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Nemusico. L'incanto essenziale
È buona norma, dopo avere sperimentato e lavorato a lungo, fermarsi e riflettere su ciò che si è fatto. Se poi da questa analisi emergono anche dei princìpi normativi possiamo dire che il lavoro dell'artista ha raggiunto il suo compimento, non nel senso che si esaurisce ma in quello esplicativo che completa l'aspetto immaginifico con una concreta presa di coscienza. In questo breve trattato sul suono e sul "corpo strumento", Alberto Nemo descrive con lucidità ed estrema sincerità il suo essere musica e l'impossibilità di rendere tutto questo trasmettibile attraverso un insegnamento. Nell'incipit della prefazione si legge: "Tutti i corpi suonano e risuonano ma, così come non tutti gli abeti diventano violini, anche per gli uomini c'è una storia che fa solo di alcuni uno strumento musicale". È proprio questa storia che Alberto ha ricostruito ascoltandosi e mettendosi alla prova ogni giorno, facendosi male nelle grida di disappunto e accogliendo poi ogni minimo respiro. Didì Gallese firma le illustrazioni che accompagnano quest'opera e sembra quasi che la grafite leggera del suo carboncino sia stata mossa dal "suono pensiero" di Nemo, come se la voce di Alberto avesse alzato mulinelli di polvere nera che poi si è adagiata sulla carta.
EUR 11.88
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L'onda sulla baia. San Francisco: sound, poeti & Silicon Valley
Questo libro è una dichiarazione d'amore per una città. A San Francisco, tra l'estate del 1965 e l'inizio del 1967, il quartiere di Haight-Ashbury diventa il cuore pulsante di una nuova filosofia di vita, basata su un concetto semplicissimo ma rivoluzionario al contempo. Un gruppo relativamente minuto di musicisti rock fornisce la colonna sonora per la bizzarra e nuova cultura diffondendone il linguaggio, i comportamenti e persino il modo di vestire, in pratica cambiando per sempre le regole del gioco fin lì conosciute. L'idea stessa del Peace & Love trascende il significato delle parole, trasmettendo ai giovani un messaggio di rilevanza sociale e culturale, con un fascino assoluto. La Summer of Love vede contestualmente anche diverse iniziative uniche e singolari, come la marcia delle donne, la sanità autogestita, il Comitato per la legalizzazione dell'aborto in California e il Monterey Pop Festival, primo grande happening musicale dove si è riunita la gioventù d'America. La musica rock è indubbiamente l'elemento più evidente, con i Jefferson Airplane, i Grateful Dead e Janis Joplin, ma ”L'onda sulla Baia” ci fa incontrare anche tanti poeti e artisti che consideravano San Francisco la loro casa, o comunque il loro approdo sicuro dopo tanto girovagare. Menti visionarie che hanno contributo a forgiare il mondo moderno così come lo conosciamo oggi. Prefazione di Carlo Massarini; Postfazione di Omar Pedrini.
EUR 24.70
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Rokes. Conversazioni su musica, moda, società e costume
Inghilterra 1960: la nuova ondata musicale ha spazzato via tutto quello che c'era della vecchia nazione. Le abitudini, il perbenismo, la moralità, i modi, le mode: tutto questo cambia nel giro di pochi anni, da quando cioè il rock'n'roll è entrato di prepotenza nelle stanze di migliaia di giovani inglesi. Come tanti altri ragazzi della loro età, Shel, Bobby, Mike e Vic - che lascerà il posto a Johnny - si fanno contagiare dalla febbre del rock'n'roll che non li abbandonerà più. Dopo vari cambi di nome e di formazione, i Rokes approdano in Italia, all'Ambra-Jovinelli di Roma, dove tra il pubblico c'è un attento Teddy Reno, abile a non lasciarseli sfuggire per accompagnare Rita Pavone in giro per lo Stivale. Il mix è folgorante: capelli lunghi, stivaletti con il tacco alto, smaccato accento inglese che colora il loro italiano d'oltremanica, chitarre con una strana forma “a nido di rondine”. Tanto è sufficiente alla stampa nazionale per etichettare il complesso come “I Beatles italiani”. È l'inizio del grande successo, consolidato nel nuovo tempio generazionale, il Piper, dove i Rokes passano dal blues al rhythm'n'blues per approdare al beat in chiave italica e piazzarsi nei primi posti delle classifiche di vendita, tra concerti, apparizioni televisive, pubblicità, premi, film, con tanti album e 45 giri. Ma oltre a raccontare l'ascesa dei Rokes, questo libro intende riscoprire i membri del gruppo anche nelle loro attività come singoli artisti. Molti conoscono l'attività di Shel Shapiro, ma scopriremo insieme anche ciò che hanno fatto Bobby, Mike e Johnny…
EUR 15.68
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Solid. Quel diavolo di Scott LaFaro
Sono le prime ore di giovedì 6 luglio 1961 di una calda notte d'estate e un giovane giace morto su una strada vicino a Geneva, a 300 miglia da New York, il suo corpo è bruciato e senza possibilità di riconoscimento. Una star della scena jazz americana si è spenta. In pochi istanti, a soli 25 anni, la vita di Scott LaFaro, uno dei bassisti più innovativi nella storia del jazz, è finita. “Solid” non è né una biografia, né un saggio musicologico, ma solo uno studio, un ritratto di Scott LaFaro. A livello biografico, ci sono solo alcuni passaggi che ricordano il periodo della sua infanzia e adolescenza a Geneva, e la storia inedita dei nonni paterni che erano emigrati negli Stati Uniti dalla Calabria. “Solid” è “un'altra parola su Scott” scritta principalmente utilizzando i dati forniti da alcuni autorevoli studiosi americani e francesi e quelli riportati da un sito web incentrato sul giovane musicista italo-americano. Si tratta di materiale totalmente inedito in Italia e tradotto dall'autore. Lo studio è stato realizzato con ricerche approfondite anche sul ruolo svolto da altre figure di spicco con cui Scott ha condiviso la sua straordinaria storia. Il titolo richiama l'essenza di un messaggio inviato a Scott da Miles Davis. È una cartolina di saluti con la quale il celebre trombettista gli fa capire che lo vorrebbe nella sua formazione come contrabbassista. Dopo avere descritto il contesto in cui è vissuto, un'attenzione speciale è dedicata al modo in cui LaFaro suonava il suo strumento e a quanti contrabbassisti di talento sono stati influenzati dal suo approccio rivoluzionario. In seguito, “Solid” si concentra principalmente sull'esame di alcuni eventi che spiegano l'originalità e la complessità di questo musicista e il periodo a partire dal 1955, anno in cui lascia l'Università di Itaca e inizia il suo primo tour come musicista professionista, fino al momento del tragico incidente in cui ha perso la vita.
EUR 15.20
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Litfiba. Guida completa alla discografia e ai live
I Litfiba, sulla scia di quattro decenni di attività, sono considerati la più importante rock band italiana, nonché l'unica capace di tenere testa, con impeto e continuità, ai principali gruppi stranieri. Il percorso per ottenere consensi da parte di pubblico e critica è stato lungo e articolato, ma il combo fiorentino è riuscito ad attraversarlo con caparbietà e con consapevolezza, raggiungendo un successo davvero fragoroso. Una storia molto suggestiva, iniziata interpretando ritmi dark wave tra le umide mura di sale prova e di improvvisati live club, e culminata in un rock maturo e raffinato suonato davanti a folle oceaniche. Litfiba - Guida completa alla discografia e ai live racconta questa storia: un'autentica epopea, descritta riprendendo le eredità espressive disseminate nei solchi degli album, nei videoclip e nelle cronache delle esibizioni live. Il libro è suddiviso in sezioni che, intrecciate tra loro, restituiscono una biografia originale e moderna che consente non solo di rivivere le gesta del gruppo fiorentino, ma anche di assaporare un'interessante serie di curiosità e di aneddoti. Ampio spazio è dedicato all'aspetto collezionistico: memorabilia e discografia sono trattate con attenzione maniacale e corredate da note, informazioni e dettagli. Ad arricchire il tutto, le testimonianze dei protagonisti, da Ghigo Renzulli ad Alberto Pirelli e tanti altri: i ricordi di chi la storia l'ha vissuta in prima persona e di chi l'ha osservata molto da vicino.
EUR 27.55
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Tutto questo è blues. Roberto Formignani, una vita a ritmo di musica tra il Mississippi e il Po
Roberto Formignani si innamora da giovanissimo del blues, universo scoperto grazie ai dischi jazz del padre e a quelli rock del fratello maggiore. Compra la prima chitarra a dodici anni, passa i pomeriggi chino sullo strumento e cerca di riprodurre i suoni che escono dal giradischi posizionato accanto a lui, ma non c'è niente da fare: non riesce. “Dopo mesi e mesi di prove e strimpellamenti mi sembrava di non arrivare da nessuna parte, così lasciai perdere” racconta Formignani. Non è un addio, solo un arrivederci. Un paio d'anni più tardi si ributta a capofitto sulla sei corde e non smette più. Incontra l'armonicista Antonio D'Adamo, diventano inseparabili, e insieme fondano la Mannish Blues Band. Le prove in garage, i primi concertini nei locali fumosi di Ferrara e provincia e poi la chiamata a “Quelli della notte”, programma cult di Renzo Arbore. Il gruppo inizia a girare parecchio, suona prima di B.B. King a Pistoia, sale su palchi importanti e conquista piazze prestigiose a livello nazionale. Nel corso del tempo le vite e i gruppi cambiano, la storia fa il suo corso, ma Roberto resta fedele al suo strumento. Per anni suona in giro per l'Italia con Dirk Hamilton e Andy J. Forest, incide dischi con i Bluesmen. Nel 2000 diventa presidente dell'Associazione Musicisti di Ferrara, ruolo che ricopre tuttora. Dalle prime jam session in un casolare sul Po al tour dei Liberation Project con Phil Manzanera, passando per trasferte improbabili, avventure e canzoni, Formignani ripercorre una vita vissuta a tempo di blues.
EUR 13.30
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Your attention, please. Storia e musica degli Afghan Whigs
“John e Rick mi dicevano cose tipo: 'Non puoi farlo'. E io: 'Perché? Chi lo dice?'. Non ci sono regole nel rock'n'roll. È illegalità. Siamo qui per questo, per infrangere le regole. È questo il divertimento”. Così il frontman Greg Dulli giustifica e insieme descrive perfettamente la musica degli Afghan Whigs: che è libertà totale di approccio e soprattutto di scelta e rilettura di influenze diametralmente opposte tra loro. Dall'esordio autoprodotto all'approdo in Sub Pop, dai capolavori degli anni Novanta fino all'inaspettata reunion, questo libro vuole raccontare la storia di un gruppo difficilmente definibile, anacronistico perché fuori dal tempo, troppo spesso pigramente definito dalla critica come una sorta di cortocircuito tra soul e grunge, ma che in realtà è tanto di più. Guidata da un frontman anomalo e straordinario come Dulli, la band di Cincinnati, senza riuscire a raggiungere le vendite e la popolarità delle grandi formazioni alternative del periodo, si è però ritagliata lo status di formazione di culto, un'immagine che da inizio anni Novanta dura ancora oggi. Una parabola straordinaria che ha riletto il motto “sesso, droga e rock'n'roll” in una chiave inedita fatta di malinconia, senso di colpa e rabbia, e permeata dalla fondamentale influenza della black music, che rende gli Afghan Whigs se non un unicum, quantomeno una rara e affascinante scheggia impazzita nel panorama rock a stelle e strisce degli ultimi trent'anni.
EUR 15.20
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Nothing is real. Breve storia della musica psichedelica inglese
“Nothing Is Real” è una storia della musica psichedelica inglese divisa in due parti. La prima segue cronologicamente le fasi salienti che hanno dato vita a una tendenza musicale influenzata da quelle che il poeta Allen Ginsberg chiama Droghe Benevole, in quanto non danno assuefazione (hashish, marijuana ma, soprattutto, Lsd) e si rivelano strumenti di conoscenza dell'Io Profondo o mezzi per accedere to the other side. A partire dal biennio 1966-1967, infatti, la psichedelia inglese, a differenza di quella americana, più politicizzata e legata alla stretta attualità (la dirty war del Vietnam), tende a evadere dal presente per rifugiarsi in un idillico yesterday nel quale convivono la fiaba e il ritorno all'infanzia, l'Età Vittoriana di Sgt. Pepper e il Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll. La seconda parte del volume presenta tutti i gruppi e i solisti, che declinano il verbo lisergico secondo varie accezioni: si va da quello indiano dei Beatles a quello cosmico dei Pink Floyd, da quello soft di Donovan a quello hard dei Deviants, da quello pop dei Nirvana a quello folk della Incredible String Band, da quello blues di Arthur Brown a quello californiano di Eric Burdon & The New Animals, da quello proto-prog di Tomorrow, Pretty Things, Twink, Traffic a quello concept di Mark Wirtz e di Billy Nicholls. Prova che la musica psichedelica inglese rifiuta etichette troppo stringenti e, puntando sull'espansione di una mente caleidoscopica ottenuta tramite l'assunzione di sostanze chimiche, fa delle infinite variazioni su un unico tema la sua più autentica cifra stilistica.
EUR 16.62
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Canzoni per un mondo senza Beatles. Dai Santana ai Coldplay, il meglio dopo l'indispensabile
Nella musica pop c'è un ponte fra la storia e l'impossibile e i Beatles ci hanno camminato sopra insieme a pochi altri, mettendo in mostra concezioni liriche e strutture melodiche diventate poi un punto di partenza per generazioni di musicisti. Nel giro di dieci anni il quartetto di Liverpool ha riscritto l'intera vicenda della musica popolare moderna, cambiandone le regole in sala di incisione, creando nuovi standard sia nell'arrangiamento sia nella produzione. Da lì in avanti niente è stato come prima e ancora oggi la loro opera resta un modello di riferimento che riesce a mettere d'accordo generazioni altrimenti inconciliabili. Partendo dall'ultimo presupposto, questo libro vuole offrire una selezione di canzoni che hanno ridisegnato la storia dal punto in cui l'hanno lasciata i Beatles, ovvero dal fatidico 1970, anno del loro scioglimento ufficiale. Canzoni raccontate attraverso l'analisi musicale, il significato del testo, gli aneddoti e tanti altri argomenti collegati. Riconoscendo che la perfezione discernente è soggettiva, il criterio adottato per la scelta ha tenuto conto di determinati parametri: l'indiscutibile valore artistico, la qualità dell'esecuzione, le innovazioni stilistiche introdotte, l'impatto emotivo esercitato sul pubblico e soprattutto la capacità di resistere al tempo e alle mode a prescindere dal successo commerciale riscosso. Sono canzoni speciali, di cui non si può fare a meno, quelle metabolizzate a tal punto che diventa difficile collocarle nella giusta prospettiva storico-esistenziale. Come ci fossero sempre state.
EUR 18.52
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Piccola enciclopedia del rock'n'roll. La storia da colorare ad alto volume
Lo hanno dato per spacciato, passato di moda, spento. Ridotto a materiale per collezionisti, arginato, recluso nei vinili. “Il rock è roba da vecchi”. Eppure generazione dopo generazione, di padre in figlio, di concerto in concerto, il rock ha vissuto centinaia di primavere e tante ne vivrà ancora. Nelle storie dei ragazzi, nella voglia di ribellarsi a quello che altri hanno deciso per loro, nelle urla e nei graffi sul muro, negli adesivi sui muri dei locali e nelle spille sui giubbotti di pelle, il rock è da sempre il genere musicale che più ha influenzato le persone, le ha convinte a provarci, a buttare il cuore oltre l'ostacolo. È la voce dei giovani, dei giovanissimi e di quelli che ancora non hanno voce. La Piccola Enciclopedia del Rock'n'Roll è il riassunto di sessant'anni di storie riscritte per i piccoli che ancora non le conoscono e per le mamme e i papà che le hanno vissute in prima persona. Tanti artisti e tante canzoni accompagnate dalle illustrazioni di Giulia Ianniello, tutte da colorare per far rivivere la musica. Lo stile ricalca quello a tratti psichedelico degli anni Sessanta ma anche degli inizio Novanta, quando i libri da colorare per bambini erano composti dalle silhouette delle star divise in bande da pitturare a piacere per creare un effetto ottico unico e personale.
EUR 16.06
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Musica di carta. 50 anni di riviste musicali in Italia
Sono passati più di cinquant'anni dalla nascita delle prime riviste musicali. In principio erano pubblicazioni legate alla musica leggera e al mondo Beat, ma in poco tempo è il rock nelle sue varie forme a trovare spazio su riviste quali «Ciao 2001», «Gong» e «Muzak». In parallelo, a cavallo tra gli anni Sessanta e i Settanta e grazie all'affermazione delle controculture, nascono interessanti fogli di informazione musicale che non passano per le edicole, ma vengono distribuiti tramite canali alternativi che trovano terreno fertile nei primi spazi occupati. Con gli anni Ottanta/Novanta, grazie alla maggiore diffusione delle riviste estere e ai continui viaggi oltreconfine di alcuni giornalisti, si affermano quelle riviste che hanno fatto la storia dell'editoria musicale italiana: «Rockerilla», «Il Mucchio Selvaggio», «Rockstar», «Rumore», tra le tante. Con l'inizio del nuovo secolo arrivano le prime crisi editoriali: «la Repubblica» dopo «Musica!» passa a «XL», prima settimanale cartaceo poi solo online, e si distingue il lavoro dal basso di un magazine quale «Blow Up». Intanto continuano a proliferare giornali autoprodotti e free press. In questo panorama si inserisce Internet, mezzo che condiziona, nel bene e nel male, l'editoria musicale fino a modificarla nel profondo e tenendo a battesimo la nascita di webzine e blog più o meno interessanti nei contenuti. In “Musica di carta” si ripercorrono le vicende editoriali delle testate più rappresentative e si dà spazio alle testimonianze di numerosi giornalisti, messi a confronto col presente, pieno di incognite e di possibilità ancora tutte da scoprire.
EUR 20.90
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Lo spleen di Lucio. Guida all'ascolto dei dischi bianchi di Lucio Battisti e Pasquale Panella
Quando uscì Hegel (1994), il quinto e ultimo lavoro della coppia Battisti-Panella, un giornalista chiese un parere ai maggiori esponenti della filosofia italiana e la risposta fu un'unanime stroncatura, non era materia da mescolare con la musica leggera (la filosofia-pop era ancora lontana) e nessuno degnò di un ascolto approfondito il disco, altrimenti almeno uno di questi studiosi avrebbe notato, con la competenza che mancava ai critici musicali (non ce ne vogliano), che non parlava tanto di Hegel, quanto di Hölderlin; per di più, gravava il pregiudizio, duro a morire, che il cantante in questione era più adatto ai falò estivi sulla spiaggia. Era un'etichetta che Battisti si trascinava dietro e che aveva provato a cancellare negli otto anni con Pasquale Panella. I cinque dischi contrassegnati dalla copertina bianca non sono solo album di canzoni, andrebbero visti come i capitoli di una riflessione critica. I testi di Pasquale Panella non sono semplici giochi di parole, ma celano intriganti esperimenti poetici: don giovanni è una riscrittura de I fiori del male di Baudelaire cucita sull'icona di Battisti, l'apparenza è una meditazione fenomenologica sulla scrittura, la sposa occidentale una variazione a tema sulla figura femminile nell'opera di Baudelaire, cosa succederà alla ragazza un raffinato spin off di Ulisse di James Joyce, hegel un pastiche che intreccia Finnegans Wake di Joyce, Iperione di Hölderlin e l'etica di Lévinas... Forse non aveva torto quel giornalista a interpellare più che un critico musicale, un docente di filosofia.
EUR 20.90
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Generazione afro. Musica e stile di vita di una subcultura giovanile degli anni Ottanta
“Generazione Afro: musica e stile di vita di una subcultura giovanile degli anni Ottanta” è il frutto di uno scavo prodotto all'incrocio tra la storia, la filosofia e la teoria politica teso a dimostrare che tra le subculture protagoniste negli anni Ottanta della scena nazionale è esistito un movimento di giovani che, oltre alla predilezione per i vagabondaggi e per la vita in comune, è stato caratterizzato anche dalla passione per un genere molto particolare di musica dance: un genere musicale che è stato denominato “afro” e che in questo lavoro è all'origine dello stesso aggettivo con cui si è scelto di definire il raggruppamento di giovani che intorno a esso è cresciuto e si è sviluppato. Si è trattato di un movimento che è stato quasi del tutto ignorato dalla ricerca sui fenomeni giovanili del nostro Paese, forse come conseguenza del fatto che è stato assimilato a una delle più tarde manifestazioni della controcultura hippy oppure è stato annoverato entro le culture da club sorte nel nostro Paese negli ultimi decenni del secolo scorso. Lo scavo effettuato in questo libro ha prodotto invece un'immagine della “generazione afro” come una vera e propria “subcultura”, nell'accezione a partire dalla quale negli anni Settanta questo concetto è stato definito dal Centre for Contemporary Cultural Studies dell'Università inglese di Birmingham; una subcultura di cui sono stati indagati lo stile di vita e i modi di impiego del tempo libero e che, a parere dell'autrice, rappresenta in Italia uno dei più importanti anelli di giunzione tra il fenomeno hippy degli anni Sessanta e quello dei raver che si è affermato negli anni Novanta. Prefazione di Andrea Castagnini.
EUR 20.90
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K-pop luce e ombra. Retroscena, dietro le quinte e traumi repressi dell'industri musicale e coreana
Il k-pop è ormai un fenomeno mondiale. Anche chi non segue fedelmente le classifiche sarà stato toccato dalla popolarità di artisti coreani come BTS e Blackpink. Ma, come si suol dire, non è tutto oro quel che luccica. Lo strapotere dell'industria discografica della Corea del Sud, una gigantesca macchina per soldi nonché creatrice di tendenze, mode e prodotti musicali di larghissimo appeal, cela dietro di sé un'etica cinica e strettamente social-friendly che, però, spesso non lascia spazio alla dimensione individuale degli artisti. I quali, componenti di un meccanismo frenetico che gira più veloce di tutti loro, accusano stress, depressione, ansia e malattie mentali con conseguenze anche tra le più gravi. Ma non è tutto qui: percepito come semplice genere di musica commerciale realizzata a stampino per i giovani, il k-pop è in realtà infinitamente complesso tanto a livello di suono quanto a livello di evento culturale che esercita la propria influenza ben al di là dei confini della Corea. In questo volume ci inoltriamo tra le pieghe di questa musica, per scoprire il non-visto (e il non-sentito) che a una lettura superficiale potrebbe sfuggire a chi manchi di cogliere lo stretto legame tra musica popolare e trasformazioni della società. Dagli approfondimenti su vite pubbliche e private dei cantanti al grande ascendente del genere nel continuo processo di globalizzazione e da traumi personali e profondi agli investimenti di un'industria multi-milionaria, esplorando il k-pop potremo capire meglio i cambiamenti del mondo (occidentale, ma non solo) e metterci di fronte a tematiche scottanti, alle quali troppo spesso non viene dato il giusto peso.
EUR 15.20
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Siamo qui noi. Stesso posto, stesso bar, tante storie: i nostri trent'anni di 883
"Siamo qui noi. Stesso posto, stesso bar, tante storie: i nostri trent'anni di 883" parla di personaggi della provincia, di miti, di bar, di storie d'amore, di tipologie umane e situazioni in cui tutte e tutti siamo passati, almeno una volta nella vita. Un “playlist scritta”, un viaggio nel mondo degli 883, rigorosamente dal punto di vista di un ascoltatore, che si muove tra le storie che i loro brani raccontano e che diventano mitologie, ricordi condivisi.
EUR 14.72
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Fatti e misfatti dell'industria musicale italiana
Il settore della musica sviluppa lavoro, produce, fattura, crea Pil alla stregua di tutti gli altri settori della produzione, in alcuni casi anche di più. La musica per chi ci lavora non è solo svago e divertimento, ma è un vero e proprio lavoro. L'industria musicale italiana è un sistema complesso, fatto di settori produttivi che si intersecano, collaborano. Dalle scuole di musica, che formano gli artisti, alle case discografiche, che creano i prodotti finali, ai musicisti professionisti, alla critica musicale con la stampa specializzata (e non), agli uffici stampa che danno voce alle opere artistiche, ai tour manager, i social media manager che, mai come oggi, sono diventati fondamentali nella carriera di un artista. E poi, i promoter, gli organizzatori di festival, i direttori artistici, l'editoria di settore, le associazioni di categoria. Insomma, un macro settore che cresce sempre di più e sul quale ruotano cifre considerevoli. Lo scopo di questo libro è di essere una guida nel mondo dell'industria musicale italiana, accendendo i riflettori anche su tutte le situazioni che appaiono piuttosto nebulose. Ciò, partendo da alcune domande: quanto è genuina la musica che ascoltiamo? I comportamenti dei musicisti sono spontanei o “comandati” dalle teste pensanti del marketing? Le case discografiche coadiuvano o sfruttano il musicista? Lo Stato cosa fa? I conservatori e le scuole di musica sono adeguate e al passo con i tempi? La critica musicale è stata sepolta dallo spirito libero dei social? E con interviste a: Claudio Angeleri, Claudia Barcellona, Luca Conti, Alessandro Fedrigo, Gianna Fratta, Giovanna Mascetti, Stefano Mastruzzi, Alessandra Micalizzi, Simona Parrinello, Giordano Sangiorgi, Gianluca Testani, Riccardo Vitanza..
EUR 16.62
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Il jazz e l'Italia. Cento musicisti si raccontano 1923-2023
Questo libro compone il trittico ideale del sound afroamericano: dopo “Il jazz e i mondi” e “Il jazz e l'Europa”, ecco raccontare il jazz dell'Italia e l'Italia del jazz, attraverso 100 conversazioni con altrettanti protagonisti del ritmo sincopato tricolore, ovvero il “giezz” nazionale o ancora, in altre parole, l'Italian Jazzy o “the jazz made in Italy”. Per fornire un quadro sintetico ma esauriente su quanto viene creato, improvvisato, cantato, suonato, ballato, ascoltato nel nostro Paese, l'autore si confronta con i maggiori esponenti - solisti, accompagnatori, cantanti, strumentisti, arrangiatori, capigruppo, direttori d'orchestra - degli stili revival, swing, bebop, cool, free, postbop, fusion, world; e attraverso incontri, telefonate, email, appuntamenti, scambi di opinioni, serate nel backstage o al ristorante, i musicisti parlano di sé, della loro musica, dei grandi maestri, talvolta di politica e società rivelandosi via via colti, preparati, intenditori dall'orecchio fine e dal fiuto infallibile: persone sempre gentili, disponibili, incuriosite. Le testimonianze dei 100 - Stefano Bollani, Franco Cerri, Paolo Conte, Franco D'Andrea, Dino Piana, Paolo Fresu, Giorgio Gaslini, Lelio Luttazzi, Lino Patruno, Enrico Rava, giusto per nominare un'ipotetica top ten dei “famosi”, senza nulla togliere agli altri 90 - restano altresì tracce durature per riassumere i nostri trascorsi di nazione musicale, facendo quasi presagire la situazione odierna e dimostrare in fondo i tanti (o pochi?) cambiamenti nel nostro Paese, in base ad esempio ai gusti del pubblico o agli aiuti dello Stato a favore della cultura, di cui il jazz ormai è parte integrante, recepita quale arte classica e al contempo nazional-popolare. E il libro diventa quindi una storia sui generis, un viaggio nella memoria, una riflessione generazionale su un credo artistico, un costante dialogo fra uno e gli altri, con tantissimi aneddoti. Completa il volume la più importante bibliografia finora mai realizzata sul jazz italiano sotto ogni angolazione.
EUR 23.75
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Il diavolo all'opera. Viaggio in 20 tappe liriche da questo mondo all'altro
Che cos'è il Diavolo? È una metafora del male assoluto, e di chi compie il male assoluto. Ma è anche uno specchio assoluto dell'anima dell'uomo, di quel pozzo nero che a stento riusciamo a sondare e ancor più a stento riusciamo a decifrare. Perché la fisica del metafisico c'ha una regola semplice ma assai malvagia, che così fa: a ogni nera azione corrisponde una umana reazione. E cosa c'è di meglio se non la Lirica, quella con la L maiuscola, per incarnare i tanti tipi umani e non che fanno capo a questa diabolica regoletta? Tipo il perfido Jago nell'Otello di Verdi, o Mefistofele in quella di Boito, o ancora tipo il Don Giovanni di Mozart, che flirta con le donne e con la Morte; o tipo il Franco cacciatore di Weber o il Faust di Busoni, che giocano d'azzardo con le infere potenze; o ancora tipo l'Orfeo cantato da Monteverdi, che cerca in casa del diavolo la sua defunta sposa; o magari tipo la Lulu di Berg, che ci parla del diavolo che è qui fra noi, o il Ligeti creatore di inferni patafisici in salsa medievale, sempre pronti a stupirci. Perché mille sono i volti del Diavolo. Ma anche di più, se ci sono di mezzo le note; giacché come dice il detto: all'inferno ogni diavolo è un eroe. E questo libro ve lo racconterà, attraverso le diabolicissime opere dei vari Prokofiev, Hindemith, Stravinskij, Čajkovskij, Bartók, Gluck, Penderecki e dulcis in fundo Beethoven. E ora silenzio in sala, e che il diavolo inizi la sua opera!
EUR 20.90
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Facce di marinai. L'avventura mediterranea di Fabrizio De André e Mauro Pagani
Quarant'anni fa, nella primavera del 1984, usciva in Italia un album destinato a cambiare la canzone d'autore, la musica pop e anche quella popolare: crêuza de mä di Fabrizio De André, un disco inimmaginabile fino a quel giorno, costruito dal genio letterario e dalle intuizioni di Faber e da quello musicale di Mauro Pagani. Una manciata di canzoni - sette, per la precisione - cantate in un dialetto genovese che neppure i genovesi ricordavano più e con musiche provenienti da un vicino Oriente più immaginato che reale. Ne venne fuori un capolavoro. Una di quelle opere di cui si parlerà ancora tra qualche secolo. “Facce di marinai” ne racconta la genesi e gli sviluppi, dando voce ai tanti protagonisti di allora, in studio e dal vivo, e riproponendo un'intervista, lungamente rimasta nascosta negli archivi di una radio privata, che offre un De André entusiasta e preoccupato al tempo stesso, al debutto del tour di crêuza de mä in terra italiana. E, in particolare, in terra ligure.
EUR 13.30
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Premiata Forneria Marconi. Il lungo viaggio
Il lungo viaggio della Premiata Forneria Marconi attraverso oltre mezzo secolo di carriera, dischi indimenticabili e migliaia di concerti, prima in Italia e poi in tutto il mondo. L'incredibile percorso musicale e umano che porta un gruppo di ragazzi dalle serate nelle balere ai teatri più prestigiosi di Londra, per poi conquistarsi il ruolo di attrazione principale ai più importanti festival americani, fino al trionfo in Giappone di metà anni Settanta. Lo spettacolare tour insieme a Fabrizio De André e la rinnovata carica rock agli inizi degli anni Ottanta. Dieci anni di pausa e poi il nuovo inizio, con l'indomita capacità di rinnovarsi e inventare traiettorie imprevedibili con i vari cambi di formazione, aventi tutti come denominatore comune l'indiscutibile perizia tecnica e la voglia di rimettersi in gioco a ogni appuntamento. Prefazione di Giorgio “Fico” Piazza. Con interviste esclusive a Bernardo Lanzetti e Giorgio “Fico” Piazza.
EUR 16.62