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Il ritmo del pensiero. Montale Sereni Zanzotto
In questa raccolta di saggi Laura Barile affronta in tono narrativo e conversevole tre classici del Novecento accomunati dalla loro appartenenza alla poesia di pensiero: la conoscenza è infatti la chiave di volta della grande poesia di tutti i tempi, nel suo colloquio con le altre arti e con la filosofia Queste pagine si interrogano su vari temi: come nel primo Montale il tempo della durata conviva col tempo dell'istante; ma si analizzano anche alcuni nessi fondamentali - ancora non segnalati - di Satura con certa poesia anglosassone. Si indaga, poi, sui romanzi modernisti letti e amati da Sereni e sul loro fermentare nella sua poesia, ma si approfondisce anche la sua profetica riflessione, in prosa e in poesia, sul revisionismo e sul potere del mercato, in una Francoforte sempre più metaforica. Emerge infine, assieme a molto altro, un tema che in vario modo coinvolge i tre poeti: come, e fino a che punto, il compito della poesia sia (come vorrebbe Zanzotto) la lode. Compito che implica, oggi più che mai, una pur stremata ricerca di senso nell'insensatezza della realtà in cui ci troviamo immersi. Il discorso critico che attraversa questo prisma multidimensionale muove, però, sempre dai testi, letti in dose reading e allarga la ricerca alle fonti e ai nutrimenti: dai trucchi del teatro in musica, agli autori amati e genialmente usati, fino ai filosofi, vagliando la sperimentazione continua di forme e di lessico. Chiude il libro uno scritto sulla paradossale rimozione della Shoah dal comune sentire e dalla cultura europea dei primi anni del dopoguerra.
EUR 19.00
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Tetti. Ediz. illustrata
Dopo una lunghissima gestazione, vede finalmente la luce Tetti. Scritto a partire dagli anni Settanta, raccoglie informazioni pratiche (testate per l'Unesco dall'autore stesso) sulla costruzione di tetti e ripari, che intendevano venire incontro alle esigenze materiali dei poveri nei Paesi del Terzo mondo. \r\n«I problemi della casa non riguardano solo i poveri. Vogliamo proporre soluzioni interessanti per tutte le società. Ma poiché dobbiamo stabilire delle priorità, abbiamo privilegiato le tecniche accessibili alle persone più povere»\r\nSi tratta di un'opera strutturata in modo composito, poiché costituita di manuali scritti autonomamente l'uno dall'altro, e felicemente rappresentativa della maturità di Friedman, che già in quegli anni aveva deciso di focalizzare i suoi interventi sulle modalità di inclusione degli abitanti nella progettazione del loro habitat, in quanto «la partecipazione non è spontanea e non può essere rivendicata di punto in bianco». Se Utopie realizzabili rappresenta la summa teorica di questo intenso periodo dell'architetto franco-ungherese, i manuali costituiscono il principale strumento comunicativo destinato a rendere concrete quelle utopie.\r\nI manuali si compongono di disegni essenziali, «da lavagna», che possono essere letti e interpretati anche da persone illetterate - circostanza che convinse Indira Gandhi a stamparne un grande numero di copie e contribuì all'istituzione del Museum of Simple Technology fondato da Friedman a Madras, l'attuale Chennai, alla metà degli anni Ottanta.\r\nIn Tetti, l'autore sottopone all'attenzione dei suoi lettori il dato di fatto che i diversi problemi delle città moderne sono il risultato di atteggiamenti irresponsabili nei confronti della terra. Questa tesi, come Andrea Bocco spiega nel saggio in chiusura del volume, era perfettamente in linea con il pensiero di alcuni architetti (fra i quali ricordiamo Christopher Alexander, Enzo Mari, Victor Papanek e Bernard Rudofsky) che in quel momento storico esprimevano una forte critica verso la società industriale. Inoltre, l'autoprogettazione che Friedman ha sempre cercato di promuovere era in sintonia anche con l'idea di convivialità perseguita dal suo «compagno segreto», Ivan Illich. Questo irregolare pensatore mitteleuropeo, con cui in quegli anni aveva stretto amicizia, riteneva infatti che la convivialità fosse «il contrario della produttività industriale», e che l'architettura potesse essere, appunto, uno strumento conviviale, in grado di consentire agli uomini di partecipare attivamente alla creazione della vita sociale. Creandola con le proprie mani.
EUR 18.20
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Non abbastanza per me. Scritti e taccuini
A pochi anni dalla sua morte, il passaggio folgorante di Stefano Scodanibbio nella musica contemporanea appare sempre più, come ebbe a dire lui stesso del suo rapporto col contrabbasso, come un'avventura che nessun altro avrebbe potuto intraprendere. \r\n«Impossibile restituire per iscritto una "presenza" che fiammeggia, nel ricordo di chi ha avuto la fortuna di frequentarlo» - Andrea Cortellessa, Il Sole 24Ore\r\n«"Non abbastanza per me" raccoglie le note ai pezzi di Scodanibbio, alcuno scritti autobiografici e certi interventi, consegnando alla scrittura un'organicità che nel suo fluire veloce ed esatto riporta immediatamente alle azioni del suo contrabbasso, dando vita ad un legame profondo e radicale tra le vita e le opere» - Blow Up\r\n«Parole che risuonano come la sua musica e, se si legge bene, nelle righe di una biografia "sentita come unica forma d'esistenza e creazione" si ascolteranno gli echi di quel colossale romanzo che Sondanibbio ha vissuto senza mai smettere di sperimentare» - Vincenzo Santarcangelo, La Lettura\r\nDell'avventura di Scondanibbio gli scritti qui raccolti presentano una testimonianza straordinariamente viva: gli appunti di viaggio (l'India, l'amatissimo Messico, la Svezia, la Spagna, la California), gli incontri decisivi (Scelsi, Berio, Xenakis, Nono, ma anche poeti e scrittori, come Sanguineti e Agamben), le annotazioni illuminanti sulla musica si compongono in una sequenza vertiginosa, che ricorda la velocità e l'esattezza con cui egli riusciva a trarre dal contrabbasso sonorità prima di lui insospettate. E man mano che la lettura procede, gli sguardi, i gesti, le sensazioni febbrili e quasi incomunicabili lasciano trasparire in filigrana qualcos'altro: il legarsi sempre più intimo e stretto di una vita e di un'opera, di un'avventura biografica perennemente insoddisfatta e di una maestria creatrice ogni volta esemplare.
EUR 18.05
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Il braccio della poesia. Il sostegno e l'abbandono
Benché adiacenti e cooperanti nell'anatomia umana, la mano e il braccio sono non raramente pensati e sentiti come divergenti, se non confliggenti, dalla letteratura. E, prima della letteratura, dal linguaggio stesso. Proprio le lingue che li nominano con una sola parola, rendono sensibile l'abisso che li separa, che può separarli, e che quella parola cerca di colmare, o di coprire. Intorno a questa semplice scoperta (le vere scoperte sono sempre semplici) gira il presente saggio. Esso ha radice in un momento particolare della mia storia personale: per dire addio ai miei studenti, non ho voluto sventolare la mano, ma ho voluto ricordare loro il potere del braccio della poesia, che sostiene e abbandona, forse nello stesso momento. Questo libro è perciò, anche, quello che è stato: una lezione. Il lettore noterà un infittirsi di "braccia" molto significative nel periodo che va dal 1850 al 1950. C'è un perché, una ragione. Mentre la civiltà occidentale veniva sempre più stretta nelle maglie delle formazioni reattive, la poesia ha mantenuto una zona libera da esse, contraria ad esse, rappresentabile nel braccio, che allora è un po' come l'inconscio della fraterna e reattiva mano.
EUR 9.50
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Design. Testi e contesti
Nel libro si riflette criticamente sui temi propri della cultura del design, indagando e proponendo metodi e pratiche operative coerenti con il progetto di un artefatto industriale, nello scenario del contemporaneo. L'autore si espone in prima persona, raccontando di come ci si confronti con i "materiali" del progetto nel loro farsi proposta con teorie e metodi, oltre che attraverso azioni operative. In modo soggettivo, con argomenti compiuti, con metafore che evocano il nucleo emozionale dell'azione progettuale; con riflessioni sulle materie invarianti del progetto e sulle variabili in relazione ai contesti contemporanei; con uno sguardo rivolto al prossimo futuro. In ogni caso avendo ben chiaro a chi è destinata la lettura del libro: a quanti s'interessano al design come luogo di sperimentazione e fattore di sviluppo; a chi nelle scuole di design insegna e impara a misurarsi con la progettazione.
EUR 19.00
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Bellum civile
«Bellum civile è la storia di come il giovane Bort diventa uomo nell'angolo morto d'una guerra civile persa. In fondo scorre il fiume Teti, immenso, bianco, sbarrato a monte da una piazzaforte. L'epicentro è Lotario, nella valle dell'Issopo. Il governo si è virtualmente arreso. L'Intendente e l'alfiere Arete scavano la fossa al maggiore Moia, vecchio stratega malato. I perdenti cercano vie d'uscita a buon mercato. Bort milita in un plotone d'esploratori comandato da Ruy e l'avventura riempie un inverno secco, da San Martino all'ondata tiepida dopo la Merla». Italo Calvino scelse questo romanzo per la casa editrice Einaudi che lo pubblicò nel 1979 con il titolo Passi d'arme. Di questa prima versione restano trama, nomi e fondali. Questa edizione appare con profonde varianti.
EUR 19.00
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Riti urbani. Spazi di rappresentazione sociale
Gli spazi pubblici sono sempre stati un terreno privilegiato di incontro e di confronto; il loro stesso offrirsi come spazi liberamente accessibili e fruibili ha svolto un ruolo cruciale nella strutturazione della vita sociale delle comunità. L'incessante contrattazione sulla loro conformazione, sulle modalità d'uso e sui valori simbolici a essi attribuiti è infatti alla base del particolare radicamento riconoscibile nell'espressione genius loci. Rileggendo autori fondamentali quali Johan Huizinga e Eugen Fink, Mircea Eliade e Zygmunt Bauman, Francesco Lenzini individua dunque nello spazio pubblico una natura eminentemente rituale, in cui ambiente materiale e identità collettiva si saldano in un comune processo di mediazione simbolica. L'attuale atomizzazione della società ha tuttavia determinato un sostanziale mutamento in questa dimensione, che, per utilizzare le parole di Henri Lefebvre, è sempre meno spazio di rappresentazione e sempre più rappresentazione dello spazio. Il volume interroga tale trasformazione concentrandosi soprattutto sul rapporto di interdipendenza tra urbs e civitas, tentando cioè di penetrare i meccanismi e le strutture che regolano questo difficile equilibrio - ad esempio quelli legati al gioco e al progressivo avvento dell'homo ludens. Muovendosi lungo questa continuità processuale, dalle prime forme di aggregazione umana alle piazze storiche europee fino ai «nuovi riti, nuovi miti» dello shopping e dell'happy hour, l'autore indaga il significato più profondo e sempre nuovo sotteso ad ogni forma di spazio pubblico urbano. Come ha scritto Italo Rota, infatti, «i rituali valgono non solo per l'erezione di templi e di altari, ma anche per la fondazione delle città. Il templum, il labirinto, il mandala sono una cosmografia, un diagramma dell'ordine universale».
EUR 17.10
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Orche e altri relitti. Sulle forme del romanzo in Stefano D'Arrigo
Ogni epoca di crisi lascia relitti dietro di sé: lo sanno i protagonisti di Horcynus Orca (1975), i pescatori di Cariddi che quasi con disappunto assistono alla morte del loro incubo più feroce, l'orca assassina. All'indomani della seconda guerra mondiale, quando l'Italia entra nella fase decisiva della modernizzazione, Stefano D'Arrigo racconta la fine del mondo premoderno senza cedere alla tentazione di mitizzarlo: mentre sotto gli occhi del lettore si dispiegano gli scenari arcaici del viaggio di 'Ndrja Cambrìa, la voce che li racconta guida in maniera quasi subliminale nella direzione opposta. D'Arrigo non è un creatore di miti, ma un distruttore: da Hölderlin (su cui si laurea nel 1942) e soprattutto da Gogol' (di cui riscrive Le anime morte ambientandole in Sicilia) ha appreso come recuperare eroi e valori del passato mettendoli a distanza, rappresentandoli appunto come relitti. Le sue «riplasmazioni» di lingue e generi letterari ricordano quelle «formazioni di compromesso» che negli stessi anni Ernesto de Martino indagava sul piano antropologico. Dalle poesie di Codice siciliano (1957) fino alla prosa spezzata di Cima delle nobildonne (1985) vediamo così emergere lo sguardo comprensivo ma disincantato, a volte persino comico, di uno scrittore pienamente moderno, che per potenza inventiva della lingua Primo Levi collocherà sul «meridiano della salvazione del riso» insieme a Porta, Belli e Rabelais.
EUR 19.00
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Alfredo Pirri. I pesci non portano fucili-Alfredo Pirri. Fish cannot carry guns. Catalogo della mostra (Roma, 12 aprile-3 settembre 2017). Ediz. bilingue
"I pesci non portano fucili" è un progetto nato da un dialogo aperto con Alfredo Pirri che rispecchia in maniera totale l'opera e il pensiero dell'artista ed è costituito da una serie di episodi, riflessivi ed espositivi, che hanno animato la città di Roma facendo dialogare le molteplici realtà coinvolte, arrivando a tessere una trama narrativa e una rete costituita da relazioni personali e affettive oltre che istituzionali. La struttura agile e fluida di questo catalogo restituisce la veridicità e la dinamicità che "I pesci non portano fucili" ha avuto. Ogni episodio viene contraddistinto da una sezione che raccoglie uno o più contributi critici a seconda delle realtà coinvolte.
EUR 24.70
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Food and space
Produzione, distribuzione e consumo del cibo hanno da sempre rilevanti «effetti collaterali» sulle comunità e sui territori. Tuttavia, oggi, i mutamenti materiali e concettuali legati alle diverse fasi industriali della nutrizione incidono sulla vita degli uomini a tutte le scale: dalla dimensione minima dell'ambito domestico all'equilibrio ecologico globale. Questo volume intende appunto contribuire a una rinnovata consapevolezza della centralità storica del cibo, considerato nel suo inscindibile rapporto con il contesto sociale e fisico di cui costituisce l'ossatura. Nella prima parte dell'opera, professionisti di diversa estrazione disciplinare descrivono la concreta possibilità di innescare un circuito virtuoso di produzione, distribuzione e consumo del cibo, trasformando questa rete in un efficace dispositivo di progettazione dello spazio urbano-rurale. La seconda parte raccoglie invece puntuali riflessioni sugli effetti che le scelte politiche in materia di food hanno determinato nel paesaggio costruito, in un mosaico di interventi che finisce per diventare un'indagine sull'heritage delle filiere alimentari, e sul cibo come nuova forma di patrimonio culturale.
EUR 17.10
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Questa è già la mia vita
Un pezzo importante della vita di Marina Premoli è storia recente. Che lo abbia voluto o meno, previsto o meno, la sua storia va a comporre insieme a molte altre la controversa e frammentaria narrazione degli anni di piombo.\r\nMa intorno, prima e dopo, si delinea una figura più complessa, reticente, tormentata, che tenta di riparare a una dolorosa storia familiare; che pare buttarsi a capofitto nella lotta armata per sfuggire alla depressione e all'alcolismo; che inaspettatamente accoglie poi la reclusione con sollievo, come l'ultimo estremo riparo dalla violenza e dall'incalzare ansiogeno degli eventi.\r\nIn un ordine che non è cronologico, ma scandito da una faticosa ricerca del tempo perduto, i ricordi di un'infanzia dorata si alternano ai momenti più drammatici della clandestinità, mentre ogni tanto si riaffaccia la donna di oggi, tornata con il suo difficile passato nei ranghi della buona società, a conferma del fatto che «i borghesi cascano sempre in piedi». \r\nSenza nessuna retorica, lontana dal tono eroico di molte memorie di quegli anni, Marina Premoli sembra cercare, più che una spiegazione, soprattutto la forza per riuscire a dire la sua storia, senza omettere né aggiungere nulla. La scrittura asciutta e schietta non si piega a nessuna tentazione assolutoria, a tratti limitandosi a uno scarno resoconto, altrove accendendosi nella commozione, nello sdegno, nel rimpianto.
EUR 17.10
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Architettura e storiografia Le matrici antiche del linguaggio moderno seguito da «La storia come metodologia del fare architettonico»
"Si suole affermare che il linguaggio moderno ha determinato una cesura nell'evoluzione architettonica, azzerando la tradizione con un 'punto a capo' nel codice espressivo. Questo saggio dimostra il contrario. La sensibilità contemporanea investe le nuove architetture, ma anche il modo di 'leggere' e interpretare i monumenti antichi. Tra spinte creative e recuperi storici si è intessuto un dialogo che, nel corso di un secolo, ha generato le invarianti del linguaggio moderno. Lo scavo nel mondo ellenico è alla base della poetica di Le Corbusier. Lo studio del gotico si riflette nei fasti strutturali dell'ingegneria ottocentesca e nel linearismo Art Nouveau. Alla tridimensionalità prospettica rinascimentale fa riscontro la quadridimensionalità spazio-temporale del razionalismo. Senza l'indagine sul barocco, sarebbero inconcepibili i volumi serpentinati di Aalto. Non c'è nessun rapporto di imitazione fra la spirale borrominiana di Sant'Ivo alla Sapienza e l'elicoidale wrightiana del Guggenheim Museum (disegni in copertina), ma i loro messaggi sono affini. Del resto, l'architettura delle comunità hippies coincide con la scoperta critica della preistoria. La tesi che il linguaggio moderno dell'architettura non è solo il linguaggio dell'architettura moderna, poiché coinvolge tutta la produzione creativa del passato, trova qui una verifica". Introduzione di Alessandra Muntoni.
EUR 19.00
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La zanzara senza zeta
«In fondo a un bosco folto dove fa molto caldo sull'Appennino tosco- emiliano conosco un grosso rospo colore smeraldo». Queste poesie sono fatte di parole buffe che si confondono, si rincorrono, si camuffano, si scambiano le parti proprio come bambini in un piazzale, le sere d'estate. Età di lettura: da 6 anni.
EUR 9.50
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L' ordine complicato. Come costruire un'immagine
Un agile pamphlet che è anche un viatico verso i misteriosi meccanismi della creatività.«Noi pensiamo allo stesso tempo per parole e per immagini. Ma le regolarità esprimibili a parole e quelle contenute nelle immagini non sono le stesse. Con le parole, presentiamo una accumulazione; con le immagini, una totalità. Una "cosa" (e quindi l'universo) appare diversa a seconda che la si esprima a parole o per immagini. Le parole sono perfette per analizzare un'esperienza; per esprimere le totalità, abbiamo bisogno delle immagini. Costruire un'immagine - è questa, dunque, la contraddizione di fondo. Costruire: cioè mettere insieme delle cose elementari, e formare a partire da esse una cosa unitaria. L'immagine è invece fin dal principio una cosa unitaria, che perde qualsiasi valore se la si scompone, lo non conosco la realtà, ma mi sembra che la si possa affrontare solo con le immagini. E ciò che fanno i cani, ma che può capitare di fare anche a noi. L'intera storia dell'umanità può essere rappresentata da una sequenza di immagini. Architettura: saper costruire. Non solo degli edifici: Il campo è più vasto. Si parla di architettura di un romanzo, di una sinfonia, ma anche del corpo umano o del diritto romano [...]. "Architettura" significa anche assenza di regole prestabilite: è essa stessa a condurre alla creazione di regole. "Architettura" implica una costruzione articolata, una costruzione bastante a sé stessa». L'ordine complicato si propone dunque come una nuova monadologia che mette in relazione discipline tradizionalmente separate come mondi chiusi (l'architettura, la fisica, la matematica), illustrata da disegni al tratto e accompagnata da una versione a fumetti realizzata dallo stesso autore.
EUR 15.20
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Ri-abitare il moderno. Il progetto per il rinnovo dell'housing
Il testo si propone di affrontare il tema dell'utilizzo di quella grande eredità che è l'edilizia residenziale pubblica prodotta nella seconda metà del Novecento. Questo patrimonio di case popolari coincide infatti, per lo più, con la moderna periferia delle città, e viene spesso percepita dall'opinione pubblica come problematica, brutta, sbagliata, luogo di degrado estetico, sociale, fisico e ambientale. Eppure, a partire dal secondo dopoguerra, la periferia costituisce oramai per quantità una parte rilevante delle nostre realtà urbane, una realtà nella quale diventa sempre più difficile distinguere lo stile dell'intervento pubblico dalla sua imitazione privata. Inquadrando il tema in un orizzonte internazionale, il volume passa in rassegna le pratiche e le sperimentazioni, i metodi e le strategie progettuali adottati in tutta Europa per il rinnovo di questo grande parco edilizio: da Bordeaux (Anne Lacaton & Jean-Philippe Vassal, Frédéric Druot e LAN) a Parigi (Lion, Lapierre, Gap, Berim e aasb_agence d'architecture suzel brout), da Sheffield (Hawkins/Brown) ad Amsterdam (Atelier Kempe Thill e NL Architects, XVW Architectuur), da Zurigo (Burkhalter Sumi) a Milano (Studio Albori).
EUR 22.80
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Kafka L.O.L. Notes on promethean laughter
EN. We are still debating whether Kafka should be considered as a tragic or nihilist author, a terrifyingly dark, sardonically bleak neurotic, or as a savvy comic writer with a taste for black humor. This quandary explains why I begin by wondering whether one can say that Kafka was “laughing out loud.” IT. IT. Kafka come autore tragico o nichilista, un nevrotico sardonicamente tetro e terribilmente oscuro o un sagace scrittore comico con il gusto per il black humor: il dibattito è ancora aperto. Questo dilemma spiega il motivo per cui inizio con il chiedermi se si può dire che Kafka fosse “laughing out loud”.
EUR 9.50
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Modernità resiliente. Esperienze d'habitat in Algeria
Lo sviluppo di nuovi habitat moderni in Marocco e in Algeria costituisce uno degli argomenti tra i più interessanti per l'architettura della seconda metà del XX secolo. Fin dall'Ottocento i territori francesi in Africa sono stati infatti un terreno di sperimentazione privilegiato per l'urbanistica francese. In seguito al IX CIAM del 1953, nel momento in cui anche il Team io maturava la sua posizione critica, prese forma un generale ripensamento dei paradigmi dell'alloggio sociale, in direzione di un superamento dell'approccio universalizzante al tema dell'abitazione di massa, e quindi in favore di progetti rivolti all'uomo in quanto individuo, nel rispetto delle culture locali. In questo contesto le nuove proposte nascono - e talvolta si consumano - in tempi e modi accelerati, spesso tumultuosi. Il volume affronta in particolare le poco studiate realtà algerine (Aéro-habitat di Louis Miquel, Pierre Bourlier e B. José Ferrer-Laloé; Cité Henri Sellier di Louis Miquel, Pierre Bourlier e Pierre-André Emery; Climat de France e Diar el-MahQoul di Fernand Pouillon; Djenan el-Hasan e Timgad di Roland Simounet). In queste proposte, la dimensione dell'habitat orizzontale e verticale (tra individuale e collettivo) e gli ibridi sistemi delle «casbah verticali» esplorano differenti modelli di relazione fra tessuti e spazi aperti. Sullo sfondo, si delinea un progetto di grande ambizione sul piano della capacità realizzativa e della sperimentazione delle tecnologie più avanzate accanto a quelle più tradizionali. Identità e innovazione possono così innescare una dialettica estremamente significativa, raramente eguagliata anche nelle più avanzate esperienze di costruzione dei tessuti urbani. La tensione tra modelli abitativi e insediativi, prodotto di un «razionalismo illuminato» ma comunque autoritario, e i confusi processi di riappropriazione delle ordinate periferie coloniali da parte di nuovi protagonisti sociali (gli immigrati che abbandonano le aree periferiche dei Paesi del Maghreb e si riversano nelle medie e grandi conurbazioni) che le reinterpretano a propria misura, costituiscono un campo di indagine e di riflessione irto di contrasti e paradossi, e proprio per questo una sfida ormai ineludibile al progetto contemporaneo.
EUR 24.70
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Il diritto dei privati
Pubblicato per la prima volta nel 1929, "Il diritto dei privati" è uno dei vertici speculativi dell'istituzionalismo giuridico europeo. Widar Cesarini Sforza, uno dei suoi interpreti più esigenti e lucidi, non si limita a dimostrare, una volta di più, che diritto e Stato non fanno rima, che la giuridicità e la normatività si dicono in molti modi e che il pubblico e la politica possono abitare altrove e manifestarsi altrimenti da come l'immaginario della sovranità ci ha tanto lungamente imposto di credere. In questo libro eccentrico, teso e argomentato, Cesarini Sforza decide di illuminare il piano dei rapporti ordinari - quello in cui inventiamo i modi e le forme per vivere assieme, per fare collettivo - e mostra che le regole che tra di noi istituiamo hanno un tenore giuridico e una consistenza normativa in nessun modo inferiore o subalterna alle leggi dello Stato o alle regole implicite del mercato.
EUR 15.20
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L' architettura della villa moderna. Vol. 3: anni dei linguaggi diffusi 1981-1918, Gli.
Preceduto da saggi introduttivi e contributi sulle singole opere, il terzo e ultimo dei volumi su "L'architettura della villa moderna" descrive gli anni durante i quali la riscrittura degli etimi moderni dell'architettura avviene sia attraverso il recupero dei linguaggi locali e di quelli legati alla tradizione che attraverso la riproposizione di schemi legati alle avanguardie del primo Novecento. Caratteristica essenziale dell'opera, come nei primi due volumi, è il ri-disegno alla stessa scala di un gran numero di ville del periodo, permettendo al lettore la comparazione non solo compositiva, linguistica o tecnologica, ma anche dimensionale delle singole abitazioni, rendendo evidenti sia i congegni distributivi che le innovazioni concettuali. La casistica estremamente ampia di exempla permette non solo di seguire tutte le evoluzioni del tipo all'interno dell'architettura contemporanea, ma anche di avere una sorta di manuale di soluzioni a specifici problemi di progettazione elaborate dai grandi maestri dell'architettura.
EUR 23.75
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MAXXI Bulgari prize. Talia Chetrit, Invernomuto, Diego Marcon. Catalogo della mostra (Roma, 1 giugno-20 ottobre 2018). Ediz. italiana e inglese
Catalogo della mostra:\r\nMAXXI BVLGARI PRIZE 2018 Mostra a cura di Giulia Ferracci\r\nMAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo\r\n01 giugno 2018 - 04 novembre 2018\r\n\r\nTalia Chetrit, Invernomuto (Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi) e Diego Marcon sono i 3 finalisti del MAXXI BVLGARI PRIZE 2018, il progetto del museo per il sostegno e la promozione dei giovani artisti. Il volume documenta i lavori realizzati per il premio, con un ampio apparato iconografico e con testi di: Alessandra Di Maio, David Elliott, Giulia Ferracci, Anna Gritz, Yuko Hasegawa, Hans Ulrich Obrist, Hou Hanru, Ruba Katrib, Bartolomeo Pietromarchi e Luca Lo Pinto.
EUR 17.10