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La cultura orizzontale
Si legge in modo diverso dal passato, ci\r\nsi informa in una forma più complessa di\r\ncome lo si faceva solo pochi anni fa. E sono\r\nsoprattutto i giovani ad avere abitudini di\r\nconsumo culturale e mediale assai lontane\r\nda quelle dei loro genitori. Ma cos'è questo\r\nnuovo che sta prendendo il posto del\r\nvecchio? E che effetti sta producendo sulla\r\ntrasmissione, sulla produzione e sul concetto\r\nstesso di cultura?\r\n«Il merito degli autori, Giovanni Solimine e Giorgio Zanchini, è quello di mettere a fuoco i tempestosi mutamenti nel diario di bordo di noi mediatori disarcionati: insegnanti, editori, giornalisti, professori, bibliotecari e librai, catapultati nell'ultimo decennio in un ambiente radicalmente modificato» - Simonetta Fiori, La Repubblica\r\n L'avvento di quello che viene definito l'ecosistema\r\ncomunicativo Internet ha cambiato il modo in cui si\r\nproduce, trasmette e riceve conoscenza. Il campo che è stato\r\npiù disarticolato dalla rivoluzione digitale è quello informativo:\r\nla rivoluzione digitale è stato un cambio di paradigma, un game\r\nchanger. Oggi abbiamo la possibilità di essere informati in modi\r\ndifferenti, da fonti differenti, usando media differenti. È una\r\nmetamorfosi che le generazioni nate sino agli anni '80 hanno\r\npotuto osservare nel suo svolgersi, ma che la generazione delle\r\nreti ha sostanzialmente trovato, è una generazione cresciuta con\r\nla rete, e con strumenti che le permettono di accedere\r\nall'informazione senza limiti di tempo, spazio, luogo. Tra gli\r\neffetti più evidenti del cambio di paradigma c'è stata anche\r\nun'accelerazione dei processi di disintermediazione. La\r\npossibilità di un accesso immediato e diretto a saperi e\r\ninformazioni ha messo in discussione il metodo con il quale ci\r\nsiamo trasmessi le conoscenze per secoli, e cioè in modo\r\norganizzato e mediato dall'autorevolezza ovvero dalla\r\ncompetenza. La rete ha indebolito i corpi intermedi in qualsiasi\r\nambito: da quello politico fino a quello\r\nculturale - pensiamo a insegnanti,\r\ncritici, giornalisti, editori, bibliotecari,\r\nlibrai -, figure che bene o male\r\norganizzavano il nostro accesso\r\nai saperi. Questo significa che la\r\nrete ha scardinato il sistema\r\ndi accesso alla conoscenza dalle\r\nfondamenta? A questa e a molte\r\naltre domande si cercherà di dare\r\nuna risposta.
EUR 13.30
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L' isola ribelle. Procida nelle tempeste della Controriforma
Uno dei maggiori studiosi italiani\r\ndell'Inquisizione ricostruisce la secolare\r\nribellione di una piccola isola alle\r\nimposizioni della Chiesa. Una storia\r\ninedita e suggestiva di resistenza.\r\n\r\nA Procida, la più piccola isola del golfo di Napoli, i ripetuti\r\ntentativi delle autorità ecclesiastiche di introdurre le\r\nsevere regole dettate dal concilio di Trento - dai battesimi\r\namministrati il più presto possibile alla lotta alle convivenze, dal\r\ncontrollo dell'adempimento del precetto pasquale alla\r\nrepressione delle pratiche magiche - dovettero fare i conti con\r\nuna comunità ricca, vivace, aperta agli scambi e\r\norgogliosamente attaccata ai propri modi di vita.\r\nNelle aspre tensioni che scaturirono da questa situazione non\r\nmancarono le forzature e anche dei veri e propri orrori: per\r\nalcuni anni, ad esempio, i neonati morti senza il sacramento\r\nfinirono in pasto ai cani. Il quadro complessivo restò a lungo\r\nper la Chiesa di Roma fallimentare, e il libro lo documenta\r\nampiamente in un arco temporale lungo due secoli. Alla\r\nrinuncia all'Inquisizione, di fatto 'abbandonata' nell'isola già\r\nverso la metà del Seicento, si cercò di supplire con i missionari\r\ne i confessori, ma senza particolari risultati.\r\nLe vicende di Procida sono l'occasione per riflettere sul\r\ncomplessivo esito dei tentativi di disciplinamento religioso\r\nnell'Italia moderna. Ovunque, sia in altre piccole isole, sia\r\nnelle aree rurali, sia nelle città, le resistenze sono solidamente\r\ne vivacemente documentate e invitano a riflettere sulla\r\nstraordinaria durata del 'Medioevo' religioso nel paese del papa.
EUR 17.10
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Le sfide della democrazia. La paura e la lusinga
Tredici interventi agili e autorevoli per\r\norientarsi nella comprensione di questo\r\ntempo difficile.\r\n«Una riflessione che vuole mantenere viva la speranza nella democrazia che verrà» - La Gazzetta del Mezzogiorno«Tredici interventi in grado di fornire al lettore una bussola per orientarsi nella comprensione di questo tempo difficile» - Nuovo Quotidiano di Puglia\r\nDodici autorevoli e agili interventi in grado di fornire al\r\nlettore una bussola per orientarsi nella comprensione di\r\nquesto tempo difficile. Se dopo la caduta del muro di Berlino ci\r\nsi è cullati nella fugace illusione che la forma di governo\r\ndemocratica 'del popolo, dal popolo, per il popolo' fosse\r\ndestinata a un predominio universale, oggi nei suoi confronti si\r\nmanifestano attacchi, tensioni, logoramenti. Contro l'ideale di\r\nuna società aperta nuovi muri vengono promessi o innalzati dai\r\nleader populisti per delimitare, soffiando su paure irrazionali, il\r\nperimetro delle loro pulsioni sovraniste contrapposte al\r\n'diverso' e allo 'straniero'. C'è chi propugna l'ibridazione della\r\ndemocrazia con un autoritarismo 'soffice', chi ne ipotizza il\r\nsuperamento in nome di una presunta neutralità della tecnica,\r\nchi ne asseconda l'asservimento a potentati economici, chi la\r\ndiluisce con procedure insondabili. Ma la democrazia non ha\r\npaura delle sfide.\r\nIn questo libro alcuni protagonisti del dibattito pubblico italiano\r\n- accademici, magistrati, ricercatori, intellettuali - discutono di\r\ndiritti, libertà, giustizia, corruzione, mafie e\r\nterrorismo come sfide e opportunità per\r\nla democrazia. I loro contributi, scaturiti\r\nda un ciclo di incontri tenuti presso il\r\nLiceo Scientifico “Leonardo da Vinci”\r\ndi Maglie (Lecce), costruiscono - con\r\nla forza critica di un'argomentazione\r\nlibera e appassionata - un argine alle\r\nsemplificazioni esasperate degli appelli\r\npopulisti e contribuiscono così a tenere\r\nviva la speranza nella democrazia che\r\nverrà.
EUR 17.10
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L' amore che resta
Quando muore l'amore della vita resta solo l'eco dell'assenza. Ma all'amore della vita si deve qualcosa di più. Non la propria disperazione, ma il racconto della felicità che si è vissuta insieme.\r\n\r\n«Dovevo cercare di parlare di lei: non solo della sua perdita, ma di lei viva e palpitante, di ciò che abbiamo vissuto insieme, di tutto quello che mi ha dato e non solo di quello che mi ha tolto con la sua assenza. Dovevo, soprattutto, asciugarmi le lacrime e cercare di avvicinarmi a ciò che è stata lei in sé, avulsa dal sottoscritto, alla sua essenza interiore che sono appena riuscito a intravedere e che ho amato ciecamente. Ma dovevo anche raccontare la sofferenza, atroce e definitiva, patita negli ultimi mesi e sopportata con un coraggio superiore a quello che mostravo io con i miei gemiti esibizionisti. Uno dei primi giorni del nostro calvario, all'ospedale di Pontevedra, appena conosciuta la diagnosi il cui esito fatale ancora ignoravamo ma che già presagivamo capace di separarci, abbracciati sul tuo letto sfatto, mi dicesti: “Se tu non lo racconti, nessuno saprà che cosa siamo stati l'uno per l'altro”. Non sono sicuro di poterlo raccontare, amore mio, temo di non essere all'altezza di una tale sfida, ma capisco che sarebbe miserabile, da parte mia, non provarci nemmeno. Ecco dunque che cosa mi resta da fare.» Fernando Savater ha deciso di scrivere questo libro dopo la morte di sua moglie Sara. Pagine toccantie sincere che raccontano l'esperienza della malattia e della morte, che parlano a chi ha perso un affetto caro, ma che sono insieme un inno alla vita e all'amore.
EUR 17.10
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Crimini a Nord-Est
Le trame oscure della criminalità organizzata nella locomotiva economica nazionale. Un pezzo del mondo imprenditoriale che ha scelto la piovra per fare affari. Le misure necessarie per contrastare la pericolosa avanzata del crimine a Nord-Est. «Droga, armi, esseri umani. E soldi, tanti soldi. Basta uno sguardo alla carta geografica per capire come il Nord-Est sia al centro dei traffici che alimentano il crimine internazionale che a sua volta foraggia il crimine locale. Qui la rotta balcanica della droga si congiunge a quella dal Meridione. Convergono da Est i carichi di armi serbi e croati via terra e via mare e le vittime della tratta di esseri umani attraverso il confine orientale. Nel bel mezzo di tutto ciò, l'unica mafia nata al di fuori delle regioni meridionali, la mafia del Brenta.»
EUR 17.10
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Pochi contro molti. Il conflitto politico nel XXI secolo
Nadia Urbinati esplora il cuore del meccanismo democratico: la scossa conflittuale tra i 'pochi' e i 'molti', le élites e il popolo.\r\n\r\nIl XXI secolo è punteggiato da una serie ininterrotta di manifestazioni popolari che hanno portato in piazza un diffuso scontento: le primavere arabe, Occupy Wall Street, gli indignados, i Vaffa Days, i gilet gialli, le manifestazioni sul clima, le rivolte in Cile, a Hong Kong, in Libano. Quello a cui assistiamo è un conflitto nuovo rispetto a quello rappresentato e organizzato da partiti e sindacati: è contrapposizione tra pochi e molti, tra chi detiene il potere e chi sente di non contare nulla. La frattura sociale profonda che questi antagonismi evidenziano mette in crisi l'idea stessa di democrazia e la espone al rischio di pulsioni autoritarie. Ma questo non è un esito scontato: come scriveva Machiavelli, il conflitto tra pochi e molti può essere anche un lievito di libertà, se il nuovo ordine che ne può risultare riequilibra il potere nella società.
EUR 11.40
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Io, Agrippina
Con un racconto in prima persona, Andrea Carandini\r\nconduce il lettore nelle memorie di una delle figure\r\nfemminili più controverse e affascinanti della storia di\r\nRoma.\r\n\r\n«Un libro davvero affascinante su una delle stagioni più\r\nspietate della storia dell'umanità» - Paolo Mieli, “Corriere della Sera”\r\n«Finalmente un po' di giustizia per Agrippina minore. Ci\r\nvoleva uno studioso dello spessore di Andrea Carandini\r\nper restituire ai lettori il temperamento di un'imperatrice\r\ngiustamente definita 'una donna antica che anticipa il\r\nfuturo'» - Claudia Gualdana, “Il Foglio”\r\n«Un affresco grandioso. Come in una pittura elegiaca dei\r\nfratelli Carracci, sfilano tra le pagine imperatori crudeli,\r\npazzi e megalomani, prefetti senza scrupoli, liberti scaltri,\r\ndonne determinate, vendicative o licenziosamente ribelli.\r\nIl potere immaginifico che l'autore riesce a suscitare è\r\nsorprendente» - Valentina Porcheddu, “Il Manifesto”\r\n\r\n«Sono Giulia Agrippina Augusta e ho raggiunto il\r\nquarantesimo anno di età. Ho imparato molto da mia\r\nmadre, ma disgrazie innumerevoli mi hanno indotto ad agire\r\ncon meno testardaggine, imitando la diplomazia in cui mio\r\npadre eccelleva. L'arte più importante è quella che insegna a\r\nvivere. Si ottiene una vita di potere solo imparando a usare gli\r\nuomini come mezzi. Il fuoco che nel cuore arde, fatto di pulsioni\r\ne debolezze, va nascosto nel ghiaccio. Una passione genuflessa\r\nal rigore delle regole di corte mi ha recato ormai un dominio\r\nindiscusso, nonostante le resistenze di chi a me tutto deve: mio\r\nfiglio Nerone.»\r\nUna biografia scritta come l'autobiografia di una donna che fu\r\nnobildonna e imperatrice.
EUR 11.40
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Il tuo capo è un algoritmo. Contro il lavoro disumano
Automazione, algoritmi, piattaforme, smart working: il mondo del lavoro sta vivendo una vera e propria rivoluzione. La paura è che crolli il numero degli occupati e che il lavoro umano venga riconosciuto e apprezzato sempre meno. Si teme la capacità di controllo dei software di intelligenza artificiale. Ma non esistono tecnologie buone e tecnologie cattive; esistono usi distorti e usi consapevoli delle invenzioni e delle innovazioni.La tecnologia cambia rapidamente e incide in profondità in tutti gli ambiti, con esiti spesso preoccupanti. È quello che accade al mondo del lavoro, tra trasformazione digitale, utilizzo dei robot e dell'intelligenza artificiale e diffusione delle piattaforme. Che cosa sta accadendo alle professioni che non sono state spazzate via dalla tecnologia? Come ci si confronta con strumenti di sorveglianza dei lavoratori sempre più pervasivi? Quante possibilità ci sono che il modello della gig-economy si affermi come nuovo paradigma produttivo? Che cosa potranno fare le parti sociali e le forze politiche per mettere in campo protezioni efficaci? La qualità del lavoro presente e futuro dipende da come esso è concepito, contrattato e organizzato. La trasformazione digitale può essere infatti un alleato indispensabile, dalla fabbrica alla scrivania, dal magazzino all'ufficio, ma va messa alla prova sul terreno della convenienza sociale e politica e non solo su quello della convenienza economica. Questo libro è uno strumento prezioso per orientarsi con coordinate precise sui nuovi scenari, sui rischi che corriamo e sulle scelte necessarie per affrontare il futuro.
EUR 17.10
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Lo studente che sfidò il papa. Inquisizione e supplizio di Pomponio de Algerio
Una storia drammatica - tra Padova, Venezia e Roma, nel cuore del Cinquecento - di uno studente eretico che, probabilmente per primo, non si piega al volere del Papa creatore dell'Inquisizione romana: il contributo di una grande università italiana e dei suoi scolari per l'affermazione della libertà di pensiero.Prima di Giordano Bruno, nel 1555, Pomponio de Algerio, anch'egli nolano e studente dell'Università di Padova, viene processato presso il Tribunale locale dell'Inquisizione perché sospettato di essere protestante. A nulla gli valse l'appello ai giudici per il rispetto della particolare libertas di cui godevano gli studenti a Padova. Grida più e più volte che il Papa è l'anticristo e i vescovi e i cardinali un'accolita di ladri e corrotti. Papa Paolo IV fa tutto ciò che è in suo potere per averlo dinanzi a sé, a Roma. Condannato a morte per eresia, Pomponio verrà arso vivo a Piazza Navona nel 1556.
EUR 19.00
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La fatica più bella. Perché correre cambia la vita
La corsa sulle lunghe distanze è una disciplina dura. Richiede costanza, capacità di sopportare la fatica e superare soglie di sofferenza a cui la nostra vita sedentaria non ci prepara. Ma è l'attività più naturale che sia possibile praticare; un'attività nella quale milioni di anni di evoluzione della specie ci hanno reso imbattibili. E, soprattutto, la corsa ci rende felici. Non soltanto più magri e forti, più sani e soddisfatti: riesce a toccare qualcosa di misterioso, che ci avvicina alla nostra natura più profonda e ci fa sentire liberi. Se l'uomo è un perfect runner, la maratona è la distanza perfetta. Rappresenta infatti il giusto compromesso tra resistenza ed efficienza: mette alla prova la capacità fisica e mentale di 'tenere duro', ma consente di esprimere un gesto atletico efficace, limpido, 'bello'. Può essere un'avventura splendida o fallimentare; può lasciare stanchi e felici, o frastornati, svuotati e delusi. Non tutto dipende dal risultato. Come insegnano i filosofi orientali, la strada è più importante del traguardo, ed è il cammino a dare un senso alla meta.
EUR 10.45
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Il focolaio. Da Bergamo al contagio nazionale
Finalista Premio Estense 2021Francesca Nava è stata la prima giornalista italiana a indagare sull'epidemia di Covid-19 a Bergamo e sulle tragiche conseguenze della mancata zona rossa di Alzano Lombardo e Nembro. I suoi articoli hanno dato origine a una serie di altre inchieste e sono stati fondamentali per dare voce ai protagonisti di una vicenda che da locale è purtroppo diventata nazionale. Questo libro rimette in fila tutti i passaggi, le testimonianze, i documenti riservati e le responsabilità politiche che hanno determinato la più grave crisi sanitaria ed economica della storia d'Italia del nostro tempo. Tutto ha inizio in un ospedale in provincia di Bergamo, in Val Seriana, in una delle regioni più sviluppate ed efficienti d'Italia. Il primo, gravissimo errore: il focolaio del virus non viene isolato. Segue una catena di altre negligenze, sanitarie e non solo. La superficialità della politica locale, regionale e nazionale. Le pressioni del mondo industriale. Il fallimento della medicina territoriale lombarda. L'incapacità di tutelare le fasce più deboli della società. Da lì deriva il dilagare incontrollato della malattia, con la sua scia di morti, e la chiusura di un intero Paese. Un libro-inchiesta documentatissimo che è insieme un accorato tributo alla memoria delle tantissime persone che avrebbero potuto essere salvate.
EUR 9.75
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Segui il tuo demone. Quattro precetti più uno
Sono i classici i competenti in umanità, i contemporanei non ci sono attuali. Guardano il cielo stellato ma non si meravigliano, sono angosciati dall'esistenza ma non sono tragici, elaborano ricette ma non redigono nuove tavole della legge, parlano di tutto ma non di noi. Il demone della modernità non ci è amico. È la classicità la forza antagonista del presente. Ci appassionano perché sono diversi e lontani da noi; perché valgono come resistenza culturale e antidoto etico per i nostri giorni.Obbedire al tempo (parere tempori), seguire il demone (deum sequi), conoscere se stessi (se noscere), non eccedere in nulla (nihil nimis): racchiusi in otto parole latine che sfidano la brevitas di Twitter, sono questi i quattro punti cardinali attorno ai quali ruota tutta la saggezza classica legata ai grandi nomi di Sofocle e Socrate, Platone e Aristotele, Cicerone e Orazio, Seneca e Agostino; e alla quale farà costante riferimento la riflessione letteraria e filosofica della nostra Europa. Sono quattro precetti che mirano a rispondere alla domanda di Agostino: «Tu chi sei?» (Tu quis es?). Il libro spinge la riflessione fino ai nostri giorni e intercetta le domande dei nostri giovani, chiamati a una missione supplementare e difficile: arrivati in un mondo vecchio fatto su misura per i loro padri, devono ora costruirne uno nuovo per loro stessi e per i loro figli. Torna così attuale l'invito che Max Weber rivolse ai giovani nei giorni che seguirono le macerie della prima guerra mondiale. Alla loro domanda: «Professore, cosa dobbiamo fare?», il professore non seppe andare oltre questa risposta: «Ognuno segua il demone che tiene i fili della sua vita».
EUR 13.30
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Come muoiono le democrazie
Da Erdoğan a Putin, da Orbán a Trump, i passaggi cruciali attraverso i quali una democrazia, oggi, può essere svuotata dall'interno.«Le democrazie liberali sono in pericolo. Le democrazie liberali possono morire. Alcune, senza che ce ne accorgiamo, stanno già morendo. Steven Levitsky e Daniel Ziblatt, studiosi di scienza politica di Harvard, ne sono convinti. E hanno convinto anche noi» - Massimo Giannini, la Repubblica«"Come muoiono le democrazie" è una guida lucida ed essenziale a ciò che potrebbe accadere» - New York Times«Levitsky e Ziblatt rigettano l'idea di eccezionalismo occidentale. Non ci sono vaccini che ci proteggono dalla morte delle democrazie. Un libro chiaro e allarmante» - The Guardian«Un potente campanello d'allarme» - Foreing Affairs\r\n«Illuminante e spaventosamente attuale» - New York Times Book ReviewOrmai è raro che il potere venga conquistato attraverso un golpe militare o comunque con la forza. Quasi tutti i paesi tengono regolarmente elezioni. Le democrazie muoiono ancora, ma con altri mezzi. Dalla fine della Guerra Fredda a oggi, a determinare la morte di una democrazia non sono quasi mai generali e soldati, ma gli stessi governi eletti. Leader eletti hanno sovvertito le istituzioni democratiche in Venezuela, Georgia, Filippine, Nicaragua, Perù, Polonia, Russia, Sri Lanka, Turchia, Ucraina e Ungheria. Oggi il tracollo di una democrazia comincia nelle urne. Steven Levitsky e Daniel Ziblatt attraversano la storia recente per identificare i passaggi cruciali e le condizioni che si ripropongono, seppure in diverse declinazioni, ogni volta che una democrazia viene gradualmente trasformata in regime autoritario da un leader eletto Un processo messo in atto dall'interno delle istituzioni e con mezzi legali. Introduzione di Sergio Fabbrini.
EUR 11.40
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Guerra civile e ordine politico
Dal 1990 a oggi un'ondata di guerre civili si è abbattuta su singoli paesi e intere aree regionali: la Jugoslavia all'indomani della fine della guerra fredda, la Somalia, l'Africa occidentale e la regione dei Grandi Laghi nei dieci anni immediatamente successivi, il Medio Oriente, l'Africa settentrionale e l'Ucraina nel periodo più vicino a noi. Questa proliferazione di guerre civili ha attirato l'attenzione di decisori politici, operatori umanitari, giornalisti e, naturalmente, studiosi. Ma, allo stesso tempo, li ha convinti sempre di più a vedere nella guerra civile un fenomeno marginale, confinato una volta per tutte fuori degli spazi 'centrali' del sistema internazionale e associato a qualche forma di arretratezza economica, politica o persino culturale. Allargando la prospettiva oltre l'ultimo trentennio, il libro rovescia questa immagine. È sufficiente attingere all'esperienza storica, infatti, per constatare che la guerra civile costituisce un'esperienza centrale nella storia europea (e italiana). Attorno a essa ruotano alcune delle determinanti fondamentali dell'ordine politico: l'edificazione e la successiva implosione della distinzione tra 'noi' e gli 'altri'; la conseguente separazione tra ciò che è dentro e ciò che è fuori dall'unità politica e, quindi, tra politica 'interna' e politica 'estera'; la distinzione ancora più capitale tra violenza 'buona' e violenza 'cattiva', 'legittima' e 'illegittima', 'legale' e 'criminale'.
EUR 23.75
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Storia della guerra fredda
Che cos'è la guerra fredda? Nell'accezione corrente, è l'intero arco cronologico che inizia alla fine della seconda guerra mondiale e arriva sino al triplice evento che la conclude: l'abbattimento del muro di Berlino (1989), la riunificazione tedesca (1990), il collasso dell'impero interno dell'URSS (1991). Ma col termine 'guerra fredda' si indica anche il confronto militare, economico, politico e ideologico tra le due superpotenze che si sono spartite il pianeta e lo sfondo storico permanente, durato quarantacinque anni, su cui si stagliano alcuni momenti particolarmente 'caldi' di un lunghissimo dopoguerra. In questo libro si vuole dimostrare che la guerra fredda è stata, in realtà, un sistema largamente imperfetto delle relazioni internazionali, gestito da due superpotenze non solo antagoniste, ma anche complementari. Con la presenza, negli anni 1946-1976, di un terzo e inarrestabile soggetto che l'ha fortemente condizionata: la decolonizzazione; e con la presenza, soprattutto negli anni successivi, di un altro soggetto, più economico che politico: l'Europa.
EUR 15.20
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I gesuiti. Dalle origini alla soppressione. 1540-1773
Esaltata e ricercata per le sue qualità religiose e intellettuali, temuta per la sua intraprendenza, accusata di tramare per la conquista del mondo, la Compagnia di Gesù è tra le espressioni più importanti di quel rinnovamento della Chiesa cattolica che nel Cinquecento seguì la crisi provocata dalla riforma protestante e che portò alla nascita di numerosi nuovi ordini religiosi. Espressione della forte personalità di Ignazio di Loyola, seppe interpretare al meglio le esigenze della società di antico regime impegnandosi nei campi più disparati, da quello educativo a quello missionario, a quello spirituale, mantenendo d'altra parte uno stretto legame con il potere politico. La dimensione universale progressivamente assunta dall'ordine lo rende ancora più interessante: attraverso la sua storia è possibile seguire l'evoluzione non solo dell'Europa moderna, ma anche di paesi come la Cina o il Paraguay, dove i gesuiti si stabilirono con successo e da dove riportarono ai contemporanei i loro resoconti di quei mondi lontani.
EUR 15.20
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Un mondo di ferro. La guerra nell'antichità
La storia del mondo antico è un succedersi di battaglie, scontri e duelli che hanno lasciato una traccia formidabile nel nostro immaginario. Ma cosa voleva dire per un greco e un romano indossare l'armatura e scendere sul campo di battaglia? Significava riconoscere che la guerra era parte della vita, non che fossero amanti della guerra. Così come era possibile finire catturati dai pirati durante un viaggio in mare per essere venduti come schiavi in qualche mercato dell'Egeo, o cadere vittima di un'epidemia o di una carestia, così era nell'ordine delle cose umane essere coinvolti in una guerra e morire in battaglia. Ma c'è di più: poteva aspirare a definirsi cittadino solo colui che, nella buona stagione, era pronto a marciare fuori dai confini per combattere contro il nemico. Un libro che ci rende comprensibile la mentalità degli antichi trattandola con profondo rispetto.
EUR 13.30
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Guida a Wittgenstein. Il «Tractatus», dal «Tractatus» alle «Ricerche», matematica, regole e linguaggio privato, psicologia, certezza, forme di vita
Un'esposizione critica del pensiero di Wittgenstein può difficilmente essere organizzata 'per libri'. Egli pubblicò un solo libro e la produzione successiva al 1929 è un unico grande work in progress. Ma non è facile nemmeno organizzarla 'per temi', dato che non abbiamo a che fare con un pensatore sistematico o comunque orientato a disporre i suoi pensieri secondo partizioni tradizionali - logica, metafisica, etica, filosofia di questo e di quello. L'articolazione che si è scelta ha lo scopo di dare autonomia e unità ai singoli contributi, illuminando al tempo stesso la maggior parte degli argomenti della riflessione di Wittgenstein.
EUR 20.90
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Pietre d'oltremare. Scavare, conservare, immaginare l'Impero (1899-1940)
Tra Ottocento e Novecento molti paesi europei si lanciarono in grandi campagne archeologiche nei paesi del Mediterraneo, alimentando le collezioni di prestigiosissimi musei a Londra, Parigi e Berlino. Tali operazioni politiche e culturali servivano a giustificare il proprio espansionismo coloniale attraverso l'appropriazione e l'uso simbolico dei materiali della storia. Anche in Italia l'archeologia ha svolto un ruolo di primo piano, e mai prima esplorato, nella costruzione di un'alterità barbara, inferiore e subalterna, incapace di aver cura del passato. Un ruolo tanto più rilevante in quanto, nello stato liberale prima che nella propaganda fascista, l'archeologia proiettò l'immagine dell'Impero moderno sulle fondamenta di quello romano. Partendo dall'istituzione della Missione archeologica italiana a Creta (1899), passando per il 'discorso dell'antico' nella guerra italo-turca (1911-1912) e la nascita degli organismi di tutela nelle colonie di Libia e del Dodecaneso, il libro ricostruisce questa stagione attraverso il vissuto dei suoi protagonisti (degli archeologi come degli 'scavatori' reclutati localmente) e, al tempo stesso, getta luce sulle reazioni locali all'?espropriazione'. Ampio spazio viene poi dedicato al fascismo, mostrando la centralità dei nuovi siti libici (Cirene, Sabratha e Leptis Magna) nelle politiche del consenso del regime.
EUR 20.90
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Prima gli italiani! (sì, ma quali?)
"Prima gli italiani" è uno slogan di grandissimo successo. Lo abbiamo sentito ripetuto migliaia di volte e lo troviamo in rete in ogni dove. Prendiamolo sul serio, allora: chi sono questi italiani che devono venire prima? Gli eredi dei Romani o quelli che abitano la nostra penisola? Insomma, quand'è che siamo diventati italiani? E perché?Quando diciamo: «Prima gli italiani!» cosa intendiamo? Chi ha la cittadinanza italiana o chi in Italia ci abita? Chi parla italiano? Chi ha genitori italiani o chi in Italia ci è nato? E non è la prima volta che ci poniamo questa domanda: ha cominciato Dante con la "serva Italia"; poi d'Azeglio con gli "italiani da fare"; e ancora, i "santi, poeti e navigatori"; gli "italiani nuovi" fascisti o "gli italiani brava gente". Urliamo questo slogan in un paese dai confini incerti, diviso tra nord e sud, est e ovest, città e campagna. Un paese che ha faticato a parlare la stessa lingua, che racconta a sé stesso una storia composta di micromemorie di parte. Un paese in cui i momenti più divisivi della vita pubblica sono proprio le feste nazionali. Ora questa identità frammentata è messa ulteriormente sotto stress dalle generazioni di ragazze e ragazzi nati in Italia da genitori "forestieri". E negli stadi, con la realtà attorno a smentire l'ennesimo precario schema identitario, si grida: «Non ci sono negri italiani».
EUR 13.30