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Il pregiudizio universale. Un catalogo d'autore di pregiudizi e luoghi comuni
"Pregiudizi, luoghi comuni, credenze: «sono tutte quelle cose che ognuno di noi crede di sapere sulla base non di una vera informazione, ma di una percezione più o meno passivamente condivisa. Come recita un facile aforisma, d'altronde, il pregiudizio peggiore è quello di chi crede di non avere pregiudizi»." (dall'Introduzione di Giuseppe Antonelli)
EUR 13.30
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Il disagio della postmodernità
Il disagio della postmodernità è uno dei libri fondamentali di Bauman. Una lettura imprescindibile per chiunque voglia capire il suo tempo in tutte le sue implicazioni e le sue contraddizioni.\r\n\r\n«Vecchie e nuove mappe per cercare di navigare nei mari agitati della crisi. Il disagio della civiltà, aveva scritto nel 1930 Sigmund Freud. Il disagio della postmodernità è il titolo di una delle più importanti opere di Zygmunt Bauman, scritta nel 1997. In quasi un secolo molto è cambiato nella faticosa costruzione dei rapporti tra persone e società, ma rimane sempre acuto quel "disagio" che accomuna le due opere: la consapevolezza del conflitto tra pulsioni umane e regole, libertà e vincoli, ricerca della bellezza e del piacere e tendenze distruttive dell'individualismo.» - Antonio Calabrò, Giornale di Sicilia\r\n\r\nNon esistono guadagni senza perdite, e il sogno di una felicità per il guadagno, depurata del dispiacere per la perdita, è altrettanto vano della proverbiale speranza di un pranzo gratis. I guadagni e le perdite connessi a ognuno dei vari sistemi di convivenza umana vanno accuratamente conteggiati, per tentare di pareggiarli il più felicemente possibile. Ma non è mai esistito, e mai esisterà, un bilancio dove ci sia la voce dell''avere', ma non quella del 'dare'.\r\nLa gioia della vita civile si ottiene solo insieme alla sofferenza, la soddisfazione va sottobraccio al disagio e l'obbedienza alla ribellione. La civiltà, quest'ordine artificiale imposto sul disordine naturale dell'umanità, è un baratto, un compromesso sempre rimesso in questione e volta a volta rinegoziato.
EUR 17.10
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Contro Roma
«Fisicamente, Roma non è diventata né una grande capitale come Parigi o Londra, né una megalopoli come Rio de Janeiro o il Cairo. È una via di mezzo tra le due cose e ha i difetti così della megalopoli come della capitale senza averne i pregi... L'Italia non si è espressa a Roma; vi si è invece trovata repressa.» - Alberto Moravia\r\n\r\nNel 1975 alcuni tra i maggiori scrittori italiani - romani e non - raccontarono i difetti della capitale in un libro di straordinaria efficacia, intitolato Contro Roma. Abbiamo pensato di riproporre alcuni di quei testi e chiedere ancora una volta a degli scrittori di guardare e raccontare Roma.Ne emerge un ritratto illuminante della città, di ieri e di oggi, composto di realtà e di stereotipi.
EUR 15.20
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Stranieri alle porte
Noi siamo un solo pianeta, una sola umanità. Quali che siano gli ostacoli, e quale che sia la loro apparente enormità, la conoscenza reciproca e la fusione di orizzonti rimangono lavia maestra per arrivare alla convivenza pacifica e vantaggiosa per tutti, collaborativa e solidale. Non ci sono alternative praticabili. La 'crisi migratoria' ci rivela l'attuale stato del mondo, il destino che abbiamo in comune.\r\n\r\nAbbiamo eletto gli stranieri a causa di tutti i nostri mali. In realtà il nostro senso crescente di precarietà e paura dipende dalla incapacità di governare l'enorme forza dei processi di globalizzazione.
EUR 9.50
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Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia
Va di moda assegnare le bandiere ai luoghi. C'è chi assegna la bandiera blu alle migliori località di mare e chi quella arancione ai paesi più belli. Franco Arminio assegna la bandiera bianca ai paesi più sperduti e affranti, i paesi della resa, quelli sulla soglia dell'estinzione. Ce ne sono tanti e sono i meno visitati. Non hanno il museo della civiltà contadina, non hanno il negozio che vende i prodotti tipici, non hanno la brochure che illustra le bellezze del posto, non hanno il medico tutti i giorni e la farmacia è aperta solo per qualche ora. Sono i paesi in cui si sente l'assenza di chi se n'è andato e quella di chi non è mai venuto. Non hanno neppure stranezze particolari: non fanno processioni coi serpenti, non fanno la festa degli ammogliati, non hanno dato i natali a una famosa cantante o a un politico o a un calciatore. Non hanno neppure particolari arretratezze, hanno l'acqua calda in tutte le case, hanno le macchine e il televisore, tutti hanno di che mangiare e un tetto dove dormire. In questi paesi della bandiera bianca ci sono i lampioni, ci sono i marciapiedi, c'è sicuramente almeno un bar e un piccolo negozio di alimentari, c'è un sindaco e una piazza, c'è qualche bambino, ci sono molti anziani, ci sono case nuove e case un po' più vecchie.
EUR 13.30
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Il libro delle foreste scolpite. In viaggio tra gli alberi a duemila metri
"Il libro delle foreste scolpite" è un viaggio nel tempo alla scoperta di sé scandagliando quei luoghi dove le conifere resistono alle avversità d'un ambiente estremo e d'una terra rocciosa, là dove il resto dei viventi ha smesso di sopravvivere. Lariceti, pinete e cembrete dispersi fra quota 1900 e 2200 lungo l'arco alpino, ma anche le cortecce contorte e scolpite dei pini loricati che abitano le creste del Massiccio del Pollino, fra Calabria e Basilicata. E, infine, i pini longevi o Bristlecone Pines sulle Montagne Bianche in California, fra quota 3000 e 3900 metri, gli esemplari più antichi del pianeta (oltre 5000 anni). Un viaggio in paesaggi lunari dove la vita cerca a suo modo la strada per l'eternità. Luoghi dove l'anima si riveste di radici, di sogni, d'immaginazione.
EUR 9.50
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Piccola città. Una storia comune di eroina
Decine di migliaia di tossicodipendenti, una 'generazione scomparsa' su cui si è steso un velo di oblio. Un libro di storia, un memoir che squarcia un muro di silenzio e lo fa partendo dal punto di vista più difficile e doloroso: quello personale.\r\n\r\n«Guardate questa bambina. Questa bambina sono io. Ho un buffo cappello di lana colorato, lo so perché c'è un'altra foto a colori che me lo dice. Sto con M. Deve essere il 1977. Sono felice. La città per me è ancora una soltanto. Nessun muro la divide in due. Per ora. Dopo non sarà mai più così. Quando arrestano mio padre per spaccio di eroina ho 15 anni, frequento il ginnasio, nell'unico liceo classico di Grosseto. Un liceo di provincia, frequentato dai figli dei professionisti della città. Quando lo arrestano io non dico niente a scuola. Non trovo le parole per farlo, non credo di averle neanche cercate, è qualcosa che accade, e basta. Quando le cose accadono a me io non so come raccontarle. Per questo faccio la storica, racconto le cose che accadono agli altri, eppure questa di mio padre voglio raccontarla, così inizio a parlarne con gli altri, ma solo all'università, quando mi sento ormai protetta dalla distanza, ne parlo e ne parlo, e una giovane storica senza immaginazione si domanda se sono matta ad andare a dire in giro che mio padre si è fatto di eroina. Perché questa è una cosa che non si racconta. Non è neanche un fatto degno di storia. È una piccola storia ignobile.»
EUR 18.05
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Non c'è più la Sicilia di una volta
La Sicilia di oggi non è più quella degli stereotipi incrostatisi sulla Trinacria nel corso dei secoli. E di storie e di voci nuove che la raccontano, questo libro ne contiene davvero tantissime. Giuseppe Culicchia «Non ne posso più di Verga, di Pirandello, di Tomasi di Lampedusa, di Sciascia. Non ne posso più di vinti; di uno, nessuno e centomila; di gattopardi; di uomini, mezz'uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà. E sono stanco di Godfather, prima e seconda parte, di Sedotta e abbandonata, di Divorzio all'italiana, di marescialli sudati e baroni in lino bianco. Non ne posso più della Sicilia. Non quella reale, ché ancora mi piace percorrerla con la stessa frenesia che afferrava Vincenzo Consolo ad ogni suo ritorno. Non ne posso più della Sicilia immaginaria, costruita e ricostruita dai libri, dai film, dalla fotografia in bianco e nero. Oggi c'è una Sicilia diversa. Basta solo raccontarla.» Con buona pace del Gattopardo, non è vero che in Sicilia tutto cambia perché tutto rimanga com'è: sull'isola, negli ultimi anni, quasi tutto è cambiato.
EUR 10.45
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Volgare eloquenza. Come le parole hanno paralizzato la politica
L'epoca in cui viviamo si definisce post-ideologica. È il tempo della post-politica e della post-verità. Ovvero (cambiando l'ordine degli addendi, la somma non cambia) politica e verità da post. Parole e slogan virali che fanno il giro della rete propagandando spesso opinioni su fatti mai esistiti. Quello a cui ci si riferisce con questa sfilza di post è, in realtà, un pensiero prepolitico. E la lingua che lo veicola, più che una neolingua, è una veterolingua che invece di mirare al progresso vorrebbe farci regredire, riportandoci agli istinti e alle pulsioni primarie. Indietro, o popolo! Dal «Votami perché parlo meglio (e dunque ne so più) di te» si è passati al «Votami perché parlo (male) come te». Come la pubblicità, come la televisione, anche la politica alimenta il narcisismo dei destinatari, i quali - lusingati - preferiscono riflettersi che riflettere. Il meccanismo del ricalco espressivo innesca una continua corsa al ribasso. Un circolo vizioso che toglie al discorso politico qualunque forza propulsiva, qualunque dinamismo. Non una risposta ai bisogni degli italiani, ma pura ecolalia: ripetizione ridondante. Così le parole stanno paralizzando la politica.
EUR 9.50
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La Cappella Sistina. Racconto di un capolavoro
Antonio Forcellino ci fa vivere il prodigio del cantiere della Cappella Sistina, ricostruendo le vicende dei protagonisti che l'hanno voluta e realizzata - i pontefici e gli artisti - e la storia materiale di questo straordinario capolavoro.«Tecniche, invenzioni, compensi e rivalità Antonio Forcellino svela in un saggio i segreti degli affreschi» - RobinsonLa Cappella Sistina è uno dei luoghi più celebri al mondo. È il capolavoro che segna il passaggio dalla bottega rinascimentale al trionfo del genio creativo moderno. Quello in cui l'opera d'arte inizia a essere riconosciuta come prodotto di puro ingegno. Quello attraverso cui la politica realizza pienamente il potenziale comunicativo e propagandistico dell'arte. È qui che papa Sisto IV, per fronteggiare l'insidia alla sua guida spirituale posta da Maometto II, inaugura un'impresa artistica che sarà un manifesto della legittimità papale: la decorazione della cappella più importante della cristianità. Un vero e proprio consorzio di maestri realizza la decorazione della parte inferiore della Sistina. Il risultato è uniforme, quasi fosse l'opera di una sola mano; è la massima espressione della maestria delle botteghe toscane del Quattrocento. Anni dopo, nel 1505, papa Giulio II - nipote di Sisto IV - imprime una svolta. Sedotto dal talento prodigioso di un ragazzo fiorentino, lo chiama a Roma. È Michelangelo Buonarroti, che sarà poi scelto per decorare la volta della Sistina. Nel suo rivoluzionario lavoro, Michelangelo si stacca da ogni tradizione precedente e segna una svolta nel mondo dell'arte.
EUR 22.80
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Il sistema politico italiano. Origini, evoluzione e struttura
Dall'affermazione del trasformismo\r\nall'epoca dello Stato unitario e alla stasi\r\nistituzionale che contraddistingue\r\nl'attuale fase politica, il libro ricostruisce\r\nl'evoluzione di uno stato senza progetto,\r\nancora oggi incapace di liberarsi degli errori\r\ndel passato.\r\nLa ricostruzione storica completa, dall'Unità\r\na oggi, di un sistema politico anomalo.\r\n\r\nL'Italia è una democrazia second comer, cioè il\r\nprodotto di un processo di democratizzazione fragile e\r\nsquilibrato, che rispetto a quello sperimentato da altri paesi\r\ndel mondo occidentale è avvenuto con gravi ritardi. Questo\r\ntratto costitutivo è all'origine di un sistema politico anomalo,\r\ncaratterizzato dalla straordinaria fragilità di istituzioni poco\r\nautonome e permeabili ai più diversi interessi economici,\r\ncosì come privo di un moderno progetto di nazione in grado\r\ndi condurre il paese sulla strada di una democrazia\r\nfunzionante. Attraverso una lettura sistemico-evolutiva della\r\nvicenda italiana, dalla costituzione dello Stato unitario a\r\noggi, si fornisce una chiave interpretativa originale delle\r\nprincipali 'occasioni mancate' dal nostro sistema politico di\r\naffrancarsi dalla sua congenita anomalia e approdare a una\r\nmatura democrazia competitiva e dell'alternanza. Il sistema\r\npolitico italiano viene descritto come un complesso\r\nistituzionale scarsamente differenziato dagli altri\r\nsottosistemi della società, in particolare da un sistema\r\neconomico a sua volta contraddistinto dall'incapacità di\r\nstrutturarsi secondo le leggi del capitalismo moderno, che\r\nha finito con l'alimentare quella forma di democrazia\r\nconsociativa che ancora oggi caratterizza il nostro paese.\r\nSecondo questa lettura, nel corso del tempo, la politica\r\nitaliana ha attraversato una sequenza di congiunture critiche,\r\nvere e proprie finestre di opportunità che avrebbero\r\npermesso l'apertura di orizzonti nuovi, ma che per ragioni\r\ncontingenti hanno prodotto esiti in contrasto con una logica\r\ndi modernizzazione politica e istituzionale.
EUR 19.00
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Il sistema della corruzione
"Il sistema della corruzione ha una tesi di fondo: la\r\ncomplicità criminale ha raggiunto in Italia una tale\r\nestensione che è illusorio credere che possa essere\r\nsmantellata dalla sola giustizia penale" - \r\nCorrado Augias, “la Repubblica”\r\n\r\nSeriale, diffusa, contagiosa, organizzata: è la corruzione,\r\nil male antico che in Italia arriva a minare le fondamenta\r\ndel vivere civile. Sono trascorsi venticinque anni dall'avvio\r\ndell'inchiesta Mani pulite, e ancora oggi le prime pagine dei\r\ngiornali raccontano quotidianamente di casi di corruzione che\r\ncoinvolgono i livelli più alti del mondo politico, economico e\r\nfinanziario italiano.\r\nNon è cambiato nulla dal 1992? O sono cambiati solo gli attori,\r\na fronte degli identici meccanismi che regolano efficacemente il\r\nmalaffare?\r\nUno dei protagonisti della stagione di Tangentopoli offre una\r\nchiara e lucida analisi del fenomeno tracciando il quadro di\r\nun vero e proprio sistema criminale, che non potrà mai essere\r\nsmantellato con le sole armi della giustizia penale.
EUR 9.50
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La splendida. Venezia 1499-1509
Lo straordinario decennio in cui Venezia sostituisce\r\nl'oro al ferro: entra da grande potenza militare\r\ned esce da maestra delle arti e della bellezza. Nasce un mito.\r\n\r\nVenezia è nel 1499 una grande potenza\r\neuropea. Solo dieci anni dopo - sconfitta\r\nmilitarmente e politicamente dalla Lega\r\ndi Cambrai - è una sopravvissuta.\r\nCon quell'inizio Cinquecento si sgretola il suo\r\ndominio e inizia una decadenza dorata che\r\ndurerà ben tre secoli: uno stato tanto ricco\r\ne potente poteva deteriorarsi solo con una\r\nmagnificente lentezza. La Serenissima repubblica\r\nsostituirà allora la forza con l'ostentazione, la\r\npotenza con la ricchezza, il ferro con l'oro. Sarà\r\nil suo modo per recuperare il formidabile colpo\r\ninferto da tutti i grandi stati d'Europa - esclusa\r\nla sola Inghilterra - coalizzati contro di lei e il\r\nconseguente rischio di scomparire per sempre\r\ndalla carta geografica. Venezia non sarà più\r\npotente, ma splendente, e riuscirà a mantenere\r\nun proprio ruolo centrale utilizzando l'arte,\r\nl'architettura, le celebrazioni delle ricorrenze\r\ncivili e religiose. Non potrà più intimorire con il\r\nclangore delle armi, ma riuscirà a meravigliare\r\ncon il tintinnare delle monete. E che monete: a\r\nmetà Cinquecento il ducato comincia a essere\r\nchiamato zecchino e il suo prestigio sarà tale che\r\nancora oggi definiamo zecchino l'oro puro.\r\nLa Venezia del Cinquecento è quella del\r\nmito arrivato fino a noi: la città dei palazzi di\r\nSansovino, della celebrazione del governo perfetto\r\ne della giustizia equanime, della rivoluzione del\r\ncolore che influenzerà tutta la pittura successiva.\r\nNel magnifico decennio raccontato in queste\r\npagine avvincenti, Venezia diventa l'ombelico del\r\nmondo: Giorgione dipinge la Tempesta, esordisce\r\nTiziano, muore Gentile Bellini, si devia il fiume\r\nBrenta, si inaugurano monumenti (primo tra\r\ntutti la torre dell'Orologio); brucia il fondaco dei\r\nTedeschi e in tre anni (tre anni!) viene ricostruito;\r\nAldo Manuzio pubblica il primo libro tascabile\r\ndella storia e Ottaviano Petrucci il primo libro\r\nmusicale a caratteri mobili (entrambi nel 1501);\r\ni portoghesi circumnavigano l'Africa e rompono il\r\nmonopolio veneziano nel commercio delle spezie;\r\nnel Maggior consiglio i patrizi votano utilizzando\r\nun'urna chiusa - la prima che si conosca - e\r\nquando vogliono farsi eleggere si accordano nel\r\nbroglio; si ha per la prima volta notizia di un'asta\r\ndi opere d'arte; risiedono a Venezia il pittore\r\nAlbrecht Dürer e il filosofo Erasmo mentre il\r\nmatematico Luca Pacioli pubblica il libro che\r\nriproduce i solidi leonardeschi.\r\nAlessandro Marzo Magno ricostruisce lo\r\nstupefacente susseguirsi di eventi che hanno\r\nportato la Dominante - così veniva chiamata la\r\ncittà di Venezia - a essere la fucina delle arti che\r\nconosciamo e amiamo.
EUR 19.00
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24 maggio 1915
Il 24 maggio 1915 l'Italia entrò nella prima guerra mondiale, dopo mesi di dibattiti, scontri, emozioni. Quel giorno chi la guerra l'aveva decisa si sentì sollevato. I vecchi alleati, ora nemici, accusarono l'Italia di tradimento; i nuovi alleati sperarono di sfruttare l'apertura di un altro fronte. Chi il conflitto l'aveva sognato festeggiava e correva ad arruolarsi; chi l'aveva osteggiato osservava in silenzio. Le truppe passarono maldestramente il confine e iniziarono a combattere. Ma quel 24 maggio c'era chi già combatteva un'altra guerra, in territori oltremare o sotto un'altra bandiera; chi veniva internato in quanto suddito nemico o sospetta spia e chi vedeva la propria città sottoposta al potere militare. C'era chi organizzava comitati civici, chi scioperava, o semplicemente si occupava dei fiori. Fu un conflitto nuovo, moderno, totale. Nelle prime 24 ore di guerra il conflitto entrò nelle case e nelle vite delle persone. Da Venezia ad Ancona, a Bari sotto alle bombe; dallo studio del ministro degli Esteri al confine dell'allora colonia libica; dai treni d'italiani d'Austria evacuati a Piazza del Plebiscito sotto una pioggia di fiori; dal commissariato di Vienna al salotto di D'Annunzio, al teatro Manzoni di Milano; dal municipio di Bologna alla piazzaforte di Messina, alla stazione di Volterra. Quel 24 maggio nulla poté essere (né sarebbe stato) come prima.
EUR 17.10
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29 luglio 1900
Sono le 22,00 del 29 luglio 1900. Siamo a\r\nMonza e il re Umberto I sta salendo in\r\ncarrozza dopo aver premiato i ginnasti\r\ndella società “Forti e liberi”. Ad aspettarlo\r\nc'è il revolver di Gaetano Bresci, l'anarchico\r\nvenuto dall'America. Pochi istanti dopo l'Italia\r\nintera entrerà in una nuova epoca.\r\n\r\nUn anarchico, un re e un cocchiere. Tre persone che non\r\nhanno nulla in comune; tre vite diverse che si incontrano la\r\nsera del 29 luglio 1900 a Monza. Uno spara, uno muore, l'altro\r\nosserva.\r\nSono tre anche i colpi di pistola che segnano questa giornata e la\r\nrendono un avvenimento epocale. Questo è il momento in cui per\r\nl'Italia si chiude l'Ottocento, secolo della nascita della nazione e\r\ndello stato unitario, e comincia a prendere forma il Novecento,\r\nsecolo delle masse.\r\nGaetano Bresci, l'anarchico, è un operaio figlio di contadini,\r\nun emigrato a Patterson in New Jersey, un uomo ora radicato\r\nnegli USA ma capace di lasciare tutto e attraversare l'Atlantico\r\nper vendicare gli oppressi dalle violenze del sovrano. Un uomo\r\ncomune, uno dei tanti, che con il suo atto dirompente diventa un\r\nmito destinato a sopravvivere per decenni nel mondo anarchico\r\nma non solo.\r\nIl re è Umberto I, 're buono' perché abolisce la pena di morte,\r\nma anche 're mitraglia' perché sostiene le cannonate di Bava\r\nBeccaris durante i moti popolari a Milano. La politica, gli\r\nstili di vita, le condizioni culturali, sociali ed economiche dei\r\ndue uomini, Umberto I e Gaetano Bresci, diventano così il\r\npretesto per raccontare un'epoca con le sue tensioni e le sue\r\ncontraddizioni.\r\nE, infine, c'è il terzo protagonista: il cocchiere. Una figura\r\nmarginale e fino a oggi trascurata eppure centrale nella scena del\r\ndelitto. Un osservatore particolare: invidia e non sopporta il re\r\ncon il suo snobismo e i suoi eccessi, ma non capisce e nemmeno\r\nsi accorge di tutta la tensione sociale che attraversa il Paese.\r\nTre voci, tre punti di vista per raccontare un giorno come tanti\r\nche ha visto il primo di una serie di omicidi politici che avrebbero\r\ncostellato i decenni a venire.
EUR 11.70
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Il palio di Siena. Una festa italiana
Il Palio è un caleidoscopio attraverso il\r\nquale possiamo fare un viaggio nel tempo, in\r\nsecoli di feste italiane, i cui aspetti originari\r\nconfluiscono in quella di Siena.\r\n\r\nIl Palio di Siena non è una corsa di cavalli. O meglio: sì, è una corsa di cavalli, ovviamente, ma la galoppata che scatena la passione dei senesi e la curiosità di chi la segue è soprattutto un compendio, in poco più di un minuto, di una storia che non è fatta solo di cavalli che corrono e che non è neppure solo senese. Il Palio è un caleidoscopio attraverso il quale possiamo fare un viaggio nel tempo, in secoli di feste italiane.\r\n\r\nIl Palio di Siena nasce nel Seicento e solo nell'Ottocento prende la sua attuale veste 'medievale'. Paradossalmente diventa così ciò che nel Medioevo non era: una festa 'fatta' dal popolo, dal momento che fino al XVII secolo era una festa 'offerta' al popolo. Da questo punto di vista il Palio costituisce un esempio clamoroso di invenzione della tradizione. La festa senese, inoltre, non è mai stata sempre uguale a se stessa perché è stata ridefinita in tutte le sue componenti dalla storia dei tempi: quella nazionale e in qualche caso quella sovranazionale. La storia del Palio di Siena è, dunque, solo in parte storia che riguarda una singola città: per molti aspetti si tratta di una vetrina del modo in cui, nei secoli, si è trasformata la festa urbana e si è consolidato l'immaginario che essa ha suscitato. Ma come ha fatto una festa del tutto simile a una miriade di eventi analoghi a sopravvivere solo a Siena? Perché la contrada, il vero nucleo sociale aggregante del Palio, è riuscita qui a resistere e a costituire un modo di vivere che altrove si è perduto con il passaggio alla modernità? Una ricostruzione appassionante degli avvenimenti che contornano la corsa di cavalli più famosa al mondo insieme al racconto di quanto di vero, reale, semireale o totalmente fantasioso si è sedimentato intorno a questo evento, affascinando antropologi, giornalisti, scrittori, poeti, registi cinematografici e viaggiatori di ogni epoca.
EUR 21.85
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L' Italia nel mondo contemporaneo. Sei lezioni di storia 1943-2018
Sei lezioni che ci restituiscono una sintesi,\r\nefficace e approfondita, della storia\r\nd'Italia dalla caduta del fascismo a oggi.\r\nLa testimonianza militante di un grande\r\nintellettuale sull'importanza della riflessione\r\nstorica per comprendere il presente e\r\nrestituire prospettiva al futuro.\r\n\r\nLa storia d'Italia è stata sempre immersa nella storia del\r\nmondo. Ma ancora di più, dopo la fine della seconda\r\nguerra mondiale, la sua storia è assolutamente incomprensibile\r\nse perdiamo di vista la dimensione internazionale e la\r\nanalizziamo come una vicenda tutta interna. L'Italia\r\nrepubblicana ha saputo rinascere dai traumi di una dittatura e di\r\nuna disfatta nazionale proprio in quanto si è trovata a essere\r\nuna frontiera della guerra fredda. In vent'anni il paese è\r\ndiventato uno dei più sviluppati al mondo, si è costituita una\r\ndemocrazia con una Costituzione molto avanzata sul terreno dei\r\ndiritti sociali. La sua classe dirigente, al governo e\r\nall'opposizione, si è dimostrata all'altezza riuscendo a riportare\r\nla Penisola nelle mappe del mondo.\r\nNegli anni '60 e '70 la strada delle riforme, del superamento\r\ndegli squilibri interni e di una relativa autonomia nazionale\r\nincontrerà potenti ostacoli all'interno del paese e da parte delle\r\npotenze straniere. E verrà la stagione drammatica delle stragi e\r\ndei terrorismi.\r\nIl processo di globalizzazione successivo vedrà il nuovo\r\nprotagonismo delle espansive economie asiatiche. La\r\nrivoluzione informatica si accompagnerà alla centralità del\r\ncapitale finanziario. L'Italia resterà ai margini di questa nuova\r\nfase storica: nell'ultimo trentennio si dispiega una lunga fase\r\ndi declino economico e sociale e di deperimento delle pratiche\r\ndemocratiche. Non è un caso che la 'Repubblica dei partiti'\r\nscompaia nei flutti dell'eccessiva corruzione e che la politica\r\nsi personalizzi e spettacolarizzi. Il declino delle classi dirigenti\r\nproduce il degrado della democrazia in demagogia.
EUR 17.10
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L' insostenibile bisogno di ammirazione
Siamo narcisi che palpitano al ritmo di like desiderando\r\nuna sola cosa: essere visibili e ammirati. È finito il tempo\r\nin cui erano i sentimenti di colpa a influenzare i nostri\r\ncomportamenti: a guidare molti di noi, adulti e adolescenti, ora\r\nsono il nostro bisogno di visibilità sociale, di notorietà, di\r\nammirazione continua e la paura di finire in un cono d'ombra\r\nsociale. È questa una delle conseguenze dell'individualismo,\r\ndell'enfasi sul Sé, che si traduce spesso nell'esibizione di doti\r\ninesistenti. Ma a condurre il gioco è un Sé fragile, terrorizzato di\r\nnon essere all'altezza delle aspettative, che sprofonda\r\nfacilmente nella paura della vergogna, la causa più diffusa di\r\nsofferenza mentale.
EUR 10.45
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Energia. La grande trasformazione
Ancora una volta nella storia l'energia diventa protagonista di una fase di rottura del capitalismo: una grande trasformazione si fa strada, accompagnata dalla rivoluzione tecnologica digitale.Il Novecento è stato il secolo del petrolio. Il petrolio è potere, immensi profitti, materia prima per i trasporti e gli scambi globali. Non solo. Ha trasformato l'economia e la società; ha contribuito a rafforzare la centralità del dollaro; in suo nome si sono avuti conflitti cruenti in Medio Oriente, nei paesi del Golfo, in America Latina, in Africa. Oggi quest'era mostra la corda. Da un lato desta sempre maggiore preoccupazione la speculazione globale. Dall'altro, sono ormai comprovati i rischi del riscaldamento del pianeta prodotto dalle emissioni delle fonti fossili. Una grande trasformazione energetica si fa strada nonostante la resistenza dei soggetti contrari al cambiamento, da Trump alle compagnie petrolifere. La nuova filiera energetica si basa su fonti rinnovabili decentrate - eoliche, fotovoltaiche, geotermiche e biomasse - affiancate dal gas, il meno inquinante tra i combustibili fossili. Parte dalla Cina, oggi sulla frontiera tecnologica delle rinnovabili, attraversa l'Africa, per i minerali delle batterie elettriche, e restituisce una nuova centralità al Mediterraneo, per gli scambi e per le grandi riserve di gas scoperte di recente. Un libro importante sulla trasformazione che sta rivoluzionando l'economia, l'industria e la geopolitica.
EUR 13.00
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L' imperatore Giuliano
L'affascinante e tragica vicenda di Giuliano\r\nl'Apostata, l'ultimo paladino del\r\npaganesimo.\r\n\r\nGiuliano, comunemente conosciuto come Giuliano\r\nl'Apostata (Giuliano il traditore), è una delle personalità\r\nchiave del IV secolo d.C., il secolo in cui si compì il passaggio\r\ndall'impero pagano a quello cristiano. Nipote di Costantino -\r\nera nato nel 331/2 da uno dei fratellastri di quello -,\r\nsopravvissuto alle stragi che nell'estate del 337 portarono\r\nall'eliminazione dell'intero ramo cadetto della famiglia regnante,\r\nGiuliano trascorse il resto della sua infanzia e buona parte\r\ndell'adolescenza in un esilio dorato. Perfezionò quindi la sua\r\neducazione, studiando retorica e filosofia in diverse importanti\r\ncittà dell'oriente ellenistico. Le esperienze maturate allora - e in\r\nparticolare l'incontro con il neoplatonismo -, lo spinsero ad\r\nabbandonare il cristianesimo, la religione della sua famiglia, e\r\nad abbracciare il culto degli dei tradizionali. Richiamato a corte\r\nnel 355 e nominato Cesare (imperatore 'in seconda') dal cugino\r\nCostanzo II, si distinse in Gallia per le sue doti di generale e di\r\namministratore. Nel 361 fu proclamato Augusto dalle sue truppe\r\ne di lì a poco, con la morte del cugino, si ritrovò unico sovrano\r\ndell'impero. Rivelate finalmente le sue vere opinioni religiose,\r\nGiuliano intraprese una politica di restaurazione del\r\npaganesimo ma il progetto non poté compiersi per la sua\r\nprematura scomparsa nel corso di una sfortunata campagna in\r\nPersia (363 d.C.).\r\nLa narrazione segue uno schema biografico tradizionale, ma\r\nampio spazio è riservato pure alla trattazione di alcuni aspetti\r\nmarcanti della vita sociale, culturale, religiosa e politica\r\ndell'epoca.
EUR 9.50