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Io manifesto per la libertà
Nel 1961, dopo aver appreso la notizia dell'arresto di due studenti portoghesi che erano stati imprigionati per aver brindato alla libertà, l'avvocato inglese Peter Benenson cercò di trasformare in mobilitazione quel senso profondo di indignazione che aveva provato e, insieme ad altre persone, diede vita ad Amnesty International. Da 50 anni questa organizzazione difende i diritti umani fondamentali, chiedendo a ogni cittadino di schierarsi, di mettere la firma in fondo a un appello, di attivarsi in difesa di chi subisce violazioni. "Io manifesto per la libertà" racconta la storia incredibile di questo movimento attraverso 25 poster che percorrono nel tempo e nello spazio gli ultimi 50 anni di storia dei diritti umani, grazie anche alla voce particolare e personale di autori e autrici d'eccezione che hanno accettato di manifestare per la libertà al fianco di Amnesty International donando i loro preziosi contributi. Con la prefazione di Dario Fo e Franca Rame e l'introduzione di Valentina Maran.
EUR 19.00
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Doppio gioco. L'Argentina cattolica e militare
Lo stesso papa Paolo VI che si rifiutò di richiamare il cardinale Silva Henriquez su richiesta del dittatore Pinochet, si dimostrò tollerante con i crimini della dittatura argentina, benedì la Giunta Militare e si dichiarò affascinato dalla personalità del sinistro ammiraglio Emilio Massera, capo della Esma. La differenza si deve alle diverse attitudini dei due Episcopati. Il cileno creò il Vicariato della Solidarietà per proteggere i perseguitati, quello argentino diffuse giustificazioni teologiche alla politica di sparizione, tortura e assassinio delle persone. Questa inchiesta di Verbitsky stabilisce che l'Episcopato argentino fraternizzò con i criminali, mentre si rifiutava di ricevere i famigliari delle vittime, che come un coro civile facevano da tragico contrappunto alle riunioni episcopali. Penetra, con la documentazione ecclesiastica, diplomatica e militare, nel profondo dell'ampio ambiente clericale: i cosiddetti "moderati', come il nunzio Pio Laghi, che giocava a tennis con Massera e diceva agli americani che Videla era un buon cattolico, il presidente dell'Episcopato Primatesta, che secondo fonti accreditate dell'autore, ha presentato al governo liste di professori e alunni delle scuole cattoliche da sequestrare; i vescovi Laguna e Galan, che si sedevano a tavola con i delegati della Giunta Militare...
EUR 20.90
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Timothy Leary. Una biografia
Per un'intera generazione in rivolta contro qualsiasi autorità, "Turn on, Tune in, Drop out" divenne un mantra e il suo inventore, Dott. Timothy Leary, un guru. Bello, intelligente e carismatico, promise ai giovani degli anni Sessanta auto-liberazione, piacere carnale e pienezza spirituale. Nel 1960, dottorando nel dipartimento di psicologia di Harvard, andò in Messico per provare i funghi allucinogeni per la prima volta. Immediatamente si convinse che la psilocibina e successivamente l'LSD potessero realmente aprire le porte della percezione sensoriale e permettere al nostro cervello e al nostro spirito di connettersi con nuove e più alte forme di coscienza. Sotto l'egida di Aldous Huxley, Leary diede vita all'Harvard Psychedelic Project e trasformò se stesso in un messia psichedelico. Per le successive tre decadi la vita di Timothy Leary fu una montagna russa di glamour e scandali, epifanie indotte dalla droga e un'infinità di disavventure giudiziarie. I suoi amici furono i grandi nomi della cultura e dello spettacolo di quegli anni: Alien Ginsberg, William Burroughs, John Lennon, Yoko Ono, Andy Warhol, Susan Sarandon, Tim Robbins e tantissimi altri. La sua morte, avvenuta a Los Angeles nel 1996, come la sua vita, fu un evento mediatico imponente. Stroncato da un tumore andò incontro alla morte circondato da star e discepoli che lo aiutavano a consumare più droghe possibili per alleviare il dolore. Le sue ceneri furono sparate nello spazio. La prima biografia completa di Timothy Leary.
EUR 28.02
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Un posto chiamato Oreja de Perro
Se un giornalista deve scrivere l'ultima lettera d'amore alla donna che ha perso, Oreja de Perro è l'unico posto in cui troverà il silenzio di cui ha bisogno. Profanato dalla violenza e delle persecuzioni negli anni del terrorismo in Perù, questo lembo di terra labirintica delle Ande è un deserto che urla, perché la voce di quel popolo risuona come se fosse stata strozzata e poi intrappolata in un pozzo. C'è odore di pioggia, di spore, monti che si arrossano quando cala la sera e una pace che non consola. Sarà per questo che le parole non arrivano, neanche a un cronista famelico di storie come lui, impegnato a raccogliere le testimonianze di quella gente per riconciliare il paese con la cruda memoria dei fatti. Lì, a Oreja de Perro, il dramma per la perdita di Paulo, suo figlio, si mescolerà a quello di un popolo, in una vicenda collettiva mai sepolta, che chiede di essere raccontata. Ma i ricordi personali pesano, anche quando si cerca di nasconderli dietro altri dolori. Romanzo evocativo, d'atmosfera, che si svela piano, Un posto chiamato Oreja de Perro è un lungo piano sequenza che scende in profondità a sondare abissi e impunità. Politico, civile, elegiaco, Thays ci restituisce la storia spesso trascurata di un paese, il Perù, che "è in piccolo un mondo intero".
EUR 15.20
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La democrazia magica. Il narratore, il romanziere, lo scrittore
"La democrazia magica" è, al di là di ogni ragionevole dubbio, un libro del e nel Novecento, scritto mentre il secolo volgeva alla fine ma dichiaratamente e orgogliosamente novecentesco. Ora, non solo il secolo è finito, e con lui il millennio, ma è passato un decennio, e quello nuovo è bene avviato: gli anni Zero hanno ceduto il passo ai più familiari anni Dieci, che richiamano alla mente (più che una guerra mondiale) il tono vivace del foxtrot e l'eleganza delle prime automobili. E nel suo spaziare da Sofocle a Moravia, concentrandosi su Byron e Dumas, Cordelli non dimentica mai di essere gettato nel suo tempo tanto che nessun lettore minimamente avvertito avrebbe difficoltà nell'individuare quel tempo: la seconda metà del ventesimo secolo.
EUR 9.50
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Come ho perso la guerra
Una storia, in parte autobiografica, ambientata in un paese della provincia toscana dove il tempo sembra scorrere più lento e la serenità regna sovrana. Il giovane rampollo della nobile famiglia Cremona, Federico, vive il suo essere nobile con un po' di disagio. Tutto cambia con l'arrivo di Ottone Gattai, spietato e avido imprenditore di acque. Improvvisamente il progetto di un enorme impianto termale sconvolge la vita di tutti i suoi compaesani. Interessi politici ed economici sembrano corrompere il naturale ordine delle cose. Molti non ci stanno e dopo una prima pacifica protesta un gruppo avvia una guerriglia contro Gattai che sta sequestrando e privatizzando tutta l'acqua della zona. Nella lotta si distingue Federico Cremona, che vede finalmente stagliarsi all'orizzonte l'occasione di un proprio riscatto. Insieme alla moltitudine di storie memorabili, Filippo Bologna ha una generosità e una forza nel creare blocchi di parole e di immagini che portano il lettore a divertirsi e un attimo dopo a commuoversi profondamente.
EUR 9.50
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Tre fratelli magri
Allineati lungo la parete di una casa di montagna battuta dal vento, tre fratelli alimentano il loro bisogno d'avventura tenendosi stretti ai propri lettini. Sono educati a non invocare il soccorso dei genitori, tanto meno quello delle divinità, e nelle notti di bufera si rassicurano a vicenda, vivendo gli ultimi giorni di unione sotto lo stesso tetto, forse stringendo i nodi più profondi del loro legame. Lorenzo, Emanuele e Marco sono tre fratelli talmente magri che potrebbero stare in uno stesso letto. Una volta cresciuti, ciascuno ha preso una strada diversa e i loro destini si sono irrimediabilmente allontanati. Chi è andato per mare, chi ha scelto la montagna, chi ha deciso che restare aveva più senso che partire. Ora il passaggio all'età adulta li coglie nel punto di massima distanza dalle promesse che credevano di essersi scambiati con la fine dell'adolescenza. E quando gli errori si trasformano in drammi personali e il paesaggio intorno si popola di rovine occorre prendere la storia da capo e ricominciare. Lorenzo ripartirà da una vicenda di famiglia chiusa in una scatola dal dopoguerra, uno zio caduto in montagna quando aveva diciannove anni, per riscoprire le storie che li avevano tenuti insieme, loro tre fratelli magri al cospetto della natura. Ma basterà riunirsi nel vecchio rifugio dell'infanzia per fare pace con il mondo e con se stessi?
EUR 12.35
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Il gioco della viola
Agar non sa dire cosa sia, eppure la mattina, quando apre gli occhi, l'infelicità preme forte sul petto. Va sempre a finire in questo modo, anche se è solo un bambino. La notte si ritrova estasiato sulla stella di Coney Island a perlustrare lo spazio in un'astronave tutta cromata in compagnia del capitano Tomorrow e poi al risveglio, come per un sortilegio, è di nuovo nel suo letto con quell'orrenda sensazione di precipitare. Dal momento in cui Mamma Pepita accende la luce con un movimento distratto della mano e Papà Lorenzo prende a sbraitare al di là delle pareti sottili della stanza, il gelo che ha intorno ricomincia a spirare e l'Isola di sughero con il bel mare blu sparisce alla vista, insieme a tutti i personaggi che la sua fantasia produce. Quando la violenza in casa si fa più sonora e la crudeltà dei giochi all'aperto dei Ragazzacci là fuori insostenibile, Agar allestisce per sé un piccolo mondo di indiani, avventurieri e cowboy, un esercito trionfante di alleati venuti via dalle pagine colorate dei fumetti con cui contrastare i nemici del barrio e far trionfare la giustizia con appena un bang di pistola. Ama l'eroismo, il valore, la rapidità delle esecuzioni ma anche la bellezza del perdono. Perché Agar a undici anni lo sa. Nei sogni questo succede. Romanzo breve, candido e feroce insieme, "Il gioco della Viola" è un omaggio ai silenzi dolorosi dell'infanzia e un inno al potere salvifico dell'immaginazione.
EUR 11.40
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Come la Grecia. Quando la crisi di una nazione diventa la crisi di un intero sistema
Debito pubblico troppo elevato, l'Italia rischia di diventare come la Grecia. Ce lo sentiamo dire da mesi ormai. Dopo l'Irlanda, il Portogallo e la Spagna, siamo noi i prossimi a essere messi sotto osservazione. Ma cosa c'è dietro al fallimento della Grecia? E cosa può fare l'Italia per evitare lo stesso destino? Dimitri Deliolanes, corrispondente in Italia della televisione pubblica greca ERT ci racconta con un linguaggio semplice e diretto la grave crisi che sta attraversando il suo paese e minaccia di contaminare l'Europa. La Grecia, come l'Italia, soffre di un enorme debito pubblico (i due paesi sono rispettivamente al primo e al secondo posto della famigerata classifica dei più alti debiti pubblici europei in rapporto al PIL). Un sistema politico inefficiente con una burocrazia pletorica, totalmente asservita ai politici, un governo travagliato e diviso da mille interessi clientelari e l'Unione Europea che ci ha impiegato un anno a capire cosa stesse succedendo. Le disperate misure di contenimento del debito e di tagli alla spesa pubblica che il governo Papandreou sta mettendo in atto per cercare di restituire i prestiti che l'Europa ha concesso alla Grecia stanno mettendo a durissima prova la popolazione. Da due anni si susseguono violentissime proteste con decine di scioperi generali e duri scontri con la polizia fuori dal Parlamento. "Come la Grecia" spiega le ragioni di una crisi drammatica che rischia di travolgere l'intero sistema della moneta comune europea.
EUR 9.50
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L' altra sete
Si chiama Alice. Ha 27 anni. L'hanno sistemata in una clinica che ha il nome rassicurante di una Casa, ma non sa dire da quanto sia lì. Ha una voglia disperata di Luca. Luca che odora di buono, Luca che la tiene per i fianchi, Luca che ride. Ma sono gli occhi glaciali di sua madre gli unici che ha addosso. Insieme a quelli inquisitori del terapeuta, che non smette di fare domande. Perché il diabete, ripetono i medici, non è una malattia, è una condizione. Bisogna imparare ad avvertire i sintomi, essere pronti a bucare, caricare la piccola penna nera della glicemia come fosse una pistola e sparare. Accettarlo come si accetta un legame di sangue. Alice non sa come sia possibile, alla sua età, abituarsi all'idea di non produrre abbastanza insulina, perché prima di ogni cosa deve fare i conti con l'assenza di Luca Luca in macchina, Luca che guidava - per capire come convivere con una mancanza che è, inevitabilmente, una dipendenza. In un romanzo a stazioni che ritrae l'apatica frenesia di una generazione che ha già chiuso i sogni in un cassetto, Alice Torriani inventa un alfabeto per raccontare di perdite e riabilitazioni. "L'altra sete" è una storia che parla di noi, dell'amore che brucia, e di tutti quei demoni del nostro tempo che si agitano dentro, e che a volte fanno più paura di una malattia.
EUR 15.20
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Madri, comunque
Ad affermare che niente contiene più stereotipi della maternità, si rischia di estremizzare un po' ma non ci si allontana troppo dalla verità. La narrazione intorno al miracolo della vita è sempre piena di enfasi, di momenti idilliaci e realizzazione totale. Quello che si dimentica spesso di raccontare però, è che l'esperienza della maternità non è univoca e universale, ma ci sono diversi modi per essere madri, tutti ugualmente validi, tutti con uguale dignità di esistenza. Serena Marchi, giornalista freelance, ha esplorato l'universo della maternità attraverso le sue protagoniste. Donne che si sentono madri fin da bambine e donne che lo diventano con calma, col passare dei mesi. Ragazze che decidono di non diventarlo mai o che non vedono l'ora di esserlo. Uomini che si ritrovano a fare le madri, uomini in transizione verso una nuova esistenza al femminile, madri di figli naturali e di figli adottivi, madri in affido e donne che permettono ad altre donne di diventare madri, madri violente e madri ferite a morte, donne che viaggiano fino in Ucraina per diventare madri e altre che restano in casa con un marito violento pur di non abbandonare i propri figli. Testimonianze in prima persona, un caleidoscopio di voci e di storie vere in presa diretta. Un universo variegato e multiforme che ci riporta alla realtà del materno. Madri magari non perfette, madri senza patente ma madri, comunque.
EUR 14.25
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L' anima che fugge
Non posso scrivere un libro moralmente normale.\r\n«Brodkey è implacabile nell'assecondare la laboriosa lentezza con cui sforziamo di diventare consapevoli di noi stessi e delle cose che ci accadono.» - Alessandro Piperno, La Lettura - Corriere della Sera\r\n«In queste oltre mille pagine ambiziose e sofferte, magmatiche e imprevedibili, costate come sappiamo quasi 30 anni di lavoro e riscritture a Harold Brodkey (19301996), si affrontano tutti i grandi temi dell'esistenza con un flusso che da una parte fa necessariamente pensare all'Ulisse di Joyce e dall'altra ha portato Harold Bloom a definire l'autore “un Proust americano”.» - Ansa\r\n\r\n“Nessuno scrittore contemporaneo ha finora ritratto le stravaganze di una mente in azione con il coraggio e la visione di Harold Brodkey.” Queste sono le parole con cui l'editore Farrar & Strauss accompagna, nel 1991, la pubblicazione del primo romanzo di Harold Brodkey, L'anima che fugge, dopo quasi trent'anni di attesa e infinite stesure. Paragonato di volta in volta a Wordsworth, Milton e definito da Harold Bloom “un Proust americano, senza termini di paragone nella narrativa dalla morte di William Faulkner”, Brodkey ha scritto un'opera grandiosa e audace “l'unico romanzo necessario del Novecento”, prendendo a prestito le parole di Gordon Lish.\r\nCon un linguaggio che si eleva e ipnotizza, L'anima che fugge esplora senza timore la giovinezza e la maturità, l'amore e la perdita, il sesso e la morte, il matrimonio e la famiglia di Wiley Silenowicz, un lucido sessantenne dall'anima ipertrofica e molteplice.\r\nA seguito della drammatica morte della madre, Wiley ripercorre la sua infanzia tormentata quando fu affidato al cugino S. L. Silenowicz e a sua moglie Lila, una donna emotivamente fragile. Orfano a due anni, nuovamente senza famiglia a sei, resiste ai danni dell'esistenza e agli abusi della sorella adottiva Nonie con la forza immaginifica della fantasia.\r\nDa questo speciale punto d'osservazione richiama a raccolta, sensitivo e accogliente come mai, i fantasmi del passato indicandoli per nome, come per disfarsene con il corpo e con la mente. Le loro nevrosi sono il bersaglio verso cui indirizzare la sua prosa, che caricata di vendetta, si fa eccessiva, traboccante, insolente. Una lingua che rivive nella traduzione d'autore di Flavio Santi e che ha tratti si ribella. La coscienza d'improvviso si fa benevola, calda, consapevole di aver anche molto amato nella vita. In questo movimento l'anima che fugge diventa più sincera.
EUR 30.40
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Aprile
"Equità, solidarietà, dignità." Una nuova insegna nazionale per una Francia dominata da un governo anticapitalista e rivoluzionario. In un mese d'aprile di un anno sconosciuto, gli oppressi di ieri si prendono la loro rivincita, che è spietata e violenta, proprio come la caduta del vecchio mondo. I ricchi sono deportati in quella che un tempo era chiamata "la banlieue" mentre i precari, o meglio i "martiri del popolo", s'insediano nei bei quartieri. La proprietà privata è abolita. I media internazionali, in primis americani, evocano "deportazioni violente". Nei nuovi ghetti si ritrovano amministratori delegati, avvocati, miliardari. Tutti sono rieducati con lo scopo di comprendere meglio le sofferenze dei poveri di un tempo. I prodotti agricoli destinati alla popolazione potranno essere venduti esclusivamente dai loro produttori: il valore dei prodotti della terra non sarà più soggetto ad alcuna speculazione. Non soltanto alloggi e economia, anche giustizia, politica, moda... Nessun settore sfugge alla rivoluzione. Per descrivere questo rovesciamento, l'autore alterna estratti di dialoghi di cittadini francesi - rivoluzionari o no -, e documenti ufficiali.
EUR 15.20
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Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace
Attraverso incontri, viaggi e la condivisione di un'appartenenza\r\nterritoriale e ideologica, Tiziana Barillà ci consegna un ritratto approfondito ed esclusivo\r\ncon il sindaco migliore del mondo.\r\n\r\n«La vera utopia non è la caduta del muro,\r\nma quello che è stato realizzato in Calabria, a Riace.\r\nÈ un'esperienza locale che però ha una valenza globale.\r\nÈ un insegnamento rivolto al mondo.» - \r\nWim Wenders\r\n\r\nPrimavera 2016, la prestigiosa rivista americana Fortune, come di consueto, pubblica la\r\nlista dei 50 World Greatest Leaders, gli uomini e le donne più influenti al mondo. Insieme\r\na Papa Bergoglio, Angela Merkel, Aung San Suu Kyi, Obama e Bono Vox, al quarantesimo\r\nposto, c'è lui, Mimmo Lucano. Il sindaco di un piccolissimo comune calabrese,\r\nRiace. È l'unico italiano nella lista. Gli Stati Uniti ci costringono a una sveglia improvvisa.\r\nAll'estremo sud d'Italia, ai piedi dell'Aspromonte, in piena Locride, c'è il sindaco\r\nmigliore del mondo. Lui la chiama “l'utopia della normalità”. Iniziata nel 1998 con il\r\nprimo sbarco di curdi a Riace, da quando è sindaco, il suo comune ha ospitato più di\r\n6.000 immigrati che hanno ripopolato la sua piccola cittadina. Un quarto dei suoi concittadini\r\nnon sono nati in Calabria: arrivano dall'Afghanistan, dal Senegal, dal Mali,\r\nhanno rischiato la vita attraversando il Mediterraneo e a Riace hanno trovato una casa.\r\nC'è chi fa da traduttore, chi si prende cura delle piante del centro storico, chi fa la raccolta\r\ndifferenziata con un carretto trainato da un asino e chi si prende cura della pulizia\r\ndella spiaggia di Riace marina. Un modello, quello di Riace, che è stato esportato in altri\r\ncomuni della Locride e che in un momento storico dove si alzano muri e si ripristinano\r\nfrontiere, sembra non solo essere una speranza di un futuro migliore, ma una reale\r\nalternativa economica. Attraverso incontri, viaggi e la condivisione di un'appartenenza\r\nterritoriale e ideologica, Tiziana Barillà ci consegna un ritratto approfondito ed esclusivo\r\ncon il sindaco migliore del mondo, un uomo schivo, che non ama le luci della ribalta\r\nma che si racconta liberamente in questo libro.
EUR 14.25
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Amori che non sanno stare al mondo
Claudia e Flavio si sono amati, a lungo, morbosamente, con la clemenza del tempo che cambia e che passa. Poi tutto è finito, e per lei è stato come mettere qualcuno alla porta nella speranza che si riaprisse di colpo. A cinquant'anni quello che vedono è un mondo alla deriva, come un'isola. Lui ha dentro la furia che dà l'assoluzione, perché vuole andare avanti, tornare a terra; lei è un pozzo profondo nel quale annegare, perché salvarsi vorrebbe dire dimenticare e il ricordo non deve sparire. Il tempo che si concedono non è lo stesso, e forse non solo quello. Flavio incontra Giorgia, basta un attimo tra loro e la pioggia d'estate fa il resto. Lei, con l'energia e la freschezza dei trent'anni, il corpo acerbo di chi non vuole crescere, gli ha indicato la terraferma, e lui, appesantito dalla vita, si è abbandonato alle sue velleità. Claudia e Nina si conoscevano già, ma all'università, divise dal ruolo, dall'età, dall'idea che il rispetto non si sarebbe mai trasformato in amore. Eppure Nina è bellissima, una giovane Chloë Sevigny seducente e meravigliosa, e ora l'abbraccio che tende è famelico, e ha una potenza a cui nessuna donna può sottrarsi. «Amori che non sanno stare al mondo» è il ritratto di due generazioni, il punto che ricuce il dolore, una storia potente che parla di noi. Francesca Comencini racconta con una scrittura lieve, che si posa sulle cose senza affondare il colpo mai, l'intraducibile equazione dei rapporti che viviamo, e infila le mani nelle pieghe infinite dei suoi personaggi...
EUR 14.25
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Una vita a posto
Una vita a posto, il secondo romanzo di Alice Torriani, indaga le pulsioni nascoste, i compromessi e la mancanza di cui l'amore è una variabile ma il sesso è la chiave di volta.La sertralina è l'unica pasticca che salva Giovanni Guicciardi, in arte Andrea Riis, scrittore mancato e pittore dilettante, dalla noia di una mezz'età senza passione e senza sorprese. La moglie Lisa combatte l'incedere del tempo calcando i palcoscenici di tutta Italia, accettando piccoli ruoli in qualche fiction, ed esigendo dal marito sesso con metodica regolarità. Niente sembra poter increspare questo placido equilibrio, la noia matrimoniale di una vita in cui tutto è già successo, e quello che non lo è si è condensato nel rimpianto. Ma Andrea sente la vita dentro spingere ancora forte, ossessiva quasi, verso donne che lui può solo immaginare di possedere: la realizzazione di ogni desiderio gli appare faticosa e lontanissima. Non ce la fa più, quando trova il varco per un'altra dimensione, quella in cui si ritrova un chirurgo di successo che con il bisturi realizza i desideri della gente, con un bell'appartamento, una bella macchina, e accanto Melissa, una creatura affascinante e misteriosa. E forse Andrea non è l'unico a viaggiare... Ma c'è un modo di rimanere nell'altra dimensione in cui i desideri sono apparentemente appagati e le ore mai tutte uguali?
EUR 14.25
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Il trionfo della stupidità. La torta al cioccolato del presidente Donald Trump
Armand\r\nFarrachi definisce in questo opuscolo divertente,\r\nrabbioso, rivoluzionario la stupidità,\r\nmale endemico che infesta il nostro quotidiano.\r\n«La copertina del pamphlet di Ferrachi gioca proprio su un paradosso che l'autore pone come tesi: la bêtise, ovvero in francese la stupidità, la trasferiamo noi uomini sulle bestie perché pensiamo di non essere stupidi, e invece lo siamo, e pure molto» - Marco Filoni, Il Venerdì\r\nMancanza di intelligenza, di ragionamento,\r\ndi logica, di senso critico, difficoltà a stabilire\r\ncollegamenti, cogliere le sottigliezze e andare\r\noltre i pregiudizi, disturbo della comprensione,\r\nassenza di riferimenti dovuta all'incultura\r\ne all'ignoranza, incapacità di giudicare, riflettere,\r\nvalutare una situazione e le sue conseguenze,\r\ngoffaggine nell'espressione, pesantezza\r\ndi spirito, propensione alla gaffe, alla\r\nconfusione, perversione del gusto, per dirlo\r\nin una parola: coglionaggine. Così Armand\r\nFarrachi, definisce in questo opuscolo divertente,\r\nrabbioso, rivoluzionario la stupidità,\r\nmale endemico che infesta il nostro quotidiano.\r\nCon penna affilata e lucidità crudele\r\nl'autore stila una lista, un bestiario di aberrazioni\r\ndel mondo contemporaneo e la portata\r\nè talmente convincente che il lettore stesso si\r\nsorprende a volerla completare con rinnovata\r\nconsapevolezza. Intellettuale burbero e illuminato,\r\nFarrachi non si arresta e demolisce i\r\nmezzi d'informazione, di comunicazione, di\r\ndecisione, si rammarica di cose importantissime\r\ne punta tutto sull'idea che la stupidità\r\nabbia trionfato. Di pagina in pagina il pamphlet\r\nsi fa più amaro, sottoposta ad autopsia\r\nla nostra epoca viene spietatamente dissezionata,\r\nauscultata. Nessun rimedio a un male\r\nche si annuncia fatale.
EUR 11.40
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Slow journalism. Chi ha ucciso il giornalismo?
Quale è stato il momento in cui si è spezzato\r\nil rapporto di fiducia fra i cittadini e\r\ni media? Come sono fatti i contratti giornalistici?\r\nQuanto viene pagato un giornalista\r\noggi? E per fare cosa? \r\n\r\nUno dei problemi\r\ndell'informazione oggi è l'ossessione per la\r\nquantità e per la velocità, la convinzione che\r\nil giornalismo debba competere con i social.\r\nUn altro modello di business: tanta attenzione\r\nper gli inserzionisti pubblicitari, poca per\r\ni lettori. Il mantra del “fare tanti click sul\r\nsito”, la monetizzazione a ogni costo con la\r\npubblicità, la convinzione che nessuno sia\r\ndisposto a pagare per il giornalismo digitale\r\nhanno contribuito a erodere gli spazi di\r\ncrescita. A partire da queste considerazioni\r\ne guardando, fra l'altro, alla lezione del\r\nprofessor Peter Laufer, autore di Slow News\r\n- Manifesto per un consumo critico dell'informazione,\r\ne a esperienze locali, nazionali e internazionali, questo libro fa un tentativo: quello di andare oltre la semplice critica.\r\nSlow Journalism cerca di proporre soluzioni.\r\nDaniele Nalbone e Alberto Puliafito\r\nhanno una lunga esperienza nel giornalismo\r\ntradizionale e soprattutto in quello digitale,\r\ncondividono una visione del mestiere -\r\ne forse anche del modo in cui ci si dovrebbe\r\napprocciare al lavoro e alla vita - che li ha\r\nportati a indagare su questo tema. Un libro\r\ncruciale sia per gli addetti ai lavori sia - soprattutto\r\n- per i lettori.
EUR 16.62
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Ascia nera. La brutale intelligenza della mafia nigeriana
Dopo Ghetto\r\nItalia e Mafia Caporale Leonardo Palmisano\r\nconclude la sua trilogia sullo sfruttamento\r\ncon Ascia Nera, un'inchiesta sul campo fatta\r\ndi incontri e interviste alle vittime e ai carnefici\r\ndi un'organizzazione spietata che sta diventando\r\nuna delle minacce più concrete alla sicurezza\r\ndel nostro paese.\r\n\r\nLeonardo Palmisano continua a indagare la\r\nnuova criminalità e lo fa con il suo stile lucido\r\ne implacabile come le mafie che incontra\r\nnel suo viaggio all'inferno. Per questo nuovo\r\nlibro ha deciso di affrontare la schiavitù sessuale\r\ne la tratta degli esseri umani incontrando\r\nuna delle organizzazioni più pericolose degli\r\nultimi anni.\r\nLa chiamano Black Axe, Ascia Nera, ed è nata\r\nnegli anni Settanta all'università di Benin City,\r\nin Nigeria, come una confraternita di studenti.\r\nAll'inizio è una gang a metà tra un'associazione\r\nreligiosa (li chiamano culti) e una banda\r\ncriminale, che stabilisce riti d'iniziazione e\r\nimpone ai suoi affiliati di portare un copricapo,\r\nun basco con un teschio e due ossa incrociate,\r\ncome il simbolo dei corsari. Oggi invece\r\nè una nuova mafia e i tentacoli di questa organizzazione sono arrivati anche in Italia, dove\r\ni boss nigeriani hanno iniziato a dettare legge\r\nnei sobborghi delle nostre città. Dopo Ghetto\r\nItalia e Mafia Caporale Leonardo Palmisano\r\nconclude la sua trilogia sullo sfruttamento\r\ncon Ascia Nera, un'inchiesta sul campo fatta\r\ndi incontri e interviste alle vittime e ai carnefici\r\ndi un'organizzazione spietata che sta diventando\r\nuna delle minacce più concrete alla sicurezza\r\ndel nostro paese.
EUR 15.68
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La prossima volta il fuoco
Non è mai troppo tardi per conoscere James\r\nBaldwin ma, se c'è un modo giusto\r\nper farlo, è con questo libro.«Per chi ha amato Harper Lee e non ha mai smesso» - Robinson\r\nPubblicato per la prima volta nel 1963, La\r\nprossima volta il fuoco di James Baldwin\r\ncolpisce dritto al cuore della cosiddetta\r\n“questione nera”. Straordinario per la sua\r\nnarrazione magistrale, così come per il resoconto\r\nintimo e sincero che ripercorre l'esperienza\r\ndella popolazione di colore degli\r\nStati Uniti, il libro è considerato una delle\r\npiù appassionanti e autorevoli indagini sui\r\nrapporti interrazziali, in cui le tematiche di\r\namore, fede e famiglia si intrecciano fino a\r\nsferrare un attacco diretto all'ipocrisia del\r\npaese della libertà.\r\n“Questo paese innocente ti ha confinato\r\nin un ghetto, e in questo ghetto è stabilito\r\nche tu marcisca. Sarò più preciso, perché\r\nqui è il nocciolo della questione, è qui l'origine\r\ndella polemica mia col mio paese: tu\r\nsei nato dove sei nato e hai di fronte a te il\r\nfuturo che hai perché sei nero, per questa e\r\nnessun'altra ragione.”
EUR 13.30