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Pulvis et umbra
Sul fondale del nuovo atteso romanzo di Manzini sono Aosta e Roma, i poli opposti dove si snoda la vita di Rocco Schiavone e si riannodano i fili della vicenda che avevamo lasciato alla fine di 7-7-2007, quando Adele non aveva ancora avuto giustizia né vendetta.\r\n«Le avventure del vicequestore Rocco Schiavone sono i capitoli di un unico grande libro» - Antonio D'Orrico, La Lettura - Corriere della Sera\r\n«Un antieroe amatissimo dai lettori» - Bruno Ventavoli, TTL - La Stampa\r\nIn "Pulvis et umbra" due trame si svolgono in parallelo. Ad Aosta si trova il\r\ncadavere di una trans. A Roma, in un campo verso la Pontina, due cani pastore\r\nannusano il cadavere di un uomo che porta addosso un foglietto scritto.\r\nL'indagine sul primo omicidio si smarrisce urtando contro identità nascoste ed\r\nesistenze oscurate. Il secondo lascia un cadavere che puzza di storie passate e\r\ndi vendette. In entrambi Schiavone è messo in mezzo con la sua persona. E\r\nproprio quando il fantasma della moglie Marina comincia a ritirarsi, mentre\r\nl'agente Caterina Rispoli rivela un passato che chiede tenerezza e un ragazzino\r\nsolitario risveglia sentimenti paterni inusitati, quando quindi la ruvida scorza\r\ncon cui si protegge è sfidata da un po' di umanità intorno, le indagini lo\r\nsospingono a lottare contro le sue ombre. Tenta di afferrarle e gli sembra che\r\nsi trasformino in polvere. La polvere che lascia ogni tradimento.
EUR 14.25
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Federico il Grande
Vita e avventure di Federico II, re di Prussia: ribelle, amante della musica e delle lettere, amico dei filosofi. Figura, contraddittoria, enigma sfuggente, e quindi soggetto ideale per una biografia. \r\n\r\nDa giovane era stato il figlio ribelle e avventuroso di un padre violento e militarista; amava la musica, suonando e componendo con estro; leggeva instancabilmente, e la conversazione con i filosofi era nella sua giornata la cosa più importante; dichiarava il re «il primo servitore dello Stato» e la «corona un cappello che lascia passare la pioggia». Eppure, in una politica europea già spregiudicata, Federico il Grande inaugurò un cinismo aggressivo, strumento della volontà di potenza entrata - secondo alcuni storici - nei geni maligni dell'Europa futura; era sleale e ingrato, «il malvagio uomo» lo chiamava Maria Teresa d'Austria. Si reputava un philosophe innanzitutto: strano philosophe che disprezzava l'umanità. Figura doppia, contraddittoria, enigma sfuggente, e quindi soggetto ideale per una biografia.\r\nAlessandro Barbero - storico, storico militare, premiato scrittore di romanzi storici, curatore di programmi culturali in televisione - parte dal dettaglio della vita quotidiana del monarca prussiano, per condurre il lettore a riflettere su cos'è la grandezza nella storia, e cos'era nel Settecento la grandezza. In un procedere incalzante e pieno di brio, come una conversazione, che rende l'esattezza del saggio seducente quanto un bel racconto.
EUR 12.35
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Pugni
Nel 2006, appena uscito, questo libro suscitò subito una magnetica attrazione nei lettori e nella critica che parlò di una rivelazione. Fu un vero caso letterario. Sarà stato quell'inizio folgorante: «A me la faccenda della boxe piaceva parecchio. Non so cos'era. Forse anche la formidabile sensazione che c'era un luogo dove avevo qualche numero, o dove comunque potevo battermi ad armi pari». O il titolo che con vaghezza ricorda Hemingway e i raccontatori americani, al cui forte modo di sentire realistico e poetico questi tre racconti nettamente si ispirano. O la giovinezza dello scrittore che aveva allora ben meno di trent'anni. O questo parlare di giovani che la copertina fa balenare, in lotta, avversari e complici, per una specie di unità dell'esperienza perduta in frammenti. Un'attrazione poi sostenuta, aprendo il volume, dall'intensità eccezionale del primo racconto, "Boxe". Narra del Ballerino e della Capra: è come se tutto il loro tempo, quello breve trascorso ma anche il futuro, fosse stato disegnato per il loro incontro sul ring. Il Ballerino è per bene e «sfigato» secondo l'autodefinizione; con la sua leggerezza da libellula sul quadrato, è diventato una leggenda, La Capra, è povero, è sordo ed è un campione che scala la vittoria come le capre i burroni. E questo un ritratto che si incide nel profondo, di ragazzi alle prese con l'iniziazione alla vita e con l'illusione accecante del segreto dell'esistenza. "Cavalli", il secondo racconto, ha come un andamento di ballata in spazi aperti: due fratelli, ricevono dal padre due cavalli e il via al loro destino. Uno dei due va in città in cerca di avventura, l'altro resta. Una ferita aperta da lavare li ritrova fianco a fianco e svela chi è già uomo e chi deve ancora diventarlo. "La scimmia", il terzo, narra la voglia di sparire come soluzione possibile: l'amico conosciuto come più ricco, più fortunato, improvvisamente decide di essere una scimmia. Il velo del delirio si attacca all'amico sano quasi a rappresentare un'altra visione della vita, come il nostro doppio che ci sta sempre accanto.
EUR 12.35
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Antropologia e letteratura
Come gli umani raccontano di sé, come provano a vincere la morte: uno dei temi oggi più discussi nel dibattito epistemologico delle scienze storiche, antropologiche e letterarie nelle pagine, pensate insieme al figlio Emanuele, di uno degli intellettuali che più hanno segnato gli studi antropologici in Italia negli ultimi cinquant'anni.\r\n«Lo scrittore, cercando l'uomo, trova gli uomini; l'antropologo, ma anche il sociologo, lo storico, etc., osservando gli uomini, troppo spesso perdono l'uomo. Il mondo si trasforma in un regno di astrazioni quantitative. I vivi e i morti si contano in numeri e dispare quanto di attese e passioni, gioia e pena, sostanzia e rende reale la loro esistenza. Si perde insomma l'identità e si dissolve la tensione invisibile che, pur occultandosi nei loro atti, di fatto li anima e li fa vivere. Si tratta però di rare eccezioni. Quale antropologo, ma anche sociologo, storico ha restituito la società russa o centro e sudamericana, di un preciso tempo, come Gògol e Tolstoj, Carpentier e García Márquez? Nel generale dissenso ho spesso affermato che gli uomini non producono e consumano cose ma simboli. È questo il segreto inarrivabile della loro specificità in quanto umani. Resta da capire che cosa è il simbolo» (A. Buttitta). Sono raccolti in questo libro (l'ultimo del grande antropologo ideato insieme al figlio Emanuele) gli scritti di Antonino Buttitta sul tema che maggiormente lo ha appassionato e interpellato negli ultimi anni: il rapporto tra antropologia e letteratura, ovvero come gli umani raccontano di sé, ovvero come provano a vincere la morte. Un interesse in cui si esprimeva l'immenso, ironico e tollerante, scettico e simpatetico amore che lui sentiva per tutte le manifestazioni del vivere. Realizzato attraverso la capacità di spaziare nella cultura e nelle culture con acutezza e invenzione, e «cercare connessioni tra cose tra loro lontanissime» (Vico). E, dunque, «un libro che testimonia - scrive il figlio Emanuele - la sua ricerca di senso, per tutta la vita, nella letteratura». Questo Antropologia e letteratura è il primo volume pubblicato dopo la morte di Antonino Buttitta nella collana da lui fondata e diretta per oltre quarant'anni.
EUR 17.10
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Vite straordinarie di uomini volanti
Questo libro racconta l'intero arco delle cronache di persone volanti, mettendo insieme fonti storiche, pensieri sul volo e pagine letterarie; fino al trionfo, con la scienza e la tecnica, della «forza di gravità sulla levità», e anche dopo: il sarto volante che nel 1912 volò dalla Tour Eiffel.\r\n\r\n«Questo sarà un manuale di volo. Però senza aerei, mongolfiere o elicotteri. Questo sarà il resoconto di un'arte che ha segnato un bel pezzo della storia del mondo. Questa sarà la cronaca autentica delle avventure straordinarie di un gruppo di eroi un po' trasognati che, senza accorgersene o volerlo, fecero ciò che a noi riesce impossibile: decollarono. Storie di uomini volanti. Circa duecento, solo quelli attestati. Duecento, fra principi, villani, dottori di chiesa o miscredenti, che solcarono i cieli di un'Europa bambina. Se oggi si fa fatica a crederci, è solo perché questo fenomeno pare che non esista più. O forse bisogna capovolgere tutto. Bisogna pensare che gli incanti ci furono solo finché la gente credette, cioè fino al Millesettecento». "Vite straordinarie di uomini volanti" è il sorprendente resoconto di quanto la capacità di volare fosse regolarmente presente dentro la realtà fantastica, ma è anche un «manuale sul volo umano» scritto abbracciando la trasognata visionarietà di quei levitanti personaggi. Tra questi Frate Giuseppe da Copertino, un sempliciotto, un «idiota», ma che, come giurano documenti e testimonianze, sapeva volare quando un'emozione o una gioia lo prendeva. Questo libro racconta l'intero arco delle cronache di persone volanti, mettendo insieme fonti storiche, pensieri sul volo e pagine letterarie; fino al trionfo, con la scienza e la tecnica, della «forza di gravità sulla levità», e anche dopo: il sarto volante che nel 1912 volò dalla Tour Eiffel.
EUR 12.35
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L' estate del '78
Finalista del Premio Lattes Grinzane 2019.Roberto Alajmo ha fatto romanzo della sua vita, l'ha condivisa con noi nell'arte del racconto. Lo scrittore fin dall'inizio ci dice «Statemi a sentire». E non c'è altro che possiamo fare.«Ciascuno di noi ha una sua Lista delle Gioie Irrecuperabili, quei piaceri di cui ci rendiamo conto quando ormai sono impossibili. Per Roberto Alajmo fu l'ultimo incontro con la madre. A cui è dedicato un libro straordinario, il più difficile da scrivere» - Robinson, La Repubblica\r\n\r\n\r\nUn pomeriggio d'estate Roberto Alajmo incontra la madre in una strada di Mondello, la località marina a ridosso di Palermo. Non può immaginarlo, ma quello è un addio. «Cos'abbia fatto lei, nei tre mesi successivi, ancora oggi non lo so. È oggetto della presente indagine».\r\n\r\nRoberto Alajmo, nel suo libro più necessario e personale, ha trasformato una vicenda così intima, così scomoda, in un romanzo di vita, appassionante e commovente, un romanzo che ci ricorda lo straordinario potere della letteratura di mettere a nudo i nostri sentimenti. \r\n\r\nNel luglio del 1978 lo scrittore è uno studente in attesa degli orali dell'esame di maturità, studia con i compagni nella casa di Mondello, a Palermo, e a fine giornata esce insieme a loro per riposarsi, per rifiatare, per mangiarsi un gelato. «Trenta metri, non di più, e si arriva in via Stesicoro (…) Li conoscevo così bene, quei trenta metri, che mai avrei immaginato potessero riservarmi una sorpresa». Elena, la madre, è seduta lì, sul marciapiede. Alza un braccio, con la mano a coppa si ripara dal sole e lo guarda. «“Mamma, che ci fai qui?”, “Avevo voglia di vedervi”. Vedervi: me e mio fratello. “E perché non hai bussato?”, “Così…”». Quello è l'ultimo incontro tra Elena e suo figlio Roberto e da lì nasce questo libro, che è un'indagine, una investigazione familiare, il racconto di un uomo adulto su un evento che ha segnato la sua giovinezza e la sua maturità. \r\nÈ la storia di un addio di cui lo scrittore non ha avuto sentore, è la ricerca del senso di quel commiato inatteso, del progressivo allontanarsi della madre dal marito, dai figli, dalla vita stessa. È un libro di grande originalità letteraria, attraversato da una suspense che a tratti toglie il respiro, da un'emozione attenta a trasformarsi in pensiero e parola, da un umorismo necessario ed elegante. Mai il lettore ha la sensazione di intrufolarsi in qualcosa che non gli appartiene, di star spiando dal buco della serratura il dolore altrui. Questo accade nonostante l'autore accompagni il testo con le foto, vere e normali, bellissime, di una famiglia come tutte le altre. E nonostante il ritratto dettagliato dell'intimità, che mai è un diario attorcigliato su se stesso ma appassionante storia di tutti i giorni. Alajmo ha fatto romanzo della sua vita, l'ha condivisa con noi nell'arte del racconto. Lo scrittore fin dall'inizio ci dice «Statemi a sentire». E non c'è altro che possiamo fare.
EUR 14.25
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Aristotele e la Casa dei Venti
Si svolge tutto in Sicilia questo nuovo romanzo della saga di Aristotele detective, fra Siracusa, le isole Eolie e Taormina il filosofo e il suo fido Stefanos si devono districare tra mille intrighi e complotti.\r\n\r\n«Solo Stefanos e Aristotele, il discepolo e il filosofo che con intelligenza, capacità di deduzione e un po' di fortuna risolvono il caso. Un giallo intrigante, un brillante trattato di storia antica» - Io Donna\r\n\r\nAttirato controvoglia a Siracusa per difendere la reputazione di Platone minacciata da calunnie, Aristotele viene ospitato con il fido Stefanos da Periandro, nobile di origine corinzia che lo introduce tra i maggiorenti della città, spesso in contrasto tra loro ma tutti contro l'ingerenza straniera nei confronti della politica siracusana e più o meno ostili anche a Platone e alle pretese di «educazione filosofica» dei due tiranni: Dionisio il Vecchio e Dionisio il Giovane. Durante un simposio i due conoscono Ninfadora, una donna misteriosa che dà un ammonimento ad Aristotele, regalandogli una moneta, che dovrebbe fornirgli un importante indizio per comprendere chi sia il suo nemico più pericoloso in Sicilia. Tornati a casa di Periandro il filosofo e il suo allievo scoprono il cadavere dell'uomo, ucciso con un colpo al capo. Chi può averlo ucciso? La sua origine corinzia può averne determinato la morte vista l'ostilità dei nobili siracusani verso ogni tipo di interferenza straniera? Ora anche Aristotele potrebbe essere in pericolo; l'unica traccia in mano al filosofo sembra essere la strana moneta che gli è stata regalata da Ninfadora. Pieno di colpi di scena, ma anche di riflessioni sul potere e sulla guerra, con questo romanzo Margaret Doody ci trasporta ancora una volta in uno scenario della classicità, e in luoghi mitici della Sicilia antica; la filosofia di Platone e Aristotele si mescolano abilmente con l'intreccio narrativo e la soluzione del giallo che l'autrice conduce magistralmente, viene affidata ancora una volta alle capacità logiche dello Stagirita.
EUR 14.25
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Una nave di carta
Un viaggio e un naufragio, una storia d'amore moderna e sorprendente, in un classico della letteratura contemporanea americana. Accanto a Un amore senza fine il miglior romanzo di Scott Spencer.\r\n\r\nSono gli anni del processo a O.J. Simpson, e gli Stati Uniti sembrano dividersi lungo una frontiera di classe, di razza, di genere. Daniel Emerson è un avvocato bianco di New York non ancora quarantenne, tornato a vivere nella sua città natale lungo il fiume Hudson. Accanto a lui, la fidanzata Kate è una scrittrice che fatica nella stesura del secondo romanzo, distratta dalle vicende del campione di football accusato dell'omicidio di due donne. Daniel accudisce Ruby, la figlia di lei, e sembra perfettamente inserito nella comunità, finalmente appagato dalla vita di famiglia alla quale aveva sempre aspirato. Ma un incontro scuote quella perfezione, e la rende più torbida e drammatica. Iris Davenport è una donna nera che frequenta un dottorato in un college della zona, il marito è consulente finanziario a New York e rientra solo nei fine settimana, il figlio è compagno di giochi di Ruby. Iris è per Daniel l'incarnazione di un sogno, sentimentale ed erotico, e diventa presto un'ossessione. La segue in macchina, studia i suoi orari, spesso la nomina quando parla con Kate, ma non crede che le sue fantasie avranno un seguito. Poi il caso, o forse l'implacabile meccanica del desiderio, accelera gli eventi, e provoca una lacerazione capace di disgregare un ordine familiare e sociale la cui solidità si rivelerà quanto mai effimera.\r\nCome ha scritto Joyce Carol Oates, la geografia letteraria di Scott Spencer è profonda e affascinante: confina a sud con John Cheever, a nord con John Updike - del primo ha la capacità di dar vita a personaggi sognanti e innamorati, travolti dalle proprie emozioni; dell'altro il talento di celebrare l'eros, di cantare con precisione le fantasie degli amanti, i loro corpi, la loro passione. \r\nUna nave di carta è la storia di un viaggio dissoluto e di un violento naufragio, e una delle più sorprendenti declinazioni del romanzo d'amore contemporaneo.
EUR 16.15
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Come una famiglia
Finalista Premio Bancarella 2019Giampaolo Simi ci riporta in Versilia e nel mondo de La ragazza sbagliata, e traccia un affresco ambizioso e avvincente, di raffinato realismo e lancinante tensione. \r\n\r\n\r\n«Un narratore di talento, a cui da tempo i canoni dei generi stanno stretti. E che ha la giusta ambizione di scrivere un vero romanzo» - \r\nRanieri Polese, La Lettura, Corriere della Sera\r\n\r\n«Nessun trucchetto, nessuna sensazione di aver già capito come andrà a finire quando sei ancora a pagina cento. Merce rara. Come La ragazza sbagliata di Giampaolo Simi» - \r\nFabio Galati, La Repubblica\r\n\r\nUn giovane calciatore promettente, l'euforia della vittoria, i complimenti dell'allenatore e di qualche spettatore importante. La famiglia Corbo si ritrova riunita in una serata che sembra quella dei tempi in cui tutto andava per il verso giusto. Il figlio Luca può avere una carriera da professionista, è stato notato da alcuni procuratori, ed è il momento di fare una scelta. Sono trascorsi alcuni anni dall'estate del caso Nora Beckford, quando Dario Corbo, ex giornalista, cinico malinconico, toscano al cento per cento, ha cercato di riscattare l'immagine di un'assassina che lui stesso aveva contribuito a creare. Ora Dario lavora per lei, alla Fondazione che cura l'opera del padre artista, e in molti hanno da ridire.\r\nBasta una telefonata a cambiare tutto, ancora una volta. Dario viene chiamato all'albergo dove il figlio alloggia con la squadra, due poliziotti stanno frugando nella sua stanza, Luca è pallido e silenzioso. La notte precedente una ragazza è arrivata al pronto soccorso accompagnata da un'amica, ha denunciato di essere stata portata sulla spiaggia, stuprata e picchiata da un ragazzo conosciuto in discoteca. Quel ragazzo si chiama Luca, e gioca a calcio. \r\nGiampaolo Simi ci riporta in Versilia e nel mondo de La ragazza sbagliata, e traccia un affresco ambizioso e avvincente, di raffinato realismo e lancinante tensione. La storia di una famiglia costretta a guardarsi dentro per comprendere fino a che punto ci si può spingere per proteggere le persone che amiamo, e scossa dal sospetto che in un figlio si possa nascondere una creatura feroce.
EUR 14.25
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L'anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone
Queste cinque indagini, ambientate ad Aosta, sono apparse nelle antologie pubblicate dalla casa editrice.\r\n\r\n«Non credo negli eroi senza macchia e senza paura. Credo nelle persone umane. Rocco Schiavone è un uomo e ha un'umanità molto forte, è empatico. Fa il poliziotto ma è cresciuto per strada, ha finito per fare la guardia mentre gli amici con cui giocava da ragazzino sono diventati ladri. Forse è rimasto un po' ladro anche lui» - \r\nAntonio Manzini \r\n\r\n«Uno dei personaggi più riusciti del giallo italiano, pieno di difetti, quindi perfetto» - \r\nBruno Ventavoli, TTL - La Stampa\r\n\r\nHa scritto Antonio D'Orrico che Rocco Schiavone appartiene alla parte migliore degli italiani; anche se indurito dalla vita e incavolato con il mondo, possiede una umanità e una intelligenza delle cose che lo rende un eroe positivo. È vero, fuma spinelli, ha un concetto della giustizia tutto suo, conosce però il cuore degli uomini e sa sempre da che parte stare.\r\nManesco, ruvido, corrotto, scontroso, umorale, individualista, trasgressivo, tormentato, infedele; gli aggettivi si sprecano per definire il lato oscuro di Rocco Schiavone che non fa venir meno quello che di lui attrae e convince: l'insofferenza per la corruzione il perbenismo le diseguaglianze, il profondo senso di equità, la tenerezza, unite al grande talento per il suo mestiere. \r\nSin dal primo romanzo Pista nera ci siamo abituati a vederlo alle prese con il freddo e il ghiaccio sbattuto ad Aosta per punizione - e ormai i lettori più affezionati sanno perché -, con licenza di uccidere, di farsi le canne, di rubare, di sedurre. Lui romano dalla cima della testa alla punta dei piedi calzati nelle improbabili Clarks, si è ritrovato affondato nella neve, in un mondo chiuso, una zona di confine dalle molte identità dove solo il fantasma di Marina gli fa compagnia. Ma ora c'è Lupa accanto a lui e in commissariato hanno imparato a conoscerlo tutti, dal questore Costa, a Pierron, Deruta e D'Intino.\r\n\r\n\r\nQueste cinque indagini, ambientate ad Aosta, sono apparse nelle antologie pubblicate dalla casa editrice: L'anello mancante da LA CRISI IN GIALLO, Castore e Polluce da TURISTI IN GIALLO, … e palla al centro da IL CALCIO IN GIALLO, Senza fermate intermedie da VIAGGIARE IN GIALLO, L'eremita da UN ANNO IN GIALLO.
EUR 13.30
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Fate il vostro gioco
Fate il vostro gioco è un romanzo duro, inquietante, un noir ad altissima tensione. \r\n\r\n«Uno dei personaggi più riusciti del giallo italiano, pieno di difetti, quindi perfetto» - Bruno Ventavoli, TTL - La Stampa\r\n\r\n«I romanzi sono cose finte. Schiavone, invece, da un romanzo all'altro, diventa sempre più vero» - Antonio D'Orrico, Sette - Corriere della Sera\r\n\r\nRocco è a terra, tradito da Caterina che ha lasciato la questura di Aosta, abbandonato dagli amici, anima in pena si aggira per la città con la sola voglia di rapporti carnali e privi di senso. Si complica anche il suo legame quasi paterno con l'adolescente suo vicino di casa, Gabriele, perché nella storia irrompe finalmente la madre, Cecilia, un personaggio fragile, buio, contraddittorio. Questa volta il vicequestore Schiavone deve vedersela con una storia di ludopatia, di avidità. Andando su e giù da Aosta al casinò di Saint-Vincent distante una manciata di chilometri si scontra con le incongruenze di uno Stato che lucra sul fallimento di famiglie trascinate nel fondo del barile dal demone del gioco d'azzardo. Nonostante la complessità dell'indagine Rocco non dimentica e cerca di ricucire i rapporti coi suoi amici romani: Sebastiano è ai domiciliari, Furio e Brizio a malapena gli rivolgono la parola. Ma l'impresa è resa più difficile perché l'ombra di Enzo Baiocchi, catturato dalla polizia e diventato ormai un pentito, si allunga ancora sulla vita del vicequestore. Le sorprese che il destino ha in serbo per Schiavone non sono finite e le domande cui dare una risposta sono tante: che fine ha fatto Caterina? Per chi lavorava? E perché la procura riprende a indagare sulla morte di Luigi Baiocchi?
EUR 14.25
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Gli arancini di Montalbano
Venti racconti pubblicati per la prima volta nel 1999, venti storie di felice invenzione dove il lettore rimarrà deliziato da un Montalbano «delle origini» e dove i comprimari possono diventare protagonisti (Catarella, ad esempio, risolve un caso).\r\n\r\n«Oggi sono felice che Montalbano sia tornato a casa» - Andrea Camilleri\r\n\r\n«Poi c'era il rito degli arancini. Gli arancini di Montalbano, certo. Mia nonna diceva che prepararli era lungariusu, ci voleva tanto tempo… e ogni volta mia nonna passava un esame. “Comu vinniru stavota?” domandava. “Un tanticchia asciutti. L'autra vota erano megliu” rispondeva mio nonno. Un giorno li fece in un modo davvero sublime, e io stavo per dirglielo. Mio zio Massimo mi diede un cavuciu sotto la tavola. “Boniceddu” mi sussurrò. “Ma perché?”, gli domandai. “Perché lei deve sempre superare se stessa: se tu le dai soddisfazione, è finita”» - Andrea Camilleri\r\n\r\n Camilleri da autentico racconta-storie si diverte a creare situazioni in cui il senso di umanità del commissario ha la meglio sull'osservanza della legge, ma se chiude un occhio lo fa per senso di giustizia. Anche negli Arancini sono assenti efferati fatti di sangue e per ribadire il concetto in un racconto Montalbano addirittura si rifiuta di proseguire l'indagine - «non mi piace questo racconto», dice al telefono allo scrittore, «non voglio entrarci, non è cosa mia».\r\nNessuna delle storie, lo ha confessato il maestro di Vigàta, è stata scritta se non dietro una precisa suggestione, quasi una necessità. Infatti, ammette, quasi tutte rispondono a problemi narrativi che si era posto, a domande sue, a «scommesse che avevo fatto con me stesso».\r\nNumerose le suggestioni letterarie, da Pessoa a Manzoni a Pirandello e al teatro in genere.
EUR 14.25
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Il futuro è storia
Vincitore del National Book Award 2017. Nonfiction\r\n\r\nUn racconto della nuova Russia, la nazione che con un sorprendente rovesciamento è diventata un modello del pensiero conservatore e di destra in America e in Europa.\r\n«Il futuro è storia nasce da una lenta e accurata opera di documentazione della morte di una democrazia sovietica mai veramente nata» - Tiziana Lo Porto, Il Venerdì\r\n\r\n\r\n«La breve stagione della Russia democratica attraverso le storie di quattro ragazzi Nati nell'82, sono stati bambini in Urss, adolescenti con Eltsin, adulti sotto zar Vladimir» - TuttoLibri\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nMasha Gessen è nata a Mosca e poi è cresciuta negli Stati Uniti. Giornalista in Russia durante gli anni Novanta, ha vissuto gli eventi che hanno profondamente trasformato il suo paese nativo, e per raccontarli ha dato ritmo romanzesco alla ricerca saggistica e seguito lungo diversi decenni la vita quotidiana di un gruppo di individui attraverso i quali guardare e comprendere la realtà che li circonda. Sono nati quando l'Unione Sovietica esisteva ancora, ma la loro esperienza si è formata quasi interamente sotto la presidenza di Vladimir Putin. Hanno condiviso con il resto del paese la speranza di una nuova epoca democratica e l'avvento di trasformazioni radicali e inaspettate. Accanto a loro, di una precedente generazione, quelli che hanno attraversato la fine del comunismo cercando di immaginare nuove modalità per riempire il vuoto lasciato dal tramonto di un'era. A partire dalle inaspettate liberalizzazioni di Gorbacev, attraverso due guerre con la Cecenia fino all'ascesa di Putin, all'annessione della Crimea e alla rivoluzione ucraina, i protagonisti di Gessen si confrontano con le trasformazioni sociali e politiche spinti dal desiderio di costruirsi un proprio percorso di uomini e di donne liberi, di imprenditori o di attivisti politici, di studiosi capaci di riuscire a comprendere il rinnovato panorama di una nazione dalla storia complessa e contraddittoria. Questo è il racconto del loro destino e l'analisi di un nuovo regime che guarda indietro nel tempo al mito della Grande Russia. È la cronaca dell'ascesa di uno stato invincibile che condanna ogni diversità politica e di genere ergendosi a difensore dei valori cristiani e familiari più tradizionali, non più l'antagonista per eccellenza dei valori democratici ma specchio delle stesse pulsioni reazionarie e autoritarie che ispirano il pensiero conservatore e anti europeo divenuto programma politico e di governo in Europa e negli Stati Uniti. È un reportage straordinario che mette in guardia dalla vulnerabilità delle istituzioni e del potere e che sancisce la voce di Masha Gessen come una delle più impegnate e coraggiose della scena internazionale.
EUR 17.10
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Vite bruciate
Noir, reportage, denuncia sociale, così possiamo definire i coraggiosi romanzi di Dominique Manotti, analizzano la società, svelano malaffare e corruzione, spiegano i meccanismi della finanza e del ruolo delle istituzioni europee; ma Vite bruciate è soprattutto un magnifico thriller, secco, incalzante, pieno di tensione.\r\n\r\n\r\n«Sì, è questo che voglio fare: vorrei essere lo scrittore “pubblico” della mia epoca, voglio raccontare la società come la vedo» - Dominique Manotti\r\n\r\nUn noir della giallista più impegnata di fronte alle ingiustizie e contraddizioni del sistema economico dei nostri tempi.\r\nUn infortunio sul lavoro nella fabbrica della Daewoo in Lorena, l'ennesimo. Emilienne, giovane operaia al sesto mese di gravidanza, stramazza a terra fulminata da una scarica elettrica. Il capo reparto intende far ripartire subito la catena di montaggio: è troppo per Rolande, l'amica operaia che, esasperata, schiaffeggia il capo e viene licenziata. \r\nDa qui la rabbia, lo sciopero, l'occupazione della fabbrica; mentre gli operai tengono in scacco i dirigenti e resistono, scoppia un incendio, certamente doloso. Le fiamme distruggono tutto, macchinari e depositi, e anche gli uffici con tutta la documentazione e la contabilità. Facile che l'indiziato numero uno diventi Nourredine, il leader della rivolta. Quando poi viene ritrovato vicino alla fabbrica il corpo di uno degli operai l'inchiesta cambia marcia, ora si tratta di omicidio.\r\nParallela all'indagine della polizia inizia quella di Charles Montoya, ingaggiato dall'assicurazione dello stabilimento che non vede chiaro in tutta la faccenda. Montoya è un ex poliziotto che sa guardare oltre la cenere e comincia a collegare gli affari della fabbrica con l'incendio e con l'omicidio per capire il perché di quel fuoco che ha bruciato vite e destini di una intera classe operaia, ma anche carte, forse compromettenti, su fusioni industriali, operazioni finanziarie, sovvenzioni europee. Dominique Manotti racconta un mondo che conosce bene, lei, esperta di storia economica e con un passato di attivista politica di sinistra e di sindacalista, ha studiato le relazioni finanziarie e i meccanismi del denaro e del potere mascherati da modelli di sviluppo. \r\nNoir, reportage, denuncia sociale, così possiamo definire i coraggiosi romanzi di Dominique Manotti, analizzano la società, svelano malaffare e corruzione, spiegano i meccanismi della finanza e del ruolo delle istituzioni europee; ma Vite bruciate è soprattutto un magnifico thriller, secco, incalzante, pieno di tensione.
EUR 13.30
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Phineas Finn
Phineas Finn è unanimemente riconosciuto come uno dei lavori più felici del prolifico scrittore vittoriano.\r\n\r\n«Trollope è ai massimi del suo mestiere: è l'assoluto narrativo» - Antonio D'Orrico, Sette - Corriere della Sera\r\n\r\n«Phineas Finn credo che resti il mio eroe politico […] Visto che mi proibivano di esprimere le mie opinioni alla Camera dei Comuni, trovai quel metodo [scrivere una serie di storie semipolitiche] per dichiarare le mie idee» - Anthony Trollope, Un'autobiografia\r\n\r\nPhineas Finn è unanimemente riconosciuto come uno dei lavori più felici del prolifico scrittore vittoriano. Nel romanzo, il secondo del Ciclo Palliser, il cosiddetto ciclo politico di Trollope, l'attenzione si concentra sul giovane irlandese Phineas e sulla sua scalata al bel mondo londinese unita alla conquista di un seggio in parlamento.\r\nLa vita politica si snoda con i suoi tranelli e le sue insidie, le delusioni e i successi, tutti visti attraverso gli occhi di un neofita entusiasta quale Phineas; accanto al tema principale si impone all'attenzione l'universo femminile che circonda il protagonista. Tre dame dell'alta società divengono amiche, mentori, numi tutelari di Phineas: Lady Laura Standish, che come figlia di un politico è abituata alla vita dei parlamentari e non sembra meno esperta di loro in fatto di manovre e strategie, un'alleata preziosa per Phineas, decisa a sostenerlo e pronta ad aprire per lui molte porte. C'è poi Violet Effingham, la deliziosa e ambita ereditiera che costa all'eroe di Trollope un duello, ma che saprà anche impartirgli qualche lezione sull'amore; e infine Marie Max Goesler, ricca vedova a sua volta ansiosa di spianare il cammino di Phineas con l'aiuto di un ingente patrimonio e dell'abilità personale. \r\nLe tre donne offrono uno spaccato rivelatore della vita femminile nell'età vittoriana; si tratta sicuramente di donne privilegiate, con i vantaggi che possono conferire loro rango, ricchezza e bellezza; ma non per questo libere dalla gabbia di fitte norme e precetti che all'epoca regolavano la quotidianità con precisione ossessiva e spesso ineludibile. Trollope mostra con abilità come anche nel cuore dell'alta società londinese la condizione femminile non fosse facile e come un errore di valutazione bastasse a segnare tragicamente un destino. Con le tre belle Phineas Finn stringerà rapporti importanti capaci di cambiarlo profondamente; sullo sfondo lo attende fiduciosa Mary, la devota fidanzata irlandese.
EUR 19.00
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Una giornata in giallo
Una scommessa vinta da otto scrittori fra i più popolari dei «gialli» Sellerio: umorismo, tensione, inventiva e rapidità sono il minimo comun denominatore di queste storie in un solo giorno.\r\n\r\n«Bisognerebbe cambiare colore al thriller. Non più “giallo” (come le vecchie copertine Mondadori), bensì “blu”, perché ogni libretto Sellerio di delitti e castighi viene baciato dal successo» - Tuttolibri - La Stampa\r\n\r\n«La consueta antologia di racconti gialli Sellerio è ogni volta più bella» - Antonio D'Orrico, La Lettura\r\n\r\nGli scrittori di gialli della scuola Sellerio - ormai possiamo chiamarla così - sono chiamati da anni a misurarsi in situazioni particolari (le feste, le vacanze, la crisi, il viaggio…). Si è chiesto insomma agli autori di mettere alla prova il loro talento nell'inventare storie gialle, con protagonisti i loro detective, in un terreno ben circoscritto. Un esercizio letterario che ha dato esiti felici: oggi offrono ai lettori, ancora una volta, racconti di alta scuola.\r\nTutto in un solo giorno: questa volta gli investigatori di casa Sellerio si trovano ad affrontare (e naturalmente a risolvere) un caso che si svolge in un'unica giornata, un tempo brevissimo in cui non sono concessi errori o proroghe; 24 ore che li lasceranno senza fiato, ma in cui daranno prova dell'intuito, dell'abilità, dell'umanità che già gli conosciamo.\r\nA raccogliere il guanto di questa sfida ci sono i poliziotti di strada tradizionali, di ogni ordine e grado: Montalbano e la sua squadra del commissariato di Vigàta; l'ispettrice Petra Delicado naturalmente con la sua ombra Fermín Garzón; Angela Mazzola in servizio alla Squadra Mobile di Palermo e l'anticonformista e colto commissario Daquin del X Arrondissement. Poi ci sono i «non professionisti»: il giornalista Saverio La Manna «disoccupato di successo» con Piccionello a fargli da spalla e il biologo e svagato Lorenzo La Marca. Infine gli investigatori collettivi: i vecchietti del Barlume dolcemente tenuti a freno dal barrista Massimo, - questa volta rapidissimi anche loro a risolvere la vicenda a dispetto dell'età e degli acciacchi - e la Casa di ringhiera che ormai respira all'unisono con i suoi abitanti.
EUR 13.30
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I bambini ci guardano. Una esperienza educativa controvento
Vincitore del premio della Giuria Popolare al Premio Letterario "I Fiori Blu". Dopo I bambini pensano grande Franco Lorenzoni ritorna nella sua scuola elementare a Giove, un piccolo borgo dell'Umbria, per raccogliere esperienze, pensieri e dialoghi intorno ad alcune questioni cruciali che ha affrontato con i suoi alunni.\r\n\r\n«Il libro di Lorenzoni è un canto corale, la sua voce si perde tra quelle dei bambini» - Roberto Casati, Il Sole 24 Ore\r\n\r\n«I pensieri infantili sono sottili. A volte sono così affilati da penetrare nei territori più impervi, arrivando a cogliere, in un istante, l'essenza di cose e relazioni. Ma sono fragili e volatili, si perdono già nel loro farsi e non tornano mai indietro» - Franco Lorenzoni\r\n\r\nDopo I bambini pensano grande Franco Lorenzoni ritorna nella sua scuola elementare a Giove, un piccolo borgo dell'Umbria, per raccogliere esperienze, pensieri e dialoghi intorno ad alcune questioni cruciali che ha affrontato con i suoi alunni: una ricerca sul tema delle migrazioni, sulla relazione tra pace e guerra, tra femminile e maschile; un procedere avanti e indietro nel tempo e nello spazio che ha rivelato quanto profonde possano essere alcune intuizioni, connessioni e ragionamenti di bambine e bambini quando si confrontano con momenti cruciali della storia umana, dell'arte, della cultura.\r\nAlla base di questo libro c'è quanto enunciato nel titolo: i bambini hanno bisogno di dare più che di ricevere, una affermazione del pediatra e psicoanalista inglese Winnicott. Ecco il punto di partenza di questo diario di un anno in terza elementare che ci fa esplorare strade impensate, a cominciare proprio dalle domande dei bambini: Maestro, perché le persone emigrano? Domande nette, senza giri di parole. Un viaggio che Lorenzoni compie con l'aiuto di genitori arrivati da altri paesi e continenti e utilizzando diversi linguaggi, dalla matematica alla storia, dalla letteratura al cinema al teatro. I vari capitoli di questo diario si legano tra loro; al tema delle migrazioni si riallacciano altre esperienze, altri ascolti: le tante connessioni che la matematica ha con la realtà; il confronto con il tema della diversità; la ricerca della ragione per cui persiani e greci vennero in guerra tra loro e di lì i motivi dei conflitti e della violenza.\r\nStoria, mito, realtà, incontro con le idee e le parole di Socrate e di Ipazia, di Gandhi e Malala, tutto si tiene in questo percorso di partecipazione attiva e di democrazia, un richiamo per tutti, adulti e bambini, alla nostra Costituzione e alla carta universale dei diritti umani.
EUR 13.30
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Conversazione su Tiresia
Indossando i panni di Tiresia Camilleri, con la potenza del mito e la forza della sua narrazione, conferma l'incrollabile passione per il teatro, la formidabile cultura, e ci regala un'opera unica, preziosa.\r\n\r\n«Camilleri-Tiresia è un indovino cieco. Vede l'invisibile: quello che gli altri non possono o non vogliono vedere. Grazie alle sue doti di veggente, con l'opera letteraria distribuisce cerini che si accendono e fanno luce nella notte» - \r\nSalvatore Silvano Nigro, Il Sole 24 Ore\r\n\r\n«Ho trascorso questa mia vita ad inventarmi storie e personaggi, sono stato regista teatrale, televisivo, radiofonico, ho scritto più di cento libri, tradotti in tante lingue e di discreto successo. L'invenzione più felice è stata quella di un commissario. Da quando Zeus, o chi ne fa le veci, ha deciso di togliermi di nuovo la vista, questa volta a novant'anni, ho sentito l'urgenza di riuscire a capire cosa sia l'eternità e solo venendo qui posso intuirla. Solo su queste pietre eterne» - Andrea Camilleri\r\n\r\n«Chiamatemi Tiresia. Per dirla alla maniera dello scrittore Melville, quello di Moby Dick. Oppure Tiresia sono, per dirla alla maniera di qualcun altro…».\r\nQuesto l'inizio folgorante della Conversazione su Tiresia, un racconto articolato che ricostruisce la storia del celebre indovino attraverso i secoli, con 63 versioni del mito declinato in età antica e moderna da scrittori, poeti, filosofi, drammaturghi.\r\nE discorrendo dell'indovino cieco Camilleri si abbandona al racconto, narra di miti e di dèi, di libri e scrittori, di uomini e donne, di teatro e personaggi, di sé e dell'oggi, di cecità e preveggenza, e lo fa nel modo mirabile che i lettori gli conoscono. Il destino di un protagonista letterario si snoda dalla tragedia greca - ben quattro raccontano la storia di Tiresia - a Omero, Dante, Eliot, Apollinaire, Primo Levi e tanti altri; persino Woody Allen lo fa apparire in un suo film. \r\nIndossando i panni di Tiresia Camilleri, con la potenza del mito e la forza della sua narrazione, conferma l'incrollabile passione per il teatro, la formidabile cultura, e ci regala un'opera unica, preziosa.
EUR 7.60
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Lo strano caso di Henri Girard
Un triplice omicidio commesso nel 1941 in Dordogna vide accusato e poi scagionato un ragazzo viziato e incostante, Henri Girard. Philippe Jaenada ha studiato l'inchiesta e il processo, scovato nuovi indizi, gettando una luce nuova sulla vicenda con questo romanzo, a metà tra reportage e saga famigliare, che ha vinto nel 2017 il Prix Femina. Una mattina di ottobre del 1941, in un castello isolato in Dordogna, il giovane Henri cerca soccorso: durante la notte il padre, la zia e la cameriera sono stati massacrati a colpi di roncola. Lui è il solo sopravvissuto. Tutte le porte sono chiuse, nessun segno di scasso. Il ragazzo due giorni prima aveva chiesto in prestito ai vicini l'arma usata per il crimine. Dopo l'omicidio dei suoi parenti è diventato a ventiquattro anni l'unico erede delle fortune di famiglia: il castello, numerosi immobili, terreni, milioni in azioni e obbligazioni. Nel 1943, in piena guerra, alla fine di un processo clamoroso e torbido, Henri Girard viene assolto e l'inchiesta chiusa nonostante l'opinione pubblica fosse convinta della sua colpevolezza. Nel 1947 parte per il Venezuela e tornerà in Francia dieci anni più tardi. Porta con sé il manoscritto di un romanzo firmato con lo pseudonimo di Georges Arnaud, "Il salario della paura", che avrà grande successo e da cui verrà tratto un celebre film con Yves Montand. La vita di Girard riserverà ancora molte sorprese, diventerà giornalista, autore di testi teatrali, sosterrà la causa algerina, e morirà a Barcellona nel 1987. Il mistero del triplice omicidio nel castello di Escoire non è stato mai risolto e intorno alla vita dell'unico sospettato è nato un mito di ambiguità nera e demoniaca. Philippe Jaenada ha vestito i panni dell'investigatore e si è immerso negli archivi, ha scovato indizi, ha studiato l'inchiesta e il processo sullo sfondo della Francia degli anni '40. Il suo Girard è un uomo tormentato e brillante, insopportabile e combattivo, un difensore dei deboli e degli sventurati, sempre in guerra con quelli che simboleggiano l'ordine, la serietà, la legge. Da questa immersione profonda nei fatti, nelle parole e nei silenzi, scaturisce un racconto che contamina il reportage con l'umorismo, il romanzo di famiglia con l'arte della digressione, ed è il ritratto fluviale e appassionante dell'intera, enigmatica esistenza di Henri Girard.
EUR 11.70
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Il giorno del rimorso
Un omicidio irrisolto al centro dell'ultima indagine dell'ispettore Morse, un magnifico romanzo che ci farà rimpiangere a lungo l'intelligenza, l'abilità, l'ironia di un personaggio tra i più riusciti del giallo classico.\r\n\r\n«Un finale degno di un personaggio che conserverà il suo posto come uno dei più grandi detective» - P.D. James, The Sunday Telegraph\r\n\r\n«Colin Dexter può essere considerato il miglior erede di Agatha Christie: oso dire che per qualche aspetto la supera» - Corrado Augias, Il Venerdì di Repubblica\r\n\r\nYvonne Harrison, un'affascinante signora sulla quarantina, è stata trovata nuda e ammanettata nella sua camera da letto a Lower Swinstead, nei pressi di Oxford. L'assassinio aveva suscitato molto scalpore, ma benché la polizia avesse investigato a lungo sulla singolare famiglia della vittima - chiacchierata per la sua vita disinibita - e sugli abitanti del sonnacchioso paesino in cui abitava, le indagini si erano arenate. Ora però, a un anno di distanza, un paio di telefonate e lettere anonime indirizzate al sovrintendente capo Strange lo spingono a riaprire l'inchiesta affidandola, questa volta, al miglior investigatore della Thames Valley Police: l'ispettore E. Morse. Ambiguità, sesso, i segreti di una piccola comunità attraversata da legami complicati: a prima vista è un mistero fatto apposta per incuriosire Morse. E invece l'ispettore, sempre più insubordinato e irritante, del caso Harrison non vuole neanche sentir parlare. Qualcosa suggerisce che Morse conoscesse la vittima; è questo il motivo di tanta ritrosia? Alla fine tocca a Lewis occuparsene, da solo. Ma allora perché Morse sembra seguire da vicino o addirittura anticipare tutte le mosse del suo sergente? Solo quando alcuni enigmatici testimoni della vecchia inchiesta cominceranno a ripresentarsi come cadaveri, Morse finalmente accetterà la sfida. Non ne uscirà indenne, però, perché nel tentativo di inchiodare l'assassino dovrà affrontare anche i fantasmi di un passato che, per vie imprevedibili, è molto vicino al suo cuore.
EUR 14.25