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Shënime kuzhine
Në libër jepet një ide e përgjithshme mbi kuzhinën italiane aq të famshme sa edhe të përhapur, pothuaj në të gjitha kuzhinat botërore; ndërsa për sa i përket kuzhinës shqiptare janë paraqitur disa receta që përgatiten me pak vështirësi dhe që vlerësohen si tipike shqiptare. Normalisht shqiptarët që jetojnë në Itali, gatuajnë duke u bazuar në recetat e dy kuzhinave, shqiptare dhe italiane: nga njëra anë preferohet tradita e nga ana tjetër janë kërkesat e përditshme që ndikojnë në mënyrën e të ushqyerit dhe si rrjedhim në përdorimin e shumë recetave italiane... Recetat e përshkruara, italiane e shqiptare, bëjnë pjesë në kulturën gastronomike të shqiptarëve që normalisht jetojnë në Itali. Receta janë të thjeshta e mund të konsultohen si libër elektronik (Ebook) ose si libër i zakonshëm, për të gatuar dhe për t'u zbavitur. Koha e gatimit është mjaft e shkurtër; recetat janë të shoqëruara edhe me këshilla të ndryshme për të lehtësuar punën tonë gjatë gatimit: si duhet të shërbejmë dhe të konsumojmë disa ushqime; si duhet të shtrojmë një tryezë, etj. Nuk mungojnë recetat për të gatuar antipasta (meze), gjellët e para e të dyta, me peshk e me mish, garniturat dhe ëmbëlsirat. Një kapitull i veçantë u është kushtuar pijeve të ndryshme. Libri “Shënime kuzhine” duhet menduar si një ditar i vogël i kuzhinës italo-shqiptare dhe si një udhëzues i shpejtë për organizimin e një dreke ose darke, pa pasur nevojë për njohuri të thella në lidhje me artin e të gatuarit.
EUR 6.64
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Migliora la tua salute con la niacina vitamina B3. Un trattamento promettente per la schizofrenia e la sua elevata rilevanza nel campo dell'alcolismo
Un testo per comprendere gli enormi benefici dell'utilizzo della preziosa vitamina B3 (nelle due forme di Niacina e Nicotinammide). L'autore illustra la modalità di utilizzo e le enormi potenzialità nel campo della cura dello stato di alcolismo cronico e della schizofrenia. Al libro partecipano anche ricercatori e scienziati come quello del dott. Abraham Hoffer e del dott. Russel Smith. L'utilizzo della vitamina B3, secondo le dosi e le modalità espresse in questo libro, fornirà un importante aiuto nella prevenzione e progressiva eliminazione della sete di alcool che tanto affligge ogni alcolista. Numerosi i casi di successo riportati nel testo.
EUR 11.39
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Promettimi l'immenso
Custodisci da una vita un sogno nel cassetto senza mai trovare il coraggio di realizzarlo. Poi un giorno la vita ti regala una frase inaspettata: "tu inizia che io ti seguo". Ecco, allora, nascere un racconto d'amore, con la forza di un gioco che porta con sé la gioia delle piccole cose come l'attesa di un nuovo capitolo e l'euforia di scriverne uno dopo l'altro. Come dice qualcuno, accadono cose che sono come domande; passano mesi, oppure anni, e poi, inaspettatamente, la vita ti risponde consegnandoti Alice, Samuele e le altre figure che riempiono queste pagine. Già, Alice. Alice non amava agire di impulso. La vita le aveva sempre concesso il tempo, uno spazio e le occasioni per riflettere e valutare le conseguenze dei propri gesti. Ora tutto era diverso; la sua vita era cambiata così velocemente ed in così breve tempo da toglierle il fiato. E Samuele, per gli amici: "il p.iva" - si pronuncia piva ma si scrive così, con il puntino, quello che "Allora, ascoltate bene. Domani pomeriggio verrà qui una ragazza con cui andrò a fare un viaggio in giro per l'Europa per scattare delle foto. Io non la conosco e lei non conosce me e quando arriva io mi devo far trovare mascherato e poi..."
EUR 17.09
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Problemi fondamentali della fenomenologia (1919-20)
In questo testo, che raccoglie il corso del semestre invernale 1919/20, Martin Heidegger - giovane docente presso la facoltà di Filosofia dell'Università di Friburgo - espone, per la prima volta, in modo esteso e puntuale, la struttura portante e i concetti chiave della sua prima dottrina fenomenologica, che si pone l'obiettivo di proporre una scienza filosofica in grado di cogliere la vita nella sua originarietà e radicale concretezza: il fenomeno della vita nel suo «essere di fatto» - così lo definisce precisamente Heidegger.\r\nIn aperta contrapposizione alle tendenze filosofiche e scientifiche del tempo, che cercavano in genere di “oggettivare” il fenomeno della vita, inquadrandolo in una qualche rigida cornice epistemologica, Heidegger propone invece una modalità d'accesso esattamente opposta: penetrare la vita nella sua «fatticità» e nelle sue effettive manifestazioni - come vita che si presenta da sé nel mondo-ambiente, nel mondo collettivo e nel mondo-del-sé - evitando a ogni costo di renderla “oggetto” di studio; coglierla nella sua pulsante vitalità, riuscendo così a restituirla, sul piano conoscitivo, senza alcuna alterazione. Si delinea, in tal modo, l'enorme posta in gioco del tentativo filosofico condotto in questo corso friburghese, che per Heidegger dovrebbe aprire la strada a una «fenomenologia come scienza originaria della vita in sé»: come elaborare un afferramento conoscitivo della vita che, lungi dal ridurla a oggetto, sappia accompagnarla nella sua vitalità fino al punto di coglierla intatta nella sua figura originaria, nel suo «mysterium tremendum»?\r\nSvolta decisiva nel cammino speculativo del giovane Heidegger, questo corso - di cui si offre qui la prima edizione italiana integrale - non è soltanto uno strumento indispensabile per ricostruire la genesi di quel pensiero che, nel 1927, confluirà in Essere e tempo. Nell'opus magnum, infatti, non tutti i sentieri aperti in questa prima esplorazione potranno trovare adeguato sviluppo. Proprio la centralità della vita, anzi, sarà messa parzialmente in ombra, per fare spazio alla nuova analitica del Dasein. Dai “sentieri interrotti” di questi esperimenti giovanili, possono emergere, così, delle potenzialità ancora inesplorate, in grado di incidere in modo del tutto originale sul pensiero contemporaneo.
EUR 22.80
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Son mandato à Cina, à Cina vado. Lettere dalla missione 1702-1744
La figura del missionario lazzarista Teodorico Pedrini, nato a Fermo, nelle Marche, nel 1671, è poco conosciuta. La sua riscoperta è iniziata negli anni Trenta del Novecento, quando sono venute alla luce, presso la National Library di Pechino, alcune composizioni musicali, riconducibili al missionario, a firma "Nepridi". Pedrini, oltre che poeta dell'Accademia dell'Arcadia, era anche un valente musicista; poté perfezionare lo studio della musica nella Roma di fine Seicento, e quindi sotto l'influenza del genio di Arcangelo Corelli. Partito per la Cina nel 1702 come missionario di Propaganda Fide, dopo un lungo viaggio venne ammesso alla corte imperiale nel 1711 e successivamente, nel 1723, aprì al culto presso la residenza di Xitáng una chiesa ancora oggi esistente, dopo alterne ricostruzioni, nello stesso luogo. Il suo ruolo fu centrale nel contesto dell'annosa querelle sui riti cinesi - incentrata sui criteri di compatibilità tra riti cristiani e riti confuciani -, che tra la fine del Seicento e il 1742 contrappose i Gesuiti agli altri ordini religiosi, tra cui i Lazzaristi. Anche grazie alla musica Pedrini fu sempre benvoluto dall'imperatore Kangxi, tanto da scrivere: «Nessuno fu più gradito dall'Imperatore che io, che ero l'infimo di tutti»; e tuttavia, a seguito degli aspri contrasti sui riti, conobbe tra il 1721 e il 1722 l'onta della carcerazione. Nel presente volume i curatori ricostruiscono la figura storica del missionario, pubblicando più di cento lettere, corredate da ampio apparato critico e documentale, provenienti da due archivi romani: quello della Provincia Romana della Congregazione della Missione e quello della Casa Generalizia dell'Ordine dei Frati Minori. Le lettere di Pedrini sono caratterizzate dalla schietta e viva descrizione della realtà di quegli anni e rappresentano, come sostiene Francesco D'Arelli nella Prefazione, «solo un assaggio, sebbene tra i più sapidi, di quanto il missionario poté scrivere e che in parte ancora si preserva manoscritto in tanti archivi e biblioteche italiani». Teodorico Pedrini morì a Pechino nel 1746. Le ricerche su di lui sono appena iniziate.
EUR 51.30
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Le vertigini della materia. Roger Caillois, la letteratura e il fantastico
Il fantastico è la chiave di volta dell'esperienza intellettuale di Roger Caillois. Alla teoria generale del fantastico, alle descrizioni di mirabilia della natura e ai fantasmi delle scritture dell'io sono dedicate le tre sezioni del presente volume. Nella prima parte la famosa definizione cailloisiana del fantastico in arte e in letteratura, «l'irruzione dell'inammissibile all'interno della inalterabile regolarità quotidiana», è interpretata come il nucleo fondativo di un'estetica generale che include il mondo degli animali, alla luce delle contemporanee teorie evoluzioniste, e quello dei minerali, interpretato come l'esempio decisivo per illustrare la legge della dissimmetria che regola l'universo. Nella seconda parte le mirabili pagine di Caillois dedicate alle pietre figurate vengono considerate tra gli esempi più alti dell'ékphrasis novecentesca, dove emerge una vocazione letteraria continuamente negata e dissimulata. Nell'ultima parte le passeggiate parigine alla ricerca dei fantasmi del XV arrondissement, oggetto di un saggio sulla logica dell'immaginario, assumono la forma di un racconto autobiografico e di un film per la televisione.
EUR 22.80
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Marco Polo
"L'Europa era dunque lontana e relativamente poco interessante."\r\n"Il Milione" di Marco Polo è un'opera tanto nota e citata quanto poco letta, nel 1936 il letterato russo Viktor Sklovskij ne fa una riscrittura. Seguendo a distanza il viaggio di Marco Polo, Sklovskij ci dà un'ampia e accurata descrizione dei tanti popoli che via via si incontravano nell'Asia medievale, con le loro diverse usanze, cibi, cavalli, religioni, deserti, guerre, assassini, il freddo altopiano del Pamir, le città e i mercanti della grande Cina di Kubilay khan, e Venezia vista con gli occhi ammirati di un russo. Con una nota di Giovanni Maccari.
EUR 14.25
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La mano di Kleist. Lettura della «Käthchen di Heilbronn»
«La prova del fuoco» è il sottotitolo della Käthchen von Heilbronn, il dramma in versi che Kleist compose verso la fine della propria breve vita, e che rappresenta uno dei vertici della sua scrittura e, più in generale, della letteratura tedesca del Diciannovesimo secolo. Il dramma narra dell'amore della giovane Katharine, figlia dell'armaiolo di Heilbronn, per il conte Wetter vom Strahl, il quale le è apparso in sogno come futuro sposo, e che, da quel momento, lei ostinatamente insegue tra il mondo onirico e il mondo diurno. Una «prova del fuoco», effettivamente, Kleist ha posto ai suoi lettori, interpreti e traduttori, tanto la Käthchen si rivela ricca di suggestioni e delle più straordinarie evocazioni, risalenti fino all'epica germanica, che richiamano implicitamente questioni metafisiche, teologiche, estetiche e politiche. Goethe vi rinvenì «un singolare miscuglio di cose insensate e sensate», giudizio confermato da Benedetto Croce; Robert Walser vi ha visto la nascita del mito dostoevskijano del sottosuolo. In tale prova si è cimentato Clio Pizzingrilli, uno degli interpreti in maggiore sintonia con lo spirito e con il mondo di Kleist, che ha compiuto, qui, un'operazione finora inedita: riattivare Kleist con Kleist. Pizzingrilli ha inteso condurre il lettore nella selva del testo, senza mitigarne le asperità e le durezze, ma mettendone finalmente in evidenza tutti i richiami nascosti e le segrete questioni metafisiche, in modo da far risplendere tra le sue pieghe la consistenza più propria e originaria della lingua e del pensiero di Kleist.
EUR 20.90
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Etica dell'estetica. Narcisismo dell'io e apertura agli altri nel pensiero postmoderno
Il postmodernismo è davvero il paradigma che porta a compimento la fine dell'etica comunitaria in un indiscusso trionfo dell'individualismo, inteso come «estetica dell'Io»? Tanto da destra quanto da sinistra, ne sembrano convinti quasi tutti i più importanti critici della postmodernità filosofica e culturale dagli anni '60 ai giorni nostri. La tesi è questa: con il postmodernismo, esaurite le grandi narrazioni anche in campo morale, si affermano un edonismo della sensazione e una cultura del narcisismo che non lasciano spazio alla preoccupazione per la sorte altrui, in uno scenario caricato esteticamente come quello della società post-industriale, in cui le immagini e i segni pervadono l'intera realtà. Se questa critica coglie nel segno in riferimento ad autori postmoderni come Lyotard, Maffesoli e Lipovetsky, è anche vero però che il paradigma postmoderno contiene al suo interno i presuppósti teorici per l'elaborazione di un'«etica dell'estetica» positivamente intersoggettiva. Partendo da Nancy e Derrida, fino ad approdare al concetto di «cosmopolitismo estetico» che Lash e Urry collegano al fenomeno della globalizzazione, questo libro, muovendosi tra filosofia e teoria sociale, dimostra come l'elemento percettivo e sensoriale contenuto nel termine aistbesis possa diventare vettore, nel pensiero postmoderno, non soltanto dell'espansione sensoriale illimitata dell'io, ma anche e soprattutto della sua apertura costitutiva agli altri, permettendo così di costruire su basi esistenziali ed extra-normative un'etica del «noi» di respiro cosmopolita.
EUR 13.00
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Acusma. Figura e voce nel teatro sonoro di Ermanna Montanari
Di derivazione pitagorica, il termine Acusma designa un doppio orizzonte di senso; rinvia a un precetto che si «ascolta» e che ha valore di verità, non solo per la visione inedita del mondo che dischiude, ma anche per la forma in cui si esprime, traendo la sua efficacia dal suono e dall'immagine che la parola evoca. Accomunato alla formula magica, crea sgomento e meraviglia. Se questa è la declinazione precettistica del termine, l'altra rimanda invece al modo in cui il suono e la voce, nella cornice estetica del teatro contemporaneo, disegnano un ambiente in cui lo spettatore si trova immerso, senza che quest'ultimo possa dire con esattezza da quale punto dello spazio tali suoni provengono. Muovendo da questi principi, Enrico Pitozzi discute il ruolo del suono e della voce nel percorso artistico di Ermanna Montanari, attraverso le opere realizzate ìn collaborazione con il regista e drammaturgo Marco Martinelli (insieme al quale condivide la direzione artistica del Teatro delle Albe), con il compositore elettroacustico Luigi Ceccarelli e il poeta" Nevio Spadoni. L'analisi si sofferma in particolare sulle due performance-concerto, Ouverture Alcina (2009) e Lus (2015), di cui il libro contiene sia i testi che le coordinate per accedere all'ascolto integrale dei materiali. La nozione di «teatro del suono» emerge qui come acquisizione fondante delle ultime tendenze in ambito performativo, inquadrata nel recente dibattito intorno al ruolo della «figura» in scena. Il volume contiene, inoltre, una conversazione con Ermanna Montanari, Marco Martinelli e Luigi Ceccarelli, organizzata in forma di lexicon, utile a comprendere gli aspetti attorno ai quali si orienta il processo di creazione delle opere.
EUR 19.00
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Il nodo, il canestro, il pane e il filo spinato
Gli indiani Navajo, nel tessere i loro tappeti, erano soliti lasciare dei punti imperfetti per evitare che l'anima del tessitore vi rimanesse imprigionata. Dalla preistoria al capitalismo dell'acciaio, da Omero all'invenzione del filo spinato, il saggio esplora proprio questi punti imperfetti, attorcigliando con pazienza i mille fili delle epoche, delle civiltà e dei saperi.
EUR 6.50
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Riscontro. Pratica politica e congiuntura storica in Niccolò Machiavelli
Il pensiero di Niccolò Machiavelli è stato spesso interpretato come una tecnica politica autonoma e valida in ogni tempo, eppure esso si è formato in simbiosi con la riflessione di ambito storico. Una storia intesa come incontro tra l'azione degli attori politici e la qualità dei tempi: rapporto instabile e conflittuale che il segretario fiorentino tenterà di pensare per un'intera vita, in modalità diverse ma unificate dall'immagine filosofica del riscontro che di questa relazione restituisce il carattere discontinuo e, talvolta, antagonistico. Riscontrare i tempi significa dunque, di volta in volta, governare il presente o cercare di trasformarlo, assicurare la conservazione o tentare la rottura. Machiavelli rende così ragione del variare delle pratiche politiche e individua le cause dei mutamenti storici. Attraversando l'opera in tutta la sua estensione, con particolare attenzione alle "Istorie fiorentine" e nel costante confronto con la più recente letteratura critica internazionale, il volume propone una ricostruzione complessiva della dottrina storica machiavelliana, sottolineandone la distanza rispetto alle contemporanee "ontologie dell'attualità" e l'apertura verso forme politiche avvenire.
EUR 25.18
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Chengyu. Cento aforismi della tradizione cinese
I chengyu rappresentano una delle espressioni più profonde dell'antica Cina. Sebbene queste locuzioni idiomatiche, spesso formate da soli quattro caratteri, siano entrate nei secoli nella parlata comune, esse sono in realtà il frutto della grande tradizione storica, filosofica o letteraria. Come sottolinea l'autore, non sempre - anzi, molto raramente - il senso del chengyu è strettamente collegato al significato dei suoi termini. In altre parole, «la somma della traduzione letterale dei componenti non trasmette quasi mai direttamente e interamente il significato di cui l'espressione è in realtà portatrice». Ne può essere un esempio «huà long diàn jing», la cui traduzione letterale suonerebbe «dipingere draghi e tratteggiarne le pupille», ma che intende invece indicare l'aggiunta di un tocco finale (una parola, una frase) che dia eleganza a un discorso, il tocco da maestro, insomma. Questo lavoro offre al lettore una scheda esaustiva dei chengyu qui antologizzati, affiancando al testo e ai suoi significati anche l'identificazione delle fonti, nonché il passo che ha dato origine all'aforisma, presentandolo ove possibile nella sua completezza, in modo da poter ricostruire la storia della locuzione attraverso il testo che l'ha generata.
EUR 23.75
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Engagement, fiction et vérite: Pasolini, Kalisky, Sciascia, Mertens
«Un petit “ Rashomon ” critique, dans lequel le regard de Méduse de Pasolini puisse être morcelé en plusieurs miroirs, correspondant chacun à l'interprétation de Kalisky, Sciascia et Mertens.»FR. Cet essai est consacré à la comparaison de quatre écrivains et intellectuels : les Italiens Pier Paolo Pasolini (1922-1975) et Leonardo Sciascia (1921-1989) et les Belges francophones René Kalisky (1936-1981) et Pierre Mertens (1939). En partant des affinités explicites entre ces auteurs, mais aussi en les dépassant, nous aimerions comparer leurs positions différentes face à une question essentielle pour l'histoire intellectuelle du XXe siècle : la déchirure du lien entre réalité et vérité. Pasolini s'inscrit dans une attitude tragique en tant qu'il oscille entre deux pôles inconciliables : ne reconnaissant pas cette déchirure, il ondule entre l'acceptation totale de l'idée de réalité comme vérité et son refus, tout aussi totalisant. Les trois autres écrivains reconnaissent en revanche cette situation de crise, et de là partent en quête de solutions temporaires. Leur posture dialectique les pousse à dépasser le plan de la négation. Selon Kalisky, Sciascia et Mertens, l'oeuvre peut encore racheter la réalité - selon des modalités bien différentes d'un auteur à l'autre. Pour Kalisky, la fiction tend à prendre la place de la réalité. Sciascia et Mertens postulent au contraire que l'invention et le réel s'entrecroisent sans cesse. Selon Mertens cependant, il convient de renforcer, de confirmer ce mélange à travers une écriture qui le sur-mobilise et le magnifie - tandis que chez Sciascia, l'univers de la fiction se justifie entièrement par ses rapports vivants avec les mouvements de l'histoire, dans la mesure où il est capable de démasquer les mensonges du réel. EN. This essay aims to provide a comparative analysis among four famous writer-essayists-Pier EN. Paolo Pasolini (1922-1975), Leonardo Sciascia (1921-1989), René Kalisky (1936-1981), and Pierre Mertens (1939)-starting from explicit similarities, but highlighting some interesting but neglected differences among them, concerning a crucial issue of the twentieth century intellectual history: a gap between reality and truth. My claim is to show the radical difference between Pasolini's approach to this topic in relation to the other three authors. As Pasolini fluctuates between two irreconcilable positions, he assumes “a tragic attitude”: while he does not recognise this gap, he hesitates between a full acceptance of reality as a truth and a total rejection of such idea. On the contrary, Kalisky, Sciascia, and Mertens openly recognise this crisis finding some provisional solutions. Their dialectical attitude drives them to go over mere negation. According to them, the literary work could still emancipate the reality-though in different ways: Kalisky thinks that fiction has to substitute reality, whereas both Sciascia and Mertens postulate a mixture of fiction and reality. However, if Mertens emphasises this combination, Sciascia prefers, by contrast, to link fiction to historical actions and social movements, insofar as the act of writing could unmask the lies of reality. IT. Questo saggio è consacrato al confronto di quattro scrittori e intellettuali: gli italiani Pier Paolo Pasolini...
Undoing art. Ediz. inglese
«Here is, we think, the point. It doesn't matter for what reason the writer or painter or lover destroys the creation: the real point is that destruction itself, like a gigantic statement. It is, in fact, something of an excitation, a stimulation to further thought: what is this ACTION about?»What do Stéphane Mallarmé, Antonin Artaud, Meret Oppenheim, Asger Jorn, Yoko Ono, Tom Phillips and Martin Arnold have in common? Whereas a wealth of critics have diagnosed contemporary art's preoccupations with madness, depression and self-abuse as well as its tendency to cultivate an (anti-)aesthetics of the negative, the excremental and the abject (say, from the Vienna Action Group to Serrano, McCarthy or Delvoye), much less attention has been paid to how modern and contemporary artists and public have thrived on the destruction, disfiguration and obliteration of work by the artists and/or by that of others. From Artaud's «terminal» notebooks to the recent upsurge in «erasure poetics», the history of «undoing» art deserves to be recounted in a positive mode and rescued from popular narratives of the decline and death of the avant-garde.
EUR 9.50
Renzo Piano prima di Renzo Piano. I maestri e gli esordi. Ediz. a colori
Il volume prende in esame gli anni della formazione di Renzo Piano, vale a dire quelli che precedettero l'exploit del Centre Georges Pompidou\r\n\r\n«Come per la preistoria la documentazione è affidata ai fossili - residui integri o parziali di organismi un tempo viventi -, così la memoria degli esordi professionali di Piano sopravvive unicamente nelle fotografie e nei disegni d'archivio: non rimangono edifici»\r\n\r\nIl sorprendente successo ottenuto da un architetto allora poco più che trentenne nel celebre concorso internazionale del 1971 ha messo per molto tempo in ombra le sue precedenti esperienze, che sono invece fondamentali per comprendere non solo la genesi del Beaubourg (concepito insieme con Richard Rogers e Gianfranco Franchini), ma anche di tutta la sua produzione successiva. Il fitto intreccio delle sue complesse radici culturali, che si diramano in molte direzioni differenti, viene ora finalmente districato da Lorenzo Ciccarelli, che per primo ha potuto accedere agli archivi della Fondazione Renzo Piano. I capitoli del volume «tentano di disciplinare in una più sfaccettata conoscenza il magma che sta all'origine delle opere giovanili di Piano, cercando di conservare i tratti rapsodici di un vero e proprio "ritratto dell'artista da giovane"». Subito dopo la laurea, Piano costruì una serie di innovative strutture sperimentali, grazie alla sua naturale inclinazione verso le coeve ricerche sui processi di prefabbricazione e al suo attivo interesse per l'industriai design. I più significativi lavori di quegli anni sono le coperture in elementi piramidali (1964-1965) e in elementi gonfiabili (1966), il laboratorio di falegnameria (1965), lo stabilimento per l'impresa di famiglia (1966-1968), le strutture a guscio (1966-1968), l'abitazione a pianta libera (1968-1969), lo studio Piano agli Erzelli (1968-1969), il padiglione per l'industria italiana all'Expo di Osaka (1969-1970). La concezione e la realizzazione di queste opere sono, almeno in parte, frutto del dialogo che il giovane Piano intratteneva allora con alcuni maestri italiani (da Franco Albini agli esponenti della «cultura politecnica» milanese, Marco Zanuso, Giuseppe Ciribini e Giordano Forti) e internazionali (Jean Prouvé, Louis Kahn, Zygmunt Makowski, Robert Le Ricolais), che, se oggi sono universalmente considerati tali, furono a lungo misconosciuti o rimossi. Lo studente genovese li scelse con ostinazione, perseguendo un'ars combinatoria affatto personale, che lo spinse a viaggiare, spostandosi freneticamente, fra l'Europa e gli Stati Uniti.\r\nL'ultima parte del libro è dedicata al sodalizio con il «fratello maggiore» Richard Rogers, che lo introdusse nel contesto britannico e in un'isolata - ma tanto più significativa - esperienza didattica presso l'Architectural Association di Londra, accompagnandolo, infine, nel «nuovo inizio» del Beaubourg.\r\nLe ricostruzioni qui presentate costituiscono dunque uno strumento essenziale per illuminare e rileggere, attraverso materiali del tutto inediti, gli esordi della carriera professionale di uno fra i massimi architetti del nostro tempo.
EUR 30.40
Un anno di scuola
Ritratto di un'epoca irripetibile della vita, il racconto (pubblicato per la prima volta nel 1929) è anche una struggente rivisitazione della Trieste di inizio secolo.Trieste, 1909. Una ragazza ottiene, per la prima volta, l'accesso all'ottavo anno del ginnasio, passaggio obbligato per accedere agli studi universitari e conquistarsi un futuro di libertà e indipendenza. Sola femmina tra venti allievi maschi, catalizza inevitabilmente le attenzioni e le emozioni di tutti: ognuno, a suo modo, si innamorerà di lei, di quella figurina che vorrebbe essere nulla più che una compagna di studi e di scherzi spensierati, una voce nel coro concorde della classe. Edda Marty, la protagonista di Un anno di scuola, è l'incarnazione di un ideale femminile che soltanto la città di Svevo e di Saba poteva produrre: insieme fragile e forte, seria e irriverente, dolce e «temeraria», come la definisce Stuparich all'inizio. La storia del suo incontro con Antero, il compagno più riservato e sensibile, si sviluppa in un vortice drammatico che, tra amore e morte, accompagnerà la classe verso gli esami.
EUR 12.35
La casa di cartone
Una storia d'amore all'insegna del consumo, tra mobili ikea e social network \r\n\r\n"Ci siamo baciati altre volte, su internet, durante quel tramonto perpetuo e immaginario."\r\n"Questa è una storia d'amore di oggi, conoscenza via internet sui social network, ammiccamenti, poi frasi spinte, convivenza, mobili Ikea, cataloghi, comuni banalità, e fine dell'amore, perché oggi una relazione non dura più del mobilio di truciolato compresso. Narrata con il noi, come fosse la storia di chiunque, perché anche l'amore forse è un prodotto destinato al consumo; vicenda crudele e quasi sociologica, in cui si ritrova il nostro mondo impressionante e anonimo." (E. C.)
EUR 13.30
La simpatia delle latitudini
In questo saggio atipico, le architetture della Mezquita-Catedral di Córdoba, del Ryoanji di Kyoto, del Potala di Lhasa, della Moschea di Djenné, del Padiglione tedesco a Barcellona, del Megisti Lavra di Monte Athos, delle Torres de la Ciudad Satélite di Città del Messico, del Campidoglio di Chandigarh, si presentano come interpreti di un dialogo a distanza che si rinnova nel corso della storia alle diverse latitudini. E insieme ai relativi apparati figurativi - pittura, scultura, design e grafica - si confrontano nei diversi contesti urbani e naturali, nei diversi sistemi culturali di riferimento. Qui sono riconosciute come «figure abitabili»: da «figure», riflettono l'attitudine a realizzare artefatti formulati per la rappresentazione, l'immaginazione e persino l'allusione; da «abitabili», riportano lo statuto artistico alla traduzione dei vincoli di uso-funzione in opportunità. La selezione è orientata dalla rilevanza artistica degli impianti iconografici, dalla convergenza tra culture, che pur declinandosi in modo specifico, si influenzano reciprocamente, e dall'attualità delle tematiche coinvolte. Il confronto si produce nel cortocircuito tra studio e viaggio, tra ricerca teorica ed esperienza diretta. Allora architetti, artisti, autori, storici e studiosi vengono invitati ad esprimersi con le loro stesse parole; inoltre, a promuovere, come suggerisce Vittorio Gregotti, le emozioni della «vibrazione morfologica», o, come Ludwig Mies van der Rohe, a pretendere l'intensità degli «effetti spaziali», ovvero, come Bruce Chatwin, a frequentare la specificità dei luoghi durante «un viaggio fatto a piedi». Di qui dovrebbe - è l'ipotesi di ricerca - muovere la simpatia, o almeno l'empatia, non solo nei confronti di un singolo apparato figurativo, ma piuttosto nel riconoscimento di «differenze e ripetizioni» e/o «invarianti e varietà» che si ritrovano nelle pieghe della comune umanità alle diverse latitudini. Un ritrovarsi che attraverso la curiosità potrebbe attivare aperture di dialogo anche in un periodo che sembra segnato, come dice Remo Bodei, dalle «chiusure dettate dalla paura e dall'egoismo». Sulla base di queste coordinate, l'autore allestisce un originale viaggio conoscitivo e narrativo, che attraversa non solo i confini geografici e storici, ma anche quelli fra i generi letterari.
EUR 19.00
L' Italia di Zaha Hadid. Catalogo della mostra (Roma, 23 giugno 2017-14 gennaio 2018)