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Decostruzione o biopolitica?
L'interrogativo al centro di questo volume muove dall'esigenza di mettere a tema le differenze prima ancora che le affinità tra decostruzione e biopolitica. Attraverso un confronto critico con il lavoro dei più noti esponenti della filosofia francese della fine del secolo scorso, le riflessioni contenute in questo libro mirano a ripensare il fenomeno chiamato «French Theory», «invenzione» americana di un movimento unificato, che ha finito per livellare differenze e neutralizzare potenzialità. In seguito all'uso che il pensiero italiano contemporaneo ha fatto di alcune categorie chiave della filosofia francese, questo fenomeno appare sotto una luce diversa: aldilà di una configurazione unitaria è possibile evidenziare legami, ma anche scarti, nuovi punti di forza di un percorso che ha segnato il dibattito internazionale negli ultimi anni.
EUR 17.10
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Roland Barthes Club Band
Questa raccolta di saggi - redatti da autori che da diversi ambiti disciplinari provano a rimappare il complesso universo di un maestro dai molteplici interessi e dai molteplici disinteressi - è un contributo allo studio di una delle figure più intriganti della French Theory.\r\n\r\nA un quarto di secolo dalla morte e a un secolo dalla nascita, cosa resta di Roland Barthes e delle creature teoriche che ha generato? Diventato, non romanziere - come avrebbe voluto - ma personaggio romanzesco, maestro acclamato ma non capostipite di una scuola, si può dire che Barthes abbia superato la prova del tempo? Tormentato dall'ansia di auto-superarsi, di scappare dall'istituzione e dal dogma, non è però riuscito a sfuggire al suo destino di classico. Le sue categorie - piacere e godimento, studium e punctum, testo e retorica - sono ormai patrimonio comune. Ma, in questi casi, si rischia di finire nella galleria dei padri nobili, che è come dire dei libri che non si leggono più. E invece Barthes è anzitutto un autore bello da leggere e rileggere. Questa raccolta di saggi - frammenti di un dialogo amoroso con gli scritti e la scrittura di Barthes, redatti da autori che da diversi ambiti disciplinari provano a rimappare il complesso universo di un maestro dai molteplici interessi e dai molteplici disinteressi - è un contributo allo studio di una delle figure più intriganti della French Theory.
EUR 19.00
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La dissertazione in progettazione architettonica. Suggerimenti per una tesi di dottorato
Questo libro è rivolto a coloro che iniziano l'avventura della ricerca nel mondo complesso e affascinante dell'Architettura attraverso un corso di Dottorato. È una sorta di breve indirizzo in termini di questioni e metodi e contiene alcuni avvertimenti per aiutare i giovani ricercatori a trovare un metodo di lavoro il più possibile sicuro e affidabile nel difficile campo della Progettazione architettonica, dove è impossibile pretendere insiemi organici di principi e regole, ma in cui è necessario muoversi per tentativi, entro mappe cognitive provvisorie che spesso indicano traiettorie instabili e soprattutto sempre discutibili.
EUR 11.40
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Bouvard e Pécuchet
«È un monumento alla stupidità e siccome la stupidità è infinita e si declina in infiniti modi Flaubert non riuscì a completare il suo enciclopedico romanzo» - Paolo Mauri, Il Venerdì«"Bouvard e Pécuchet", romanzo mirabile, famoso e di divertente lettura, di Gustave Flaubert, l'ultimo che ha scritto e che non ha terminato, anche se ha annotato come avrebbe dovuto concludersi; pubblicato nel 1881, un anno dopo la morte. I due copisti, il gioviale Bouvard e il segaligno Pécuchet, lasciato il modesto lavoro d'ufficio a Parigi, si insediano in campagna, dove per occupare il tempo si avventurano, da principianti inesperti ed eroicomici, in tutti i campi del sapere umano, con risultati ogni volta disastrosi e spassosi: agronomia, giardinaggio, arte delle conserve (ma tutto va a male e i barattoli scoppiano), chimica, medicina, geologia, teatro, politica, spiritismo, religione, pedagogia... in uno scivolamento di scienza in scienza, di mania in mania, sempre dissolto dalla loro ridicola incapacità. Eroi del fallimento perenne, prototipi della nostra umanità tutta scienza, progresso e stupidità. E finiranno come? A fare l'unica cosa che sanno fare, i copisti. Libro profondamente dissacratorio e satirico». (Ermanno Cavazzoni)
EUR 14.25
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Giorgio Agamben. Ontologia e politica
Gli studi raccolti in questo volume, tutti inediti in italiano, testimoniano come, a partire dai primi anni Novanta, Giorgio Agamben occupi un ruolo centrale nello scenario filosofico contemporaneo. \r\n«Il volume curato da Bonacci è un invito a ben intendere l'opera agambeniana alla luce della tutt'altro che pacifica questione politica della nostra ontologia e dell'altrettanto problematica questione ontologica della nostra politica.» - Il manifesto\r\nLa ricezione della sua opera, già amplissima, è in costante crescita, e il suo pensiero è tra i più studiati e discussi in ambito internazionale. Se l'avvio del dibattito sulle sue tesi è stato innescato dal carattere espressamente politico dei primi scritti della serie "Homo sacer", l'attenzione si è poi gradualmente orientata verso uno studio strutturale dell'intera opera dell'autore, analizzando il nesso costitutivo tra le sue ricerche politiche e il suo tentativo di ripensare le categorie centrali dell'ontologia occidentale. In questo ambito, vengono qui individuate alcune tracce di ricerca, che articolano il libro in tre sezioni: «Potenza e linguaggio», «Stato di eccezione e dispositivi di governo», «Forma-di-vita, inoperosità e uso». In un'intervista rilasciata in Francia nel 2010, pubblicata in questo volume, Agamben invita a non considerare la sua indagine come un percorso o un procedere lineare: «Il termine - afferma - non è adatto, si dovrebbe parlare piuttosto di un va e vieni, O di una serie di digressioni e di détours». La presente raccolta tenta di descrivere questo «va e vieni» come un'oscillazione continua che verte tuttavia su temi ostinatamente ricorrenti, tesi ogni volta tra i poli dell'ontologia e della politica.
EUR 24.70
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Corpo a corpo. Estetica e politica nell'arte italiana degli anni Sessanta
"Corpo a corpo. Estetica e politica nell'arte italiana degli anni Sessanta" affronta le vicende dell'arte in Italia dal 1959 al 1969 - dallo "scandalo" dei Sacchi di Alberto Burri allo scioglimento del gruppo dell'Arte povera - ricostruendo le diverse ipotesi, spesso in competizione, attraverso le quali è stata interpretata la modernità in un decennio cruciale nella vicenda del Paese e il fitto scambio che vi ebbe luogo tra creazione artistica, riflessione teorica, militanza critica e sfera politica in senso ampio. La produzione artistica e critica del decennio viene infatti riletta alla luce della storia culturale del periodo, analizzando alcuni dei nodi - opere, inchieste, dibattiti, mostre - in cui appaiono temi estetici e politici quali la società di massa, il sistema, il mercato, la militanza, restituendo quella pluralità di sguardi che costituisce ancor oggi la ricchezza maggiore, e forse mai più raggiunta, degli anni Sessanta, il decennio decisivo per il superamento della concezione tradizionale dell'opera in cui per molti l'immaginazione è stata effettivamente al potere.
EUR 15.60
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Emil Lask. Un secolo dopo
La fitta trama biografica e filosofica incarnata da Emil Lask (1875-1915) tratteggia, nelle temperie culturali d'inizio Novecento, una figura inusuale, un profilo umano e teoretico che non si lascia facilmente riassumere in un ritratto dai contorni ben definiti. Il suo pensiero e la sua vita appaiono sospesi al crocevia tra diversi destini cui si piegò con forza la generazione di uomini che, nei primi tre lustri del XX secolo, si era trovata a fronteggiare l'incombente avvento della Grande Guerra. In questo scenario, e in poco più di un decennio, si consumarono, di fronte agli occhi di un'intera genia di filosofi, la peculiare parabola dell'astro filosofico laskiano e, insieme ad essa, il suo tragico destino. Nonostante l'ammirazione dei suoi contemporanei - da Heidegger a Plessner, da Lukács ad Adorno - dopo la scomparsa di Lask sul fronte di guerra il suo nome e il suo pensiero furono avvolti dal silenzio. Solo negli ultimi decenni si è cercato di strappare la filosofia laskiana da un ingiustificato oblio, restituendole il rilievo che merita per la profondità dell'impegno teoretico e l'ampiezza degli orizzonti tracciati.
EUR 22.80
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Housing in India. Charles Correa, Balkrishna Vithaldas Doshi, Raj Rewal
Il volume propone l'analisi critica di alcuni insediamenti residenziali, di medie e grandi dimensioni, realizzati in India tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Ottanta da Balkrishna Vithaldas Doshi - vincitore del Pritzker Prize nel 2018 -, da Charles Correa e da Raj Rewal. I progetti per Cablenagar Township (Kewal Nagar, Kota, 1967), Electronic Corporation of India Ltd Township (Hyderabad, 1968-71), Asian Games Village (New Delhi, 1980-82), Aranya Low-Cost Housing (Indore, 1983-86) e Navanagar Township (New Bagalkot, 1985) preservano i caratteri di una tradizione radicata, senza però rinunciare alla volontà di rinnovamento. Dopo la realizzazione, a Chandigarh e Ahmedabad (e a Dacca), di quel complesso di grandi opere per le quali Francesco Dal Co ha potuto parlare di Tramonto dell'Occidente per l'architettura moderna, l'autrice rileva opportunamente che «i contatti con l'Europa e con gli Stati Uniti, consolidati dalle esperienze di Le Corbusier e di Louis Kahn in India, hanno amplificato il campo delle opportunità e svelato nuove potenzialità architettoniche, disponibili a essere sperimentate sul territorio indiano all'indomani dell'indipendenza».
EUR 13.00
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Epifanie dell'informe
Da sempre l'Informe, come l'«isola che non c'è» assedia il nostro immaginario. Se per sua natura è indefinibile, non comunicabile, dato che possiamo scambiarci solo ciò che ha convenzionalmente una forma, tuttavia nelle modalità più diverse e sorprendenti ci coinvolge, ora seducente e ora minaccioso. Il titolo adottato per questo studio, Epifanie dell'Informe, vuole segnalare l'impossibilità di dare un carattere sistematico ad una indagine su una tematica così vasta ed eterogenea qual è quella che a vario titolo può essere ricondotta sotto l'etichetta dell'Informe. Avvalendosi di uno strumento come l'analogia, che consente un massimo di duttilità, il testo affronta innumerevoli declinazioni dell'epifania dell'Informe, prendendo le mosse dal dibattito innescato nel corso del Novecento da una provocatoria definizione formulata da Georges Bataille, e che oltre a polemiche e commenti ha promosso una riflessione particolarmente stimolante sulle arti e non solo. La sequenza delle "epifanie" consente di passare dalle macchie di Leonardo o di Rorschach, ai "papiers marbrés", alle pieghe del Barocco, al Macabro, alla tradizione dei vampiri, all'inframince e al Nulla, in una ricognizione particolarmente suggestiva.
EUR 20.90
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Strategie del comico
Un libro scritto e preparato da Malerba ma rimasto finora inedito. Una variopinta passeggiata attraverso esempi di comicità di ogni tipo, il faceto, l'arguto, il filosofico, e poi la scempiaggine, il comico quaresimale e il comico deperibile, con abbozzi di classificazioni, comiche esse pure, perché del comico - dice Malerba - non si danno definizioni o regole definitive. E si gode seguendo il suo accumulo di casi, presi anche in Cina, Turchia, Armenia, Rinascimento, avanguardie, cinema di Buster Keaton e presidenti americani che saltano una pagina del discorso senza avvedersene. Si gode seguendo questo accumulo accelerato di storielle senza alcuna pedanteria teorica, col gusto bizzarro del narratore che spazia nel campo vasto del riso.
EUR 13.30
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Dieci inverni 1947-1957. Contributi ad un discorso socialista
«Letterato per i politici, ideologo per i letterati», com'ebbe a definirsi, Franco Fortini in questo libro pubblicato per la prima volta nel 1957 è già il saggista eclettico e rigoroso e il critico affilatissimo destinato a influenzare più di una generazione e a lasciare un'impronta indelebile nella seconda metà del Novecento. La generazione del '68 incontrò in "Dieci inverni" alcuni dei suoi temi privilegiati, come il rifiuto dello stalinismo (ma anche del progressismo), la denuncia dei ritardi della cultura della sinistra ortodossa, l'analisi della nascente industria culturale e della funzione della critica in essa; ma è l'ostinata determinazione a non disgiungere la dimensione etica da quella politica che segna ogni pagina del libro - «uno dei tanti che almeno dall'età giacobina hanno in Europa chiamato a resistenza e rigore (o si dica alle virtù civili)» - a definire la cifra distintiva e più durevole dell'intera opera fortiniana. Con un saggio di Matteo Marchesini.
EUR 22.80
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Vangi per Pesaro. Ediz. italiana e inglese
Giuliano Vangi è interprete eccelso delle nostre inquietudini; la sua scultura è una continua avventura nella precarietà del nostro vivere. Dalle sue opere traspare la misura della nostra pochezza, che annichilisce ogni sussulto di superbia dell'uomo. Il suo linguaggio espressivo richiama in chiave contemporanea gli atteggiamenti e le lezioni del grande passato: dal saper fare artigiano proprio della tradizione rinascimentale, alle forme artistiche di denuncia e di critica che hanno connotato le ricerche e le sperimentazioni delle avanguardie artistiche del XX secolo. Il volume documenta l'articolato intervento di Giuliano Vangi a Pesaro, a partire dall'installazione della Scultura della Memoria a piazza Mosca, fino alle retrospettive a lui dedicate, ospitate al Centro Arti Visive Pescheria (in cui sono presenti sculture come Katrina, Uomo e animale, Ares) e ala Galleria Ca' Pesaro 2.0 (dove si trovano disegni preparatori e sculture: Nudo femminile, Maddalena nuda, Maria Chiara nuda).
EUR 28.50
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Fare spazio alle attivita culturali
Nelle città sono presenti luoghi accoglienti e democratici nei quali si svolgono attvità culturali che possono essere intese come l'espressione di una forma avanzata di welfare, inclusiva e abilitante, alla quale possono partecipare attivamente anche persone provenienti da nazioni differenti. L'associazione Eddyburg ha promosso nel 2017 una ricerca indipendente, per verificare se questo tipo di spazi culturali possa essere considerato come un servizio d'interesse generale essenziale, di cui garantire una presenza capillare. E se sia utile includere tali strutture fra i requisiti obbligatori che devono essere rispettati nella formazione dei piani urbanistici. Il quaderno restituisce l'esito della ricerca, al termine della quale possiamo affermare l'importanza di uno "standard di valore", non basato su proporzioni e requisiti minimi, ma inteso come un riconoscimento formale degli spazi culturali come parte essenziale del diritto alla città.
EUR 15.20
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Palazzo Gualino. 1928-2018. Un capolavoro del razionalismo italiano di Giuseppe Pagano Pogatshnig e Gino Levi-Montalcini. Ediz. italiana, inglese e russa
Palazzo Gualino, progettato e realizzato nel 1928 da Giuseppe Pagano e Gino Levi Montalcini, è considerato, insieme con il coevo Novocomum di Giuseppe Terragni, il primo edificio moderno d'Italia e un simbolo del Razionalismo italiano. Il suo committente, il mecenate e collezionista Riccardo Gualino, è stato una figura di primo piano sulla scena culturale torinese e nazionale, da impreditore a mecenate e produttore cinematografico. Il volume analizza la storia dell'edificio e illustra il progetto di riqualificazione elaborato dallo studio Baietto Battiato Bianco. La decisione di realizzare questo testo avviene in occasione della presentazione di Palazzo Gualino allo Schusev State Museum of Architecture di Mosca, nel mese di marzo del 2018, prima mostra in Russia sul capolavoro italiano del Novecento. L'apparato documentale e iconografico restituisce l'impianto della mostra e mette in luce la difficile e per certi aspetti controversa eredità culturale, lasciata dall'architettura degli anni Venti e Trenta del secolo scorso.
EUR 20.90
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Gli architetti di Zevi. Storia e controstoria dell'architettura (1944-2000)
In occasione del centenario della nascita, il volume traccia un profilo del grande storico,docente, critico, politico e progettista e di quell'architettura italiana moderna e contemporanea che ha sostenuto e promosso con il suo lavoro. Attraverso saggi, immagini storiche, disegni e progetti emerge il ruolo fondamentale che ha avuto Zevi nel dibattito architettonico nazionale del dopoguerra, evidenziando l'importanza del rapporto tra architettura e politica attiva. Maurizio Sacripanti, Luigi Pellegrin, Franco Albini, Giovanni Michelucci, Mario Ridolfi, Carlo Mollino sono soltanto alcuni dei 35 architetti i cui progetti, pubblicati e sostenuti da Zevi, hanno accompagnato il suo percorso in oltre 50 anni di attività critica e militante. Il volume rappresenta quindi sia un punto di vista inedito sull'architettura italiana dal dopoguerra alla fine del XX secolo, capace di "riscoprire" progettisti di straordinaria creatività, sia l'occasione per dar conto della grande produzione critica e saggistica di Zevi, alla sua passione politica e sociale, alla sua presenza nella storia civile del paese.
EUR 22.80
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Bianco su nero. Iconografia della razza e guerra d'Etiopia
Questo libro indaga l'immagine dell'indigeno proposta in Italia tra il 1935 e il 1936, durante la guerra d'Etiopia. Dall'analisi di quest'ampia produzione grafica, rintracciata perlopiù sulla stampa periodica, emerge un panorama fitto di sollecitazioni culturali e visive ma anche di distorsioni e contraddizioni, rimaste impigliate nel discorso di regime: un'Africa vittima e una carnefice; un'Africa seducente e, al tempo stesso, una ripugnante. Le immagini di schiavi oppressi (da liberare) si mischiano con quelle di africani bruti (da domare) ed è sempre meno facile accertare la natura dell'impresa fascista che sembra configurarsi, al contempo, come una guerra di liberazione e di aggressione. La contraddizione esplode poi irrisolvibile nella figura della donna africana, costretta, a seconda delle esigenze, nei due opposti stereotipi della Venere nera o della selvaggia maleodorante. Il richiamo alla prima guerra d'Africa e alla cocente sconfitta di Adua del 1896 era invece finalizzato, com'è ovvio, a suscitare un sentimento di vendetta per i caduti, fatalmente travolti dalla ferocia degli abissini barbari, bestiali e crudeli. Ma gli stereotipi si potevano anche rimescolare, fino a ribaltarsi sull'immagine dei nemici europei, gli inglesi, accusati di altrettante nefandezze. È quindi entro la rigida maglia della narrazione coloniale, compresa fra gli estremi dialettici di civiltà e barbarie, che il discorso razzista prende vita e si concretizza, in una prospettiva ideologica e politica utile a chiarire il delinearsi dell'opzione razzista in Italia, in anticipo sulle tragiche leggi del 1938.
EUR 19.00
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L' anno della «Storia» 1974-1975. Il dibattito politico e culturale sul romanzo di Elsa Morante. Cronaca e antologia della critica
Vincitore del Premio Elsa Morante sezione Morantiana 2019«Otto anni fa La Storia divise la critica ma soprattutto oppose la maggior parte dei critici al successo di pubblico. Non volli allora scriverne; anche perché c'erano amici che quasi ti toglievano il saluto se avevi dubbi sulla qualità del libro. Raccolsi però un gran fascio di recensioni, interventi e studi; e in facoltà ne feci un seminario. Quello è libro cui si dovrà ripensare». - \r\nFranco Fortini (1982)«Per la sua mole, la sua acribia cronachistica e l'abbondanza degli articoli antologizzati, il volume può intimidire i lettori. ma quelli che possono sembrare difetti, in realtà sono vantaggi» - Alfonso Berardinelli, Il Sole 24OreNel giugno del 1974 Einaudi pubblica "La storia" di Elsa Morante. In copertina, la frase «Uno scandalo che dura da diecimila anni». La discussione sul romanzo, che subito divampa per protrarsi fino all'estate dell'anno successivo, è molto più di una semplice controversia letteraria. L'inatteso, vastissimo successo di pubblico è accompagnato da un'attenzione capillare da parte della stampa: oltre agli interventi sulle pagine delle testate maggiori, destinati a moltiplicarsi nel corso dei mesi, compaiono recensioni ovunque, dai quotidiani locali ai periodici femminili alle più svariate riviste di settore, e nuovo spazio viene concesso alla corrispondenza dei lettori, in una virtuale anticipazione dei moderni blog. Ben presto la disputa assume carattere di polemica ideologico-politica, mettendo a nudo presupposti e pregiudizi della mentalità di quegli anni. La cronaca della ricezione del romanzo morantiano - qui ripercorsa con il corredo di un commento inedito attribuibile a Franco Fortini, di un'ampia appendice di documenti e di bibliografia - diventa così la cartina di tornasole di un'intera stagione politico-culturale, nella quale il dibattito su un libro che ha entusiasmato il pubblico e diviso gli addetti ai lavori è potuto diventare una pagina dell'autobiografia della nazione.
EUR 32.30
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Il dispositivo Morandi. Arte e critica d'arte 1934-2018
Tutta la scena culturale italiana del Novecento.\r\n«Valorizza snodi della fortuna critica morandiana inattesi e ancora inesplorati» - Alias\r\nLa figura suprema di Giorgio Morandi, la sua presenza/assenza nelle trame dell'arte e della critica italiana del Novecento, è l'oggetto della proposta di Massimo Maiorino. L'autore ricostruisce ed evidenzia, attraverso la lente teorica del "dispositivo", mutuata da Gilles Deleuze, le voci e le differenti prospettive, i racconti e le genealogie che l'opera di Morandi ha sollecitato. Muovendo dal seminale scritto di Roberto Longhi del 1934, il saggio ripercorre, chiamandone a raccolta i protagonisti, tutta la scena culturale italiana del Novecento, spingendosi poi fino al primo scorcio del nostro secolo, al fine di dar conto anche delle riletture proposte nel 2014, in occasione delle celebrazioni per i cinquant'anni dalla morte dell'artista. A emergere dall'esame dell'eterogeneità delle analisi e delle ipotesi critiche - espresse in una pluralità di linguaggi che oscillano tra parola e immagine, restituendo così l'ampiezza del sistema dell'arte - è la proteiforme vitalità dell'eredità morandiana e l'inesauribile attualità dell'artista italiano e della sua opera.
EUR 18.05
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Catalogo delle religioni nuovissime
Oltre a contenere storie buffe e curiose, questo catalogo ci porta a riflettere sul persistere del fenomeno religioso nel mondo dominato da scienza e tecnica, nonché sulle questioni di diritto che la pluralità religiosa pone a uno Stato laico.\r\n«Nel vasto mondo proliferano\r\nreligioni le più bizzarre. Graziano Graziani,\r\ncritico e autore teatrale, ne ha\r\nfatto una sorta di inventario il «Catalogo\r\ndelle religioni nuovissime» censendone\r\n42 anche se pare ne circolino molte di\r\npiù.» - Alberto Fraja, il Tempo\r\n«Dicono "Ramen" invece di "Amen" e adorano un essere superiore che risponde al nome di Prodigioso Spaghetto Volante». \r\n\r\n\r\n\r\nOgni anno in giro per il mondo spuntano nuove religioni come funghi. In questo libro Graziano Graziani ne ha catalogate e raccontate quarantadue, tra le più sorprendenti: si va dalle religioni parodistico-paradossali come il Pastafarianesimo, i cui adepti adorano un essere superiore (il «Prodigioso Spaghetto Volante») alla Chiesa del Giovedì Scorso, che sostiene, con irreprensibile argomentazione logica, che Dio ha creato il mondo giovedì scorso; dalle religioni pop (il Googleismo, l'Iglesia Maradoniana) a quelle di natura artistica (la Chiesa di John Coltrane), o contestatrice (il Kopimismo, la Chiesa dell'Eutanasia). Ma anche le religioni più serie, come quelle generate dalla scienza (la Religione della Scienza o il Cosmismo) e dalla politica (il Culto di Putin), sono parodie; e forse nel mondo secolarizzato finiscono per esserlo anche quelle tradizionali.
EUR 16.15
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L' avventura del giglio selvatico
L'avventura del giglio selvatico è una di queste fiabe straordinarie e spietate, che non fa sconti, da contrapporre alla svenevolezza dei brutti anatroccoli e delle sirenette.\r\n«Andersen non ha idea di cosa sia una fiaba, ha un buon cuore e basta, ma cosa c'entra questo con la poesia?».\r\nConterranei e quasi coetanei, il filosofo Søren Kierkegaard e il favolista Hans Christian Andersen si scambiarono poche parole e pochi complimenti. Tuttavia, quasi in competizione con Andersen, che stava diventando, non solo in Danimarca, sempre più famoso e riconosciuto come insuperabile autore di favole, Kierkegaard meditava segretamente una propria maniera di scrivere favole: storie severe, dure, inesorabili, indagatrici del profondo e capaci di sfiorare ogni volta la tragica poeticità della vita. Ne tratteggia il paradossale programma in un passo dei suoi Diari: «Andersen può raccontare la fiaba delle scarpette della felicità, ma io sono in grado di raccontare la fiaba della scarpa che stringe, che fa male».
EUR 14.25