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Liturgia. Un'introduzione
"Giustamente perciò la liturgia è considerata come l'esercizio della funzione sacerdotale di Gesù Cristo. In essa, la santificazione dell'uomo è significata per mezzo di segni sensibili e realizzata in modo proprio a ciascuno di essi; in essa il culto pubblico integrale è esercitato dal corpo mistico di Gesù Cristo, cioè dal capo e dalle sue membra. Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun'altra azione della Chiesa ne uguaglia l'efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado" (SC, 7). La liturgia non è un insieme di riti, un'esteriorità organizzata, risultato di un accordo fatto a tavolino da alcuni uomini. La liturgia è un dono di Dio, una finestra che si apre oltre il tempo, lo strumento che Dio ci ha messo a disposizione per entrare in unione con Cristo. Un'unione di un'intimità unica, perché Dio non ama a parole, ma in maniera corporea. Il presente volume vuole essere uno strumento che aiuti ad entrare in questo mistero, realtà nascosta in Dio.
EUR 14.25
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Ius et matrimonium. Vol. 2: Temi processuali e sostanziali alla luce del Motu Proprio Mitis Iudex
«I recenti Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus e Mitis et Misericors Iesus hanno condotto ad una semplificazione delle procedure per l'eventuale dichiarazione di nullità matrimoniale. Con questi testi, il Santo Padre ha voluto anche “rendere evidente che il Vescovo stesso nella sua Chiesa, di cui è costituito pastore e capo, è per ciò stesso giudice tra i fedeli a lui affidati” (MI, preambolo, III). L'attuazione di questi documenti costituisce dunque una grande responsabilità per gli Ordinari diocesani, chiamati a giudicare loro stessi alcune cause e, in ogni modo, ad assicurare un accesso più facile dei fedeli alla giustizia. Ciò implica la preparazione di un personale competente, composto di chierici e laici, che si consacri in modo prioritario a questo servizio ecclesiale. Sarà pertanto necessario mettere a disposizione delle persone separate e delle coppie in crisi, un servizio d'informazione, di consiglio e di mediazione, legato alla pastorale familiare, che potrà pure accogliere le persone in vista dell'indagine preliminare al processo matrimoniale (cf. MI, Art. 2-3)» (Relazione Finale del Sinodo dei Vescovi al Santo Padre Francesco, 24 ottobre 2015, n. 82). Con questa finalità la Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università della Santa Croce ha organizzato, nel mese di settembre 2016, il VI Corso di Aggiornamento in Diritto Matrimoniale e Processuale Canonico, i cui atti sono raccolti in questo volume. In questa edizione sono state affrontate le diverse novità relative al processo di dichiarazione della nullità del matrimonio e ad altri rilevanti settori di attività dei tribunali, concentrando l'attenzione sulla riforma dei processi matrimoniali realizzata dai m.p. Mitis Iudex Dominus Iesus e Mitis et misericors Iesus, rispettivamente per la Chiesa Latina e per le Chiese Orientali. Le relazioni, a un anno dalla pubblicazione della riforma, tentano di dare risposta a diverse questioni che sono sorte dopo l'entrata in vigore del nuovo processo, sempre con la finalità di prestare un servizio a tutti coloro che, in un modo o nell'altro, lavorano in questa diaconia della giustizia nella Chiesa. Sono presentati anche alcuni contributi di diritto sostanziale, sempre alla luce della riforma dei processi e delle sfide proposte da Papa Francesco sulla pastorale familiare.
EUR 33.25
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Lavoro e santità. Colloquio con mons. Fernando Ocáriz sull'insegnamento di san Josemaría Escrivá
Il lavoro è un elemento costante nella vita umana, fonte di soddisfazione e di gioia, ma anche di fatica. È sorgente di sviluppo personale e di miglioramento della società, ma può essere ridotto a mero strumento per soddisfare desideri egoistici. Per i cristiani il lavoro è un mezzo di santità e di apostolato, in quanto lo stesso Figlio di Dio fatto uomo ha lavorato per lunghi anni a Nazareth, «ha santificato il lavoro e gli ha conferito un peculiare valore per la nostra maturazione » (papa Francesco, Laudato si', 98). Alla luce di questa realtà, la santificazione del lavoro costituisce una delle grandi novità del pensiero cristiano contemporaneo, che si traduce in esperienza pratica nella vita di molti fedeli. "Lavoro e santità" è un breve volume che potrà essere utile a chi vorrà riflettere sul significato del lavoro. Fulcro del libro è il colloquio di numerosi professori e studiosi con mons. Fernando Ocáriz sul messaggio di san Josemaría Escrivá, uno dei grandi maestri di spiritualità laicale e secolare, che ha insegnato a santificare il lavoro, a santificarsi nel lavoro e a santificare gli altri con il lavoro. Presentazione di Navarro Luis.
EUR 6.65
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Atti del Convegno «The heart of work» (Roma, 19-20 ottobre 2017). Vol. 2: Pensando il lavoro. Contributi a carattere prevalentemente filosofico.
Il lavoro è un tema che appare sempre più attrarre gli studi filosofici. In particolare, emerge oggi la tendenza a non valutare il lavoro solo dal punto di vista del risultato e in termini di efficienza. Vi alludono già un insospettato F. Nietzsche (Così parlò Zaratustra), per il quale il lavoro può divenire un agire perfettivo (praxis teleia, in Aristotele) un bene e un fine, e non solo mezzo: «cercasi lavoro per un salario: in ciò tutti gli uomini sono uguali; per tutti il lavoro è mezzo e non fine in sé [...]. Esistono però uomini rari che preferiscono morire, piuttosto che mettersi a fare un lavoro senza piacere di lavorare: sono quegli uomini dai gusti difficili, di non facile contentatura, ai quali un buon guadagno non serve a nulla, se il lavoro stesso non è il guadagno dei guadagni». A Nietzsche si aggiunge Ch. Péguy (Il denaro): «un tempo gli operai non erano servi. Lavoravano. Coltivavano un onore, assoluto, come si addice ad un onore. La gamba di una sedia doveva essere ben fatta [...]. Non occorreva fosse ben fatta per il salario, o in modo proporzionale al salario. Non doveva essere ben fatta per il padrone, né per gli intenditori, né per i clienti del padrone, ma essere ben fatta di per sé, in sé, nella sua stessa natura [...]. Un assoluto, un onore, esigevano che quella gamba di sedia fosse ben fatta. E ogni parte della sedia che non si vedeva doveva essere lavorata con la medesima perfezione delle parti che si vedevano». È chiaro però che il fine in sé non è tanto il lavoro, in quanto ben fatto, ma il retto amore verso sé stessi, quando ci si mette in gioco, nel lavoro ben fatto al servizio degli altri. Il lavoro è formativo della persona. In occasione del 500º anniversario della Riforma protestante, il Convegno The Heart of Work (Roma, 19-20 ottobre 2017), organizzato dalla Facoltà di Teologia della Pontificia Università della Santa Croce e dal centro di ricerca Markets, Culture and Ethics, ha cercato di approfondire l'idea cristiana del lavoro professionale. Con gli scritti raccolti in questo secondo volume degli Atti del Convegno The Heart of Work si vuole offrire un contributo filosofico allo sviluppo di un'anima del lavoro professionale. In vari contributi del volume emerge la figura di san Josemaría Escrivá (1902-1975), che ha indicato nella santificazione del lavoro il cardine della santità nella vita quotidiana. Emerge la presenza della stessa theoria, nell'esercizio del lavoro, che già Aristotele preconizza, quando include la tekne tra le virtù intellettuali (dianoetiche): la possibilità di ideare e contemplare il progetto dell'opera, prima ancora della sua realizzazione. La "contemplazione" nel lavoro si può poi sviluppare ed estendere in diversi ambiti, ivi quello religioso.
EUR 23.75
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Atti del Convegno «The heart of work» (Roma, 19-20 ottobre 2017). Vol. 1: Prospettive sul lavoro. Percorsi interdisciplinari.
Il lavoro è un aspetto costante nella vita di ogni uomo. Fonte di soddisfazione e di gioia per alcuni, di fatica per tutti. Milioni di persone ogni giorno sono affannosamente alla ricerca di lavoro. Molti, però, lo considerano soltanto uno strumento per ottenere altri beni. Spesso, il lavoro in sé non è percepito come un bene fondamentale per lo sviluppo della persona e della società. In un discorso del 2008 al Collège de Bernardins, Benedetto XVI ha mostrato che nella tradizione cristiana si può trovare la chiave per comprendere il vero senso del lavoro. Uomini e donne sono chiamati a partecipare all'opera creatrice di Dio mediante il lavoro, assumendo il compito di perfezionare la creazione, guidati dalla sapienza e dall'amore. Lo stesso Figlio di Dio fatto uomo ha lavorato per lunghi anni a Nazareth. «Ha santificato il lavoro e gli ha conferito un peculiare valore per la nostra maturazione» (Papa Francesco, Laudato si', 98). In occasione del 500º anniversario della Riforma protestante, il Convegno The Heart of Work (Roma, 19-20 ottobre 2017), organizzato dalla Facoltà di Teologia della Pontificia Università della Santa Croce e dal centro di ricerca Markets, Culture and Ethics, ha cercato di approfondire l'idea cristiana del lavoro professionale. La teologia cattolica recente, d'accordo con i riformatori del XVI secolo, riconosce il lavoro professionale come vocazione dell'uomo, ma lo considera anche come un cammino per la crescita della santità del cristiano (Gaudium et spes, 34) e lo propone ai laici come mezzo di santificazione (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2427). Con gli scritti raccolti in questo I volume degli Atti del Convegno The Heart of Work si vuole offrire un contributo allo sviluppo di un'anima del lavoro professionale: una spiritualità del lavoro inteso come attività che perfeziona l'uomo, cooperando alla sua felicità e al progresso della società, e che diventa per il cristiano luogo e materia di santificazione e di compimento della missione della Chiesa nel mondo. Prospettive sul lavoro. Percorsi interdisciplinari è una raccolta di studi che si concentrano su un aspetto trasversale della storia, della cultura e dell'esistenza di ciascun uomo: il lavoro nella sua inesauribilità di signi?cato e mutamento che incide sulla quotidianità e sulle trasformazioni epocali.
EUR 19.00
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Antropologia del perdono
«Dio perdona sempre, l'uomo qualche volta, la natura mai». Questo noto proverbio racchiude ciò che possiamo chiamare una metafisica del perdono, nella quale si possono distinguere tre tipi di essere: l'essere infinito di Dio che è sorgente di ogni perdono, l'essere finito dell'uomo, che è capace di perdonare perché dotato di libertà, e l'essere altrettanto finito della natura, incapace di perdonare perché obbedisce soltanto a leggi fisiche o psichiche. Nel perdono umano vi è la compresenza di tutti e tre: la natura come causa dei processi psichici che devono essere superati (la vendetta o il rimorso), l'uomo come soggetto che offende o che viene offeso e, soprattutto, Dio quale origine e fine ultimo del perdono. Ma è l'esistenza stessa di una relazione fra l'offensore e l'offeso inficiata dal male a suggerire la necessità di elaborare un'Antropologia del perdono. Essa poggia sue due tesi. La prima verte sulla necessità del perdono sia da parte dell'offensore sia da parte della vittima, poiché senza perdono non è possibile il pentimento ma solo la colpevolezza, il rimorso e la disperazione; viceversa, senza pentimento non vi è nessun vero perdono ma solo l'oblio dell'offesa, della colpa... o la pura indifferenza. La seconda tesi è ancora più forte: oltre ad essere una necessità per l'offensore e per l'offeso, il perdono è un dovere perché soltanto esso è capace di trasformare una relazione corrotta dal male (e perfino di rigenerarla), che altrimenti si cristallizzerebbe nella paura, nel rancore o nell'odio, ossia in una totale sfiducia in sé e nell'altro. Il perdono è dunque un bene relazionale.
EUR 23.75
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Inviati per servire. Il sacramento dell'ordine
Nel vangelo di Giovanni, Gesù parla di se stesso in primis come «l'inviato del Padre», ed è in questa veste che Egli, rivolgendosi al Padre, affida agli apostoli la loro missione, la quale continuerà poi nei vescovi, loro successori, coadiuvati dai presbiteri: «Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo» (Gv 17,18). L'inviato svolge la sua funzione non come qualcosa di proprio, ma come ricevuta, e solo nella fedeltà al mandato ricevuto troverà efficacia reale il suo ministero. Si tratta, infatti, di un dono concesso non a beneficio proprio, ma degli altri, e perciò la dimensione di servizio segna in modo essenziale la funzione sacerdotale. Più che svolgere il suo ruolo "con spirito di servizio", il sacerdote deve "realizzare un servizio". L'invio e il servizio si trovano dunque non solo fra loro intrinsecamente collegati, ma affondano le loro radici nel sacramento ricevuto. Consacrazione, ministero e spiritualità s'intrecciano così saldamente, da non poter essere né pensati né vissuti separatamente.
EUR 23.75
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Sacramentario gregoriano. Testo latino-italiano e commento
Il volume presenta per la prima volta nella storia il testo del Sacramentarium Gregorianum con la traduzione italiana, permettendo così una più facile conoscenza dei contenuti che insieme a quelli degli altri sacramentari costituiscono la base anche degli odierni libri liturgici, soprattutto del Missale Romanum. Il Commento piuttosto articolato offre la possibilità di accedere al tesoro dell'eucologia con l'attenzione alla storia, alla letteratura, all'uso della parola di Dio e soprattutto alla teologia liturgica racchiusa nelle formule. Le varie Appendici danno infine la possibilità di completare lo sguardo sui molteplici contenuti e di avviare ulteriori approfondimenti. Nella Veritatis gaudium papa Francesco invita ad assumere una formazione accademica garantita da un «impegno generoso e convergente verso un radicale cambio di paradigma, anzi ... verso una coraggiosa rivoluzione culturale». E questa potrà avvenire qualora si attivi «una vera ermeneutica evangelica per capire meglio la vita, il mondo, gli uomini». Si tratta in definitiva «non di una sintesi, ma di una atmosfera spirituale di ricerca e certezza basata sulle verità di ragione e di fede». Sono parole quanto mai augurali che invitano a continuare con coraggio e ampiezza di orizzonti culturali nell'impegno del veritatem inquirer
EUR 31.35
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Davide o Salomè? Il dibattito europeo sulla danza nella prima età moderna
È lecito per il fedele danzare? È il tema di una riflessione morale che, misurandosi pratiche sociali del ballo via via diverse, ha accompagnato la storia delle chiese cristiane dalle origini fino ai giorni nostri. A partire dalla teologia e dalla predicazione medievali, una tappa fondamentale di quella riflessione si sviluppa fra e nelle diverse confessioni e varietà nazionali del cristianesimo postriformato. Il confronto fra pubblici accusatori e avvocati difensori della danza è serrato: si combatte una battaglia di citazioni e argomentazioni che tendono a elidersi le une con le altre. A che cosa assomigliavano le danze di allora: a quella pia improvvisata da Davide davanti all'arca, oppure a quella seducente e sciagurata di Salomè al banchetto di Erode ? Il conteso in cui si svolgevano queste dispute è quella stessa civiltà del rinascimento in cui il ballo aveva raggiunto piena maturità estetica e le danze di società erano diventate scuola quotidiana dove si apprendevano le buone maniere, i medici ne apprezzavano il valore come esercizio fisico, mentre viaggiatori incuriositi ne scoprivano la frequenza tra i selvaggi.
EUR 23.75
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Bibliografia della Bibbia amiatina (1990-1999)
La bibliografia, pubblicata in occasione della II Settimana per la cultura (“Italia, una cultura da vivere”, 27 marzo-2 aprile 2000), promossa dal Ministero per i beni e le attività culturali, presenta, con correzioni e aggiunte, i dati relativi alla Bibbia Amiatina (Biblioteca Medicea Laurenziana, Amiatino 1) raccolti a partire dal 1990 e pubblicati nei primi sette volumi della Bibliografia dei manoscritti in scrittura beneventana.La convergenza metodologica e programmatica fra la Biblioteca Medicea Laurenziana e l'Università di Cassino, instaurata in seguito ai reciproci contatti di questi ultimi anni, nonché la circostanza che alcuni tra i manoscritti più interessanti della Biblioteca, quali gli Zibaldoni del Boccaccio, presentano una scriptio inferior in beneventana, si sono tradotte recentemente nella estrapolazione dalla BMB della Bibliografia degli Zibaldoni di Boccaccio (1976-1995), edita in occasione del Seminario internazionale del 1996. Parallelamente, la II Settimana per la cultura (27 marzo-2 aprile 2000), nel corso della quale la Biblioteca ha inteso proporre la Bibbia Amiatina ad un vasto pubblico tramite i mezzi oggi offerti dalla tecnologia, è stata considerata una ulteriore opportunità per offrire agli studiosi una raccolta di dati bibliografici relativi al cimelio Laurenziano, estratti dalla BMB. Anche la Bibbia Amiatina, infatti è annoverata tra i “beneventani” perché reca una nota in questa scrittura... (dalla Premessa di Franca Arduini, Direttrice della Biblioteca Medicea Laurenziana)
EUR 9.50
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Il libro delle immagini dei papi. Storia di un testo profetico medievale
Vaticinia de summis pontificis è il titolo adottato per designare un'opera sorprendente del tardo medioevo, conservata in una quantità impressionante di copie nelle biblioteche di tutta l'Europa e degli Stati Uniti. Si tratta di una raccolta di profezie riguardanti trenta papi, a partire da Nicolò III (†1282), nella quale le immagini hanno un rilievo almeno pari a quello del testo, e infatti gli esemplari a noi pervenuti sono spesso arricchiti da preziose miniature, alcune delle quali eseguite nelle botteghe di artisti come Pisanello, Beato Angelico, Bonifacio Bembo. Il libello parlava dei pontefici morti e di quelli che dovevano venire. Non rivelava i loro nomi, ma chi sapeva osservare con attenzione le immagini e meditare le parole del testo poteva sperare di squarciare, almeno in parte, il velo che celava gli eventi futuri. La storia dei Vaticinia si dipana lungo un arco cronologico di oltre due secoli, a cavallo tra Medioevo e Rinascimento. In questo periodo - che comprende i settanta anni del papato avignonese e la lunga crisi che seguì al ritorno dei pontefici a Roma -, il principio della continuità apostolica si trovò costantemente al centro del dibattito ecclesiologico. Gli intellettuali dell'epoca, abituati a esprimere le loro idee politico-religiose in un linguaggio letterario dai toni profetici, si appassionarono a un'opera che fondava la sua efficacia dimostrativa su una rappresentazione immaginifica, semplice ed eloquente al tempo stesso, di tali idee. Per capire il potere di fascinazione di questo testo, l'autrice utilizza tutte le tecniche dell'investigazione storica, guidando il lettore in una ricerca che ha le caratteristiche dell'indagine poliziesca, spiegando come e perché le Profezie siano state in grado di catalizzare l'attenzione di generazioni d'individui spesso investiti delle più alte responsabilità. Ora che futurologi di tutto rispetto si affannano tanto intorno al nuovo millennio, queste pagine hanno l'ambizione di offrire uno spiraglio di luce nel labirinto delle reminiscenze culturali, sullo sfondo di quell'angoscia esistenziale in cui vorrebbero trascinarci le loro predizioni.
EUR 9.60
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Statuti di Portogruaro del 1300 e 1434 con le addizioni e le aggiunte fino al 1642
I testi raccolti in questo volume hanno regolato per secoli la vita di Portogruaro, a partire dall'11 novembre del 1300, quando gli uomini di quella terra (che allora faceva parte del patriarcato di Aquileia) deliberarono l'entrata in vigore delle norme predisposte con l'accordo del dominus del luogo, il vescovo di Concordia. Gli statuti del 1300 vennero poi sostituiti dalla raccolta del 1434, messa a punto in un contesto radicalmente mutato. Dal 1420 Portogruaro era infatti entrata a far parte dello stato veneziano che, dopo la “guerra del Friuli”, aveva posto fine al potere temporale aquileiese. La raccolta di età veneziana comportò notevolissime modifiche. La cinquantina di capitoli del 1300 si riconfigurò in due libri: il primo di ambito civilistico, il secondo in criminalibus, per un totale di 139 capitoli, costruiti con cura sulla base di solide competenze giuridiche. Il codice che raccolse le disposizioni del 1434, rimaste in vigore per quasi quattro secoli, vide poi crescere fino al 1642 il contenuto delle sue carte attraverso l'inserzione di aggiunte, delibere, integrazioni di vario carattere. Il corpus della statutaria portogruarese viene qui proposto per la prima volta in modo unitario e in edizione critica, accompagnato da saggi introduttivi e apparati che ne evidenziano il grande rilievo, offrendo così uno strumento fondamentale per la migliore conoscenza di vicende che vanno ben oltre la specifica realtà portogruarese.
EUR 28.50
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La scultura delle pievi. Capitelli medievali in Casentino e Valdarno
Nel corso del Novecento lo studio della scultura di età romanica è venuto sempre più acquistando le caratteristiche di un ricercare, con assiduità e convinzione, delle coordinate di riferimento che permettessero di giustificare il fatto che certe caratteristiche formali si erano rese possibili solo grazie alla loro desunzione, da parte dei lapicidi, da contesti altri rispetto a quelli oggetto di indagine. Oggi è ormai questione di assoluta attualità assumere una posizione critica nei confronti di quel metodo e affrontare una verifica di quelle che sono state le risultanze alle quali ha portato. Partendo da queste considerazioni, si è cercato di impostare la ricerca nella direzione di una preliminare e imprescindibile comprensione dei criteri operativi messi in campo dai lapicidi nei diversi cantieri. Per questo la prima parte del libro è dedicata a una analisi, edificio per edificio, di tutte le pievi prese in considerazione, in virtù della presenza in esse di una plastica architettonica a carattere decorativo o figurato. Le constatazioni che vengono svolte in proposito sortiscono, anzitutto, in una diversa sistemazione nella successione cronologica degli interventi, mutando radicalmente quelle che erano state le conclusioni a cui si era arrivati in passato e individuando una diversa funzione reciproca dei vari cantieri, nel trasmettere certe determinate forme e modalità di resa. Nel fare questo ci si è affidati a quelle che potrebbero essere definite le risultanze ottiche, ossia una osservazione puramente visiva delle forme di resa di certi determinati tipi, cercando comunque di evidenziare tutti gli spunti utili a comprendere i percorsi operativi via via messi in pratica dai lapicidi per la loro realizzazione. In uno spazio geograficamente e cronologicamente limitato, il cogliere le somiglianze tra i procedimenti utilizzati dai lapicidi, oltre a permettere di riconoscere quelli che sono i legami reciproci, definisce in maniera esemplare la qualità e le dimensioni della loro area culturale e ne aggancia, in maniera sostanziale, l'operato alla realtà e alle esigenze del territorio. Proprio per questo si è data particolare attenzione agli aspetti iconografici e iconologici, suggeriti dai capitelli presenti nelle diverse pievi, convinti del fatto che i lapicidi attivi in esse siano stati anche gli interpreti ideali delle esigenze comunicative, in termini ideologici, espresse dalla committenza e che il loro stile, sobriamente rustico, ne sia il riflesso descrittivo migliore, pienamente al livello delle sue pretese culturali. Attraverso questi differenti canali di indagine e di comunicazione si è cercato di arrivare a definire l'identità di un ambiente locale, senza soffocarne i lineamenti nell'inutile tentativo di riconoscerli e di qualificarli per confronto con quelle che sono caratteristiche altrui. (dall'Introduzione di Francesco Gandolfo)
EUR 22.75
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«Quegli strani accadimenti». La rivolta palermitana del 1773
Nel settembre del 1773, a Palermo, scoppia una rivolta. Iniziata come una manifestazione di pietà popolare promossa dalle corporazioni cittadine per impetrare la guarigione del neo pretore della città, ben presto si trasforma in violenta protesta contro il governo del viceré Fogliani. La ricostruzione e l'esame di questi "strani accadimenti", servono ad analizzare gli elementi tirati in gioco dalla rivolta: le corporazioni, il sistema annonario, le istituzioni palermitane, il governo della città, la nobiltà che ne era classe dirigente; così come le grandi questioni insolute che su quei giorni proiettavano la loro lunga ombra: la cacciata dei gesuiti, la forza del giansenismo siciliano, la penetrazione della massoneria.
EUR 21.85
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Comunità e statuti della Terra di Lavoro
Il volume esamina le fonti statutarie di tre centri della Terra di Lavoro, la vasta zona compresta tra le odierne province di Latina Frosinone e Caserta: Spigno Saturnia (LT), con le Capitulationi, seu Statuti della Terra di Spigno; Coreno Ausonio (FR) con i Capitoli della Terra di Coreno; Alvignano (CE), con i Capitula, Statuta, ac Leges Municipales Albiniani. Si tratta di un patrimonio documentario in parte inedito, in parte edito parzialmente o con scarso rigore, che viene qui ricostruito, analizzato e commentato
EUR 36.10
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Le radici storiche dell'Europa. L'età moderna
La ricerca di radici comuni e tradizioni condivise tra i paesi dell'Europa contemporanea non può corrispondere all'invenzione di una “storia europea” che sostituisca le varie storie nazionali di Otto e Novecento, ma deve tradursi in un ripensamento problematico del passato. In questo volume dodici tra i maggiori storici europei, di orientamenti e nazionalità differenti, mostrano l'importanza e la ricchezza del contributo dell'età moderna alla costruzione culturale dell'Europa, focalizzando problemi cruciali quali lo stato, le confessioni religiose, le frontiere, gli scambi economici e scientifici, la vita intellettuale, le minoranze. Emerge così un'Europa plurale la cui storia è frastagliata e segnata dalle differenze, impossibile da appiattire in un'unica prospettiva. Eppure proprio da qui, dalle vicende dell'età moderna e dai suoi conflitti, il presente può trarre ragioni e modi per assumere la complessità come categoria fondante dell'esperienza storica europea.
EUR 22.80
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La saga di un paese. Pievebelvicino nel «Libro cronistorico» del parroo Girolamo Bettanin 1901-1948 -
Nel paese di Pievebelvicino, in provincia di Vicenza, a una tradizionale economia basata sull'agricoltura e sulle attività minerarie si affiancò dal secondo Ottocento l'industria, dal grande insediamento della famiglia Rossi nella confinante Schio a molte piccole aziende di supporto. Il contatto diretto con la Schio operaia e con le sue istanze sociali si rafforzò anche per le frequenti osmosi di famiglie e maestranze. Questa particolare situazione ne fa un osservatorio privilegiato delle vicende economiche, politiche e sociali della prima metà del Novecento. Don Girolamo Bettanin, parroco di Pievebelvicino dal 1898 al 1948, ha lasciato un diario in cui sono registrati minuziosamente gli eventi che coinvolsero il paese nell'arco di quasi cinquanta anni, dal 1901 al 1948. Un perido non solo straordinariamente ampio, ma anche particolarmente denso di movimenti e accadimenti: dall'età giolittiana fino alla Resistenza e alla costruzione dell'Italia repubblicana, passando per le due guerre mondiali, il biennio rosso, l'affermazione del fascismo e il dispiegamento del regime, la crisi economica degli anni Trenta. Il libro fornisce l'edizione, ordinata cronologicamente, di queste memorie, in cui i minuti fatti di un piccolo paese si intrecciano con gli eventi maggiori della storia italiana.
EUR 33.25
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Gioachimismo e profetismo in Sicilia (secoli XIII-XVI)
Nel quadro delle celebrazioni per l'VIII centenario della morte di Gioacchino da Fiore il Ministero per i Beni e le Attività Cultuali ha promosso l'organizzazione di tre convegni di studio dedicati alla figura dell'abate calabrese. Nel volume sono raccolti gli atti del terzo di questi convegni, dell'ottobre 2005, dedicato a “Gioachimismo e profetismo in Sicilia”
EUR 20.90
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Le sorti intitolate giardino d'i pensieri (rist. anast. 1540)
Le sorti di Francesco Marcolino da Forlì intitolate giardino d'i pensieri vennero pubblicate a Venezia nel 1540 e, in una seconda edizione rivista, nel 1550. Poi, come tutti i testi divinatori, incapparono nei divieti dell'Index librorum prohibitorum. L'autore fin lì era noto esclusivamente come editore e come connaisseur di ingegneria e meccanica, oltreché come “compare” di Pietro Aretino e intimo di Tiziano e Sansovino. Nella circostanza dell'esordio chiamò a collaborare personalità di rilievo dell'arte e della letteratura presenti a Venezia sul finire degli anni trenta (Lodovico Dolce per le 2.500 terzine contenenti gli altrettanti responsi; Giuseppe Porta e altri artisti rimasti anonimi per il frontespizio e le cento incisioni del corpus figurativo). Forte delle consuetudini di una tradizione millenaria, che ammetteva sia riprese dirette dei materiali della convenzione, sia semplici adattamenti di quei materiali con aggiornamenti di tempo e di luogo, sia invece interventi più radicali. Marcolini per la propria occasione sortesca si ritagliò una cifra particolare. Privilegiò le componenti figurative e quelle ludico-combinatorie. In questo senso la sua era un'opera, e anzi un'operazione culturale, profondamente innovativa e d'autore. Il risultato, ora riproposto in edizione anastatica, fu un unicum di altissimo livello, originale nelle soluzioni proposte e sorprendente nella cifra complessiva. E in grazia di ciò destinato a essere inteso oltre che come prodotto di una bottega e di un catalogo intimamente militanti, come espressione di quella civiltà del pieno Rinascimento che per aspetti non marginali era sul punto di essere inibita, di lì a pochissimi anni, dal gelo e dal buio dei pronunciamenti tridentini.
EUR 47.50
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La conquista spirituale. Studi sull'evangelizzazione del Nuovo Mondo
La scoperta del Nuovo Mondo offrì all'Europa l'inattesa possibilità di realizzare una "conquista spirituale" che aprì interrogativi epocali. Come condurre l'immensa opera di conversione alla fede cattolica di popolazioni, che per secoli avevano vissuto nell'ignoranza dell'annuncio cristiano e fuori dai confini della Chiesa? Quale linguaggio parlare a genti che venivano percepite infinitamente lontane non solo geograficamente ma anche per culture e credenze religiose caratterizzate da valori giudicati inferiori e "selvaggi" rispetto a quelli che strutturavano l'identità e la coscienza cristiana? Come evangelizzare gli indios in un contesto di conquista armata e di dominazione coloniale? Come rispondere alla sfida di coniugare non solo la liberazione spirituale dal peccato, ma anche quella temporale dalla servitù, dall'oppressione e dalle violazioni della dignità umana che accompagnavano la conquista materiale? Il volume vuole dare una risposta a queste domande analizzando le esperienze concrete in Messico, Perù e Brasile: un quadro complesso, che mostra come dal versante europeo nacque l'esigenza di una nuova teologia e di una visione della Chiesa depurata da ogni compromissione con il potere; dal versante indigeno, come si produssero forme di ibridazione culturale e di cristianizzazione dell'immaginario sociale.
EUR 26.60