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Impressioni irlandesi
Sembrano lontani i giorni di Londonderry, della Domenica di Sangue, quelli in cui i pub di Londra saltavano in aria col loro carico di odio irlandese verso il tiranno britannico. E sembra addirittura quasi spenta l'eco della Rivolta di Pasqua, di Michael Collins, dell'lRA, se non ci fossero una mitologia rock o il cinema hollywoodiano a mantenerla viva e toccante nella memoria del pubblico occidentale. Le "Impressioni irlandesi" dello scrittore britannico Chesterton ci proiettano in quei momenti con la crudezza della testimonianza diretta, ma anche con l'acuta precisione di un osservatore che vuole capire. Scritte in occasione del viaggio intrapreso da Chesterton nel 1918 su invito dell'amico e poeta William Butler Yeats, le "Impressioni" traggono spunto dai luoghi fisici, dai segni e dai simboli della cultura irlandese per ragionare sull'essenza di quella terra e sul carattere di quel popolo. In questo sforzo di riflessione, per il bene anche del Regno Unito, le "Impressioni irlandesi" attraversano le profondità dello spirito d'Irlanda, affrontano a viso aperto gli errori storici dell'Inghilterra, e grazie alla penna fine di un grande scrittore ci offrono una serie inarrestabile di fulminanti verità, valide per ogni tempo e ogni luogo. Il risultato - come scrive Gregory Dowling nell'Introduzione - è quello di un libro straordinariamente generoso. Una generosità di spirito che perfino George Bernard Shaw, amico sempre critico di Chesterton, ammise, recensendo per primo le "Impressioni irlandesi".
EUR 15.20
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Cantafavole e cantafiori da cantare su non importa che aria. Ediz. illustrata
Dopo aver riscoperto Robert Desnos come poeta e critico d'arte, ora il lettore italiano scoprirà anche la sua vena di scrittore di filastrocche e storielle per grandi e piccini. Una piccola strenna per bambini e per adulti che non hanno perduto il dono della leggerezza, per sorridere e cantare insieme "su non importa che aria". Età di lettura: da 5 anni.
EUR 19.95
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Ivan Illich e la sua eredità
Oggi sono in molti a richiamarsi al pensiero di Ivan Illich, ma spesso ignorando la sua complessità e il dubbio sistematico che caratterizzava la sua opera. Illich è stato un critico spietato di tutte le istituzioni - scuola, medicina, professioni, sistema del lavoro, coppia - e delle invenzioni automobili, televisione, media, computer - che rendono l'uomo dipendente e schiavo di sistemi totalizzanti. Sempre scomodo, Illich ha costruito un pensiero radicale che può essere compreso solo se lo si conosce nella sua interezza e lo si pone accanto alla vicenda umana del pensatore. In questo ritratto che di lui delinea chi gli è stato vicino per più di vent'anni come amico, come allievo indisciplinato, Franco La Cecla, ne ricostruisce la figura umana, la passione e la forza di critico devastante e il mondo di relazioni che Illich aveva creato e a volte disfatto.
EUR 12.35
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La cattedrale offesa. Moravia Ottieri Testori
Alle origini del termine "osceno", gli antichi romani mettevano la pratica divinatoria degli aruspici: vivisezionare la carne consente di formulare profezie sui destini della città. Ma è compito sacerdotale al quale l'occhio profano non deve mescolarsi. Il romanzo - genere impuro - pone a se stesso sempre questa domanda: "Che cosa è davvero osceno, dunque irrappresentabile?". Al centro di questo libro campeggiano tre grandi scrittori del Novecento italiano: il "laico" Alberto Moravia, il "socialista" Ottiero Ottieri, il "cattolico" Giovanni Testori. Come dire tre funzioni del romanzo nell'epoca della sua morte e della sua paradossale resurrezione: Moravia, l'ufficialità rifiutata in quanto occhio del vero; Ottieri, la marginalità autocoatta, in quanto refrattaria alla finzione; Testori, la devianza "sacra", in quanto intrasmissibile per il suo stesso eccesso. Che cosa cercano, parlando all'infinito dei propri solitari fantasmi? Ma a essere pornografica (per visione diretta, per cecità prediletta, per autocondanna allo strazio) è soprattutto la vita.
EUR 8.40
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Sull'amicizia
Nella Parigi d'inizio Settecento, mondana e raffinata, il tema tradizionale dell'amicizia che occupò i filosofi antichi (da Aristotele a Cicerone) trovò due interpreti che ne fecero l'oggetto di due brevi scritti, nei quali si respira ancora lo spirito dei moralisti del Grand Siècle e già si lascia presagire quello, non meno penetrante, dei grandi autori del Settecento francese, da Montesquieu a Diderot. Madame de Lambert, che presiedeva a uno dei più esclusivi salotti della capitale, e Louis de Sacy, che ne era uno dei più assidui frequentatori (insieme ai più bei nomi della letteratura e dell'aristocrazia), composero i due trattatelli qui tradotti per la prima volta in italiano. Per la gran dama, rimasta prematuramente vedova, e il brillante avvocato, l'amicizia non fu il mero pretesto per un esercizio retorico, ma, in primo luogo, un'esperienza vissuta: l'amicizia di cui essi illustrano i doveri e i diletti, con dovizia di frasi sentenziose, aneddoti memorabili e casi esemplari, fu, in primo luogo, la loro. Letti congiuntamente, i due scritti costituiscono essi stessi un dialogo ideale tra due amici sull amicizia.
EUR 7.00
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Il lato oscuro della fede. Religioni, violenza e pace
Küng e Ricoeur si addentrano nella parte oscura delle religioni, anzi ne affrontano forse l'aspetto più eclatante e anche indagato: la violenza. Perché le religioni generano così spesso contrapposizione, scontro, guerre, morte? Si tratta di un fenomeno inevitabile, perché "il pericolo della violenza è alla base di ogni convinzione forte" (Ricoeur)? Come fare per superarlo (Küng si diffonde qui sul "Manifesto per un'etica planetaria", elaborato dal Parlamento delle religioni del mondo a Chicago nel 1993)? Domande che moltissimi altri studiosi, filosofi e teologi e capi religiosi, hanno affrontato: a testimonianza - se non altro - della realtà e dell'urgenza del problema. Se si vuole, non tanto risolvere, ma almeno affrontare il nodo della violenza "religiosa" nonché degli altri mali derivati dalle fedi, bisogna anzitutto riconoscere che le religioni - tutte - sono espressioni fallibili e incomplete, ed esiste un "oltre" che nessuna casta sacerdotale possiede e nessun dogma esprime appieno. Per vincere la violenza, e gli altri mali delle religioni, bisogna insomma che con uno sforzo radicale di autocritica ogni religione accetti di andare oltre se stessa. Prefazione di Roberto Beretta.
EUR 8.55
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Tre artisti nella Cesena del Seicento. Razzani, Serra, Savolini
Si devono a Francesco Arcangeli i contributi fondamentali che portarono al centro del dibattito i fatti dell'arte cesenate del XVII secolo. Arcangeli individuava a Cesena, specie negli anni fra il 1660 e il 1680, i momenti di più intensa e vitale elaborazione del linguaggio pittorico grazie agli apporti di almeno tre distinte personalità: Giovan Battista Razzani, Cristoforo Serra e Cristoforo Savolini. In particolare gli ultimi due diventavano nella lettura di Arcangeli i campioni della vitalità inesausta della provincia, attenti alla concretezza fisica della realtà, alla franca naturalezza delle cose raccontate, interpretate da personaggi dignitosi e veri. Dopo gli sviluppi introdotti nei decenni dalle ricerche di vari studiosi ora Massimo Pulini, storico dell'arte, conoscitore e artista, riepiloga con nuove prospettive e attribuzioni il lavoro iniziato da Arcangeli sulla "scuola cesenate" del Seicento, che tiene conto delle scoperte archivistiche, degli studi accurati che si sono susseguiti, ai quali l'autore stesso ha dato negli anni fondamentali contributi, fino a restituire del panorama cesenate una nuova e più chiara visione, che si ricollega alle più importanti sedi che hanno rinnovato le arti del XVII secolo, in particolare quelle di Bologna e di Roma.
EUR 57.00
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Più del colera la solitudine. Conversazioni con García Márquez
Due conversazioni con lo scrittore latino-americano sulla sua opera letteraria alla vigilia del Premio Nobel che riceverà nel 1982. Il romanzo che lo identifica per il grande pubblico, "Cent'anni di solitudine", lo vincola anche a una responsabilità del successo ottenuto, che diventa in certi momenti persino "ingombrante" e lo spinge a dire: «Ne ho piene le tasche di questo Garcia Màrquez». Da queste interviste emergono gli intrecci strettissimi con l'esperienza giornalistica come reporter in molte parti del mondo, le influenze sulla sua scrittura - dalla giovanile infatuazione per La metamorfosi di Kafka alla scoperta di Faulkner -, ma anche la sua visione politica, legata al socialismo, con la difesa di Fidel Castro e la condanna della distorsione dell'ideale di uguaglianza ed emancipazione dell'uomo da parte dell'Unione Sovietica. Tutto comincia dalla realtà, confessa Garcia Màrquez, ma è l'immaginazione che rende credibile ciò che può anche sembrare se non surreale certamente un frutto del sogno. Quel volo onirico è un balsamo al senso della propria solitudine che lo spinge a raccontare. Lo scrittore confessa che la sua ricerca consiste nel ritrovare quella verità "orale" che avevano i racconti magici della nonna, e afferma che a un autore tutto è permesso a patto che il suo racconto venga creduto da chi lo legge come una realtà possibile. In queste conversazioni c'è tutto il distillato poetico della scommessa narrativa del grande scrittore. Con un saggio di Harold Bloom.
EUR 5.60
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Girard. Oltre il sacrificio. Conversazione con Girard
Il cristianesimo è il primo e insuperato illuminismo. Il sacrificio viene smontato, abbattuto con l'ultimo della serie, quello che tutti li compendia e li assomma, quello della Croce. Non c'è alcuna compiacenza dolorista: Cristo muore perché deve morire come migliaia e migliaia di altre volte sono morti altri come lui, vittime innocenti del sacrificio, di quel meccanismo che evita che la violenza si diffonda a tal punto da precipitare il reale tutto nell'informe e nell'indifferenziato. Cristo ha preso la parola per la vittima, ha svelato il non detto della sua morte. Non un inconscio umbratile e chiaroscurale, ma la chiara affermazione del discorso della vittima: sono innocente. Il contrario del vittimismo. È riuscito il cristianesimo a garantire, nel tempo storico che ha inaugurato, questo illuminismo? Lo ha davvero reso efficace in questi duemila anni a tal punto da far arretrare la violenza sacrificale fin quasi a predisporre le condizioni per l'affermarsi in terra del Regno di Dio e a garantire la riproduzione sociale al di fuori degli schemi sacrali del capro espiatorio? No, non è riuscito. In queste conversazioni Girard ci dice anche questo...
EUR 12.35
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Il Paese della sceneggiata
Per tutto il corso del Novecento, fino agli anni Ottanta e Novanta, la sceneggiata è stata la forma di spettacolo prediletta dal proletariato napoletano e campano, dal cosiddetto sottoproletariato urbano - in realtà proletariato marginale - e dal mondo contadino che, quando era costretto a entrare in città, trovava il suo svago al teatro Duemila o al Trianon, vicini alla stazione ferroviaria e a piazza Garibaldi. Gli spettacoli erano tre al giorno, la mattina alle 11, il pomeriggio alle 6, la sera alle 9 e il programma cambiava di settimana in settimana, e si provava il nuovo copione nell'unica mattina in cui il teatro era chiuso. Come nel teatro dell'Ottocento, la compagnia aveva attori in ruoli fissi: al centro, "isso, essa e 'o malamente" e la coppia comica. La scena era il vicolo, e simili erano le storie narrate: l'innocenza insidiata, i buoni e i cattivi, un vicinato partecipe. Tutto diventava pubblico, tutto tornava strada. Al quinto atto, la canzone che dava il titolo a ogni testo e ne riassumeva vicenda e sentimenti. Ci fu un tempo in cui il popolo produceva la propria cultura, le proprie forme di spettacolo, la propria musica. Aveva gusti e idee propri e non quelli imposti dal potere attraverso comunicazioni di massa artefici di una cultura omologata e massificata. È utile ricordarlo.
EUR 9.02
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Il mimetismo animale
Perché i soldati di oggi indossano una tuta mimetica persino quando sono di servizio in ambienti urbani? Non è necessario affrettarsi a rispondere. Ci si soffermi a riflettere su questo caso ormai frequente, con calma. Anche senza lambiccarsi su questo esempio, sembra quasi sia possibile mettere in discussione uno dei presunti cardini della condotta umana: l'utilità. Qual è infatti la reale utilità di una tuta mimetica concepita per occultarsi nella boscaglia, nel deserto o sulla neve, all'interno di una stazione di metropolitana? L'intento protettivo, utile in un contesto naturale, sembra dissolversi all'interno di una struttura architettonica. D'altro canto la presenza dei militari armati, evidenziata dalla tuta mimetica, potrebbe rassicurare i pacifici cittadini pur esponendo i soldati a maggiori rischi, considerata la maggiore visibilità. Di certo l'utile dei pacifici cittadini sembra accresciuto rispetto a quello dei soldati posti a loro difesa. Quindi l'utile si riapre una strada, una possibilità di esistenza, ma l'utile di chi? Perché ci si fa passare tanto spesso per ciò che non si è, a volte spacciandosi per feroci gradassi o acuti, raffinati intellettuali e in altri casi gabellandosi invece per essermi innocui o candidi babbei? Per prevalere, per proteggersi? Per paura quindi? Perché lo fanno in tanti? Fastidioso interrogarsi su temi del genere, molto più rassicurante osservare questi fenomeni negli animali posti su un gradino ritenuto inferiore nella gerarchica scala di classificazione dei viventi. È anche più facile analizzare queste modalità comportamentali dal di fuori, un "fuori" che equivale a un "alto", dal momento che è scontato per chiunque ritenersi in una posizione più elevata di un bruco. Il mimetismo è quindi esclusivamente funzionale? Ha soltanto uno scopo difensivo od offensivo? Quali altri motivi possono determinarne l'esistenza e la sua indubbia persistenza? A queste domande Caillois tenta di suggerire delle risposte. Risposte che danno origine ad altre domande, alle quali soltanto nell'intimo il lettore potrà forse osare rispondere.
EUR 18.05
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Il volo delle rondini. Conversazioni con Julio Cortázar
Le interviste a grandi scrittori - avverte Luana Salvarani nell'Introduzione - obbediscono a una tacita convenzione: il lettore non saprà mai se quello che legge costituisce lo "sfondo", la radice biografica delle loro costruzioni letterarie, o se l'intervista a sua volta costituisca un'altra costruzione letteraria di diverso genere. Da qui il fascino del "Questionario di Proust", dove, giocando a rispondere a una serie di domandine salottiere, il perfido Marcel ci offre per un attimo l'illusione di avere qualche strumento in più per dipanare il labirinto della Recherche. Illusione pericolosa e che tuttavia costituisce il fascino del "gioco dell'intervista". Anche in queste interviste, come nel più celebre romanzo di Cortázar, Rayuela, il lettore è invitato implicitamente a prendersi le proprie responsabilità, a scegliere e gerarchizzare le preziose informazioni fornite, a capire cosa sia report, cosa appartenga al campo dell'automitologia e quando accade che l'autore entri in un proprio personaggio. Personaggi così vissuti che accade, in queste pagine, che l'autore sostenga «Oliveira pensa che», «rispondo anche a nome di questo mio personaggio». Una folla di alter ego in cui lo stesso Cortázar rifiuterebbe di identificare un vero sé. L'unicità dell'essere in ogni singola circostanza gli impedisce di tracciare un ritratto unitario dell'io "biografico", "vero". Che tuttavia in queste interviste a suo modo si svela, forse soprattutto attraverso due temi: la riflessione sulle strutture romanzesche e il rapporto con la politica.
EUR 5.60
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Pasternak
Come lo stesso Merton osserva nell'ultima parte di questo libro, il segno principale da cui si riconosce il cristianesimo di Pasternak nella sua opera creativa è la libertà, che è anche una diversa concezione della storia rispetto alla visione sovietica che, già nel momento in cui Pasternak scrive "Il dottor Zivago", mostrava le prime crepe. Che per Pasternak sia una «idea della libertà personale e della vita come sacrificio», è soltanto una piena declinazione della verità, che molti suoi contemporanei nell'Urss hanno sperimentato e pagato di persona. Lungi dall'essere un'apologia cristiana di Pasternak, questo saggio del monaco Merton continua a sorprendere per la sua capacità di lettura trasversale fra le ragioni dell'arte e della letteratura e il grado di testimonianza che esse rendono al proprio tempo. Le qualità - estetiche del "Dottor Zivago" non sono una sovrastruttura borghese, come non lo è il senso religioso che vi spira dalla prima all'ultima pagina, ma una trasparente e fedele resa artistica della vita e della possibilità di far comprendere all'uomo quanto sia necessaria per allontanare dal nostro orizzonte le ombre di quella che già allora Merton definiva «l'alba fumosa di un'era apocalittica». Un monito anche per l'Occidente di oggi.
EUR 10.45
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Fuori servizio. Note per la manutenzione di Marcel Duchamp
Duchamp ci ha "educati" al nonsense nell'arte visiva. Ogni sua opera è al tempo stesso rappresentazione della fine dell'arte come l'abbiamo conosciuta per secoli e uno "scherzo". Pensiamo a un orinatoio trasformato in opera d'arte o al graffio sul volto della Gioconda dove la "didascalia" di cinque lettere rimanda a una segreta e impensabile frenesia erotica della donna più sfuggente che la pittura ci abbia dato. Duchamp è l'emblema precoce di quello slittamento dell'arte dal confine strettamente estetico verso quello antropologico. Ma oggi vediamo che questa svolta rappresenta il maggiore problema dell'arte attuale, che ha perduto il suo pubblico tradizionale e le sue regole auree (diventando comunicazione). Quanto ha pesato Duchamp in questa evoluzione? Molto. E a renderlo ancora più presente oggi c'è la sua strategia fondata sulla reticenza e l'ambiguità. Che cosa si può fare quando si ha di fronte "qualcuno" o "qualcosa" cui non si riesce a cavare di bocca una parola, che si chiude orgogliosamente nel proprio solipsismo? Che fa di tutto per deviare verso strade senza uscita l'intelligenza di chi vuole capire che cosa ha da dirci? O si abbandona la partita oppure si cerca di far parlare i pochi indizi, anche mistificatori, che l'ermetico artefice dissemina per rendere ancor più impenetrabile la propria opera. Questo saggio accetta la sfida e adotta come metodo l'eccentricità del punto di vista che osserva il proprio oggetto di studio da punti periferici, ovvero da una certa distanza come se non volesse interferire troppo col mito che manipola sapientemente ogni risposta venga data all'enigmatica forma delle sue opere. Mettere "fuori servizio" Duchamp equivale all'epochè fenomenologica: è una temporalità sospesa che, oltre a essere tema della strategia di Duchamp, isola provvisoriamente l'oggetto per poterlo valutare con maggiore chiarezza nel contesto storico-culturale. Mettere "fuori servizio" Duchamp è come assecondare la sua volontà di asceta che tenta la fuga perché del mondo in cui vive prova disgusto: il contemptus mundi di chi aspira all'eternità è un tema che in Duchamp si manifesta con una freddezza (o secchezza, come avrebbe detto lui) che compensa nell'arte la soggezione agli appetiti sensuali cui Duchamp come uomo non si nega, ma poi sublima con "tecniche dell'inganno" che ne dissimulano la natura ibrida che cerca nel mito dell'androgino primordiale la via di fuga dalla carnalità. Come un antico gnostico o un santo del deserto.
EUR 20.90
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Immagini negative. Le nuvole nella tradizione mistica e nella modernità
Ripercorrendo le modalità di rappresentazione di questo tema sin dai testi biblici, in questo studio storico e iconografico Victoria Cirlot studia il grande fascino e il potere evocativo delle nuvole di velare e al contempo ispirare all'intelletto umano nuovi orizzonti di conoscenza. Queste suggestive pagine che attraversano i secoli, passando dalla mistica medievale fino alla sensibilità moderna di autori come Baudelaire, fanno sì che la nube diventi una proiezione del nostro universo interiore. Come osserva Enrico Lodi nell'Introduzione, la stessa scrittura di Victoria Cirlot si avvale di uno «stile correlativo» avvincente, che cattura l'attenzione del lettore in un percorso ricco di svolte e legami simbolici e culturali inattesi. A "Immagini negative", il testo che dà il nome al volume - nato da una conferenza tenuta nel 2016 a Santiago del Cile - Victoria Cirlot accosta in questa edizione italiana anche un saggio totalmente inedito, "La stella e la nuvola", che ne continua il percorso e, pur tenendolo saldamente ancorato all'eredità simbolica della cultura cristiana, lo porta fino alle forme in cui la contemporaneità più vicina a noi ha preso ispirazione, nell'arte e nel pensiero, dalle nuvole.
EUR 12.35
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Malefíci. Da Gilles de Rais alla stregoneria
Quest'antologia di Huysmans raccoglie una serie di scritti, per lo più inediti in italiano, basati sulla tematica dell'esoterismo e della stregoneria. Si passa da Gilles de Rais, estrapolato dall'amico Gustave Boucher dal romanzo "L'abisso" (1891) al fine di ricavarne una conferenza tenuta nel Poitu, poi pubblicata in un rarissimo opuscolo, in cui si descrivono le dissolutezze compiute dal condottiero che combatté a fianco di Giovanna d'Arco, in seguito identificato con la figura di Barbablù, all'articolata prefazione scritta per "Il satanismo e la magia" (1895) di Jules Bois. Dopo una scelta di lettere si presenta "Una seduta spiritica a casa di J.-K. Huysmans" dello stesso Boucher, in cui viene rievocata un'esperienza medianica vissuta con trasporto e scetticismo dall'autore di "Controcorrente". Il lettore ha così l'opportunità di misurarsi con un mondo scomparso ma affascinante, popolato di maghi e ciarlatani, di fondatori di sette ed esaltati seguaci delle messe nere, che sconfinerà in situazioni borderline descritte nell'"Abisso". Si chiude così quel processo che portò lo scrittore, partito da una generica ripulsa verso ogni forma di religione, a convertirsi dopo essere stato irretito nelle spire di un satanismo d'accatto, professato da figure singolarissime come quelle dell'abate Boullan, di Louis Van Haecke, di Berthe Courrière, di Stanislas de Guaïta: quasi un passaggio obbligato dal mondo della superstizione alla redenzione che troverà pace solo nel chiostro di Ligugé.
EUR 14.25
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Le lumache di bosco rosso
Le lumache di Bosco rosso sono disperate. Per non finire in pentola devono lasciare il loro tranquillo e umido bosco e trovare un nuovo luogo in cui vivere tranquille. L'impresa non è facile, ma grazie all'aiuto di Gatta Saggia e di tanti buoni amici, troveranno una meravigliosa sistemazione. Età di lettura: da 7 anni.
EUR 6.18
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Italia, un paese speciale. Storia del Risorgimento e dell'Unità. Vol. 1: 1800-1858: Le radici.
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Italia, un paese speciale. Storia del Risorgimento e dell'Unità. Vol. 4: 1861: la libertà
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Itinerari escursionistici nelle Alpi Cozie
25 itinerari escursionistici sui sentieri più affascinanti delle Alpi Cozie, dal colle della Maddalena al Moncenisio. Laghi, cime, rifugi, parchi, fortificazioni. Per esplorare le valli Stura, Maira, Varaita, Chisone e Susa. Gli angoli più nascosti e i percorsi più classici. Descrizione dei percorsi, schede tecniche, cartine, approfondimenti storici, culturali, scientifici. Un ricco apparato iconografico realizzato ad hoc. Un modo nuovo per scoprire le Alpi occidentali.
EUR 8.46