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La punibilità quarto elemento del reato
Il volume approfondisce una questione dogmatica classica di rinnovato estremo interesse pratico essendo numerosi gli istituti, anche di nuova introduzione, che trattano autonomamente la punibilità. Il risultato è la individuazione di un fondamento omogeneo degli istituti della punibilità che ne legittima la collocazione nella teoria del reato e consente di distinguerli dagli istituti estranei a tale ambito e, di conseguenza, l'individuazione di una disciplina omogenea e razionale.\r\n\r\nLa teoria della punibilità quale quarto elemento del reato proposta soddisfa, da un lato, la esigenza della tutela dei beni giuridici al contempo limitando per quanto possibile l'uso della sanzione penale; dall'altro, distingue nettamente la non punibilità dai casi di mancata applicazione o esecuzione della sanzione che depotenziano l'efficacia generalpreventiva del diritto penale, con ciò volendo contribuire al rafforzamento di questo essenziale strumento di tutela. Comunque, si contrappone alla rimessione alla valutazione discrezionale del giudice della soddisfazione delle esigenze general e specialpreventive o della esiguità dell'illecito, segno dell'incapacità teorica e pratica di osservare i canoni del diritto penale liberale. Si tratta, dunque, della declinazione delle concezioni illuministico-liberali che basano il diritto penale sul pragmatico obiettivo della tutela dei beni giuridici e che individuano nella legge, ovvero nella comminatoria edittale, una sicura garanzia delle libertà dei cittadini.\r\n\r\nLa punibilità quale elemento del reato rafforza, in definitiva, la strutturazione in termini liberali della teoria del reato.
EUR 19.95
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Materiali sulla cosa giudicata
Questa raccolta di scritti di autorevole dottrina è stata pensata per supportare un corso di diritto processuale avanzato - riservato a studenti che hanno già superato il corso base - che non si accontenti di trattare, seppur più approfonditamente rispetto ad un corso istituzionale, ciò che è “avanzato” rispetto agli argomenti oggetto dell'esame del corso base, bensì consenta agli studenti di andare a fondo, attraverso il dialogo con una pluralità di voci, su un tema centrale del processo civile: l'oggetto del giudizio e l'efficacia del giudicato.
EUR 27.55
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Erario e fallimento
L'opera è diretta agli operatori professionali del diritto della crisi d'impresa e del diritto tributario, proponendosi di trattare, in una prospettiva d'insieme, i variegati “rapporti” fra i due rami del diritto, sia in relazione ai principi generali che informano i due sistemi normativi, sia in relazione ai profili applicativi che interessano le singole fasi del procedimento fallimentare (poteri istruttori e d'accertamento in ambito tributario, ammissione al passivo del credito erariale, fiscalità legata alla gestione della liquidazione concorsuale, ecc.). Sono infine trattati alcuni aspetti particolari del rapporto fra Erario e fallimento (revocabilità ipoteca esattoriale, compensazione fiscale nel fallimento, responsabilità tributaria del curatore fallimentare, ecc.).
EUR 45.60
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Il magistrato al parlamento
All'indomani dell'entrata in vigore dello Statuto albertino al magistrato fu riconosciuto un ruolo, all'interno dell'ordine politico-costituzionale, non limitato a quello di mero operatore del diritto bensì esteso a più vasti ambiti, sicché la sua figura sarebbe stata percepita come crocevia di molteplici interessi, talvolta contrastanti tra di loro.\r\nNelle diverse fasi storiche di vigenza dello Statuto albertino, invero, vi furono spinte e conseguenti resistenze affinché il magistrato si affrancasse dal controllo della politica, e fosse ridotto, per così dire, a quel ruolo primariamente riconosciuto dalla Costituzione repubblicana del 1948, ossia di titolare della funzione giudiziaria, depositaria privilegiata di uno dei tre poteri dello Stato e per questo assistita da precise guarentigie, funzionali all'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge: in primis indipendenza e imparzialità.\r\nLa riflessione che condusse l'Assemblea costituente a decidere per un modello di magistratura che superasse, e al contempo risolvesse, le storture passate affonda le proprie radici negli anni di vigenza dello Statuto albertino, laddove le leggi elettorali e sull'ordinamento giudiziario, a fronte delle scarse guarentigie statutarie, disegnarono la figura del magistrato e la definirono nei suoi rapporti col potere politico.\r\nIn tal senso, attraverso la disamina di un profilo circoscritto ai requisiti di eleggibilità al parlamento e, per la sola epoca statutaria, di nomina al Senato regio dei magistrati, si tenterà di riannodare il filo di un dibattito tutt'ora in corso, tra scelte di rottura e altre nel segno della continuità, tra questioni in apparenza risolte e altre assolutamente dimenticate, in un tema classico del diritto costituzionale: “magistratura e politica”.\r\nEsula da questa ricerca una più generale riflessione sulla posizione costituzionale della magistratura in epoca liberale e in epoca repubblicana.
EUR 27.55
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La responsabilità patrimoniale negoziata
Il punto di avvio di un'analisi che si propone di ricostruire i margini di operatività dell'autonomia privata in materia di responsabilità patrimoniale non può che essere l'art. 2740, co. 2, c.c., dove è previsto che «le limitazioni della responsabilità non sono ammesse se non nei casi previsti dalla legge».\r\nSe ci si ferma a considerare la lettera della norma, l'esito della ricerca sembra risolversi in un nulla di fatto, valendo essa a segnare un ostacolo insuperabile a che l'autonomia contrattuale modifichi il regime di universalità della responsabilità patrimoniale al di là dei casi e dei limiti in cui sia stata a ciò autorizzata dal legislatore.\r\nUna tale conclusione, confortata all'apparenza dal dato normativo, è legata alla convinzione che la responsabilità patrimoniale universale e perpetua costituisca uno strumento indispensabile ai fini della tutela del credito.\r\nSe la responsabilità patrimoniale quale elemento costitutivo dell'obbligazione è un portato di concezioni ormai superate, come la teoria dello Schuld und Haftung, essa può tuttavia ancora porsi a base della giuridicità del rapporto obbligatorio, presidiando ab externo il suo corretto funzionamento.\r\nTanto basta ad avere indotto molti a ravvisare un contrasto insanabile tra autonomia privata e garanzia patrimoniale generica.\r\nSenonché, più che una solida certezza, ciò costituisce l'esito di un errore di prospettiva.\r\nIl primo dato da cui muovere è il seguente: le limitazioni negoziali della responsabilità patrimoniale, per tali intendendosi quelle che hanno fonte in un atto dell'autonomia privata, non sono tutte uguali.
EUR 38.00
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Identità, organizzazioni, rapporti di lavoro
La rinnovata centralità assunta dall'impresa nell'epoca moderna è arricchita, e condizionata, dal complesso e poliedrico recupero delle identità personali e collettive, che pone in forme del tutto nuove la tradizionale tensione tra organizzazione e prestazione. Abituato a governare la "tendenza" come elemento peculiare di alcune fattispecie, il diritto del lavoro deve oggi ripensare il valore da riconoscere alla pretesa dell'azienda di riversare nell'esecuzione della prestazione di lavoro, e non solo, il proprio modello culturale. La diffusione di tali esperienze, non ancora adeguatamente considerate all'interno dell'ordinamento giuridico nazionale, ha ripercussioni significative sullo svolgimento delle relazioni di lavoro e giustifica l'individuazione di un sistema di limitazioni capaci di contemperare gli interessi delle parti nel rispetto dei diritti fondamentali nazionali ed europei.
EUR 39.90
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Lack of control. Problematiche valutative ed evidenze empiriche
In ambito valutativo, il "lack of control" esprime l'impossibilità di accedere al controllo societario e alle sue prerogative. Il concetto di controllo è assimilabile, nella fattispecie, a un asset stimabile in via autonoma che può essere acquisito solo al raggiungimento di specifiche soglie di capitale sociale. La dottrina economico-aziendale è concorde nell'assegnare un premio di controllo qualora una partecipazione non totalitaria consenta, in ragione della sua entità, di ottenere tale asset. Di contro, nel caso in cui il controllo sia precluso e laddove l'interessenza partecipativa assegni poteri ridotti al suo possessore, si è soliti configurare uno sconto di minoranza o per ridotti poteri. L'applicazione dei premi di controllo e degli sconti di minoranza consente il passaggio da un valore economico a un valore strategico. Il valore economico - dal quale partire per approfondire il tema proposto - è quello nella sua configurazione stand alone, ovverosia il valore economico del capitale d'impresa stimato, nella sua totalità, da un perito (soggetto terzo rispetto a qualsivoglia investitore) in ipotesi di trasferimento d'azienda (o di un suo ramo). La valutazione delle interessenze partecipative, non totalitarie, non può basarsi esclusivamente sul riparto proporzionale del capitale economico d'impresa, poiché dovrà considerare anche i premi e gli sconti intesi come quei plusvalori e minusvalori che saranno addizionati o sottratti al valore stand alone al fine di cogliere l'accesso, o meno (lack of), al controllo societario ed alle sue prerogative. Il controllo aziendale e il suo impatto sul valore delle partecipazioni non totalitarie sono i temi portanti del presente volume. In particolare, il lavoro è focalizzato sul discount for lack of control, declinato sulla base dalla sua definizione, del valoriale economico maggiormente idoneo per la sua applicazione e, infine, della determinazione analitica. Nel primo capitolo, lo scritto analizza il premio di controllo, i benefici privati del controllo e lo sconto di liquidità (alternativamente identificato come sconto per mancanza di negoziabilità). Il secondo capitolo è integralmente dedicato allo sconto di minoranza, all'analisi della sua consistenza teorica e delle principali modalità di calcolo. Infine, oggetto dell'ultimo capitolo è un'indagine empirica condotta sul mercato italiano al fine di determinare quantitativamente lo sconto per ridotti poteri.
EUR 25.65
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La fondazione fiduciaria: struttura e funzione della destinazione patrimoniale
La diffusione nell'esperienza giuridica italiana di numerose ipotesi di separazione patrimoniale ha imposto negli ultimi anni una profonda revisione di molte tradizionali concezioni e categorie acquisite. Di conseguenza, sono state messe in discussione in dottrina (e spesso profondamente riesaminate in giurisprudenza) consolidate interpretazioni della titolarità di beni, dell'opponibilità dei vincoli su di essi impressi dall'autonomia privata, delle relazioni tra gestori e beneficiari della loro amministrazione e della conseguente estensione della responsabilità dei diversi soggetti coinvolti.\r\nTale esteso e significativo ripensamento ha riguardato assunti finora ritenuti fondamentali nel diritto civile italiano: dall'assolutezza del diritto di proprietà all'impossibilità per i privati di destinare i patrimoni a finalità meramente individuali, fino alla considerazione stessa della singolarità delle situazioni giuridiche soggettive in relazione ai beni, la quale si riteneva finora connaturata a un ordinamento che intendeva evitare la pluralità di interessi opponibili non incasellati nel numero chiuso dei diritti reali.\r\nLe nuove prospettive ermeneutiche non hanno però riguardato la fondazione fiduciaria, sebbene il giudizio (quasi) unanimemente negativo degli studiosi sulla figura fosse strettamente, anzi inscindibilmente connesso proprio ai presupposti teorici recentemente rimessi in discussione. Al contrario, i pochi cenni ad essa dedicati dalla dottrina italiana si incentrano esclusivamente sul primo dei due termini della nozione, dimenticando che la qualificazione fornita dall'aggettivo risulta tutt'altro che esornativa e fornisce, piuttosto, la specificazione strutturale dell'istituto: che è sì fondazione, in quanto patrimonio destinato a uno scopo, ma rimarrebbe puro significante ove non ricevesse colore e sostanza giuridica dall'avvenuto affidamento dei beni a un soggetto, la cui titolarità sul fondo così costituito viene definita, limitata e funzionalmente orientata dal necessario perseguimento del fine.\r\nPer affermare l'ammissibilità delle fondazioni fiduciarie, allora, si potrebbe essere tentati dall'individuare la soluzione nella mutata natura del diritto di proprietà, o magari nel superamento del principio del numero chiuso dei diritti reali; tuttavia, sebbene assai discutibili e in effetti discussi da decenni, tali passaggi non appaiono decisivi per affermare la possibilità di una destinazione allo scopo, che rimane questione piuttosto connessa alla separazione dei patrimoni e alle conseguenze che tale fenomeno produce sulla titolarità giuridica dei beni.
EUR 26.60
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Principio di proporzionalità e misure cautelari
Il principio di proporzionalità integra un principio di teoria generale, che impone che ogni misura adottata dai poteri pubblici sia proporzionata, ossia idonea al perseguimento dei risultati conseguiti, garantendo un adeguato bilanciamento di valori, di guisa che le libertà, i diritti e gli interessi di privati siano incisi nella misura minima possibile. Nel campo del diritto viene applicato in quasi tutti i settori, trovando, tuttavia, il suo campo di elezione nel diritto pubblico. Nel sistema delle cautele disciplinato nel codice di rito penale il legislatore precisa che la misura da applicare al singolo soggetto deve essere correlata all'entità del fatto per cui si procede ed alla sanzione che è stata o si ritiene possa essere irrogata. Nell'esercizio del potere cautelare, personale o reale, rappresenta, pertanto, per l'autorità giudiziaria, un ineludibile canone ermeneutico affinché vi sia sempre la necessaria corrispondenza tra le ragioni cautelari del caso concreto e la misura adottata, onde evitare o ingiustificate restrizioni della libertà personale dell'imputato, o, al contrario, l'applicazione macroscopicamente sproporzionata ed inadeguata alle esigenze di cautela, di guisa che la sua connotazione principale può trasfondersi nella identificazione con un giudizio di valore sul merito cautelare. Il volume affronta le delicate problematiche afferenti alla formulazione del giudizio di proporzionalità cautelare ed alle conseguenze processuali della sua inosservanza.
EUR 28.50
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Controlli giudiziali sulla qualità della difesa tecnica
Sospinta dalle fonti europee e in particolare dalla Convenzione dei diritti umani, come interpretata dalla Corte di Strasburgo, s'affaccia con insistenza l'idea che il giudice penale debba ovviare alle situazioni di più palese scadimento dell'assistenza tecnica dell'imputato, con speciale riguardo alla difesa d'ufficio: sostituire il legale inoperoso o invitarlo ad assolvere con la dovuta diligenza il suo compito. Il volume sonda la genesi e la portata di tali indirizzi ed esamina come essi siano stati coltivati sul fronte interno, sia nei dibattiti de iure condendo sia, soprattutto, nelle applicazioni giurisprudenziali: infatti, i giudici nazionali hanno mostrato particolare propensione a recepire, già nell'interpretazione del diritto vigente, i canoni europei, con soluzioni spesso ardite e comunque meritevoli di particolare attenzione, pure nei risvolti ulteriori e nelle implicazioni “di sistema”. In questa chiave, vengono distintamente esaminate le varie questioni a proposito dell'assenza del difensore, della sua presenza “inattiva”, nonché dei possibili rimedi rispetto a macroscopici errori che abbiano pregiudicato l'imputato.
EUR 30.40
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I rapporti di potere nel sistema proprietario. Il difficile equilibrio tra maggioranza e minoranza
Negli ultimi anni gli studi sulla Corporate Governance si sono focalizzati sul tema del rapporto tra maggioranza e minoranza, nell'ambito di un equilibrio che appare sempre più complesso da raggiungere, sia per le dinamiche che insorgono all'interno del sistema decisionale, sia per la composizione morfologica dell'azionariato. L'attualità della tematica impone profonde riflessioni sulla necessità di favorire la diffusione di comportamenti orientati al rispetto dalle best practices internazionali in tema di corporate governance.\r\nIn tale direzione si collocano le direttive UE per favorire i diritti assembleari degli azionisti (cross-border voting), in particolare per approvare o meno le politiche di remunerazione degli amministratori (Say on pay e Two strike rule) e per orientare i meccanismi di governo alla trasparenza ed al disclosure tra azionisti ed investitori istituzionali (Ceo Pay Ratio). Si vanno così affermando nuove modalità di regolamentazione delle dinamiche di governo, orientate all'utilizzo di strumenti di shareholder engagement, anche mediante il ricorso a proxy advisor e proxy solecitor.\r\nCon questo obiettivo nel presente manuale si propone una rilettura della corporate governance non solo nell'ottica tradizionale del rapporto proprietà/management, ma quale pietra angolare di un nuovo equilibrio tra il sistema proprietario e tutti gli stakeholder.\r\nIn quest'ottica, le key words del lavoro sono: il difficile equilibrio di potere nel sistema proprietario; lo shareholder activism, lo shareholder engagement ed il ruolo degli advisors; la remunerazione quale area di confronto tra maggioranza e minoranza.
EUR 15.20
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La religione civile come nucleo di senso della dignità umana
La politica, avendo tra i suoi presupposti la libertà, la cooperazione e la solidarietà, tende al raggiungimento di quella piena dignità dell'uomo tale da affermare un'universalità senza sacrificare le singole diversità. Uno Stato neutrale deve promuovere la dignità umana tra i suoi obiettivi, indirizzando alla crescita morale e civile, garantendo lo sviluppo di una religione civile come 'diritto fondamentale della persona', una risorsa per la politica, per la vita comunitaria e per l'esercizio della libertà di culto.
EUR 20.90
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La rappresentanza politica nei gruppi del Parlamento europeo
Il presente lavoro tratta la rappresentanza politica nei gruppi del Parlamento europeo, focalizzandosi sul divieto di mandato imperativo, come garanzia della generalità degli interessi rappresentati e riflesso della superiorità dei governanti rispetto ai governati, ed è organizzato in due parti.\r\nLa Parte I riguarda la rappresentanza politica, quale si è evoluta nella storia, è stata analizzata nel suo “essere” ed è stata criticata nel suo “dover essere”.\r\nLa Parte II ha per oggetto i gruppi politici al Parlamento europeo e, in particolare, l'inquadramento nel Parlamento europeo, le relative generalità e disciplina e osservazioni sulla loro rappresentanza politica.
EUR 32.30
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Problema del danno tanatologico
Il volume si occupa della vexata quaestio concernente la possibilità degli eredi di ottenere il risarcimento del danno subìto dal de cuius per la perdita immediata della vita. Una recente sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (la n. 15350 del 22 luglio 2015) ha confermato che questa particolare categoria di danno non può essere liquidata, perché ciò contrasterebbe con importanti princípi del sistema giuridico italiano. Solo due tipi di pregiudizi appaiono risarcibili a favore della vittima di lesioni mortali (e di conseguenza dei suoi eredi): il “danno biologico terminale” ed il “danno da lucida agonia”. L'orientamento non appare convincente, perché sconta notevoli contraddizioni e punti di debolezza teorica.
EUR 30.40
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Security detention in times of armed conflict: the relevance of international human rights law
This volume addresses security detention in times of armed conflict, with a view to ascertaining whether international human rights norms on the right to personal liberty remain relevant when war rages and international humanitarian law is specifically applicable. The aim is twofold. First, this study seeks to outline the basic legal framework within which security detention may be considered under international human rights law.\r\nSecond, it aims to investigate the extent to which the interaction between international human rights norms, on the one hand, and international humanitarian norms, on the other hand, affects the degree of protection that may be afforded to individuals in the context of both international and non-international armed conflict.
EUR 42.75
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Le strategie di branding nelle PMI
Il volume racchiude un'analisi sul branding nelle PMI che, oltre ad un'accurata review teorica, offre un prezioso contributo empirico riportando l'analisi in profondità di alcuni casi italiani di eccellenza.\r\n\r\nLo studio di Monia Melia è orientato, infatti, al duplice obiettivo di sistematizzazione della frammentata ed eterogenea letteratura sul tema nonché all'individuazione di percorsi di branding imprenditoriali effettivamente percorribili nella pratica d'impresa. Per tale motivo rappresenta un'utile lettura sia per gli studiosi di branding e, più in generale, di PMI, sia per gli imprenditori che vogliano disegnare e sviluppare l'orientamento al brand secondo una logica moderna e su misura.
EUR 23.75
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Convincimento giudiziale e ragionevole dubbio
Ad oltre dieci anni dalla introduzione nel nostro ordinamento, la clausola dell'“oltre ogni ragionevole dubbio” continua a porre delicati problemi ermeneutici con i quali il giurista e l'operatore del diritto sono chiamati a confrontarsi, anche alla luce di una prassi interpretativa che persevera nel voler quantificare, secondo criteri matematici o addirittura probabilistici, il criterio di giudizio inserito nell'art.533 c.p.p.\r\nMuovendo dalle origini storiche e culturali di una “formula” che, nel delicato equilibrio tra autorità e libertà, assume chiara matrice garantista, gli esiti della ricerca inducono a sostenere che soltanto la massima valorizzare della regola assicura un'autentica protezione della presunzione d'innocenza. E per tale motivo, la clausola dovrebbe operare in ogni momento del procedimento in cui il giudice è chiamato ad esprimere un giudizio sull'imputazione, al fine di restituire alla giurisdizione - se ben dosata - il suo valore di effettiva garanzia.
EUR 23.75
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Leale collaborazione e sistema delle conferenze
In una prospettiva di rafforzamento del ruolo dell'autonomia regionale ed al fine di superare l'uniformità tipica del regionalismo italiano ed elaborare forme di intervento adeguate alle diversità territoriali, tra le soluzioni percorribili, a Costituzione invariata, c'è il potenziamento degli strumenti di raccordo istituzionale e, segnatamente, del sistema delle Conferenze, alla luce del principio di leale collaborazione; di modo che l'esigenza di partecipazione delle regioni ai processi decisionali centrali diventi autenticamente reale e paritaria, anche in considerazione della crescita delle stesse nei rapporti con l'Unione europea. Nel volume si affrontano il dibattito sul regionalismo italiano che si è avviato sin dall'istituzione, tardiva, delle regioni stesse, cui spesso si è affiancato quello sulla necessità di una seconda Camera rappresentativa delle regioni e/o delle autonomie; il ruolo della Corte costituzionale nel ridisegnare il Titolo V, per superare situazioni di stallo nella ripartizione di ruoli e competenze tra Stato e regioni, e che, chiamata a sopperire alle carenze del legislatore, ha fatto riferimento, ove necessario, alla leale collaborazione. Inoltre, si analizza il sistema delle Conferenze quale sede privilegiata di mediazione politica e di sintesi degli interessi di tutti i livelli di governo coinvolti, declinando così il principio di leale collaborazione, e quale sistema ove meglio si raccorda la produzione normativa, interna ed europea, così consentendo la partecipazione delle regioni anche ai processi decisionali europei.
EUR 21.85
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La tutela amministrativa della libertà accademica
La libertà accademica è un diritto di libertà, o più precisamente un principio generale dell'ordinamento, che ricomprende posizioni giuridiche riferibili a diversi soggetti: professori e ricercatori, studenti, ma anche i terzi, cui si riconosce un diritto “a che si faccia scienza”.\r\nIl volume prende in esame le garanzie offerte dall'ordinamento giuridico, italiano ed europeo, alle libertà di ricerca scientifica, d'insegnamento e “di terza missione” dei componenti della comunità accademica, soffermandosi in particolare sui diritti e obblighi di status che caratterizzano l'Università come un'“amministrazione particolare”.
EUR 17.10
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Diritto e procedura penale degli enti negli USA
L'introduzione della responsabilità da reato delle imprese organizzate in forma societaria appare il fattore di più incisiva innovazione dei sistemi penali contemporanei. Dalla prospettiva dell'ordinamento italiano, il profilo di maggiore risalto di questo processo evolutivo va individuato nella responsabilità dipendente da reato prevista dal D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231, la cui introduzione costituisce non soltanto una rivoluzione del tradizionale modo di concepire la funzione stessa del diritto penale ma, altresì, una vera e propria sfida per lo studioso del diritto processuale. Muovendosi in un orizzonte di tale ampiezza, il lavoro propone uno studio sul processo penale contro gli enti nell'ordinamento statunitense, con l'obiettivo di guidare il lettore alla scoperta di un'esperienza giuridica più consolidata nel settore della responsabilità ex delicto delle persone giuridiche e del procedimento de societate, nella consapevolezza che, in un mondo sempre più integrato, nulla di quel che accade oltreoceano, a maggior ragione nel settore della procedura penale d'impresa, può dirsi ininfluente nel disegnare gli assetti futuri del diritto e della cultura europei.
EUR 33.25