito. Qualità che è dei grandi libri, di quei libri cioè che, per combinazioni assolutamente segrete e davvero uniche, riescono ad esprimere, in un tratteggio sempre ispirato, l'atmosfera di un'intera epoca. Campana si è fatto portavoce dell'esigenza di modernità della poesia italiana di quel periodo, curvando tale esigenza in direzione della grande tradizione simbolista e decadente europea di fine Ottocento. E la lezione mallarmeana del libro “unico”, “assoluto”, in grado di dare senso a un'intera vita non solo è assimilata da Campana con magistrale finezza e sensibilità, ma è anche una lezione dipanata lungo l'asse di quell'orfismo, di derivazione principalmente nietzschiana, che costituisce un'altra grande direttrice culturale dei Canti Orfici. Riferimenti impegnativi che non mortificano, ma anzi valorizzano ed esaltano, il particolare progetto poetico di Campana, alimentando un affascinante e mai banale intreccio di tradizione e modernità. Basti solo segnalare qualche elemento di questa straordinaria fusione: la particolare impaginazione narrativa di certe immagini, la sensibilità cinematografica nel rendere certe situazioni, certi quadri, certi ambienti, per non parlare poi dello stretto, e sempre proficuo, rapporto che la scrittura intrattiene con il mondo delle arti figurative, e ancora il tema del “viaggio” come cifra inequivocabile di un moderno metropolismo culturale. Elementi, questi, non solo di grande fascino per un lettore di oggi, ma che inscrivono i Canti Orfici in quel progetto artistico, tenacemente perseguito da Campana per tutta la vita, di una “poesia europea musicale colorita”. Espressione che è, a guardar bene, il vero centro di attrazione di questo esemplare, graffiante e insieme tenero libro.
EUR 22.80
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Professione della fede universale e cristiana, contenuta in una lettera a N.N. (1684). Testo tedesco a fronte
Il testo della 'Professione della fede', che qui si pubblica dall'unico esemplare oggi esistente, conservato nella Biblioteca Universitaria di Amsterdam, nasce da una riflessione sui temi cruciali del dibattito teologico contemporaneo. Espressione di una grande varietà di tendenze e di autori che non si riconoscevano nelle posizioni delle chiese calviniste, l'opera si colloca in un momento di profonde divisioni religiose e di forti tensioni politiche: il contrasto tra Arminiani e Gomaristi, la "Querelle d'Utrecht", la lotta dei calvinisti contro il protestantesimo eterodosso spesso tacciato di socinianesimo, il processo ad Adriaan Koerbagh e, ancora, la proibizione delle opere di Lodewijk Meyer e di Spinoza.
EUR 23.75
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Uriel da Costa e l'«Exemplar humanae vitae». Testo latino a fronte
Il racconto delle eroiche traversie del libero pensiero: la storia di un marrano sfuggito all'Inquisizione portoghese e all'idolatria cattolica; di un eretico vittima dei "farisei" di Amsterdam; di un pensatore ateo o deista, che aveva rifiutato ogni religione positiva in nome di una cosmopolitica, universale, legge naturale: Uriel Da Costa (filosofo portoghese, nato a Oporto nel 1580 circa e scomparso ad Amsterdam nel 1640). In appendice il testo "Exemplar humanae vitae / Un modello di vita umana" prima traduzione italiana con testo latino a fronte. Omero Proietti insegna Storia della filosofia moderna e contemporanea nell'Ateneo di Macerata.
EUR 20.90
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Il giudizio dell'arte. La critica storico-estetica in Croce e nei crociani
La critica letteraria e la critica artistica del Novecento italiano sono state per molti decenni dominate dal pensiero di Benedetto Croce, che ha fornito ad entrambe le basi filosofiche, i canoni estetici di giudizio e perfino, attraverso la propria attività saggistica, i modelli concreti cui liberamente ispirarsi. Questo libro, opera di uno dei massimi conoscitori del pensiero crociano, esplora le vie e il senso complessivo di questa influenza, decisiva e capillare, che non ha forse riscontri in nessun'altra cultura europea.
EUR 33.25
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Costituzione e popolo. Lo stato moderno nella filosofia della storia di Hegel (1818-1831)
Il saggio analizza l'immagine dello Stato moderno nella filosofia della storia di Hegel e più in generale ricostruisce la nozione hegeliana di politica e la funzione che la storia svolge rispetto ad essa. Nel quadro di questa indagine, l'autrice va oltre le versioni edite delle lezioni hegeliane, e prende in esame i manoscritti, che gli allievi di Hegel hanno redatto sulla base delle lezioni. Accanto all'idea classica di Hegel sull'autonomia dell'individuo e della forza dello Stato, emerge dalle nuove fonti il confronto con la contingenza dell'epoca: dalle difficoltà politiche in Francia, al bisogno di conciliare i diversi interessi dello Stato moderno, fino alla necessità, attualissima, di rintracciare una tradizione oggettiva.
EUR 18.52
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Il ritorno degli dèi. Opere di António Mora
Il volume raccoglie tutti gli scritti che Fernando Pessoa lascia attribuire al filosofo neopagano António Mora. Mora compare dapprima come personaggio narrativo di un racconto lacunoso - strambo paziente di una clinica psichiatrica che recita Eschilo vestito da antico romano -, quindi si emancipa come scrittore in proprio di libri solo frammentariamente scritti o abbozzati, di collezioni solo progettate o sognate; viene altresì presentato come direttore di una rivista che avrebbe dovuto avere risalto internazionale. Di lui ci restano vestigia di citazioni altrui e frammenti di libri che la filologia pessoana ha provato a organizzare e sistemare.
EUR 22.80
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Giuseppe Terragni: trasformazioni, scomposizioni, critiche
Il volume Giuseppe Terragni: trasformazioni, scomposizioni, critica - che esce finalmente dopo 40 anni di gestazione - documenta ed esamina a fondo due capolavori dell'architetto razionalista italiano Giuseppe Terragni: la Casa del Fascio (1933-'36) e la Casa Giuliani-Frigerio (1939-'40), entrambe a Como. Questa ricerca ad ampio raggio - illustrata con più di 500 diagrammi architettonici originali e fotografie d'archivio - si avvale di quella che Eisenman chiama lettura critica e testuale dei due edifici, applicando una metodologia affatto distante dagli approcci tradizionali - sociale, storico, estetico, funzionale. Al loro posto, le varie articolazioni e le aperture sulle facciate costituiscono una serie di segni e notazioni che sono alla base dell'analisi.Il libro include un saggio di Terragni sulla commissione, il progetto e la costruzione della Casa del Fascio e un testo critico di Manfredo Tafuri, il noto architetto, storico e teorico italiano, scomparso nel 1994. Questi condensa come segue la prestazione di Eisenman su Terragni:«Eisenman, scrivendo di Terragni, lo riprogetta, dunque: il libro che l'architetto americano dedica al suo 'padre' degli anni '20-'30 è un ulteriore manifesto teorico a sostegno delle sue architetture senza patria, liberate sopra lo spazio e il tempo. Anche Eisenman è maestro nell'arte della simulazione».
EUR 66.50
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Essere per. Il concetto di «funzione» tra scienze, filosofia e senso comune
Il concetto di “funzione” è quasi indispensabile in molte spiegazioni, scientifiche e no. L'importanza del suo ruolo esplicativo è confermata dall'ampio uso che se ne fa in antropologia e sociologia, per esempio nell'opera di Malinowski, oppure di Merton. In alcune scienze formali, come la matematica e l'informatica, e in gran parte delle scienze empiriche, come e soprattutto nel caso della biologia, il riferimento a tale concetto è pressoché obbligatorio. Anche nella filosofia di impostazione analitica (a cui questo studio si richiama) è un concetto chiave, sia quando è usato (da autori diversi come Hilary Putnam, Jerry Fodor, Daniel Dennett, Ruth Millikan e tanti altri) come strumento euristico per spiegare il mentale e altri fenomeni correlati; sia come oggetto di riflessione e discussione teorica (per filosofi quali Robert Cummins, Larry Wright, Wesley Salmon, ancora Millikan ecc.). Un uso così esteso del concetto di “funzione” è una delle cause per cui finora non ne è stata data una caratterizzazione inequivocabile, così da determinarne, talvolta, un impiego improprio o fuorviante. Obiettivo di questo libro è impostare una riflessione che faccia chiarezza sulla nozione, e trovi il possibile significato comune ai suoi vari usi. Una radice semantica condivisa di “funzione” è individuata nella sua origine psicologica, a cui si perviene dopo una rassegna di recenti studi cognitivi, in particolare nell'area della ricerca sullo sviluppo cognitivo e concettuale dell'essere umanoIndice: Prefazione - Introduzione - I. L'adozione del concetto di “funzione” nelle scienze, tra stipulazione e spiegazione - II. La “funzione” tra spiegazione e analisi filosofica - III. La “funzione” nelle spiegazioni della biologia - IV. “Progetto” e “funzione” - V. Essere per - Una breve conclusione - Bibliografia
EUR 17.10
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Poesie (1979-2007)
«Occorre rovesciare, per Nappo, l'immagine heideggeriana secondo cui l'uomo è “in cammino verso il linguaggio”, per chiedersi piuttosto: verso chi e verso che cosa è in cammino la lingua? A condizione di precisare subito che il viaggio che la lingua compie è qui oltretombale, che la lingua della poesia di Nappo è, secondo il denso dogma pascoliano, una lingua morta. Da quando Pascoli quasi sbadatamente stilò, nei Pensieri scolastici, il suo implacabile referto, la grande stagione della poesia italiana del '900, da Montale a Penna e a Caproni, ha fatto dimenticare ai critici la sua pertinenza. Ma i pochi lucidi poeti della generazione di Nappo (ne fa fede la lingua “smanta” e “secca” di De Signoribus) sanno che quella stagione non garantisce più per la loro lingua, che essi devono nuovamente misurarsi con la morte della lingua. Nelle lamelle auree trovate nei tympanoi orfici, il morto implora ostinatamente: “Dipsai d'eim'ayos, brucio di sete, datemi da bere l'acqua gelida che viene dal lago di Mnemosyne”. Le poesie di Nappo sono le lamelle orfiche deposte sulla lingua morta della poesia, che l'accompagnano nel suo viaggio al di là dell'umano (ma non verso Dio, da cui piuttosto proviene). Lingua interrotta e spettrale, assetata di memoria, che sembra tuttavia continuamente dimenticare ciò che rammenta (come il “ricordo che non ricorda nulla” in Campana). Per questo gli stupendi inserti dialettali (Galactotrofùsa, 'E nomme, 'A chianca 'e cavallo) non sono l'insorgenza di qualcosa di vivo in un contesto sepolcrale, ma l'urgere nella lingua morta di un idioma ancora più spettrale, reliquiario infinitamente e memorabilmente remoto.L'indecidibile di celebrazione e lamento che ne risulta lascia un campo di rovine dove spunta qualcosa come il torso orfico della poesia, il prologo epilogale di una nuova lingua poetica, se è vero che la poesia italiana non potrà continuare a rodere ancora a lungo l'amara scorza elegiaca della “felicità negata”». - Giorgio Agamben
EUR 22.80
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La materia vivente. Un confronto con Hans Jonas
Nella tradizione filosofica occidentale, la nozione di «materia» si è in generale presentata mediante una serie di qualificazioni negative: fonte del disordine, del caos, del male e dell'incomprensibile indeterminatezza del contingente, essa indica quel «concetto residuale» che dev'essere il più possibile circoscritto, ridotto ed eliminato dallo sviluppo della forma e della capacità di ragione, sia attraverso la trascendenza immateriale dell'«anima» e dello «spirito», sia nell'immanenza della conoscenza scientifica e delle sue determinazioni quantitative. Ma il fenomeno originario della materia vivente, così come del corpo organico, animato e vissuto, decreta il fallimento delle soluzioni dualistiche e, al tempo stesso, rivela la matrice ideologica di ogni riduzionismo unilaterale, costringendo le scienze fisiche e biologiche a fare i conti con l'ontologia e con le conseguenze etico-pratiche che derivano dalle nostre assunzioni riguardo alla «realtà».Il presente studio intende proporsi come un'introduzione alle tematiche filosofico-biologiche della vita e dell'etica, sia dal punto di vista storico-concettuale, sia dal punto di vista della riflessione teoretico-analitica sulle principali questioni riguardanti il rapporto tra l'ontologia, la ricerca scientifica e le ricadute sul piano etico-morale degli sviluppi tecnologici. Attraverso un confronto con l'opera del filosofo tedesco Hans Jonas (1903-1993), vengono analizzate le principali posizioni riguardo al significato della vita, al posto dell'uomo nel mondo e alle conseguenze delle sue condotte rispetto a se stesso e alle generazioni future. Da tutto ciò risulta un quadro problematico articolato, in cui le istanze ontologiche e «fondazionali» della vita si collegano alle nuove prospettive etiche della «responsabilità» che emergono all'interno della civiltà tecnologica contemporanea, in contrasto sia con l'etica tradizionale o della «prossimità dei fini», sia con il convenzionalismo etico di matrice empiristica e relativistica.
EUR 17.10
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Opera posthuma (rist. anast. 1677)
La prima edizione anastatica delle opere di Spinoza, pubblicate anonime nel 1677, a pochi mesi dalla scomparsa dell'autore, e mai più ristampate.La riproduzione fotografica integrale delle Opere postume di Baruch Spinoza propone al lettore l'unico documento pervenutoci delle opere fondamentali del filosofo. Nel dicembre del 1677, dopo appena nove mesi dalla morte di Spinoza avvenuta a L'Aja il 21 febbraio, venivano raccolti gli scritti che non poterono essere pubblicati mentre il filosofo era in vita. L'impresa editoriale fu promossa e sostenuta dalla cerchia degli amici di Spinoza i quali, sempre nel 1677, pubblicarono anche la traduzione olandese, De nagelate schriften, meno completa rispetto alle Opere latine. Nelle Opere postume, per volontà dello stesso Spinoza, il nome dell'autore compariva solamente con le iniziali B.d.S. e, per non far correre rischi ai responsabili della pubblicazione, non veniva citato il vero nome dell'editore, Jan Rieuwertsz, né il luogo di stampa, Amsterdam.L'importanza dell'opera risiede in primo luogo nel fatto che non sono mai stati rinvenuti, ad eccezione di alcune rare lettere, i manoscritti dell'autore. Le Opere postume, certamente progettate e messe a punto quando il filosofo era ancora in vita, hanno così il valore di veri e propri originali. Esse costituiscono la più preziosa testimonianza dell'attività filosofica di Spinoza, l'unico documento su cui si sono fondate tutte le edizioni e traduzioni successive delle opere, sino alle attuali, in corso di pubblicazione. Ognuna di tali edizioni infatti ha dovuto e continua ancora a basarsi sulla parola postuma del filosofo, senza poter prescindere da una rinnovata e più attenta analisi degli originali, qui ora riproposti. Il volume presenta in riproduzione fotografica (e nelle dimensioni dell'originale) le 808 pagine di cui si compone l'Opera posthuma. Essa comprende nell'ordine: L'Ethica, con l'esposizione complessiva del sistema; il Tractatus politicus, l'ultimo documento, non soltanto politico, del pensiero spinoziano; il Tractatus de intellectus emendatione, il primo tentativo, incompiuto, di elaborazione filosofica; le Epistolae con precisazioni e integrazioni talvolta essenziali delle altre opere, oltre a un panorama, già completo, delle principali obiezioni mosse alla filosofia spinoziana; il Compendium gramatices linguae hebraeae, anch'esso incompiuto, con l'illustrazione delle strutture fondamentali della lingua ebraica mirante a ricostruire, nel quadro di un progetto complessivo formulato dagli amici della società «Nil volentibus arduum» la logica universale operante nelle grammatiche delle diverse lingue.Nella Prefazione, Filippo Mignini illustra alcuni motivi significativi presenti nell'opera.Nella Nota introduttiva di Pina Totaro, oltre a una breve esposizione dei contenuti, vengono presentati gli ultimi risultati della ricerca concernenti la trasmissione e pubblicazione delle Opere Postume e la storia della loro fortuna.
EUR 90.25
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Il viaggio di G. Mastorna
Federico Fellini per tutta la vita ha avuto in mente un film sull'aldilà (come quello di Dante Alighieri) ma non l'ha mai realizzato. Ci resta "Il viaggio di C. Mastorna", che si legge come fosse un romanzo, dove l'aldilà è uguale identico alla vita in cui siamo dentro e di cui fino all'ultimo in genere capiamo ben poco; perché è fatto così questo fiume che si chiama vita, e dove per un po' ci troviamo a nuotare. Il libro è scritto in forma di narrazione continua ed è accompagnato da una premessa di Vincenzo Mollica che riporta notizie sui tentativi e le avventure del film, e da una piccola storia dei "Purgatori nel XX secolo" di Ermanno Cavazzoni.
EUR 13.30