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Mostrati 2221-2240 di 53461 Articoli:
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Metafisica dell'immanenza. Scritti per Eugenio Mazzarella. Vol. 2: Etica e religione.
L'instancabile lavoro filosofico Mazzarella si configura come un esercizio teoretico che se da un lato approfondisce la sua voce all'interno di alcune tensioni cardine della storia del pensiero filosofico, dall'altro fa un passo oltre, arrischiando la filosofia in territori inediti: la conduce ai suoi confini, sulla soglia, più precisamente del suo stesso inveramento/superamento, come quando fluisce, in Mazzarella, nella trama del pensiero poetico.
EUR 34.20
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Il quarto concerto di Beethoven. Come invito all'opera del pensiero
L'ascolto del Quarto Concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven può essere vissuto come un invito musicale ad assistere all'opera del pensiero, così come viene svolta ad esempio all'interno del sistema filosofico schellinghiano. La profonda affinità tra la musica di Beethoven e la filosofia di Schelling si mostra nella loro incessante aspirazione all'assoluto. Pur con diverse modalità, la loro opera consiste essenzialmente nel cercare di ricostruire la storia trascendentale dell'essere, di raccontare musicalmente e filosoficamente l'avventura del divenire o del farsi dell'universo. In questo caso, poi, la loro reciproca speculazione fa sì che la musica illustri e illumini sonoramente il travagliato percorso della filosofia, e la filosofia chiarisca e spieghi i sublimi sviluppi della musica. La musica beethoveniana infatti "si può definire idealistica e la filosofia schellinghiana un idealismo estetico. Ciò significa, in altre parole, che la musica di Beethoven risulta più comprensibile se si pone in relazione con il modello dialettico della filosofia idealista e [...] la filosofia di Schelling risulta meno oscura e notturna se la si considera in parallelo alla forma sonata o alla forma concerto beethoveniana, in particolare al Quarto Concerto". Ben presto, però, l'accettazione di quell'invito ad assistere a quella duplice opera si rivela un'esortazione a mettersi all'opera, a cimentarsi, a disporsi a pensare, a partecipare assieme ad altri studiosi all'attività dei due autori.
EUR 17.10
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L' ombra della notte. Riflessioni sulla bilancia
Un libro che parla di alchimia cercando di condurre alla comprensione della sua dimensione universale. Un testo che si può considerare il momento finale - ma ogni fine è un inizio - di un percorso che, da tempo, ha occupato Guido Buffo e Andrea Zucconi in una ricerca volta al Sé più profondo, in cui si sono impegnati per fornire gli strumenti più consoni: se non per raggiungerlo, almeno per avvicinarglisi. Per questo motivo non è un testo facile. Non lo è in quanto richiede al lettore una diretta partecipazione, un sentire cum, che non è di tutti e per tutti. Non certo per le difficoltà delle parole e del pensiero - tutto sommato superabili, almeno per chi ha "desiderio" e volontà - ma perché richiede di "calarsi" nella notte. Richiede di "diventare" notte, di introiettare ciò che la notte, simbolicamente, rappresenta: vivendola sino in fondo. D'altronde, il percorso esoterico che gli autori richiamano è tutto nella notte. Notte che, a scanso di equivoci, non coincide con le tenebre che tutto avvolgono e tutto inghiottono. Prefazione di Claudio Bonvecchio. Nota introduttiva di Antonino Salsone.
EUR 13.30
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Non ci sono demoni. Primo Levi, il Doktor Pannwitz e due figure mitiche
Auschwitz, 21 o 22 luglio 1944. Un laboratorio. Due uomini parlano di chimica in tedesco, si chiedono entrambi se quello che hanno davanti è un uomo. Così Primo Levi racconta, nel suo libro più famoso, il suo esame con il Doktor Pannwitz. E per dire l'orrore, affinché gli altri possano comprendere, nell'intreccio di testimonianza e racconto evoca due figure mitiche, due antichi demoni: la Sfinge di Edipo e il Minosse di Dante. Ma non ci sono demoni: "gli assassini di milioni di innocenti sono gente come noi, hanno il nostro viso, ci rassomigliano. Non hanno sangue diverso dal nostro, ma hanno infilato, consapevolmente o no, una strada rischiosa, la strada dell'ossequio e del consenso, che è senza ritorno". Questo lavoro sonda il rapporto di Levi con i classici e ne scopre il talento di scrittore e ri-scrittore, maestro nell'appropriarsi di archetipi e modelli altrui, adoperandoli come dispositivo narrativo e intertestuale non soltanto nella testimonianza ma anche nella sua intera opera.
EUR 8.55
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Estetica antropologica. Per una poetica dell'umano
Estetica antropologica è una nozione introdotta negli anni Sessanta del Novecento da Rolando Toro Araneda, psicologo e antropologo cileno, noto per avere ideato il Sistema Biodanza. Con questa idea il suo obiettivo era riscattare la parte luminosa dell'essere umano celata da un incessante lavorio culturale volto a valorizzare invece l'ombra, le nostre miserie e piccoli egoismi. Mettere in luce la grandezza umana, le capacità affettive, etiche, creative e legate alla conservazione della vita insite nella specie, risulta una proposta destabilizzante perché contraria all'approccio schivo nei confronti di teorie generalizzanti che sembra aver contraddistinto almeno una parte della riflessione antropologica negli ultimi decenni. In questo testo, il recupero di questa nozione prende una valenza duplice: da una parte enunciare lo specifico progetto antropo-poietico di Toro, sorto in un contesto culturale cileno multidisciplinare, in cui psichiatri, artisti, antropologi e psicologi hanno stretto un'alleanza con l'idea comune di "umanizzare la medicina", dall'altra, associandola alla proposta di Francesco Remotti attorno a un'antropologia inattuale (2014), quella di portare alla luce il valore dell'antropologia, anche negli aspetti oggi considerati inattuali, come il fare teoria oltre che solo etnografia, come scienza capace di parlare ai membri della propria comunità in merito a tematiche e preoccupazioni contemporanee, di prendersi carico dell'attualità, attraverso una pratica conoscitiva intrinsecamente etica.
EUR 17.10
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Nello spazio del lutto. Melanconia, violenza, tenerezza
Ogni percorso di cura è una elaborazione del lutto. Il lavoro del lutto è uno snodo centrale del continuo rimodellamento del funzionamento psichico in cui consiste lo sviluppo. L'autrice lo interpreta come l'attività dell'apparato psichico tesa a dare significato alle vicende dell'esistenza, particolarmente necessaria e vitale per il compito, che coinvolge ciascun individuo e ciascun gruppo, di trasformare i traumi, individuali e collettivi, come la pandemia che stiamo vivendo in questi giorni. L'individuo, come il gruppo, e la comunità hanno necessità di modellare e rimodellare il proprio funzionamento in vista della elaborazione dei traumi, pur attraverso le continue oscillazioni tra stallo melanconico e reazione violenta e rabbiosa. Il lavoro del lutto è a fondamento tanto della soggettivazione quanto del nesso sociale, infatti può contenere un'astiosa reazione immunitaria e avviare la pensosità, può restituire al singolo la parola, forse perfino quella politica, e al gruppo le sue risorse trasformative. Postfazione di Antonello Correale.
EUR 13.30
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Genealogia del pensiero post-metafisico. Riflessioni su «Una storia della filosofia» di Habermas
Ricostruisce la storia della civiltà a partire dall'homo sapiens, passando attraverso le grandi religioni dell'antichità per poi analizzare lo sviluppo della costellazione moderna. In questo percorso la sua chiave di lettura privilegia il rapporto tra fede e sapere, ponendo al centro il ruolo della religione e della razionalità filosofica nella genesi del moderno e del pensiero post-metafisico. I saggi riprendono un seminario organizzato a Cortona nell'ottobre 2019 dalla Società italiana di teoria critica alla presenza dello stesso Habermas. Ai sei contributi segue la risposta di Habermas sotto forma di postfazione. La seconda parte del volume è dedicata alla storia della ricezione del pensiero habermasiano a livello nazionale e mondiale.
EUR 19.00
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Zapruder. Rivista di storia della conflittualità sociale. Vol. 56
Il Medioevo è un'età definita per assenza, alla quale ci si riferisce solitamente attraverso un immaginario irrazionale, arretrato, immobile, oscuro e spesso violento. La sua strumentalizzazione nella discussione pubblica - tanto per fini politico-propagandistici quanto per alimentare la cultura pop - continua a privarlo della dovuta complessità, restituendo un'epoca svuotata delle contraddizioni, delle lotte sociali e, in fondo, delle dinamiche che caratterizzano ogni fase storica. L'obiettivo di questo numero di "Zapruder" è mostrare come il mondo medievale possa essere integrato nel dibattito odierno, a patto di superare l'immagine caricaturale di cui spesso è vittima. Ritornare al Medioevo quindi, ma presentando risultati, prospettive e problemi della ricerca storica, e decostruendo concetti e preconcetti. Un modo per riflettere sull'età di mezzo senza farne strumento di autoassoluzione, propaganda o alibi per le barbarie contemporanee.
EUR 15.20
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Etnografia e società
Cosa hanno in comune un artista autodidatta, una giocatrice di scacchi e un cercatore di funghi? Raccogliendo una selezione di tredici saggi di Gary Alan Fine, "Etnografia e società" permette al lettore di seguire il sociologo statunitense attraverso alcuni dei singolari contesti in cui lo studioso ha svolto le sue ricerche etnografiche. Esplorando cucine di ristoranti, boschi, uffici meteorologici, gallerie d'arte e tornei di scacchi, Fine elabora una sociologia che mette al centro i piccoli gruppi, considerati come il centro nevralgico della produzione e riproduzione della cultura, in perenne tensione tra i vincoli delle strutture sociali e le contingenze dell'interazione. Nell'arco di una carriera intellettuale quarantennale, Fine è riuscito a coniugare riflessione teorica, ricerca empirica e attenzione per il metodo etnografico: questi tre elementi sono il filo conduttore attorno a cui è organizzato il volume. Tanto i lettori esperti quanto coloro che si avvicinano per la prima volta alla sociologia troveranno in questo volume spunti interessanti su come fare ricerca sociale e creare teoria a partire dall'analisi di casi empirici: Etnografia e Società è un ottimo strumento per stimolare lo sguardo sociologico.
EUR 24.70
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Disciplinare i poveri. Paternalismo neoliberale e dimensione razziale nel governo della povertà
Disciplinare i poveri affronta la trasformazione del governo della povertà negli ultimi quaranta anni negli USA: cosa è successo e perché, come funziona oggi il welfare e come influisce sulle persone. Sviluppa un resoconto preciso di come si plasmi la governance della povertà e chiarisce il ruolo centrale della questione razziale all'interno di questa trasformazione. Collegando la riforma del welfare ad altri sviluppi politici, gli autori analizzano varie forme e fonti di dati per spiegare le origini, le pratiche e le conseguenze di una nuova modalità di governance della povertà. Lo studio traccia un percorso di questo nuovo modello: dal livello federale a quello statale e di contea, fino alle differenze nei modi in cui gli street level bureaucrats prendono provvedimenti disciplinari nei singoli casi. Il risultato è un resoconto convincente di come il sistema di governance paternalista-neoliberale stia oggi disciplinando i poveri.
EUR 30.40
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Il gusto e il suo doppio. Saggi sul kitsch
Da oscuro sostantivo del lessico estetologico tedesco del primo Novecento ad abusato e approssimativo sinonimo di cattivo gusto e pseudoarte, il termine kitsch ha attraversato il ventesimo secolo registrandone, dal punto di vista estetico, le contraddizioni più acute e il passaggio definitivo da una cultura elitaria a una di massa. Questi studi cercano di tracciare un identikit che vede il kitsch operare in più scenari come un problematico doppio di una delle categorie fondative dell'estetica, il gusto: la cultura ottocentesca, la filosofia del Novecento, l'antropologia, la moda, l'arte contemporanea.
EUR 11.40
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Arianna. Testo russo a fronte
Scritta a Praga tra il 1923 e il 1924 e pubblicata nel 1927 a Parigi con il titolo di Teseo, Arianna, che doveva essere la prima parte di una trilogia dedicata al celebre eroe greco, rilegge il famoso mito del labirinto e dell'amore infelice tra Arianna e Teseo. Nell'opera di Marina Cvetaeva, il sentimento tragico dell'esistenza peculiare alla tragedia greca rispecchia, e allo stesso tempo si fonde, con il senso di disappartenenza dal mondo e con la legge del "nonincontro" che tanta parte ebbero nella vita dell'autrice (da Rilke a Pasternak). Marina, che si identificava in Arianna e amava a tal punto questo personaggio da dare il suo nome alla figlia primogenita, tratteggia un'eroina appassionata e indimenticabile.
EUR 11.40
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Gli immaginari in geometria. Estensione del dominio delle immagini bidimensionali nella geometria
Per la prima volta in traduzione italiana, l'opera di Pavel Florenskij che introdusse una nuova interpretazione geometrica dei numeri complessi. In questo saggio, l'autore si propone di descrivere in modo visivo le proprietà delle diverse equazioni risultanti dalle due variabili, che possono avere valori sia reali sia immaginari. Ai primi sette capitoli, cui Florenskij lavorò nel 1902, il filosofo e matematico aggiunse un ottavo nel 1921 e un nono nel 1922. Nel nono capitolo il concetto di "immaginari" viene inserito all'interno di una visione cosmologica che include un originale confronto tra i sistemi tolemaico e copernicano, la relatività speciale di Einstein e la "fisica" di Dante nella Divina Commedia. Un'opera in anticipo sulla sua epoca, considerata "eretica" dai commissari bolscevichi per il suo approccio rivoluzionario alla materia matematica.
EUR 11.40
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Il tempo e l'altro
"Il tempo e l'altro" ospita quattro conferenze tenute da Emmanuel Levinas nel 1946-1947, durante il primo anno della sua attività al Collège philosophique fondato da Jean Wahl. Queste pagine, anche alla luce della pubblicazione delle opere inedite di Levinas, in particolare i Carnets de captivité, appaiono come un luogo di "gestazione" dei temi centrali della maturità teoretica dell'Autore. Di più, ne costituiscono una prima sintesi. Un'opera fondamentale per cogliere la cellula germinale del pensiero di Levinas e riscoprirne la grandiosa originalità. Postfazione Francesca Nodari.
EUR 11.40
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Confindustria nella Repubblica (1946-1975). Storia politica degli industriali italiani dal dopoguerra alla strategia della tensione
Principale organizzazione di interesse degli industriali, Confindustria ha avuto un ruolo essenziale nel determinare le forme della Ricostruzione e, successivamente, della modernizzazione in Italia. È difficile affermare che la sua azione si sia limitata alla sola difesa sindacale degli associati; altrettanto spesso infatti essa ha agito di fronte a minacce reali o percepite, condizionando gli equilibri della nostra fragile democrazia. Utilizzando documenti in parte inediti insieme a quanto emerso a più riprese in processi e inchieste giornalistiche, il presente lavoro riannoda i fili di un discorso finora rimasto privo di un focus specifico: la storia politica dell'organizzazione industriale e di alcuni dei suoi più importanti membri, ricostruendone la trama coperta accanto a quella ufficiale e seguendo come un "filo rosso" i rapporti con il blocco civico-militare che, nato nella declinazione della Guerra fredda in Italia, manifestò appieno i suoi propositi nel "quinquennio nero" 1969-1974. Prefazione Aldo Giannuli. Postfazione Elia Rosati.
EUR 22.80
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Rime
«Famosissimo dicitore per rima» e «uomo d'alto intelletto»: così Giovanni Boccaccio definì Dino Frescobaldi, facendone il continuatore della tradizione poetica fiorentina dopo la morte di Cavalcanti e la cacciata di Dante. Dino è uno stilnovista dopo e oltre lo stilnovo. Le sue rime, fedeli al magistero cavalcantiano, intrecciano stretti rapporti con quelle di Cino da Pistoia e seguono la parabola della poesia dantesca: dalla Vita nova alle petrose fino, probabilmente, ai primi canti della Commedia. Andando al di là del luogo comune che fa di Dino un pedissequo imitatore, il volume ripropone l'intero corpus secondo un nuovo ordinamento, frutto di recenti acquisizioni sulla tradizione manoscritta, arricchito di un commento sistematico che con nuove e calibrate proposte interpretative mira ad approfondire la comprensione dei testi e le relazioni con la lirica coeva. Tale corredo fa emergere un sottile lavorio interno al codice stilnovista e una intensa dialettica con le più importanti innovazioni di Dante.
EUR 17.10
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Mechane. Vol. 1: Che cos'è una macchina?.
«Che cos'è una macchina? Il primo numero di Mechane gira intorno a una domanda: che cos'è una macchina? Una domanda che ci invita a riflettere sugli oggetti che usiamo tutti i giorni e che popolano il nostro mondo. Di fronte a un quesito del genere si aprono due vie. La più facile da imboccare, perfettamente dritta, consiste nel non lasciar dispiegare la domanda e nel ridurla a un mero indovinello. Che cos'è una macchina?, in questa prima forma, chiede ciò che delle macchine già sappiamo, vuole una risposta pronta da tempo: una definizione rassicurante che ci dica, per esempio, che le macchine sono dei sistemi di due o più pezzi messi insieme per produrre uno scopo determinato. Così, però, rendiamo sterile l'esercizio dell'interrogazione. La seconda via, invece, molto più lunga, accidentata e incerta, ci porta a sondare il presupposto che ha dato il nome alla rivista: l'idea che la macchina sia un elemento fondamentale per la filosofia e l'antropologia della tecnica. È questa seconda strada che intendiamo battere. La domanda "che cos'è una macchina?" non chiede semplicemente in cosa consista una macchina o cosa si intenda con questa parola, ma traccia un percorso e fissa un obiettivo; si propone di cogliere, mediante lo studio delle macchine, uno scorcio dell'attività vitale da cui le macchine sorgono e in cui si inseriscono: la costruzione materiale e simbolica del mondo umano. Cerchiamo di articolare, a mo' di introduzione dei saggi che abbiamo chiamato a raccolta, gli ambiti attraversati dall'interrogativo. Almeno da Platone in poi, la macchina viene regolarmente adoperata per una funzione che non è quella per cui è stata costruita. Il congegno fabbricato in vista di un fine rivela per tempo una seconda forma d'uso, tanto "naturale" quanto quella incorporata nel meccanismo. Oltre che a realizzare un determinato lavoro, la macchina serve per descrivere il mondo. Platone, raccontando nella Repubblica il mito di Er, paragona il movimento delle sfere celesti a quello delle parti di un complesso fuso (616b-617c), dando la stura a una equiparazione tra l'universo e l'artefatto meccanico che diventerà topica già in epoca ellenistica e che, con Lucrezio, assumerà la formulazione classica di machina mundi...» (Dall'Editoriale)
EUR 17.10
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Tra Husserl e Heidegger. Per una fenomenologia del bene comune
Sorta nel cuore di una profonda esigenza rinnovatrice, la diffusione del sintagma bene comune interpella la contemporaneità verso inediti sentieri riflessivi. Il tentativo di una sua ricognizione teorica e giuridica sembra, tuttavia, scontrarsi con una serie di straordinarie difficoltà: l'estrema eterogeneità di contenuti e di contesti cui il bene comune viene fatto riferire, l'utilizzo del termine al singolare e al plurale, la discussa distinzione tra beni comuni materiali e immateriali, sembrano vincolare l'intenzione di ricerca ai soli settori specialistici di applicazione. Come intendere, allora, filosoficamente, la ricchezza, ma anche l'ambiguità semantica del sintagma bene comune? Il volume prova a rispondere al quesito attraverso le magistrali voci di Edmund Husserl e di Martin Heidegger che permettono di offrire visibilità a ciò che antecede, teoreticamente, il variegato prisma delle stesse proposte normative-culturali rivolte al bene comune, facendone affiorare i tratti descrittivi.
EUR 19.00
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Fare filosofia in italiano fra Ottocento e Novecento. Atti del Convegno (Firenze, 11-12 giugno 2018)
Il volume raccoglie - grazie al contributo del Centro Internazionale Insubrico "C. Cattaneo" e "G. Preti" dell'Università degli studi dell'Insubria di Varese, in collaborazione con la sezione varesina della SFI - gli atti di un Convegno svoltosi presso la Villa Medicea di Castello sul "Fare filosofia in italiano fra Ottocento e Novecento", promosso dalla Società Filosofica Italiana (presieduta da Emidio Spinelli) in collaborazione con l'Accademia della Crusca (presieduta da Claudio Marazzini). Molti anni fa, nell'anno della sua scomparsa, il padre della Filosofia della scienza italiana, Ludovico Geymonat (1908-1991), sollevò una domanda che parve curiosa: la filosofia della scienza parla unicamente la lingua inglese? Per Geymonat era «opportuno criticare l'abitudine contemporanea in base alla quale molti ritengono, erroneamente, che la filosofia della scienza (che pure era nata in Europa con Mach, Poincaré ed Einstein, per non fare che pochi nomi significativi) sia riducibile unicamente a quella di stampo anglosassone. Alcuni sostengono infatti che "quando si dice 'filosofia della scienza' in senso stretto si intende un contesto culturale ben determinato che è sostanzialmente il contesto culturale di lingua inglese"». Col passare dei decenni, quello che allora è sembrata una "stramberia" di un anziano epistemologo è diventato un problema, al punto che oggi è lecito porsi la domanda: si può pensare in italiano? Tant'è vero che il Presidente della Crusca, a fronte della decisione del Miur di obbligare a redigere i progetti di ricerca scientifici del Prin esclusivamente in inglese, ha scritto al Ministro rilevando come alcuni docenti sostengono, «quasi con vanto, di non essere in grado di discorrere in italiano della loro scienza. Proprio in questa affermazione sta il pericolo più grave: una lingua che non venga usata per la scienza, che anzi ne sia reputata contenitore impossibile, decade rapidamente al rango di dialetto». L'italiano, nell'anno di Dante, non merita questa fine. Pertanto, al Centro internazionale Insubrico è parso opportuno farsi carico della pubblicazione di questo volume in difesa dell'italiano in ambito filosofico perché del tutto in sintonia con altri due nostri volumi: quello "In difesa della lingua e della cultura italiana nell'epoca dell'anglofonia globale" (2017) e quello su "La scuola dell'ignoranza" (2019). Questa trilogia vuole porgere un argine critico ad una moda esiziale per la salvaguardia della nostra stessa cultura.
EUR 23.75
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Luigi Rasi. La declamazione come scienza nuova
Teatro, letteratura e ricerca si intrecciano indissolubilmente nell'opera e nella vita di Luigi Rasi (1852-1918), direttore della Regia Scuola di Recitazione di Firenze e ultimo esponente di un'illustre tradizione ottocentesca di insegnamento della declamazione come disciplina principe della scena. Figura ibrida di attore, studioso e docente, dotato di una vasta cultura, Rasi seppe attraversare i confini tra le arti, in dialogo con le istanze del suo tempo e in una prospettiva europea. La sua concezione della scena fu in grado di coniugare la storia con la sperimentazione: entro questo contesto egli concepì la formazione teatrale come un tassello fondamentale di un più ampio progetto di riforma del teatro italiano e del suo rapporto con la società, dai cui semi fecondi sarebbero scaturiti frutti anche nei decenni successivi del Novecento. Grazie anche alla valorizzazione di materiali e di carteggi inediti, il volume ricostruisce in una prospettiva unitaria la figura e l'attività di Rasi e ne spiega il contributo determinante, lungo direzioni inedite, alla storia del teatro.
EUR 19.00