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In viaggio con la zia
«"In viaggio con la zia" è l'unico libro che io abbia scritto per puro divertimento. Malgrado il tema sia la vecchiaia e la morte e malgrado un ottimo critico abbia parlato di "risate all'ombra del patibolo", mentre lo scrivevo ho sperimentato assai più il riso che l'ombra». Opera del narratore della verità del dubbio, del romanziere del dilemma morale, del costruttore di intrighi drammatici sulla doppia faccia del reale, In viaggio con la zia è al contrario un libro avventuroso e comico. Mr Pulling, un cinquantenne direttore di banca in pensione anticipata, incontra al funerale della madre la zia Augusta, che era sparita dalle frequentazioni di famiglia dai tempi della nascita del nipote. La folgorante settantacinquenne immediatamente trascina il timido Henry nel ciclone della sua vita sempre in movimento. Lui tranquillo e conformista, impacciato con le donne e con la vita, trascorre il suo pensionamento solitario coltivando dalie e scambiando corrispondenza con una Miss Keene che rappresenta la personificazione dell'occasione sentimentale mancata. La zia Augusta è la vecchietta candida e terribile, scapestrata e pungente, dall'appetito sensuale spregiudicato (a cominciare dal grande «valletto» di colore Wordsworth che la accompagna e: «provvede ai miei bisogni»). Ma questa è solo l'apparenza. I viaggi attraverso l'Europa, e infine in America Latina, in realtà corrispondono a un complicato disegno della zia, che punta a un misterioso grande amore italiano (di nome Visconti) di cui si è persa traccia dopo la guerra. Gli spostamenti, in cargo, in aereo, in treno, in taxi, ingannando polizie e forzando frontiere, sono infarciti di avventure strabilianti, individui iperbolici, e intricatissimi ricordi narrati dalla zia che, a un tratto, rivelano a Henry fatti impensabili dei suoi genitori, la sua nascita e, inevitabilmente, se stesso. La pazza corsa termina nel Paraguay del dittatore Stroessner amico dei capi nazisti in fuga. Ma non può finire lì, e per Pulling inizia qualcosa di nuovo. In realtà l'interminabile viaggio con la zia è stato una iniziazione alla vita. In viaggio con la zia propone in modo diverso tutti i motivi cari a Greene, «al centro della sua persona scrivente e della sua persona intima» (Domenico Scarpa): l'ironia, implicita e mai autocompiaciuta; il dubbio, incarnato dal contrasto tra vita e morale; i luoghi esotici e le spie, soggetti ricorrenti nello scrittore che fu agente segreto. A comporre un divertito e pensoso capolavoro («quasi tutto quello che ha scritto è un capolavoro»: Elena Stancanelli).
EUR 15.20
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Aristotele detective
Margaret Doody, accademica esperta di mondo greco, con un geniale colpo di fantasia che ha saputo conquistare un grande seguito di estimatori tra i lettori di gialli, ha trasportato il filosofo Aristotele nel mondo della detection, unendovi anche una minuziosa e accurata ricostruzione storica. L'idea alla base dei suoi gialli investigativi è che il metodo del tipo di detective alla Sherlock Holmes non sarebbe stato possibile se non applicando il metodo dimostrativo della logica aristotelica al crimine. E dunque, Stefanos, un simpatico giovanetto dell'Atene del IV secolo, guidato dallo Stagirita che non si muove di casa come Nero Wolfe, indaga sull'assassinio di un ricco oligarca, di cui è accusato ingiustamente il cugino. Al primo omicidio, ne segue un secondo, e tra colpi di scena, travestimenti, testimonianze reperite avventurosamente, Aristotele alla fine scioglie l'enigma e consente al giovane di smascherare il vero assassino. Un thriller mozzafiato che coniuga le atmosfere della Grecia antica con le emozioni, le psicologie, le peripezie del romanzo moderno.
EUR 9.50
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Il sale dell'oblio
In Algeria negli anni '60, agli inizi dell'indipendenza, quando ancora si respira quello che sarà solo il miraggio della libertà, Adem Naït-Gacem, insegnante alla scuola media, viene abbandonato dalla moglie, da tempo infelice del matrimonio. Per Adem non c'è altro al di fuori di questo suo piccolo mondo quotidiano, e nel pieno della disperazione decide a sua volta di lasciarsi tutto alle spalle, di abbandonare il villaggio, il lavoro, i suoi alunni e di prendere la strada come un vagabondo per annientare il dolore e la vergogna. Come un moderno Don Chisciotte, nel corso del suo cammino incontrerà i personaggi più disparati: un vecchio cieco che canta divinamente, uno psichiatra amante di Gogol' e Puskin, un nano che sogna di trovare almeno una volta nella vita un amico vero, tutti più miserabili di lui ma che cercheranno comunque di aiutarlo, di redimerlo, di spronarlo. Ma Adem è un uomo intristito, ostile, diffidente, rassegnato alla sua drammatica sorte. Fino a quando non si troverà a riaffrontare i suoi vecchi demoni e a considerare una scelta che potrebbe modificare il suo destino. Con la sua scrittura in costante ricerca ed evoluzione, Yasmina Khadra ci offre una meditazione poetica e filosofica sul concetto del possesso, della separazione, della solitudine, dell'assurdità della vita senza amore e senza amicizia.
EUR 15.20
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Picnic a Hanging Rock
«Se Picnic a Hanging Rock sia realtà o fantasia, i lettori dovranno deciderlo per proprio conto. Poiché quel fatidico picnic ebbe luogo nel 1900 e tutti i personaggi che compaiono nel libro sono morti da molto tempo, la cosa pare non abbia importanza» (Joan Lindsay). Il 14 febbraio 1900, giorno di san Valentino, le allieve dell'Appleyard College nello stato di Victoria, Australia del Sud, si recano per una scampagnata a Hanging Rock, aspra collina vulcanica che si erge solitaria nella prateria, un luogo del mito dove può capitare qualsiasi cosa. E qualcosa succede: mentre ai piedi della roccia ci si attarda tra le tovaglie stese sull'erba, gli orologi del cocchiere e delle istitutrici si fermano misteriosamente a mezzogiorno e tre allieve, Miranda, Irma e Marion, si avventurano verso la cima seguite dalla matura signorina McCraw. Quando è il momento di tornare al collegio le ragazze e l'insegnante non si trovano e vana risulta ogni ricerca; solo Irma scenderà dalla roccia misteriosa, ma senza ricordare nulla, e con una ferita alla fronte. "Picnic a Hanging Rock" racconta un mistero insoluto, un avvenimento realmente accaduto ma trasfigurato in un mito.
EUR 9.50
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Un mondo tutto mio. Diario dei sogni
Nel giugno del 1921 un giovane Graham Greene, sedici anni e almeno un tentativo di suicidio alle spalle, si trasferisce a Londra per iniziare un percorso psicoanalitico. Il suo analista gli chiede di tenere un diario dei sogni, abitudine che Greene avrebbe ripreso negli anni Sessanta per non abbandonarla più. \r\nUn mondo tutto mio, pubblicato per volontà testamentaria dopo la sua morte, raccoglie i sogni che negli ultimi mesi di vita Greene selezionò da un diario di oltre ottocento pagine, organizzandoli per temi. «Uno dei piaceri di questo libro», scrive nella Prefazione Yvonne Cloetta, la sua compagna, «è il piacere che lui stesso ha provato nel fare la selezione». Sognare era come prendersi una vacanza da se stessi, lontani dalle preoccupazioni consce, catapultati in un universo diverso. «Non ci sono testimoni. Nessun processo per diffamazione. Difficilmente potrò essere perseguito ai sensi dell'Official Secrets Act per un qualche incidente legato ai servizi segreti», dice Greene nella sua Introduzione.
EUR 13.30
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Cosa aspettano le scimmie a diventare uomini
Una giovane studentessa viene assassinata nella foresta di Bainem, alle porte di Algeri. E "nuda dalla testa ai piedi. E bella come solo una fata fuggita dalla tela di un artista [...]. Mirabilmente truccata, con i capelli costellati di pagliuzze luccicanti, si direbbe che la tragedia l'abbia colta di sorpresa nel bel mezzo di un banchetto nuziale". Intorno a lei il mondo, la città, si risveglia. Invece, "la Bella Addormentata ha chiuso con le favole. Ha smesso di credere al principe azzurro. Nessun bacio potrà resuscitarla". A dirigere l'inchiesta è chiamata Nora Bilal, una donna onesta e combattiva, che ha scelto di ignorare il pericolo che si corre in una società governata da squali e predatori, assetati di potere. Nora si trova ad affrontare uno degli "intoccabili" che controllano l'Algeria di oggi in ogni settore, figure di potere che mai vengono menzionate ma che tutti conoscono. Inizia così un viaggio nel lato oscuro di un paese stremato dalla corruzione, afflitto dall'ingordigia della classe dirigente e dei suoi complici. Un paese in cui, afferma un personaggio, "i nostri giovani non sanno cosa sia un turista o un cinema, i nostri vecchi dimenticano quello che sono stati, la nostra patria è sequestrata e le nostre speranze messe alla berlina. Una scimmia in gabbia ha più dignità di noi in spiaggia". E proprio riflettendo su questa umiliazione, Khadra reinventa ancora una volta la narrazione di genere, unendo le caratteristiche del romanzo noir a una denuncia e a una chiamata alle armi.
EUR 9.50
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La ricreazione è finita
Marcello è un trentenne senza un vero lavoro, resiste ai tentativi della fidanzata di rinsaldare il legame e cerca di prolungare ad libitum la sua condizione di post-adolescente fuori tempo massimo. La sua sola certezza è che vuole dirazzare, cioè non finire come suo padre a occuparsi del bar di famiglia. Per spirito di contraddizione, partecipa a un concorso di dottorato in Lettere, e imprevedibilmente vince la borsa. Entra così nel mondo accademico e il suo professore, un barone di nome Sacrosanti, gli affida come tesi un lavoro sul viareggino Tito Sella, un terrorista finito presto in galera e morto in carcere, dove però ha potuto completare alcuni scritti tra cui le Agiografie infami, e dove si dice abbia scritto La Fantasima, la presunta autobiografia mai ritrovata. Lo studio della vita e delle opere di Sella sviluppa in lui una specie di identificazione, una profonda empatia con il terrorista-scrittore: lo colpisce il carattere personale, più che sociale, della sua disperazione. Contemporaneamente sperimenta dal di dentro l'università: gli intrighi, le lotte di potere tra cordate e le pretestuose contrapposizioni ideologiche, come funziona una carriera nell'università, perfino come si scrive un articolo «scientifico» e come viene valutato. Si moltiplicano così i riferimenti alla vita e alla letteratura di Tito Sella, inventate ma ironicamente ricostruite nei minimi dettagli; e mentre prosegue la sarcastica descrizione della vita universitaria, il racconto entra nella vita quotidiana di Marcello e nelle sue vitellonesche amicizie viareggine. Realtà sovrapposte, in cui si rivelano come colpi di scena delle verità sospese. Che cosa contiene l'archivio Sella, conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi? Perché il vecchio luminare Sacrosanti ha interesse per un terrorista e oscuro scrittore? E che cosa racconta, se esiste, La Fantasima, l'autobiografia perduta? La ricreazione è finita è un'opera che si presta a significati e interpretazioni molteplici. Un narrato in cui si stratificano il genere del romanzo universitario - imperniato dentro l'artificioso e ossimorico mondo dell'accademia -, con il romanzo di formazione; il divertimento divagante sui giorni perduti di una generazione di provincia, con la riflessione, audace e penetrante, sulla figura del terrorista; e il romanzo nel romanzo, dove l'autore cede la parola all'autobiografia del suo personaggio. Questo libro racconta la storia di due giovinezze incompiute, diversissime eppure con una loro sghemba simmetria.
EUR 15.20
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Come mio fratello
«Un armadio per le scope, dall'armadio spuntano dei capelli, capelli biondi: poi sbuca fuori lui, mio fratello, e mi solleva in alto». È l'unica immagine che l'autore, allora bambino, conserva del fratello maggiore. Ma subito il ricordo si fa cupo: Karl-Heinz, il fratello, si arruolò poco dopo nelle Waffen-SS, le SS combattenti, per morire nell'ottobre del 1943, ad appena diciannove anni, durante l'invasione nazista dell'Ucraina. A sessant'anni di distanza - dopo la morte dei genitori così da poter scrivere «senza riguardo nei confronti di nulla e di nessuno» -, Uwe Timm si dedica a questa stringente, quasi spasmodica inchiesta sul fratello SS. I propri ricordi di bambino ne forniscono le prime emozioni; poi quelli più oggettivi degli adulti; e le carte: le lettere dal fronte e il suo breve diario, con i non detti e le allusioni da decifrare, o addirittura il loro dire qualcosa per intenderne un'altra. Una domanda domina: mio fratello si macchiò delle atrocità sui civili e sugli ebrei in Ucraina? E come poteva, il ragazzo grande che mi raccomandava mitezza per lettera («mammina mi scrive che vuoi ammazzare tutti i russi e poi scappare con me. Bambino mio, questo non va, e se tutti facessero così?»), essere nello stesso momento parte dell'orrore? Così l'indagine si allarga ai vecchi: il padre tradizionalista; la madre più scettica; i brandelli di vita sotto il nazismo. Ma è il dopo che svela di più, la quotidianità dell'epoca della reeducation e del primo boom economico, quando si reagiva in un certo modo al «rimprovero della colpa collettiva». Come mio fratello ragiona sui sillogismi pratici che potevano portare «i cultori di Mozart e di Hölderlin» alle disumane crudeltà; spiega le strategie psicologiche per aggirare il rimorso comune, così scoprendo zone del passato che solo la verità letteraria può raggiungere: racconto, immagine, descrizione, riflessione. Un libro bello, triste e intelligente, che cerca luce nella complessità della memoria, della vergogna e dell'espiazione.
EUR 13.30
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L'investigatore Maximilien Heller
Un ricchissimo banchiere parigino viene ucciso. La polizia, il procuratore del re, il giudice istruttore accusano senza esitare un poveraccio, Guérin, servitore del banchiere. Avrebbe ucciso il padrone per un pugno di denaro, usando l'arsenico, il classico veleno per topi. La fortuna di Guérin è di essere il vicino di casa, o meglio: di soffitta, di Maximilien Heller, un giovane avvocato che ha lasciato anzitempo la professione, misantropo e geniale. Sospetta subito che il servitore sia accusato ingiustamente, perché i segni che ha potuto osservare sul cadavere non confermano la presenza della sostanza tossica. Così, con il suo attivismo, un po' alacre un po' pigro, che scopre tracce, ricostruisce fatti e deduce conclusioni, trova la verità. E, grazie ad astute dissimulazioni, sventa un complotto. Colpisce quante cose in comune con Sherlock Holmes (nato nel 1887) abbia Maximilien Heller che lo precede di sedici anni (1871). Compreso il medico narratore e amico protettivo, e tranne il fatto che l'investigatore di Cauvain vanta una cultura pressoché illimitata, mentre Sherlock cancella sistematicamente tutte le nozioni che non gli sono utili. Tanto che si può sospettare che sia lui il modello per l'allampanato eroe di Conan Doyle. Il francese ha forse una maggiore sensibilità sociale. Comunque sia, Maximilien Heller è evidentemente uno dei prototipi originari di tutti gli investigatori deduttivi. Ama i gatti come Baudelaire, conduce vita bohémienne e si muove tra languori decadenti e orgoglio positivista.
EUR 13.30
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25
Gerolamo è una strana creatura, un ragazzo di venticinque anni che vive in una città di mare, abita da solo, mangia spesso dalla zia. Ha qualche amico e nessun lavoro, esce di sera e di notte, dorme la mattina. Aspetta, ma non si sa bene cosa. Lo agita un desiderio quasi violento di diventare adulto e al tempo stesso porta dentro di sé un Gerolamo precedente, bambino e adolescente, che non lo vuole abbandonare. Eppure nella sua attesa, nell'immobilità, nell'indecisione sospesa tra dubbi e inesperienza, nella paura costante di perdersi, Gerolamo è travolto dall'intensità e dalla meraviglia di quanto gli accade. Ha un amico che sta molto male, un altro che finalmente si è innamorato, un pappagallo da accudire per qualche giorno, la ragazza del piano di sopra sul punto di partorire. Fuma molte sigarette, beve volentieri, ma soprattutto Gero spera che giunga un momento in cui le cose cambino, in cui per lui e per tutti quelli intorno a lui arrivi il «punto di rottura», un bagliore di chiarezza che squarcia le nubi piene di pioggia, la realtà finalmente tirata a lucido, la vita che si mette a scorrere nella direzione giusta. Alla sua seconda opera Bernardo Zannoni racconta il mondo degli umani con la fantasia e la profondità emotiva con cui aveva narrato la società degli animali ne "I miei stupidi intenti". Scrive un romanzo che ha i tempi scomposti e incoerenti della giovinezza, lo sguardo in cui si fondono dolcezza e crudeltà di chi ha fame di vita, la comicità e l'assurdo delle menti che si avviluppano su se stesse. Dalle sue incursioni appassionate, fiabesche, avventurose, scaturisce un disegno di sorprendente realismo, un ritratto pieno di curiosità e di premura, al tempo stesso divertito e sgomento di fronte a quegli strani esseri che compongono il genere umano.
EUR 15.20
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Figli, figlie
Una madre, una figlia, la sua compagna, tre donne ma una non può e non vuole esserlo. Tre punti di vista diversi, inattesi, radicali. Lucija, la figlia, è costretta da un incidente a vivere segregata nel proprio corpo e immersa nel proprio pensiero. Nell'inerzia assoluta delle membra ma nella mobilità dello sguardo e della sensibilità prende atto di cosa significhi essere prigionieri di se stessi e degli altri, subire la volontà e i desideri altrui. Attorno a lei si muovono sua madre e Dorian, che dopo Lucija prendono la parola per raccontare la propria storia. Dorian quando incontra Lucija è ancora Dora, una donna con dentro un uomo, poi ha scelto di iniziare la transizione della propria identità; da quando ha l'aspetto di un uomo tutto è cambiato nella sua vita, «basta alzare la mano, richiamare l'attenzione perché si venga presi sul serio, pagati di più, perché non si venga derisi, sfruttati, non si diventi oggetto di battute». Dorian comprende e ama Lucija ma non è mai stato accettato dalla madre di lei, perché per questa donna la reazione naturale nei confronti del diverso è reprimerlo, ripudiarlo e punirlo. Eppure soffre a sua volta, succube da sempre della dittatura dell'altro: del padre, del marito, della suocera, della società. È una madre con due figli, Tomislav e Lucija, un maschio e una femmina: non li uccide come Medea, ma li divora per amore. Quando sarà lei a raccontarsi restituirà uno straordinario resoconto della propria vita segnata da ruoli e doveri, silenzio e dolore.\r\nIn Figli, figlie, Ivana Bodrožić immerge i suoi personaggi nella violenza trasmessa dalla famiglia e dalla società senza cercare facili colpevoli. La sua è una storia delicata e drammatica, narrazione di corpi, femminili e maschili, di aspettative biologiche, sociali, ideologiche, dei limiti che pongono nella ricerca del proprio carattere e del proprio destino. È un'opera che è stata acclamata per il suo stile e la forza emotiva, che mai accoglie tesi scontate e prive di sostanza, e che racconta una delle storie d'amore più tenere e tormentate della recente letteratura europea.
EUR 15.20
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I pochi e i molti. Romanzo di un'epoca
Georg Kobbe, scrittore, borghese, ebreo tedesco, vive in esilio a New York. È riuscito ad espatriare, attraverso le vie di fuga avventurose dell'epoca, quando il Nazismo aveva iniziato a spazzare via rapidamente il suo mondo confortante. In condizioni normali, come dice lui stesso, sarebbe stato un intellettuale di successo, di quelli ben corazzati di opinioni rassicuranti, esposte con parole calme, pronti a dire che «il diavolo non è mai brutto come lo si dipinge». Ma adesso, ciò che è accaduto gli ha aperto gli occhi su tutto quanto, il passato, il presente e il futuro che aspetta. Sin dall'incontro, sul cargo che lo strappava all'Europa, con quell'italiano cinico e vitale, «della schiatta dei Villon e dei Rimbaud» (Ignazio Morton, nome inventato che nasconde Ignazio Silone, come tanti altri personaggi veri inseriti nella finzione del romanzo), il suo è diventato un atteggiamento di pessimismo e disincanto. E per suo tramite racconta la cronaca (dalla Repubblica di Weimar al 1945) di uno sradicamento personale e valido per tutti gli esuli come lui. L'umiliazione vile impensabile e insopportabile, i ricordi giovanili nell'ambiente di agiati ebrei fiduciosi e integrati, le fughe, la misera quotidianità di chi fu in patria una persona influente, gli illusi, i fanatici, quelli che scelgono un nuovo oppressore per scacciare il vecchio, chi si sente inesorabilmente triturato tra due terrori opposti, le storie personali straordinarie e beffarde, i volenterosi, chi cede d'un tratto o a poco a poco: insomma, tutte le situazioni umane di chi fugge la persecuzione, con tutti i suoi molteplici significati, dentro e al di là del tempo. I pochi del titolo non sono soltanto le persone di pensiero che si opposero, contro i molti intellettuali che rimasero. Sono anche (malinconicamente, pessimisticamente) i pochi che godono della voluttà di essere soli, contro i molti che scelsero la complicità. Scritto nel 1959, unico romanzo di Hans Sahl, autore versatile, noto giornalista, che vi trasfigura la propria biografia, I pochi e i molti appartiene alla lista dei fondamentali, «entrato nel canone novecentesco come una delle testimonianze più importanti della “letteratura dell'esilio” maturata negli anni del Terzo Reich» (scrive Enrico Arosio nella Nota). Figurando accanto ai libri di Erich Maria Remarque, di Anna Seghers, di Klaus Mann, di Ste-fan Zweig, di Arthur Koestler.
EUR 15.20
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I delitti di via Medina-Sidonia
Lorenzo La Marca, biologo di professione, detective per curiosità, vive in assoluta simbiosi con la sua città, Palermo, che attraversa, di via in vicolo in piazza, come un irresistibile flâneur. Colto, elegante e sensuale, ironico e sentimentale, un po' siciliano di gattopardiana memoria un po' Philip Marlowe, con questa sua prima indagine, apparsa nella «Memoria» nel 1996, ha conquistato e incontrato nel tempo moltissimi lettori.\r\nNei giorni del pieno scirocco i giardini dell'Orto Botanico a Palermo sono insanguinati da un doppio omicidio. Tra le vittime un amico e ex collega ricercatore di La Marca. Impossibile non lasciare spazio all'intuito e non scontrarsi, ma scoprendosi amici, con il commissario Spotorno che segue il caso dei due delitti. Un mistero radicato nella fitta rete di gelosie e colpe di un viziato ambiente universitario.\r\nSullo sfondo una città che non nasconde le sue contraddizioni, mosaico sfuggente, seduce o respinge, corre rapidissima o indugia immobile, mentre la mafia è un'ombra costante.
EUR 9.50
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La città tirannica. La prima educazione di Leo Strauss
Il presente lavoro è la prima parte di un disegno di rivisitazione dei temi che sono alla base della veduta di Leo Strauss. Di questo disegno qualche anno fa è stata anticipata la seconda parte del libro "La città di Caino e la città di Prometeo", libro dedicato alla esplorazione delle ascendenze ebraiche e greche che nutrono l'idea straussiana di comunità politica.
EUR 22.80
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Voce del silenzio, luce sul sentiero. Di altre pagine mistiche tra Italia e Spagna
Questo nuovo libro sulla letteratura mistica rappresenta il frutto di quattro anni di ricerche e corre parallelo al precedente "Spiriti cercanti. Mistica e santità in Boine e Papini" (QuattroVenti, 2007) che trova qui la sua naturale completezza. Nel presente saggio l'autore esamina le scritture della Tradizione mistica spagnola che hanno svolto, nell'opera di due grandi poeti primonovecenteschi, una particolare funzione auto-rivelatrice per la formazione del Sé. Per comprendere le tracce della presenza significativa di Ramon Llull, Juan de la Cruz, Miguel de Molinos e Ignacio de Loyola nei lavori di Boine e Papini, Tuccini cerca ora nello spazio della memoria con nuovi viaggi in profondità, ma scende soprattutto alle sorgive del misticismo, sino a ritrovare nel proprio interno quei moti che, a distanza di secoli, ispirarono il pensiero pragmatista e modernista.
EUR 19.00
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Due settimane con il maestro. Dal pensiero orientale. Testo spagnolo a fronte
Con questo libro l'autore intende presentare alcune riflessioni sulla nostra civiltà occidentale con una chiave di lettura che affonda le radici nel pensiero orientale. Con un linguaggio chiaro e lineare si snoda un dialogo sereno tra un vecchio maestro ed un giovane discepolo: si svelano così scenari, personaggi ed intrecci narrativi sospesi in un'aura senza tempo. La narrazione fluida avvince il lettore e lo sollecita a scoprire la grande forza della cultura orientale, ancora inesplorata nel nostro mondo.
EUR 9.50
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Il disagio in corpo
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Lecturae Plautinae sarsinates. Vol. 20-21: Truculentus-Vidularia (Sarsina, 24 settembre 2016)
"Sabato 24 settembre 2016. Nella città di Plauto si è svolta la ventesima e ultima edizione delle 'Lecturae plautinae sarsinates'. In quest'occasione i lavori hanno riunito interventi dedicati al 'Truculentus' e alla 'Vidularia'. Ancora una volta i relatori e il pubblico si sono ritrovati nella suggestiva cornice del Centro di studi plautini, ove si è dunque chiuso il ciclo di convegni internazionali, che, dal 1997, con la giornata sull''Amphitruo', ha riunito annualmente a Sarsina specialisti da tutto il mondo, i quali hanno offerto contributi di grande rilievo sul testo, sulla drammaturgia e sulla ricezione delle commedie plautine." (dalla Presentazione di Roberto M. Danese e Renato Raffaelli)
EUR 26.60
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La rinascita dello scetticismo tra eresia e riforma
Come un cavallo di Troia.lo scetticismo è stato promosso da Savonarola e Pico con funzione apologetica sotto la monarchia tomistica di Aristotele,divenendo poi uno strumento sovversivo ereditato anche dagli eretici italiani,destinati a emigrare in Europa lungo il Cinquecento,insieme alle istanze critiche di Lorenzo Valla e al richiamo all'interiorità caro alla tradizione platonica di Firenze . Su queste basi doveva fiorire l'esigenza di comprensione e di pace,affermata da uomini come il Mirandolano,e destinata a concretarsi, in altre terre e in altri tempi,negli ideali della tolleranza . Il "De arte dubitandi et confidenti,ignorandi et sciendi ",testamento dottrinale di Sébastien Castellion,condensa sull'idea di natura e sulla funzione salutare del dubbio un antidoto alle furiose lotte intestine che stavano insanguinando l'universo cristiano,incitando alla sospensione del giudizio di fronte all'innegabile presenza di aspetti oscuri della rivelazione. Dall'Italia il baricento si sposta oltralpe,e la Francia diviene la patria in cui si compiono i passi decisivi per la rinascita dello scetticismo,con la traduzione latina del corpus sestando nelle due controverse edizioni parigine(sic)del protestante Henri Estienne e del cattolico Gentiam Hervet. Il rigido conformismo controriformistico di quest'ultimo risulta profondamente distante dalle aspirazioni antidogmatiche del cristiano riformato Estienne,per il quale il problema religioso andava affrontato analogamente ad altri temi filosofici ed etici. Hervet torna sui passi di Gianfranco Pico e si erge a difensore della fede cattolica....Se per Estienne lo scetticismo può essere dunque interpretato come strumento di processo di progresso e di avanzamento nella conoscenza,in Hervet permane invece un atteggiamento dogmatico,evidente nel suo leggere la filosofia pirroniana come totalmente asservita alla concentralità della tematica religiosa. Ultime tra i tesori della classicità.risorte grazie al prezioso lavoro filologico degli umanisti, le opere scettiche di Sesto Empirico vantavano soltanto una circolare greca manoscritta,ma altre fonti hanno certo contribuito a disseminare le idee dello scetticismo,soprattutto l'ampia diffusione delle "Vitae philosophorum "di Diogene Laerzio,gli Academica di Cicerone e,in controluce,le confutazioni di Agostino. Anche Théodore de Bèze condanna la "novorum Academicorum sectam",ritenendoli più pericolosi degli stessi papisti,perchè è meglio avere un tiranno,seppur crudele (i.e. Calvino),piuttosto che ognuno abbia la licenza di professare ciò che vuole. Tutto concorre perchè all'alba della rivoluzione copernicana,Michel de Montaigne scelga di fare dei suoi Essais (1508-1595) un manifesto dello scetticismo,veicolando la "crise pyrrhoniènne"nel cuore dell'epoca moderna.
EUR 33.25
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Tesori di Santa Chiara. La chiesa di Urbania e il suo cantiere
Il volume "I Tesori di Santa Chiara" raccoglie, come un diario di cantiere, i contributi di tecnica e di ricerca relativi al restauro e alla valorizzazione della chiesa di Santa Chiara, in Urbania. Gli interventi di cantiere hanno reso possibile anche la realizzazione di una mostra presso il Palazzo ducale durantino.
EUR 19.00