Sfoglia il Catalogo ibs_5_awin_154_
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 43761-43780 di 53461 Articoli:
-
i racconti del vecchio Miura
Cosa accade quando un samurai coltiva in incognito la propria passione per la recitazione? E quando un altro sostituisce la propria armatura con della salsa di soia? Di quale natura sono i prodigi sinistri che fanno seguito al ritrovamento di un pettine di donna in un corso d'acqua? E quale segreto si cela dietro la scomparsa della geisha Okin e la cicatrice che le vale il soprannome “Piuma di Freccia”? Con “I racconti del vecchio Miura”, Okamoto Kidō si allontana dagli stilemi tipici della detective fiction per presentare delle storie mystery di natura eterogenea nei quali è mantenuto il gusto per il dettaglio storico come ben emerge dai resoconti del vecchio Miura, ricco proprietario terriero ritirato a vita privata e testimone, diretto o indiretto, delle storie di epoca Edo che egli riferisce all'Io narrante. Ciascuno dei dodici racconti della serie si apre con la presentazione delle circostanze di un'avvenuta visita dell'Io narrante al vecchio Miura, cui fa seguito il corpo principale del racconto contenente una storia del passato. All'intrattenimento tipico del genere si unisce un respiro storico capace di trasportare il lettore nella quotidianità viva e pulsante di samurai, cortigiane e mercanti, protagonisti di un'epoca ormai perduta.
EUR 22.80
-
L' evangelo come mi è stato rivelato. Vol. 6: Capitoli 364-432.
"L'evangelo come mi è stato rivelato" è un'opera in 10 volumi che narra la nascita e l'infanzia della Vergine Maria e del figlio suo Gesù, i tre anni della vita pubblica di Gesù (che ne costituiscono la parte più ampia), la sua passione, morte, resurrezione e ascensione, i primordi della Chiesa e l'assunzione di Maria. L'opera descrive paesaggi, ambienti, persone, eventi, con la vivezza di una rappresentazione; presenta caratteri e situazioni, espone gioie e drammi con il sentimento di chi vi partecipa realmente; informa su caratteristiche ambientali, usanze, riti, culture. Questo sesto volume tratta del terzo anno della vita pubblica di Gesù.
EUR 19.00
-
Il salotto, il circolo e il caffè. I luoghi della sociabilità nella Francia borghese (1810-1848)
Con questo libro Maurice Agulhon per primo dettò le regole per lo studio della sociabilità borghese ottocentesca, aprendo un filone di ricerche tra i più nuovi e fortunati della storiografia europea. Pubblicato nel 1977 come cahier delle «Annales e.s.c.» e divenuto ben presto un piccolo ma quasi introvabile classico della storiografia contemporanea, lo studio di Agulhon analizza le vocazioni associazionistiche della borghesia di primo Ottocento, rivelatrici sia delle inedite forme di uno scambio sociale collettivo, egualitario e pubblico, sia di una più generale «tensione» verso la democrazia. Sorto per la lettura dei giornali e il gioco delle carte, spesso identificato con il «caffè», egualitario ma rigorosamente maschile, il circolo ottocentesco diviene ben presto la forma più moderna e aperta della sociabilità borghese. Contrapposto al gerarchico salotto - fulcro della mondanità nobiliare d'Antico Regime fondato sulla disuguaglianza tra chi riceve e chi è ricevuto - il democratico circolo assunse ben presto pericolose valenze politiche che gli valsero le preoccupate, costanti attenzioni delle autorità di polizia.Un libro innovativo, ancor oggi di grande freschezza narrativa e originalità metodologica. Una «piccola storia» che rivela aspetti poco conosciuti e per molti versi sorprendenti della Francia ottocentesca: nella corsa verso la modernità le città periferiche dettano legge ad una capitale le cui classi medie sembrano ancora prigioniere di vischiose logiche imitative dei comportamenti e delle mentalità nobiliari.
EUR 11.77
-
Civiltà ebraica. L'esperienza storica degli ebrei in una prospettiva comparativa
L'enigma più grande della civiltà ebraica risiede, paradossalmente, nella sua stessa sopravvivenza a dispetto di esilio, discriminazione e sterminio. Un enigma che il libro di Eisenstadt illumina con forza, in una prospettiva scientifica che diviene anche alta lezione umana e politica: lì dove esorta a pensare l'esperienza storica ebraica come storia di una civiltà, e non solo di un popolo, o di un gruppo religioso, etnico o nazionale. Ricorrendo con leggerezza e maestria allo strumento disciplinare più raffinato della sociologia storica, l'analisi comparativa, Eisenstadt ricostruisce anzitutto le caratteristiche fondamentali della civiltà ebraica nei suoi periodi formativi del Primo e Secondo Tempio e del lungo esilio medievale, per soffermarsi poi diffusamente sul periodo moderno, quando i rapporti tra gli Ebrei e le società «ospiti» mutano radicalmente. Il libro svela così i differenti percorsi di «incorporazione» degli Ebrei non solo nelle società europee, ma anche in quella americana: una «società ideologica di coloni» per tanti versi simile a quella di Israele, a cui sono dedicate pagine illuminanti. Eisenstadt analizza infine sia i movimenti nazionali ebraici, e in particolare quello sionista, sia le caratteristiche strutturali dell'odierna società israeliana e della sua cultura politica, dando ragione della cruciale eterogeneità della vita ebraica moderna, sostenuta dalla «esistenza simultanea di tutti questi modelli diversi di esperienza storica». Sta in ciò, come scrive David Meghnagi nella prefazione, una delle ragioni principali «del fascino dell'Ebraismo e dell'inquietudine che suscita per il suo essere allo stesso tempo dentro e fuori, lontano e prossimo, così da rappresentare nell'immaginario collettivo occidentale e cristiano un fantasma delle origini».
EUR 31.35
-
Tre per due
«Sono qua. Intendo dire in questo bel supermercato, avvolta dagli ziizipziidelle casse che macinano conti, dai crashcresh dei carrelli che s'arrotano sotto queste luci. Neanche in cielo ci sono tante stelle». Cecilia in trincea, alla cassa numero otto del Super, armata di lettore ottico d'ordinanza e di speranze senza nome. Il Super è al centro del Centro, il nuovo suk al neon sorto all'improvviso in una periferia qualunque, scaglia di città ottusa, dove tutto si sbava e si crepa, subito: dove anche i topi hanno un punto di vista. Davanti alla trincea numero otto scorrono sbattendo i carrelli colmi di merci. In fila, le facce imbronciate della normalità senza volto, vite effimere, aliti di sogni precotti. Tutto il male della banalità, proprio sotto casa e in offerta speciale. Ma a Cecilia piace Mario il magro, elegante e dai silenzi bugiardi. Angelo invece è pensionato, va spesso al Super perché non ha niente di meglio da fare, tranne pedinare un impiegato e la sua borsa nera. Eccola la borsa, accanto a un cadavere nell'angolo più buio del parcheggio sotterraneo. E lì, vicino ad una macchia di sangue che invece era gelato, che ci fa un coltellino d'oro?
EUR 10.79
-
Karol Wojtila. Vittoria e tramonto
Non si danno nell'età contemporanea pontificati intensi e carichi di simbologie come quello di Giovanni Paolo II. Se è vero che ha combattuto il comunismo nella sua Polonia e ha contribuito a sconfiggerlo nel mondo, Karol Wojtyla è anche il papa che si è contrapposto come nessun altro all'Occidente opulento ed egoista, condannandone il relativismo etico e le ideologie secolarizzanti. È il papa del terzo mondo, che ha dato voce ai poveri della terra, non senza rischiare l'innaturale abbraccio con l'Islam. Ancora, è il papa della pace e della guerra, che condanna l'intervento in Kuwait, ma insorge a difesa delle vittime dei massacri in Bosnia contro l'indifferenza del mondo. Su una sola cosa il suo pontificato è stato silenzioso: sulla Chiesa e i suoi problemi interni. Da oltre sedici anni la Chiesa è afflitta da una sorta di immobilismo senza riforme, mentre per essa ha continuato a parlare sempre e solo il papa. È così che Giovanni Paolo II ha potuto suscitare i sentimenti e i giudizi più disparati: profeta e restauratore, capo del risveglio spirituale e sostenitore di un neotemporalismo; teorico dei diritti dell'uomo e nostalgico del ruolo subalterno della donna. Il libro di Carlo Cardia esamina, per la prima volta sistematicamente, in modo rigoroso, i grandi temi affrontati da Giovanni Paolo II, offrendo il quadro ragionato di un pontificato che è stato considerato spesso con passione ma senza obiettività. Dalla riflessione di Cardia emergono anche i problemi che Karol Wojtyla lascia in eredità alla Chiesa, la quale dopo un lungo periodo di «esposizione sul mondo» dovrà tornare a riflettere su se stessa e sulla propria essenza più profonda.
EUR 7.85
-
Aspettando la Repubblica. I governi della transizione (1943-46)
La lunga marcia della transizione che si era aperta con la caduta del fascismo e che si chiuse, almeno nella sua prima e più drammatica fase, con le elezioni del 2 giugno 1946 rappresentò una complessa stagione di sconvolgimenti e speranze, di paure e incertezze, attraversata da una forte richiesta di cambiamenti, quale forse mai il paese aveva espresso nella sua storia recente.Pochi periodi come questo sono stati oggetto di tanti studi minuziosi, che non hanno però sciolto interamente i molti nodi problematici che lo caratterizzano. D'altro canto, negli ultimi tempi, l'interesse per quel passaggio della nostra storia ha conosciuto una crescita addirittura febbrile. È il nostro presente a rinviare sempre più esplicitamente a quelle radici: la guerra perduta, la caduta del fascismo, la guerra civile, l'incerto e contrastato cammino verso la democrazia, le «attese deluse», l'affermazione del nuovo sistema dei partiti, l'impostazione dei nuovi assetti istituzionali ritornano oggi ad essere oggetto vivo di riflessione e discussione, e non solo per qualche superficiale simmetria. Risulta evidente che l'epoca che si sta chiudendo aveva avuto lì, nel bene e nel male, i propri fondamenti.Questa ricerca, che si appoggia su una lettura storico-critica dei Verbali del Consiglio dei ministri da Badoglio a De Gasperi, utilizza per la prima volta in modo sistematico una documentazione essenziale per comprendere un periodo durante il quale, in assenza delle assemblee parlamentari, l'intera attività legislativa si concentrò nell'organo di governo. Il risultato è una ricostruzione dall'interno di un processo che unì attraverso leggi, provvedimenti, decisioni e rinvii, la fine di un sistema politico e la formazione di un nuovo scenario.
EUR 17.18
-
Apprendista del sogno
«Se potessi toccare un fiocco di vera neve, stringere nel pugno quel caleidoscopio gelato in cui un minimo moto di cristalli bianchi può provocare un'esplosione di arcobaleni - saprei leggere lo sguardo della donna che si è alzata dal divano di fronte al televisore per accostarsi alla parete di vetro, là dove lo spigolo del grattacielo s'incunea nel vento». Mondi diversi e discontinui, popolati di figure reali e di ombre. Luoghi di formazione e di deformazione del ricordo, di sovrapposizione delle vicende individuali con i destini collettivi: il deserto del Nord Africa disseminato di relitti dell'ultima guerra mondiale; la Como apocalittica del '45; l'utopica Sicilia del '68. Ma a legare questi racconti in un'unica sequenza interviene il saldo filo narrativo che li attraversa con l'energia visionaria del sogno, dell'inatteso, del caso.«Abbandonai il progetto autobiografico» rivela l'autrice. «Avevo accumulato schede su schede, falsi inizi; avevo catalogato i materiali diaristici per immagini ossessive, per amori e guerre, eventi storici e sogni vani. Nelle mie intenzioni avrebbero dovuto aggregarsi come le schegge di legno dipinto, i fili di canapa, i ritagli di carta che entrano a comporre una nave nella bottiglia... un'illusione di viaggio».Negli anni i materiali scampati al rogo autobiografico sono precipitati in cristalli di racconti, dove il tempo fantastico della mente s'incrocia con la storia e i luoghi diventano i contrafforti della memoria.
EUR 12.26
-
Canzone privata, canzone politica. Musica, poesia e rivolta
Cantautore, poeta e critico letterario tra i più significativi della cultura tedesca contemporanea, figlio di un ebreo comunista morto ad Auschwitz, Wolf Biermann emigrò volontariamente a Berlino Est presto passando a contestare il regime comunista, che lo ripagherà privandolo della cittadinanza mentre è in tournée all'Ovest. Nel suo stile provocatorio, divertente e paradossale che lo ha reso famoso, citando canzoni e poesie sue e di altri autori contemporanei (ma non mancano le incursioni nel repertorio dei classici antichi e moderni), il poeta chansonnier racconta i rovesciamenti dei nostri anni attraverso le amicizie, i tradimenti e le delusioni di chi, in fondo, è straniero dovunque, e attraversa questa nostra Europa armato di musica e poesia, ma ovunque inseguito dal fantasma dell'ipocrisia di vati e di retori che troppo spesso si rivelano servi. Divertenti e indignati, crudeli e commoventi, i testi di Biermann - due dei quali sono lezioni di un ciclo tenuto dall'artista alla Heinrich-Heine-Universität di Düsseldorf - attraversano la poetica, la scrittura e la filosofia di questi anni e ricostruiscono in controluce l'autobiografia di un autore «diverso», solitario e altero.
EUR 10.79
-
Al di qua e al di là dell'umano. Studi ed esperienze di letteratura
L'autrice di questo libro cominciò la sua attività nel mondo editoriale e letterario traducendo alcune saghe poetiche del medioevo nordico o anglosassone cui seguirono altre traduzioni di scrittori moderni norvegesi, svedesi, tedeschi inglesi e americani. Per la Koch, la traduzione è un processo che "porta ad affermare verità non sapute prima, e difendibili solo con la voce dell'altro". L'insieme dei saggi qui raccolti rappresenta la tensione verso la riconquista di quella inafferabile distanza che è l'essenza vera di ogni letteratura. Si giustifica, in questa chiave, la predilezione per le culture nordiche.
EUR 18.65
-
Lo stato sociale in Italia 1997. Rapporto annuale Iridiss-CNR
I risultati del compromesso siglato ad Amsterdam tra il 17 e il 18 giugno 1997, in quella che è stata chiamata la notte dei veti incrociati, ci danno la misura delle difficoltà da superare per trovare linee europee di convergenza sul piano delle politiche sociali, in un momento in cui l'emergenza occupazione colpisce la quasi totalità dei paesi membri dell'Unione Europea. Non meno complessi i nodi da sciogliere in Italia, tenendo conto, da un lato, dei vincoli posti e confermati dal trattato di Maastricht e, dall'altro, della nuova domanda sociale proveniente dalle giovani generazioni.Salvaguardare, rimodellandolo, un sistema di protezione sociale vuol dire assicurare a tutti eguaglianza effettiva di opportunità, assumendo quali priorità la piena occupazione e i processi formativi ad essa funzionali.Occorre partire da questi presupposti per ridisegnare i contenuti e le stesse forme istituzionali del welfare state, per adeguarlo alla nuova configurazione assunta dalla questione sociale all'alba del XXI secolo. È necessario contenere, e in alcuni casi ridurre, il sostegno ai gruppi sociali già tutelati, a partire dal settore pensionistico; abbassare il tasso di universalismo e la protezione nei confronti dei ceti abbienti; spostare le risorse verso la nuova domanda sociale a tutela dei settori più svantaggiati.
EUR 17.18
-
L' imperatore Giuliano e l'arte della scrittura
«Associando curiosamente allo starnuto e alla tosse l'invenzione umana dei miti, Giuliano ci lascia intendere che ci sono sempre stati e sempre ci saranno dei miti sulla terra. Ma perché gli uomini sempre e ovunque inventano delle storie false, prendendole talvolta per storie vere?». Prendendo spunto da una serie di osservazioni di Leo Strauss sulla retorica classica, Kojève si concentra in questo breve ma folgorante saggio sulle implicazioni etiche della cosiddetta «arte di scrivere». La dissimulazione letteraria, la capacità di mascherare i pensieri dietro un discorso che sia in grado di celarne - lasciandolo però intendere - il vero messaggio, è un artifizio retorico che trova le sue radici nell'età classica.Attraverso una parafrasi serrata e puntuale degli scritti filosofici dell'imperatore Giuliano l'Apostata (vissuto nel IV secolo dopo Cristo), Kojève giunge a delineare le principali componenti etiche e dialogiche del parlare «mascherato». L'analisi degli insegnamenti di Giuliano (il primo dei quali è che «non si deve dire tutto, ed anche di quel che si può dire si devono nascondere alcune cose alla grande massa») mostra la polemica che l'imperatore intrattenne nel corso dei suoi scritti con il mito (il mito teologico in particolare), da lui giudicato come parte del discorso inevitabilmente autocontraddittoria perché «racconto di storie false sotto una forma credibile». Ma Kojève mostra come questa avversione alla forma mitica del discorso non impedì tuttavia che lo stesso Giuliano, per convincere sotterraneamente il popolo dell'assurdità del cristianesimo, facesse uso dei miti teologici pagani, dando altresì a questo genere di dissimulazione un sottointeso valore pedagogico ed etico. Da qui si evince la controversa natura del mito, e in genere la complessità e plurivocità del parlare indiretto e cifrato.Modello esemplare di limpidezza teorica e stilistica, questo saggio del grande studioso di Hegel si inscrive nella riflessione sull'etica della retorica e sul mito, mettendo in luce una parte importante e poco conosciuta del suo pensiero.
EUR 7.36
-
L' Italia dei municipi. Il movimento comunale in età liberale (1879-1906)
Il movimento comunale italiano si sviluppa tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento contemporaneamente alla grande crescita economica e alla rivoluzione demografica che investe le città e i paesi di tutta Italia. La costituzione nel 1901 di una struttura permanente del movimento, L'Associazione dei comuni italiani, non avrebbe cambiato di molto l'atteggiamento totalmente negativo che fin dal secolo precedente il governo aveva manifestato verso le richieste degli enti locali.Le novità venivano piuttosto dai comuni, dalle loro proteste organizzate, dalle pressioni che questi, attraverso parlamentari amici - liberali come della sinistra - facevano su un governo che caricava di spese i municipi e sottraeva loro risorse per ripianare il deficit dello Stato, un governo che scioglieva i consigli comunali spesso calpestando le leggi. La novità soprattutto era nell'originalità delle iniziative dei comuni. La più importante era quella - del 1906 - per la costituzione di un Consiglio superiore dei comuni che avrebbe dovuto regolare i rapporti tra governo e il complesso dei municipi, ma che sarebbe stata realizzata solo nel 1996, con la nascita della Conferenza Stato-Città e Autonomie locali.L'atmosfera di collaborazione tra comuni instaurata nelle assemblee dei sindaci avrebbe favorito la nascita, nel 1905, vent'anni prima dell'Istat, dell'Unione statistica delle città italiane, un'organizzazione che elaborava dati statistici sulla realtà urbana, indispensabili per programmare l'attività comunale. Lo stesso spirito di cooperazione avrebbe poi permesso l'avvio, nel 1909, della Federazione nazionale delle aziende municipalizzate.Lo studio di Oscar Gaspari narra di questa vicenda che ha visto tra i protagonisti, insieme ad amministratori e politici di tutti i partiti, e di tutta l'Italia, personalità di grande rilievo come Salvemini, Bonomi, Sturzo. Una vicenda della quale non si aveva quasi nessuna memoria, come se la storia del movimento comunale non fosse stata degna di passare dalla prime pagine dei giornali e delle riviste dell'epoca a quelle dei libri di storia di oggi.
EUR 24.53
-
Venezia e le acque. Una metafora planetaria
Nato tre anni fa come un piccolo libro, questo volume è cresciuto progressivamente, tra le aggiunte per le varie edizioni straniere e una corposa integrazione inedita relativa agli ultimi due secoli, fino a rappresentare un testo in larga parte nuovo. Vi si racconta una storia che si può davvero definire straordinaria. La storia di una sfida, di un equilibrio tra natura e uomini da sottrarre volta a volta alla precarietà, continuamente da riconquistare. Almeno a partire dall'anno Mille, Venezia ha dovuto sostenere una lotta quotidiana e di lunga lena contro l'insabbiamento della laguna. Gli innumerevoli fiumi che sboccavano in quel golfo dell'Adriatico, con il loro trasporto di sabbia e fango alimentavano la formazione delle paludi, alterando la salubrità dell'aria e minacciando, con la diffusione delle febbri malariche, la vita della città. Ma lo stesso processo di interramento delle acque interne costituiva una insidia mortale per l'avvenire di Venezia, perché portava alla distruzione dei suoi porti e al fatale declino delle sue economie marittime. La lotta è continuata anche negli ultimi due secoli e richiede tuttora una fortissima concentrazione di intelligenze, tecnologie e risorse.Al di sotto della parabola spettacolare con cui Venezia si è affermata quale centro di prima grandezza nei traffici internazionali, Stato regionale fra i più potenti del mondo, patria delle arti e crocevia di culture, e da ultimo come città simbolo di una intera civiltà, scorre dunque una storia oscura e drammatica, che vede protagonisti pescatori, tecnici, periti idraulici, ingegneri alle prese con un habitat fragile e delicato. Non diversamente dagli abitanti attuali del pianeta, i cittadini di Venezia hanno dovuto fronteggiare i problemi di un microcosmo minacciato. Com'è stato possibile un tale successo? Dietro la riuscita del progetto tecnico si nasconde una più segreta e importante chiave per spiegare la vittoria della città. Una politica severa e lungimirante di conservazione degli equilibri naturali, il governo delle risorse e dei beni sotto il segno di una precoce e sorprendente «economia della riproducibilità», fanno dell'azione statale delle classi dirigenti veneziane un modello di condotta universale che ha pochi termini di paragone nella storia dell'Occidente.
EUR 18.65
-
Il ritorno di don Chisciotte. Clarin e il romanzo
Il compito che attende il romanziere nella Spagna della Restaurazione è per molti aspetti simile a quello che nel Chisciotte si è assunto il baccelliere Sansón Carrasco: riportare a casa l'hidalgo sfidandolo sul suo stesso terreno, quello dell'illusione. Nella lucida diagnosi che della decadenza nazionale elaborano sia Clarín che Galdós un'unica condanna accomuna la prosaica nazione canovista e il suo antagonista: il soggetto romantico, irrimediabilmente ammalato di lealismo.Riportare a casa don Chisciotte è innanzitutto un progetto di modernizzazione culturale: si tratta in primo luogo di riambientare in Spagna quella forma romanzesca che proprio dalla Spagna secentesca aveva preso le mosse. Riappropriarsi del romanzo negli anni ottanta dell'Ottocento significa concretamente ispanizzare l'esperienza realista-naturalista europea, cosa che avviene attraverso la lezione viva di Cervantes. Il romanzo è lo strumento terapeutico della sindrome nazionale che vede l'idealismo sconfitto dall'arretratezza, dal fanatismo, dall'intolleranza, e il romanziere come terapeuta che cura il chisciottismo del personaggio con l'ironia cervantina.In un primo momento si tratta per Clarín di battere la cecità romantica attraverso la lucida visione del romanzo come «maison de verre», strumento ottico capace di mettere a nudo, di offrire alla visione del lettore il male nazionale e insieme la cura per lui approntata: il romanzo.Ma Clarín (come del resto Galdós) viene giocato da Carrasco. Proprio dall'impietosa disamina del reale emerge un altro territorio, che si sottrae alla visione e si offre invece all'ascolto, la sorgente singolare dell'etica come immaginazione: l'anima. Dando forma al suo personaggio nel crogiolo etico-estetico della decadence, Clarín redime l'orfano romantico, lo rende padre e finalmente generatore della sua esperienza.
EUR 13.74
-
Omero e Dallas. Narrazione e convivialità dal canto epico alla soap-opera
La tesi di questo libro, sostenuta da grande rigore e precisione, è che esista uno stretto legame tra il popolare prototipo dei serial televisivi e il celebratissimo poema della Grecia classica. Entrambi questi universi narrativi appartengono al continente della cultura orale, e dunque non possono essere interpretati con i canoni della cultura scritta. Entrambi celebrano, entro una situazione conviviale e con un esplicito scopo gratificante, un modo di essere, un costume, un'identità collettiva.
EUR 10.79
-
Mutamenti nella politica sanitaria. Le prospettive in alcuni paesi europei
Sono qui raccolti i più significativi risultati di un Seminario internazionale organizzato dall'Iridiss e svoltosi a Roma nel dicembre 1996. Vengono prese in esame le diverse modalità di riassetto della gestione dei servizi sanitari e assistenziali in alcuni paesi europei coinvolti nel processo di riforma (Inghilterra, Norvegia, Francia) e viene proposta una valutazione delle conseguenze che tali interventi hanno prodotto nella vita sociale e politica dei paesi considerati. Il volume cerca di delineare un quadro che tenga conto, oltre che delle specificità nazionali, dei tratti comuni che presentano le soluzioni di riforma adottate, primo fra tutti il tentativo di introdurre una gestione decentrata e aziendale dei presidi sanitari, auspicabilmente più agile e funzionale rispetto al passato. All'interno di tale panoramica si inserisce il complesso caso italiano, al cui esame sono dedicati i tre saggi conclusivi del volume, incentrati sul processo di trasformazione in atto del sistema sanitario nazionale in una struttura che nelle sue articolazioni principali (le Asl) sia sempre meno dipendente, almeno rispetto alle scelte economiche e gestionali, da un'amministrazione centrale che in passato ha generato i ben noti fenomeni di corruzione.
EUR 19.63
-
Poveri a Roma. Governance e innovazione dei servizi nell'esperienza di una metropoli
Basato sui risultati di un insieme coerente e continuativo di ricerche sviluppate nel quinquennio 1994-1999, il volume affronta i temi della povertà e dei sistemi locali di lotta all'esclusione sociale attraverso l'analisi di una particolare e rilevante realtà amministrativa e territoriale, quale la metropoli romana. Ma i saggi qui raccolti, che si inscrivono nella tradizione di ricerca di analisi localizzata dei sistemi di sviluppo e di policy, assumono interesse anche oltre il caso specifico preso in esame, poichè si inseriscono in un quadro più ampio di ormai acquisite prospettive nazionali e internazionali di studi dei percorsi di crisi della cittadinanza sociale.Sia le sfuggenti configurazioni che la marginalità assume nel peculiare territorio metropolitano della città di Roma, sia il debole crescendo delle politiche pubbliche di contrasto dell'esclusione sociale vengono infatti letti alla luce di un ormai consolidato patrimonio di letteratura sociologica sui significati e sui percorsi dell'esclusione. Nozione, quella di esclusione sociale, ormai forse anche abusata, e che secondo alcuni illustri studiosi della marginalità avrebbe contribuito ad aprire la strada alle politiche attive per l'inclusione dei soggetti socialmente deboli, ma anche a determinare discutibili confusioni teoriche e limiti operativi di diverse iniziative di intervento diretto.
EUR 18.65
-
Errare e perseverare. Ambiguità di un Giubileo
Dalle parole e dagli atti della Chiesa cattolica nell'anno giubilare emergono contraddizioni teologiche e politiche: da un lato la Chiesa confessa gli errori del passato, dall'altro, beatificando Pio IX o il cardinale Stepinac', propone a modello dei fedeli chi da quegli errori non era affatto immune; da un lato promette di correggersi, dall'altro riconferma la propria infallibilità e continuità, e pretende supremazia. Ambiguità e pretese che, mentre manifestano contrasti interni irrisolti, compromettono il dialogo ecumenico e interreligioso promosso dallo stesso Papa Giovanni Paolo II, e incidono sui rapporti tra Chiesa e Stato, tra credenti e non credenti, tra maggioranza e minoranze.Il punto di vista da cui Stefano Levi Della Torre osserva i fatti e i documenti è quello di un cittadino italiano, laico, appartenente alla minoranza ebraica; e da anni impegnato attivamente nei colloqui ebraico-cristiani. Se pure critica e senza reticenze, la sua riflessione intende proporsi a laici e credenti in modo interlocutorio.
EUR 9.81
-
Sicurezza e giustizia. Conversazione con Paolo Borgna
Esiste un'emergenza giustizia nel nostro paese? È vera la rappresentazione diffusa che dipinge il nostro sistema giudiziario come affetto da un'endemica inefficienza? E cosa si deve fare per restituire ai cittadini la fiducia necessaria in questo grande bene collettivo? Piero Fassino, guardasigilli e dirigente della sinistra, si confronta sul funzionamento della giustizia con Paolo Borgna, pubblico ministero a Torino. Da un lato, il politico, responsabile del ministero della Giustizia in un momento di complesse e controverse riforme e di continue e opposte sollecitazioni. Dall'altro, il magistrato impegnato nella procura di una grande città del Nord, investita dai fenomeni di criminalità urbana connessi in parte non secondaria ai forti flussi migratori di questi anni. Ne nasce una discussione serrata, giocata sul filo della passione civile. E il confronto parte proprio dalla sicurezza: dalla denuncia dell'inadeguatezza, giudiziaria e culturale, ad affrontare il fenomeno e del ritardo nel comprendere quanto questa sottovalutazione contribuisca a deteriorare il rapporto fra cittadino e istituzioni. Ma la denuncia del ritardo non basta se non se ne affrontano, senza paura di scavare a fondo, le radici culturali. È forse vero - come molti sostengono - che una specifica resistenza va ricercata proprio nella cultura diffusa della sinistra? E peraltro, che uso ha fatto la magistratura italiana della sua straordinaria indipendenza di fronte alle richieste di giustizia dei cittadini? Da queste domande il confronto si estende ai temi più generali della giustizia: al ruolo della magistratura, alle scelte e responsabilità dei capi degli uffici, ai rapporti con le sollecitazioni della politica, sino a toccare le riforme più recenti e quelle sul tappeto.
EUR 8.84