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No family man
"No Family Man" si racconta in un viaggio in macchina da una città ad un'altra. Lui è un attore squattrinato che vive male perché inseguito da mille visioni, quelle che egli non sa abbandonare. Tra un sorpasso e l'altro escono fuori i suoi amori malandati. Quei suoi quarant'anni che egli veste stretti. Le sue speranze. Una rabbia dilagante che travolge ogni suo istante e che trasforma in male anche ciò che male non è. Le sue stramberie. Roma, Napoli e Trieste, si coagulano in un unico luogo pieno di cancelli. La paura di finire impagliato da una donna. Gli uomini gringhi e quelli bonanza. Una società malata di consumismo che si nutre di apparenza, privilegi, dove mentire è la regola e l'arroganza è di casa. Una generazione irrisolta. Un figlio d'arte che diventa una citazione al negativo. L'ombra di una madre terribile. Donne che dicono sempre di no all'amore preferendo sordidi compromessi quasi sempre agiti su vite d'altri.
EUR 14.25
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Inarchitetura. Ediz. multilingue
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In quella casa c'ero anch'io. C'è un posto anche per te nella vita di Gesù
Essere un personaggio tra gli altri. E' questo il desiderio che conduce l'autore ad entrare nella storia di Cristo per viverla dal di dentro, in prima persona. Volendo mettersi nelle scene del Vangelo come un personaggio tra gli altri, l'autore non ha trovato niente di meglio che farsi piccolo e sentirsi come un bambino che Maria ha adottato introducendolo nella sua casa e poi nella sua famiglia. Da allora il Vangelo non viene considerato dall'autore semplicemente un libro, ma diventa una vicenda personale vissuta e raccontata in prima persona. E così il desiderio si trasforma in stupore, entusiasmo e infine in amore appassionato e felice. Il racconto è arricchito dalla fantasia dell'autore il quale, pur muovendosi con libertà in mezzo ai vari personaggi, cerca di rispettare il più possibile la loro verità senza arbitrarie forzature che possano alterare la loro realtà storica, e così il tratto intimo e diretto con Gesù e con la Vergine Santa trasforma la lettura del Vangelo in un itinerario contemplativo impregnato di fede e di amore.
EUR 16.15
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Messale festivo tradizionale
Il messale perpetuo non solo per i fedeli della Santa Messa Tradizionale detta di san Pio V, ma dal 2007 anche per tutte le parrocchie e i sacerdoti in seguito alla liberalizzazione della messa in latino ad opera di Papa Benedetto XVI. 704 pagine, immagini sacre, spiegazioni, qualità grafica, canti gregoriani. Uno strumento indispensabile per chi vuole partecipare con profitto al Santo Sacrificio. Uno strumento per venire incontro ai moltissimi che, dopo le parole di apertura del Papa sulla messa tradizionale tornano a nutrire interesse per un patrimonio irrinunciabile della Chiesa Cattolica. Edizione con il rito del 1955 e del 1965 a confronto in formato maggiore e più leggibile.
EUR 39.90
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Il monachesimo primitivo
Questo libro racconta gli aneddoti, le follie, gli eroismi e la santità dei primi monaci ed eremiti, sia uomini che donne, colonna e fondamento della civiltà cristiana. Si scopre così un mondo vasto e ricchissimo di cultura, umanità e santità che viene prima di San Benedetto e da cui egli stesso attinse a piene mani. In un tempo nel quale la persecuzione era finita ed essere cristiani cessava di essere una proposta contro la mentalità comune, ecco la risposta estrema, totale, agli ideali evangelici: i nuovi martiri sono i monaci, coloro che prendono il Vangelo alla lettera, non credono possibile nessun compromesso, ma neppure nessuna coesistenza col mondo: per cercare Dio bisogna spogliarsi di tutto, abbandonare tutti, mortificare il corpo, combattere con tutto quello che ci distoglie o ci allontana da Lui, vivere in funzione dell'eternità. Sorsero così sui monti dimore di eremiti, e il deserto si riempì di eremiti, uomini che erano usciti dalle proprie case e avevano abbracciato una vita celeste (Atanasio Vita Antonii, cap 14).
EUR 11.40
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Libertà dell'ateo e libertà del cristiano. Relazioni e scontri
Il problema della libertà dal punto di vista religioso, viene affrontato in modo sistematico e divulgativo. La libertà costituisce l'essenza e il valore più alto dello spirito umano, ma la libertà dell'uomo non è assoluta, e neppure è riducibile all'arbitrio del singolo, come oggi purtroppo la si intende. La libertà umana è invece una libertà creata, che responsabilmente e consapevolmente si decide per il bene, come risposta ad una chiamata divina. Il senso ultimo della morale non può essere trovato in questo mondo, e presuppone una concezione dell'uomo ben lontana dal materialismo e dal nichilismo oggi imperanti: non c'è libertà, dunque, che in riferimento a quell'Assoluto (Dio) come Libertà suprema, dalla quale l'uomo è derivato come "libertà finita".
EUR 12.35
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L'Europa fra diritti umani e '68
Ricorre quest'anno il 60° anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo, proclamata il 10 dicembre 1948 dall'assemblea generale delle Nazioni Unite. Per quanto riguarda l'Europa, i diritti umani sembrano presentarsi in ottimo stato di salute e perfetta forma. Tuttavia non di rado l'apparenza inganna, si rivela, appunto, mera apparenza. Come quando un albero gigantesco, un solido gigante della foresta destinato a durare nei secoli, viene roso da una putrefazione interna, destinata a rendersi manifesta solo quando sarà troppo tardi per opporvi un valido rimedio. Se queste osservazioni e questi timori hanno un fondamento concreto, sarebbero all'opera nella società europea fattori non compatibili col tradizionale assetto dei diritti dell'Uomo. Fattori che, almeno in parte, si possono far risalire molto indietro nel tempo, ma che sono stati tutti grandemente rinvigoriti da un evento del qual ricorre quest'anno il 40° anniversario: il 'mitico' (come si ostinano a definirlo i suoi ingrigiti protagonisti) '68?
EUR 6.65
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1976
Nella trilogia di Cristiano Ferrarese - giunta al suo secondo tempo, dopo 1967 e prima di 1985 - la follia è ancora un "altrove" di questo mondo. E sempre, in Ferrarese, la metamorfosi, la mania, la paranoia si trasformano in discorso civile e politico. Il suo "delirio", però, non è utilizzabile dai turisti dell'antipsichiatria. È un denudamento osceno. E non è una calligrafia dell'inferno, questo 1976. Non vi è il romanzo, il maledetto romanzo "cartesiano". La narrazione è sbriciolata, come dopo una granata. C'è solo odio, rabbia, nostalgia - e amore impossibile. Come nel paranoico per eccellenza (sua altezza Louis-Ferdinand Céline), anche qui la totalità è frantumata e sgretolata, e le parole mai sono belle, ma dette con sublime violenza: singhiozzando, piangendo, odiando, in una dolorosa condizione che è, insieme, sorgiva e terminale.
EUR 11.40
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Era di maggio
In questo suo primo romanzo Cesare de Seta affronta un tema che finora era stato toccato più volte dalla saggistica, ma molto di rado - a quel che ricordo - dalla narrativa. Il tema riguarda quel movimento giovanile che dal '68 dilagò in varie e spesso pittoresche manifestazioni in tutto il mondo, e che soprattutto in Italia e in Francia doveva assumere aspetti molto particolari. Sembra all'inizio che il romanzo di de Seta si tratti di una storia d'amore tra il protagonista e Sara, una ragazza talmente coinvolta nelle vicende del movimento studentesco da subordinare tutto, anche i privati sentimenti, alla sua passione ideologica. Ma quello scrutare di Fabrizio negli occhi misteriosi di Sara, quegli occhi tristi di cui non riesce ad afferrare nemmeno il colore, che gli trasmettono un senso "di vuoto e di attesa", ci comunicano sin dalle prime righe il punto di vista dell'autore nei confronti della realtà che ci vuole descrivere. E l'impenetrabilità di Sara e delle idee che lei fanaticamente manifesta ogni volta che Fabrizio cerca di parlare con lei alla luce del senso comune. Un romanzo coraggioso, questo di de Seta, un romanzo di formazione sotto certi aspetti, che non teme di confrontarsi con una realtà ancora scottante, una realtà ancora irrisolta, che ha lasciato ferite e nostalgie nel suo e nel nostro animo. (Raffaele La Capria)
EUR 13.78
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Scritti e discorsi di cultura industriale
Gli "Scritti e discorsi di cultura industriale" sono un quadro compatto di questioni inerenti soprattutto al linguaggio delle immagini: sia quello pubblicitario, sia quello della comunicazione aziendale, sia infine quello dell'urbanistica. Il loro scopo principale - si potrebbe dire - è di concentrarsi sulle epifanie del mondo industriale, sul volto che la fabbrica offre di sé all'esterno: l'industrial design, l'organizzazione del lavoro pubblicitario, il problema del tempo libero, sono tutti legati all'esperienza olivettiana: la vera, importante stagione del capitalismo illuminato. Le ragioni da cui muove l'indagine di Bigiaretti, infatti, conducono sempre e comunque a quelle domande che Adriano Olivetti poneva "Ai lavoratori di Pozzuoli" (1955) con una certa dose profetica: «Può l'industria darsi dei fini? Si trovano questi semplicemente nell'indice dei profitti?» Adriano Olivetti pensava alla sua fabbrica-comunità come a un microcosmo ideale in cui ogni individuo, accanto al lavoro, trovasse anche delle chances di riscatto culturale e spirituale. Ed è questa la chiave di lettura adottata da Bigiaretti.
EUR 11.40
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La tigre domestica
La pubblicità come sintomo dell'età del bisogno e della necessità dei consumi. Solo che tali bisogni e tali consumi sono quali "bisce colorate", che tutti si affannano a misurare e descrivere, senza riuscire concretamente al proposito. "I bisogni sono imprecisabili e inafferrabili, contraibili e dilatabili all'infinito". I consumi sono provocati su questa base di imprecisabilità. Ma provocati perché? La risposta coinvolge la responsabilità "politica" della pubblicità. Coinvolge cioè la programmazione che l'elite di potere fa dei bisogni di massa, guidandoli, sottilmente elaborandoli, ma contemporaneamente scaricandoli di ogni significato. La pubblicità così come è praticata nel mondo neocapitalista, dice Buzzi, tende a "proclamare l'estensibilità del benessere all'universo degli uomini", a distruggere quelli che in passato erano i privilegi nei beni che differenziavano una classe dall'altra. Il benessere che in essa si vuole è anonimo: il bisogno di un libro vale quello di un frigorifero. L'uomo di questa società si trova nelle condizioni, perciò, di aver bisogno di tutto, di avere "una fame senza limiti", ma di vivere senza aver sostanzialmente bisogno di nulla. Ma il sistema stesso, conclude Buzzi, ha in sé i germi della sua distruzione.
EUR 13.30
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Non capisco un'acca
E se esistesse un alfabeto fatto solo di acca, di parole formate con la parola acca? Prima ipotesi: non si capirebbe un'acca. Ipotesi alternativa: ne siete sicuri? È esattamente il manifesto surrealista (anzi, rodariano) da cui parte l'esplorazione graficotestuale firmata dal designer Maurizio Ceccato. La H/acca muta viene sbaragliata per tramutarsi in forma-racconto: pagine narrate da sinistra a destra (e viceversa) per occhi indiscreti dagli zero ai... Ogni capitoletto di questo "romanzo immaginifico" si sviluppa su un duplice piano: brevi filastrocche zeppe di ACCA giustapposte a illustrazioni "rapinose", bizzarre, stralunate, inquadrabili come favole deragliate e haiku fuori orbita, racconti e immagini. La lettera H non emette suoni, in lingua italiana: si usa dire che sia muta. Tuttavia, se non esistesse, molte parole non avrebbero lo stesso suono e il medesimo significato. Ne sapeva qualcosa Ludovico Ariosto, in una sua avvertenza all'accorto lettore: «Chi leva la H all'huomo non si conosce huomo, e chi la leva all'honore, non è degno di honore».
EUR 15.20
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Soldati del re
"A metà strada fra "L'alfiere" e "L'eredità della Priora" si collocano i tre episodi che compongono "Soldati del re" (1952). Il romanzo, che ha la forma di un polittico narrativo e vede la luce per i tipi mondadoriani nella "Medusa degli Italiani", sposta all'indietro nel tempo l'attenzione di Alianello. Infatti, mentre nelle altre due opere la narrazione si concentra sull'impresa garibaldina del 1860 e sui mesi successivi alla proclamazione del Regno, qui si retrocede alla grande stagione rivoluzionaria che di fatto chiude la Restaurazione, un periodo di pochi mesi soltanto o addirittura di giorni, ma di grande intensità politica, una stagione gravida di attese, attraversata da un forte vento di speranza. Mai come in "Soldati del re", siamo di fronte al senso dell'effimero. Sciabole, alamari, mostrine, stendardi, decorazioni non rappresentano solo la testimonianza di una gloria militare, pur se sbiadita e impolverata, ma alimentano il sospetto della caducità quale condizione comune a tutti gli esseri viventi e trascinano il racconto dentro il paradigma di un'umanità che ritrova se stessa nel sentimento cristiano del perdono che apre la strada a una profonda percezione di uguaglianza. Più che sminuire le azioni degli uomini, più che deprezzare il loro desiderio di combattere, il patire ingiustizie o l'inseguire chimere, Alianello si preoccupa di cercare un senso ai fatti della Storia, anche di quelli meno noti, i più feroci e disumani." (Dalla prefazione di Giuseppe Lupo)
EUR 8.45
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Tempi stretti
"'Ecco, perdo tempo, perdo tempo. Alla fine del mese farò il sessanta per cento'. L'angoscia del tempo ossessiona i personaggi di questo romanzo: operai e operaie che devono battere a una pressa millenovecento pedalate all'ora, cronometristi che li controllano da vicino e capi incaricati di far rispettare le cadenze del lavoro. Anche le pause, come i giorni di riposo, sono schiacciate dall'affanno di ritornare in fabbrica. E persino gli amori, come quello difficile tra Emma e Giovanni, non si sottraggono alla legge martellante delle macchine che non si devono fermare. Sono i ritmi del boom economico vissuto, dal di dentro, nei suoi meccanismi alienanti. Ritmi esterni che si traducono in relazioni sociali frenetiche e si metabolizzano in asmatiche palpitazioni interiori. Pubblicato nel 1957 nella collana dei "Gettoni" diretta da Vittorini, questo romanzo è uno dei primi e più efficaci documenti della cosiddetta letteratura industriale. "Tempi stretti" va alle radici del complesso tentativo dell'uomo di far coincidere il lavoro, se non con i propri sogni, almeno con una vita accettabile che preveda un futuro" (Paolo Di Stefano). Con una prefazione di Giuseppe Lupo e una postfazione di Mattia Fontana.
EUR 13.30
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Racconti del giorno e della notte
"Giuseppe Bonura è stato un grande autore di racconti. Per vocazione e per necessità, com'è giusto che sia, perché il Novecento - il secolo al quale Bonura ha voluto conservarsi fedele con furiosa ostinazione - ha metodicamente costretto gli scrittori a misurarsi con i rigori della ferialità e addirittura con le spietatezze del mercato. Altra definizione discutibile, quest'ultima, che tuttavia trova una giustificazione almeno parziale nell'insistenza con cui, negli ultimi anni della sua vita, Bonura ha denunciato lo strapotere del "capitalismo energumeno", in un crescendo di invettive che costituiva in effetti una continua variazione del tema che, fin dall'esordio, gli era parso decisivo: il feroce dissidio che, nell'era industriale e post-industriale, oppone l'individuo alla massa. Era la sua cifra nel tappeto, la sua successione di Fibonacci." (dalla prefazione di Alessandro Zaccuri)
EUR 13.30
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Essere Bob Lang
C''è molto di più del Diego Zandel che conosciamo, in questo romanzo dalla struttura che ingolosisce, come una torta a strati diversi e bene armonizzati. All'inizio ci troviamo dentro un perfetto meccanismo thriller, con protagonista Bob Lang, giornalista d'assalto, e lo scenario di Cipro dove i servizi segreti, mafia russa e avventurieri assortiti sono a caccia di una preziosa icona greca, combattono una guerra senza quartiere, e dove non manca, come vuole questo genere narrativo, una donna splendida e sensuale. Una donna di sicuro molto diversa da Susy, moglie di Marco, il vero protagonista del romanzo, padre di un bambino (Ernesto, come Hemingway), impiegato di banca, scontento del trantran familiare, nello scenario della Roma di oggi, gran sognatore, capace di trasformare ogni persona e ogni episodio della sua normalità in un particolare del romanzo che sta scrivendo, con la giusta stilizzazione ed "esagerazione", quello con Bob Lang e il suo amico Vasco Carena, anziano scrittore di successo. In questa maniera, Diego Zandel ci racconta due romanzi appassionanti: la vita dell'insoddisfatto bancario Marco e l'avventura dell'eroico Bob.
EUR 9.10
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Viaggio nella notte
"Viaggio nella notte" narra in maniera visionaria ma assolutamente reale lo scandire dei minuti e delle ore che danno vita all'ultima terrificante giornata d'un giovane protagonista del dolore assoluto. Un viaggio esistenziale nei luoghi dell'estrema periferia italiana, deturpata e divorata da capannoni industriali, grattacieli fatiscenti e semi abbandonati, campi colmi di schiuma oleosa e alberi che sembrano lanciare un urlo muto verso un cielo metallico, strade divelte dove nemmeno l'asfalto pare avere più consistenza. Il giovane protagonista del romanzo, camminando tra i luoghi della propria vita, affronta senza mai indietreggiare la memoria che ritorna, il ricordo di ciò che erano i suoi luoghi, le visioni dei tanti amici perduti, la fatica del lavoro in fabbrica, e in ultimo gli istanti d'una scelta definitiva. Un viaggio assoluto e senza ritorno dentro le periferie dell'anima, luogo simbolo del disfacimento territoriale e morale dell'Italia dei giorni nostri.
EUR 13.30
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Zátopek. La locomotiva umana
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Virus
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Buttati, Bernardo!