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Ti basta l'Atlantico? Lettere 1906-1931
Virginia Woolf e Lytton Strachey si sono scritti per venticinque anni. Nelle lettere hanno discusso di libri, di amici che si erano comportati bene o male, di natura (Woolf l'amava, Strachey la odiava) e hanno preso appuntamenti per il tè, ad alcuni dei quali non sono andati. Sono lettere di cene, di successi editoriali (immediato quello di Strachey, più lento quello di Woolf) e di viaggi, lettere in cui si discute di altri scrittori - così Dostoevskij è il più grande scrittore che sia mai vissuto, Henry James scrive romanzi notevoli nonostante manchi completamente di ironia. Pagine e pagine di mondanità, pettegolezzi, malattie. Sono lettere in cui libri e vita sono più che vicini, sono intrecciati. L'edizione è basata sugli originali archiviati in vari fondi internazionali, in particolare alla Mortimer Rare Book Collection dello Smith College. Chiara Valerio, che ha tradotto le lettere di Virginia Woolf, e Alessandro Giammei, che ha tradotto quelle di Strachey, curano la prima edizione italiana completa dello scambio tra i due scrittori e intellettuali inglesi.
EUR 16.15
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Gli anni, i mesi, i giorni
"Yan Lianke è uno dei massimi narratori cinesi [...] Con Mo Yan, premio Nobel, e con Yu Hua costituisce il tridente d'attacco di una letteratura che reclama un'attenzione globale" - Marco Del Corona, La Lettura \r\n\r\nDue brevi romanzi ambientati "in un'atmosfera tra il mitico e il fiabesco, bestseller in tutto il mondo, raccontano le storie commoventi di una madre vedova che cerca di conquistare un futuro per i propri figli disabili tra i coloratissimi monti Baloo e di un agricoltore che insieme al proprio cane cieco protegge l'unica pannocchia sopravvissuta alla carestia, creando la possibilità di un nuovo futuro. \r\nÈ un libro sulla generosità, sull'amore materno e sulla bellezza delle cime inesplorate, degli animali, delle piante e degli uomini che le abitano.
EUR 17.10
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Il museo in tempo reale
Nella definizione di museo compaiono come prime parole "istituzione permanente". Il museo sembra rincorrere il senso e il significato della nostra realtà. Ma cosa significa oggi? Qual è il suo orientamento? Nel corpo del museo, come nel corpo dell'essere umano, esercizi di memoria restituiscono ciò che avviene incessantemente sempre e ovunque: il farsi corpo di ciò che vediamo. Questo libro nasce da riflessioni sul tempo, sull'architettura, sul loro progetto, condivise nel corso di attività performative, il museo in tempo reale, al Memoriale della Shoah di Milano. Attraverso questo speciale osservatorio e i punti di vista offerti dai diversi autori, pratiche, discipline, indaga su come riattualizzare il museo in quanto metafora del mondo e del tempo. Contributi di: Paolo Biscottini, Stefano Boeri, Ferruccio de Bortoli, Chandra Livia Candiani, Lucia Castellano, Gherardo Colombo, Marta Comerio, Mauro Covacich, Annalisa de Curtis, Marco De Michelis, Alberto Garlandini, Wlodek Goldkorn, Leszek Kazana, Stefano Raimondi, Federico Squarcini, Vincenzo Trione, Andrea Vercellotti, Dario Zannier.
EUR 16.15
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Piccolo dizionario dell'inuguaglianza femminile
Una quarantina di voci in ordine alfabetico che procedono dall'Anima alla Vita, rivelando, voce per voce, le insidie nascoste nelle parole, non solo nei confronti della donna, ma di tante altre creature che il linguaggio tende a ridurre in minoranza. "Per me," scriveva Ceresa alla sua traduttrice francese, "l'inuguaglianza femminile è ancorata nella intera visione del mondo; ergo, se io faccio un dizionario, devo fare il giro anzitutto delle radici di quest'albero dell'inuguaglianza... Conclusione: il piccolo dizionario io non lo scrivo per le donne; lo scrivo perché va scritto". Alice Ceresa ha lasciato questo inedito, a cui lavorava da anni, oggi conservato nell'Archivio svizzero di letteratura nella Biblioteca nazionale di Berna.
EUR 14.25
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Un tempo gentile
In un piccolo paese dell'entroterra sardo, nel Campidanese, le vite degli abitanti procedono senza troppe scosse, riparate dai muri grigi delle case rimodernate con blocchetti di cemento e arrese alle monocolture di carciofi e biomasse. Un paese "perduto", con le erbacce nei giardini e senza più vocazione, che si è arenato su una secca e dimenticato del mondo che lo circonda. Finché non arrivano "gli invasori": una manciata di migranti che vengono da lontano e di volontari che li accompagnano, destinati a sistemarsi nel Rudere, una casa abbandonata con le finestre sgangherate aperte sulle colline. Lo sconcerto assale tutti, paesani e invasori: "Non era questo il posto", si ripetono da entrambe le parti - l'una spaventata da quella novità indecifrabile piovuta all'improvviso da chissà dove, l'altra catapultata in quel "corno di forca di paesino sardo" dove i treni non si fermano più. Ma la vita, anche quando sembra scivolare nell'insensatezza, è sempre aperta al futuro, è sempre un "fare, disfare e rifare". E se nel tempo imprevedibilmente gentile di quello strano consorzio umano gli orti tornano a germogliare, il Rudere a popolarsi, le emozioni a dilagare, qualche traccia di nuovo resterà comunque a cambiare i colori delle cose.
EUR 15.20
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Topologia della violenza
Il punto di partenza dell'analisi che Byung-Chul Han sviluppa in questo saggio è la natura proteiforme della violenza: cambia aspetto, si adatta alla logica e alle modalità del contesto sociopolitico in cui si sviluppa e, soprattutto, agisce anche laddove sembra essere sparita. L'esame parte dalla violenza nelle sue manifestazioni macrofisiche: quella del sangue e del sacrificio, della vendetta divina, del sovrano sul sottoposto, quella senza sangue delle camere a gas, quella del terrorismo, quella del linguaggio offensivo. In questo senso essa è espressione di un "eccesso di negatività": è infatti possibile esclusivamente dove c'è antitesi, conflitto, tensione bipolare tra un Ego e un Alter, un Interno e un Esterno. Nell'epoca odierna, con la progressiva "positivizzazione della società" - ovvero lo smantellamento della negatività e della contrapposizione e l'appiattimento delle differenze - anche la violenza sembra svanire, almeno nelle sue forme visibili, tangibili, corporee. Ma quello a cui assistiamo, sostiene il filosofo, è in realtà un suo trasferimento sul piano psichico, all'interno del soggetto. È, quella odierna, una violenza microfisica, sottocutanea, un pericoloso "eccesso di positività" che si manifesta "in termini di sovrapprestazione, sovrapproduzione e sovracomunicazione, iperattenzione e iperattività", fondendosi e confondendosi con la sua controparte: la libertà. Nella società della prestazione il soggetto, formalmente libero, è vittima di se stesso e delle pulsioni che ha ormai introiettato. "La storia della violenza," conclude Han, "giunge a compimento in questa coincidenza tra carnefice e vittima, tra signore e servo, tra libertà e violenza".
EUR 17.10
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Malattia come metafora e L'AIDS e le sue metafore
Un classico, ha scritto Italo Calvino, non ha mai finito di dire quel che ha da dire. Cosa ci dicono, oggi, questi due saggi di Susan Sontag, intensissimi e intrepidi come da sua cifra, pubblicati per la prima volta nel 1978 e nel 1989? Che la malattia, nonostante l'illusione di oggettività che l'Occidente "scientifico" tende a coltivare, non è percepita né concepita secondo le sue coordinate reali, ma è una costruzione culturale, profondamente connotata in senso metaforico. \r\n«L'impatto che il libro, e il successivo saggio L'Aids e le sue metafore, hanno avuto sull'idea di malattia è stato notevole, per quanto da molte parti sia stato criticato, dal momento che appare praticamente impossibile parlare di qualsiasi cosa senza ricorrere alle metafore, cosa che del resto fa la stessa Sontag nel suo saggio. Riletto oggi, a quarant'anni di distanza fornisce molti spunti di riflessione sulla situazione che stiamo vivendo» - Marco Belpoliti, Robinson\r\n\r\n\r\nLa malattia non parla di se stessa, perché la facciamo sempre parlare di altro, attraverso il linguaggio figurato con cui la bardiamo nella comunicazione e nell'immaginazione. E poiché "è quasi impossibile prendere residenza nel regno dei malati senza lasciarsi influenzare dalle sinistre metafore architettate per descriverne il paesaggio", è in primo luogo ai malati che dobbiamo una resistenza e una liberazione dal cascame di queste metafore, particolarmente pericolose nel caso di malattie epocali, mitizzate (e mistificate) come "predatori malvagi e invincibili": il cancro e le epidemie infettive (peste, tbc, sifilide, Aids, e altre che potremmo aggiungere a partire dal presente). "Nel tentativo di comprendere il male 'radicale' o 'assoluto', andiamo alla ricerca di metafore adeguate", ma è solo togliendo potere a queste appropriazioni retoriche, afferma Sontag, che possiamo conoscere più a fondo la realtà della malattia e affrontarla con la necessaria consapevolezza.
EUR 17.10
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Esercizi di potere
«L'opera si fa simbolo di un'epoca - quella del primo femminismo, della messa in discussione dei rapporti di potere tra uomini e donne; eppure la sua forza è l'attualità: come ogni grande scrittura non si limita a interpretare il proprio tempo ma restituisce il passato e prefigura il futuro.» - Francesca Peligra per MaremossoQuella che leggiamo in "Esercizi di potere" si mostra come un'indagine dell'intelligenza, ma è poesia fatta di una meticolosa crudeltà dello sguardo, di un sentire svincolato dal tempo che mette in rassegna infiniti istanti di interiorità e li affonda nella storia, tutta la storia umana condensata nell'incontro - nello scontro - tra uomo e donna. Ne emana un paesaggio intimo e lunare, una voce cosí forte, cosí onesta, da restare incantata dall'alterità, fino a difenderla, resistendo alla tentazione di una sintesi. È forse a questo potere che allude il titolo.
EUR 11.40
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Apparizioni
Vincitore del premio di saggistica Città delle Rose 2021Un'opera d'arte è tale quando genera un cambiamento nel nostro presente. Sul nostro corpo. Un'opera d'arte è tale quando è una meditazione.Quando la mente sospende il suo incessante mormorio di fondo, c'è qualcosa di nascosto e inatteso che può emergere nelle nostre vite. Qualcosa che sposta l'orbita in cui giriamo e acuisce l'intensità del nostro stare al mondo. Sono le apparizioni: ciò che appare e genera mutamento. Se la nostra esistenza è piena di eventi improvvisi e inaspettati, solo accrescendo percezione e consapevolezza, rendendo corpo e mente più presenti, uscendo dalla fissità dell'ego e dal tempo degli orologi, andando incontro allo shock dell'ignoto possiamo vivere, davvero, le apparizioni. Che investano un concerto dei Muse o la musica di Arvo Pärt, un viaggio in Estremadura o i microgrammi di Robert Walser, la paura di morire, un film di Béla Tarr o un incidente ripreso su Instagram, questi frammenti intrecciano la rete segreta della nostra vera vita e reinventano il mondo, scompaginano la sua narrazione, reintegrano l'inatteso e l'incognito nel cuore dell'esperienza. Un movimento opposto al potere predittivo degli algoritmi e all'onniscienza del dio digitale che, col suo "sovraccarico da apparizioni", satura ogni vuoto e finisce per annullarle. Il loro campo d'elezione, allora, è quello artistico, perché la letteratura, il cinema, la musica, l'arte sono apparizioni. Spaziose, meditative, contemplative, possono raccontare un'altra storia e andare nell'"altra direzione".
EUR 17.10
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Nord
“Burhan Sönmez è uno scrittore di passione, di memoria e di cuore” - Elif Shafak In questo romanzo di Burhan Sönmez, scritto nel 2009, un giorno in fondo a un burrone viene ritrovato il corpo di un uomo con un orecchino di vetro custodito in bocca. Si tratta di Aslem, partito vent'anni prima per il nord senza lasciare tracce né spiegazioni. Il figlio Rinda è cresciuto tra le foreste e i precipizi che circondano il villaggio con la madre e il cavallo Belek, pieno di nostalgia mescolata a rancore per quel padre sconosciuto e andato lontano, chissà dove e spinto da cosa. Ed è proprio Rinda a scoprire lo scintillio dell'orecchino tra le labbra del cadavere di Aslem, mentre la luna piena all'improvviso si eclissa nella notte. Cosí quel monile nascosto diventa un segno per il ragazzo, il segreto di un lascito da rintracciare, e con Belek parte anche lui per il nord, a ricostruire la storia del padre e il vuoto che avverte in se stesso. Il nord è strano, misterioso, fa paura: Rinda, come Aslem, è un abile cacciatore, ma perde continuamente le impronte del cervo di cui tutti gli parlano lungo la strada, mentre incontra guaritori, sapienti, torturatori, una vecchia che parla con una volpe, un sultano ossessionato da un sassolino, le donne Şahmaran che custodiscono la lingua delle madri e il ricordo della scrittura che è stata loro sottratta. E ognuno gli racconta una storia, immergendolo in una corrente di verità - sul suo cammino, sulla sorte del padre e sul mondo - che si intrecciano, scompongono e ricompongono, un'onda di risacca che sfrangia di continuo gli orli del reale. Sono destini incrociati, o le forme incessanti di un sogno corale? La fascinazione del racconto e la forza narrativa della tradizione orale curda ricoprono le pagine di Nord come un sortilegio.
EUR 18.05
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Come pensano le foreste. Antropologia oltre l'umano
Le foreste pensano? E perché, nella foresta di Ávila, i cani sognano? In questo libro, Eduardo Kohn sfida i fondamenti stessi dell'antropologia, mettendo in discussione i presupposti di base su cosa significa essere umani, e per questo distinti da tutte le altre forme di vita.\r\n«Eduardo Kohn mette a frutto la sua esperienza amazzonica per abbattere ogni antropocentrismo ed esaltare le affinità elettive fra tutti gli esseri viventi» - Marino Niola, Robinson\r\n\r\nDopo quattro anni di lavoro sul campo tra i Runa dell'Alta Amazzonia, in Ecuador, il ricercatore attinge alla ricca etnografia e biologia dell'immensa e minacciata foresta "pensante" per esplorare come i popoli amazzonici interagiscono con le numerose creature che abitano uno degli ecosistemi più complessi al mondo. Se focalizziamo l'osservazione antropologica sulle modalità in cui gli umani entrano in relazione con gli altri esseri viventi, il tradizionale punto di vista occidentale dell'analisi, che ha l'effetto di separarci dal resto del mondo, collassa. Tuttavia, la novità maggiore del saggio sta nell'evidenziare che questo collasso può rappresentare un'opportunità: approfondendo come le nostre vite e quelle degli altri viventi siano inestricabilmente interconnesse nella grande rete della foresta, davanti a noi si dischiudono nuovi strumenti concettuali e nuove visioni ispirate alla catena delle interrelazioni e al linguaggio con cui il resto del mondo parla e ci parla. In questo lavoro rivoluzionario, Kohn conduce dunque l'antropologia verso una direzione inedita ed entusiasmante, offrendo un modo più ampio e aperto di pensare a un pianeta radicalmente condiviso. Prefazione di Emanuela Coccia.
EUR 19.00
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La vita anteriore
DALL'AUTORE DI L'ESTATE MUORE GIOVANEUna storia appassionante di legami familiari, di profonda amicizia, di un amore d'infanzia che non finisce, di ricerche, coincidenze, armonie sotterranee, perdite e svolte improvvise. In cui la scrittura, l'assillo del protagonista, diventa la compagna di strada che forse può dipanare il senso delle cose.Ottavio Maggio ha una pasticceria ben avviata in una città della Puglia, una moglie con un bel caratterino, tre figlie femmine (mai l'agognato maschio) e due sorelle zitelle. Poi ha una lingua sciolta che ama inventare storie e un “dono” segreto di cui non parla con nessuno.Nell'aprile del 1977, si aggiunge a questo quadro qualcosa cui non aveva pensato: un nipote imprevisto, nato dalla figlia Marina il giorno dei suoi vent'anni e da un ragazzo che sparisce dalla sala d'attesa dell'ospedale. Quel bambino arrivato troppo presto e senza un padre sconvolge tutti i piani di Ottavio, che però se ne innamora appena vede i suoi occhi opachi di neonato che cercano un appiglio attorno a sé. Ettore, cosí lo chiama Marina, cresce in quella famiglia allargata di nonne, zie e mamme, e appena può sta insieme al nonno, perché con lui si diverte e fanno lunghi discorsi e giri in auto sulla Fiat 131. Non sa granché del padre, se non che da grande andrà a cercarlo, e se lo immagina con le facce degli uomini che vede intorno e nei film. Finché una mattina, quando Ettore ha sei anni, avviene un incidente che cambia tutto e, insieme, l'incontro con un bambino della sua stessa età che entra nella sua vita per non uscirne piú. Come nel precedente L'estate muore giovane, Sabatino disegna i suoi personaggi in modo talmente vivido da renderli altrettanto veri della terra pugliese in cui tutto si radica, quanto l'ulivo e il muretto a secco che inseguono fino all'ultimo l'immaginazione e la vita di Ettore Maggio.
EUR 15.20
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La città per tutti. Scritti scelti
Paulo Mendes da Rocha è uno degli architetti contemporanei più premiati al mondo. La sua opera è interessata a una pluralità di elementi che vanno dalle scienze umane a quelle strutturali, con l'obiettivo di rimettere al centro della riflessione sull'architettura - e della sua pratica - la questione dello spazio per l'uomo. Da questa selezione di testi del maestro brasiliano, tutti finora inediti in italiano, emergono la sua visione e il suo pensiero aperti al mondo e ai temi della contemporaneità, in cui l'architettura svolge un ruolo cruciale attraverso il condizionamento urbano del presente. Il rapporto con la natura, l'ambiente, la geografia e lo spazio della città è costante nell'opera di Mendes da Rocha e, proprio perché "costruendo la città contemporanea realizziamo la più alta aspirazione dell'uomo", ciò che emerge dalla sua ricerca è il valore umanistico dell'architettura e la portata rivoluzionaria che essa può avere, facendo leva sull'immaginazione e con lo sguardo sempre rivolto al futuro.
EUR 11.40
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Vivere di patate. 2019-2021
«In quest'ultima raccolta la poesia di Giusti, così ostinatamente asintattica ed esclamativa, in perenne, aspro viaggio fra il dialetto e la lingua, sembra emergere dall'altra parte di una catastrofe per ritrovare una misura più lieve e armoniosa, quasi ascolto e memoria di un canto perduto dentro la lingua: "Una volta / esistevano i merli, ora tutto è / strappato ascolto invali- / cabile spinoso silenzio".» (Giorgio Agamben)
EUR 6.50
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Chiromantica medica
Cos'hanno in comune degli oscuri santi abruzzesi, il re del porno Rocco Siffredi, il latte ovino e gli antichi culti satireschi dei pastori della Majella? Oppure l'Ikea di Porta di Roma, un remoto matriarcato norreno e un manipolo di estremisti che vogliono rigenerare l'Occidente dopo il suo tramonto? E cosa lega le angosce di un padre per la figlia adolescente che si riprende in pose osé su TikTok ai transessuali delle borgate e alla trementina di Caravaggio? Nei vetrini della scienza inventata da Alessio Mosca finiscono le ciclotimie, le ossessioni sessuali, gli occultismi disperati, le regressioni paniche, le distorsioni del sacro mischiato al profano che abitano l'inquinata psiche contemporanea. Se la realtà, a ben guardarla, è spesso allucinatoria, Chiromantica medica rintraccia le sindromi nascoste e le configurazioni anomale che guidano le storie narrate dietro la sintassi apparentemente sconnessa, a tratti psicotica, degli eventi. Gli effetti narrativi sono del tutto singolari, onirici e concreti, comici e spiazzanti, lisergici e carnali. Un nuovo narratore con un immaginario che scarta fuori dai ranghi.
EUR 13.30
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Clima, storia e capitale
I due saggi di Dipesh Chakrabarty raccolti in questo volume sono stati, come scrivono i curatori Matteo De Giuli e Nicolò Porcelluzzi nell'appassionata introduzione, un punto di riferimento essenziale per il confronto tra le scienze umane e quello che, con urgenza sempre crescente, i geologi e altri scienziati della natura hanno definito Antropocene: l'epoca segnata dalla drammatica "impronta ecologica" degli umani - divenuti "potenza geologica" - sul pianeta. La crisi antropogenica del sistema terrestre problematizza le visioni moderne del mondo impostate ed esportate dall'Occidente, mettendo in discussione "la nozione stessa di comprensione storica": per Chakrabarty è necessario che il pensiero storico e politico-economico inserisca tra gli elementi in gioco non più solo il tempo breve e documentato delle società umane, ma quello profondo dei cambiamenti che hanno segnato (e segnano) la Terra e l'evoluzione di tutti i suoi abitanti, umani e non. Da quest'approccio derivano una serie di domande decisive: in che modo la storia del capitalismo e dei suoi limiti ecologici strutturali si sovrappone a quella ben più lunga - e non antropocentrica - della vita sul nostro pianeta? Come si intrecciano, cioè, il "globale" e il "planetario"? Come pensare e agire su una scala "non-umana o in-umana" (nella prospettiva aperta dalla crisi, gli umani sono incidentali) con i mezzi di cui disponiamo, sviluppati su una dimensione temporale a noi familiare? L'emergenza planetaria ha aperto "crepe e lacune" sotto i nostri piedi, mostrando come la Terra sia altro da noi. Un presupposto di enorme portata e difficoltà, ma indispensabile a ogni politica complessiva del cambiamento climatico.
EUR 15.20
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Raccontare la fine del mondo. Fantascienza e antropocene
Viviamo in tempi fantascientifici: questo è vero non solo perché intorno a noi accadono cose stupefacenti, ma anche perché il nostro tempo è cronologicamente quello in cui i classici della fantascienza ambientavano la loro immaginazione del futuro. Nel progressivo disgregarsi di prospettive utopiche e nella parallela speculazione distopica e post-apocalittica si apre così lo spazio per una riflessione sulle diverse fini del mondo ma anche sulla possibilità di coesistenza in un pianeta vivente dove animali e piante chiedono un nuovo riconoscimento. La letteratura e il cinema, sostiene infatti Marco Malvestio, sono "in grado non solo di parlare del mondo, ma anche di parlare al mondo e di informarlo col proprio discorso"; in questo modo ci permettono di comprendere e ripensare "cose che le altre discipline (quelle scientifiche come quelle filosofiche) non necessariamente riescono a rendere manifeste con altrettanta chiarezza". "Raccontare la fine del mondo" è un'originale ricerca sulla fantascienza distopica in cui Margaret Atwood e James Ballard incontrano Donna Haraway e Timothy Morton, per immaginare un nuovo futuro possibile nell'era della globalizzazione e del cambiamento climatico.
EUR 14.25
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Il blu non ti dona. Romanzo marinaresco
Un romanzo in cui si racconta di un mare, il Mare del Nord, che ha stimolato la fantasia di Judith Schalansky fin dall'infanzia, quando raggiungeva i nonni sulla costa baltica della Repubblica Democratica Tedesca e si faceva raccontare storie di marinai, di navi, di isole e di animali fantastici. Come sempre nei libri di Schalansky la trama convive con immagini d'archivio, fotografie, antiche illustrazioni, che impreziosiscono il libro e accompagnano il lettore nell'immaginario di un'autrice unica nel panorama della letteratura europea.«Il blu non ti dona», dice a Jenny la nonna. E anche il nonno trova bizzarro che una ragazzina speri di imbarcarsi un giorno: «Le donne sulle navi portano sfortuna». Ma la nipote non si lascia dissuadere, sogna le acque verdazzurre e i cavallucci marini, isole all'orizzonte e una camicia blu da marinaio al posto della sua giacca a vento rossa. Un'infanzia sulla costa baltica della ddr, tra teli a fiori e boe rosse, gemme d'ambra e megafoni che gracchiano dalla torre di salvataggio, si dispiega così in racconti e visioni. Jenny moltiplica e incrocia le linee della Storia e le linee di confine sulle mappe di un atlante: è allo stesso tempo Serioša, Lucy, Claude, Wolfgang. Il blu non ti dona è "un'autobiografia inventata" nella quale i ricordi si impregnano di immaginazione e si mescolano con «le memorie di una gioventù altrui». Come sempre ama fare nei suoi libri, Judith Schalansky sovrappone alla vita reale una moltitudine di ritagli e sfumature e crea un romanzo nel quale le fatemorgane sono isole ben visibili al di là delle onde.COME COMINCIAI suoi nonni vivevano al mare. Non si stancavano mai di sottolineare che loro abitavano dove gli altri andavano in vacanza. La nonna lo disse anche quella mattina, mentre versava ancora un po' di caffè al nonno nella veranda. Lui la fermò con un gesto della mano. Lì accanto sonnecchiava Jenny, dondolandosi leggermente sulla sedia e osservando la mensola sotto la finestra. C'erano i tesori della nonna allineati con cura: una bambola di legno ungherese, un vaso con penne di pavone dall'occhio blu, una collana di corallo rosso fiammante arrotolata come un serpente dentro un portagioie aperto. Un po' più in là c'era un riccio di mare. Era vuoto, e solo un reticolo di pori sbalzati che gli girava tutt'attorno rivelava dov'erano una volta gli aghi. Con il passare del tempo erano caduti, un mucchio di inutili spilli neri.
EUR 11.05
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Il cottage degli uccelli
Eva Meijer, scrittrice e studiosa dei linguaggi animali, ricostruisce la storia dimenticata di Len Howard, un'appassionata osservatrice degli uccelli, nata in Inghilterra a fine '800 e catturata fin dall'infanzia nel loro mondo di voli, canti, itinerari indecifrabili sul giardino e i campi gallesi intorno alla sua casa. Mostrando una precoce tendenza all'autonomia, Len elude il destino femminile dell'epoca e lascia la famiglia altoborghese per diventare una violinista ed esibirsi nelle orchestre di Londra. Fin quando, già quarantenne, non capisce qual è la vera rotta da seguire: l'amore per gli uccelli. Abbandona quindi la città, gli affetti e la musica per trasferirsi in campagna, nel Sussex, e vivere nel suo “Bird Cottage” da sola con gli uccelli. Caparbiamente - e per il resto della vita - Len li osserva, li studia, conquista la loro fiducia, entra nelle loro comunità rispettandone l'indole e gli spazi. E comincia a capirli, con risultati straordinari. Per molti fu una signora eccentrica che parlava con le cinciallegre, per il mondo scientifico un'outsider difficile da digerire. La realtà è che Howard è stata una brillante precorritrice nello studio dei comportamenti e linguaggi degli animali in libertà, con un'indipendenza e un acume che i suoi tempi non premiarono, ma che oggi ci appaiono esemplari.
EUR 17.10
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Il giorno in cui morì il sole
Le pagine del romanzo di Yan Lianke scorrono intense e visionarie come accade sempre con questo scrittore, uno dei più dotati del panorama letterario cinese: come se raccontasse le sue storie sull'orlo di una faglia che dà il capogiro, mentre la dimensione realistica si intreccia con quella simbolica e la storia della Cina rurale in cui è cresciuto si affaccia sui presagi distopici e apocalittici della contemporaneità. Tutto avviene in un giorno lunghissimo sfinito dalla canicola, il sesto giorno del sesto mese del calendario lunare, che un delirio improvviso trasforma in una notte interminabile: nei villaggi dei Monti Funiu comincia a dilagare, al crepuscolo, un sonnambulismo contagioso, una veglia allucinata e fuori controllo in cui i desideri e i pensieri soppressi durante la disciplinata realtà del giorno prendono forma e guidano le azioni degli uomini, fino alle conseguenze più estreme. Il quattordicenne Li Niannian è il primo ad accorgersene e l'unico a non cadere in balia del fenomeno, mentre osserva tutto con una domanda in testa che si fa sempre più impellente: il sole spunterà di nuovo la mattina? Come potrà tornare la luce, dopo quella notte di vertigini in cui il mondo si è addentrato troppo in profondità nel sogno?
EUR 20.90