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La pedagogia e gli educatori di Filippo Smaldone
Attraverso l'approfondimento che gli autori (Hervé Cavallera, Piero Cristiani, Katia Giaconi e Lucio Vinetti) hanno condotto con prospettive diverse, ma integrate, sulla vita e sull'opera di Filippo Smaldone, il testo vuole essere un primo contributo di ricerca sulla pedagogia e sulle metodologie di intervento nell'educazione dei sordi. Il compimento di un anno dalla canonizzazione del primo Santo educatore dei sordi diventa perciò l'occasione per offrire, attraverso il presente lavoro, non un'agiografia da aggiungere alle molte opere scritte su Filippo Smaldone, bensì una riflessione articolata e critica circa la possibilità di riconoscere nell'opera dell'educatore che fu e nella pratica quotidiana di chi ancora oggi a lui si ispira, i contorni di un modello pedagogico e didattico. Il libro si rivolge al variegato mondo della scuola ed in particolare agli insegnanti e a tutti quegli operatori che stanno vivendo la difficile, ma appassionante esperienza di lavoro con i bambini e le bambine sorde. Vuole però essere anche una proposta di studio per quanti sono in formazione e per l'intera comunità accademica da sempre impegnata nell'individuazione di criteri e riferimenti capaci di restituire, attraverso didattiche e strumenti di apprendimento efficaci, piena dignità a tutte le persone sorde che ancora oggi faticano a trovare supporti adeguati ai propri percorsi formativi.
EUR 14.25
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Guida al turismo sociale. Centro Italia
La "Guida al Turismo Sociale" è dedicata alle persone che si trovano in stato di disabilità motoria, sensitiva o intellettiva, e si pone gli obiettivi di: promuovere il turismo e le bellezze della nostra nazione, dare la possibilità alle persone disabili di muoversi avendo a disposizione i dati dei numerosi, servizi (ASL, USSL, servizi di emodialisi, consorzi termali, ospedali, trasporti speciali, farmacie, ortopedie, negozi specialistici, ecc...) che consentono di dare il giusto grado di sicurezza al loro viaggio, far conoscere in anticipo gli eventi e le proposte culturali (musei, feste, manifestazioni ricorrenti) della zona prescelta con le indicazioni sul loro grado di accessibilità e fruibilità, elencare le sedi per l'ospitalità più idonee al proprio stato (alberghi, hotel, case vacanze, ecc...)
EUR 19.00
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Webcinema. L'immagine cibernetica
Nel 1997 sono stati lanciati su internet gli strumenti per realizzare e distribuire video web (Flash 1.0, Realvideo 1.0, Quicktime). Nasce il webcinema, cinema creato appositamente per essere visto su internet, mezzo digitale e interattivo, che proprio per queste qualità appare estremamente diverso dalla televisione e dal cinema tradizionale. I web film-maker sono grandi sperimentatori, pionieri dell'uso di tecniche visuali e narrative proprie dello schermo del computer che hanno finito per influenzare a loro volta la televisione e il cinema: si pensi alla pagine web di CNN, a "Run, Lola, run" di Tom Tykwer, a "Le valigie di Tulse Luper" di Peter Greenaway, che pronunciò le ormai famose parole "Il cinema è morto". Barbeni è un raccontastorie che introduce in questo libro alcuni artisti, come Peter Horvath, Philip Wood, Entropy8Zuper, e i relativi progetti realizzati per internet, che testimoniano, nella loro varietà, i possibili approcci nei confronti del digital storytelling. Webcinema non è un movimento artistico, né un linguaggio: queste opere sono accomunate solo dal fatto di essere prodotte secondo metodologie digitali e distribuite in rete.
EUR 6.76
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Una stupita fatticità. Feticismi visuali tra corpi e metropoli
La cultura contemporanea è caratterizzata dalla proliferazione di nuove forme di feticismo radicalmente trasformate, rispetto a quelle classiche, dai flussi della comunicazione digitale e del consumo performativo. Il titolo del libro cita un concetto che Adorno usa per criticare il metodo che cerca di dissolvere i processi di reificazione rivendicato da Benjamin: forare le fatticità visuali, cioè l'insieme di oggetti-cose-merci, con lo stupore di uno sguardo che è avvolto e che fuoriesce dai feticismi. L'autore parte da questo concetto - la stupita fatticità, tratto dalla corrispondenza tra i due amici per adeguarlo alla penetrazione minuziosa e perturbativa degli attuali feticismi attraverso alcune parole-chiave: "bodyscape", "location", "attrattore". Ovvero tra i movimenti e i mutamenti del corpo panoramatico di un "multividuo" che fluttua tra luoghi, spazi, interstizi della metropoli comunicazionale. Gli attrattori sono codici visuali ad alto valore feticista che attraggono e fissano lo sguardo. Sono policentrici e polimorfi, sincretici e fetish. Sono il movimento zero della pupilla. Da questa prospettiva, la ricerca si snoda sull'attrazione di corpi proliferanti in pubblicità, design, arte, architettura, moda; sui nessi tra sessualità-erotismo-porno; sulle bambole illusive di Rilke, perverse di Hans Bellmer, stupite di Simon Yotsuya. Infine disegna la prospettiva di un metafeticismo come possibilità politica comunicazionale per fatticità corporee liberate dallo stupore.
EUR 7.60
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Un caso in provincia. La nuova indagine dell'avvocato Marni
In questo nuovo caso giudiziario, insieme all'avvocato Luca Marni, tornano l'ispettore Cutilli e Vella, il vecchio maresciallo in pensione. Marni stavolta si ritrova nella natia città di Pescara per difendere Alen, un ragazzo di etnia rom accusato dell'omicidio di un giovane disabile e del furto di una preziosa catenina. Un delitto atroce, incomprensibile all'apparenza, che porterà i protagonisti a scoprire verità sconcertanti sul mondo della ricerca farmacologica, dove l'opportunismo viene a volte scambiato per filantropia. Tra gli antichi ricordi, l'insopportabile calura di luglio e quegli odori familiari, un melanconico Marni è coinvolto sul fronte professionale e personale, giungendo alla fine non solo alla soluzione del caso, ma anche all'accettazione di un dolore mai sopito.
EUR 5.60
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Ingres. Ediz. illustrata
Il volume è dedicato a Jean-Auguste Ingres (1780-1867). Considerato uno dei più grandi disegnatori di tutti i tempi, l'artista francese ha lasciato migliaia di studi preparatori, tra i quali "Edipo e la Sfinge" e "Il bagno turco", e un'incomparabile serie di quasi cinquecento ritratti che sono sempre stati considerati la più alta espressione del suo genio. Cresciuto come artista nel culto dell'antico e nell'ammirazione incondizionata per Raffaello, Ingres ha saputo trascendere questa prestigiosa eredità creando forme che, secondo la definizione di Baudelaire, attingono naturalmente all'Ideale. Il suo audace talento sarà fonte d'ispirazione anche per gli artisti più innovativi del XX secolo.
EUR 6.00
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Baule. Ediz. inglese
I Baule, stanziati nel cuore della Costa d'Avorio, vantano un'arte estremamente diversificata, quasi in tutte le categorie di oggetti, come se ogni elemento utilitario fosse fonte di creazione. Mentre i popoli vicini si limitano spesso a scolpire maschere, e altri soltanto statuette, i Baule avevano un tempo porte, cucchiai, pulegge, tamburi decorati e sono riusciti a sfruttare artisticamente anche gli utensili più normali: sedie, amuleti, lanciapietre. Un fermento artistico che si traduce anche nel modo in cui sono stati utilizzati tutti i materiali: legno, tessuto, metallo, oro.
EUR 27.55
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Kokoschka et la musique-Kokoschka and music. Catalogo della mostra (Vevey, 7 luglio-9 settembre 2007)
Per tutta la vita, Oskar Kokoschka (1886-1980) ha frequentato i musicisti più celebri del suo tempo come i compositori Arnold Schönberg e Alban Berg, il direttore d'orchestra Wilhelm Furtwängler o il violoncellista catalano Pablo Casals, di cui ha realizzato numerosi ritratti. La Bibliothèque Centrale di Zurigo conserva innumerevoli carteggi tra Kokoschka e gli amici musicisti, i cui estratti più importanti sono pubblicati per la prima volta in quest'opera. Per gli amici, l'artista ha creato incredibili scenografie e costumi per celebri opere, presentati anch'essi in quest'opera grazie alla collaborazione della fondazione Kokoschka. Vi si trovano, per esempio, le scenografie realizzate per "II flauto magico" andato in scena nel 1955 a Salisburgo e nel 1965 al Grand Théàtre di Ginevra, una serie di bozzetti a pastello per le scenografie del "Ballo in maschera" di Verdi realizzate per il famoso festival del Maggio Fiorentino del 1963 e un album di schizzi per una messa in scena del "Fidelio" di Beethoven. La sua pittura, evidentemente, è il riflesso di questo vitale contesto. Con l'aiuto di alcuni quadri, il catalogo presenta anche il tema preferito dell'artista: la descrizione dell'effetto della musica sull'animo umano.
EUR 23.75
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Clara Button au pays des chapeux. Ediz. illustrata
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Dana. Ediz. bilingue
Questa monografia, raccolta in un elegante cofanetto di due volumi, presenta una retrospettiva del lavoro di Yves Dana e rivela la varietà e la qualità delle creazioni dello scultore svizzero di origine egiziana. Nel primo volume le sue pietre, i bronzi, i ferri e i dipinti vengono messi in rilievo da bellissime fotografie e accompagnati da un testo poetico di Tahar Ben Jelloun. Nella seconda parte, il catalogo di oltre 600 opere è accompagnato da un testo critico di Matthias Frehner. Il lettore scopre le opere di Yves Dana in ferro, pietra e bronzo così come i dipinti che scandiscono le diverse fasi del suo lavoro e mostrano le direzioni prese di volta in volta dalla sua ricerca. Yves Dana si consacra totalmente alla scultura a partire dal 1981. Il suo lavoro viene ben presto riconosciuto dalla galleria Alice Pauli, che nel 1984 organizza una serie di mostre e promuove le sue opere in Svizzera e all'estero. Le gallerie Ditesheim Krugier, a Ginevra e New York, proseguono questo slancio e contribuiscono ad affermare la sua reputazione. Seguono diverse mostre personali e collettive, tra le quali al Guggenheim Museum di Bilbao. Supportato da vari galleristi, lo scultore partecipa anche a fiere internazionali come Art Basel, ART Miami, FIAC Parigi, Arco Madrid, KIAF Seoul. Ora divide il suo tempo tra l'Orangerie della città di Losanna e il suo atelier in Toscana.
EUR 95.00
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Pablo Reinoso. Ediz. inglese
Questo volume è la prima monografia importante dedicata all'opera di Pablo Reinoso, artista e designer franco-argentino, eclettico e curioso autodidatta. Pablo Reinoso formatosi come sculture è di fatto un artista poliedrico. Nato in Argentina da madre francese, si trasferisce nel 1978 a Parigi. La sua opera si articola per serie come per esempio Articulations (1970-1980), Water Landscapes (1981-1986), The Discovery of America (1986-1989), Breathing Sculptures (1995-2002) che rivisita, stravolge, rielabora esplorando mondi e materiali diversi: un work in progress che riflette il suo modo di pensare. In Ashes to Ashes (2002), opera più matura, si confronta con listelli di legno che piega e spezza per liberarli dalla loro funzione originaria. Sempre in questa prospettiva, ma avendo nel frattempo maturato una forte esperienza come direttore artistico e designer presso grandi imprese, dal 2004 lavora a una serie centrata su un'icona del design industriale, la sedia Thonet. Due anni dopo si concentra sulle panchine pubbliche che con il loro design anonimo attraversano tutte le epoche e le culture. Nascono così gli Spaghetti Benches che si diffonderanno e collocheranno nei luoghi più disparati. Nell'ultima serie, Scribbling Benches, alla quale inizia a lavorare nel 2009, Pablo Reinoso cambia ancora e parte dalla putrella d'acciaio: un elemento pesante, destinato a strutturare e reggere l'architettura, che si torce come un filo per creare una panca e disegnare spazi leggeri, trasparenti, luoghi di meditazione.
EUR 76.00
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Kulango figurines. Wild and mysterious spirits. Ediz. inglese e francese
Il presente volume presenta le opere in miniatura create dai Kulango, nel nord-est della Costa d'Avorio, antichi vassalli dei due regni del paese (Bouna e Gayman). La loro arte, poco conosciuta, straordinariamente varia, incuriosisce e sconcerta al tempo stesso. Le loro creazioni, perlopiù in metallo, denotano una straordinaria libertà d'espressione, rompono con i canoni iconografici che caratterizzano le loro statuette in legno. Liberati dalla ieraticità, i corpi sembrano reinventare il movimento adattando a volte una gestualità quasi coreografica, una grazia aerea, delle linee sinuose. Oppure, in una fremente tensione, rivelano busti inattesi, inarcamenti provocanti, talvolta si allungano fino al parossismo, con virtuose scorciatoie, volumi stilizzati. Alcune opere sono ancora più strane, come i siamesi, un trio indissolubile, creature senza testa o con un'unica testa e due busti, una gamba sola o quattro gambe, piedi palmati, braccia pinnate, corpi anellati. Chi sono questi esseri enigmatici dagli occhi prominenti che scrutano nell'invisibile? Le scelte plastiche si limitano a questi pochi esempi? La rosa di stili è stupefacente, le forme più imprevedibili. Il volume presenta più di cento statuine, tutte al di sotto dei dieci centimentri di altezza: ciondoli, talismani, statuette divinatorie, pesi per l'oro. Introdotte nel nostro universo attraverso la metamorfosi fotografica, trasfigurate dall'illuminazione e dall'inquadratura, queste opere così resuscitate risorgono, come apparizioni da un altro mondo.
EUR 45.60
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Amazzonomachia
La collana “Oggetti rari e preziosi” del Museo Archeologico di Napoli si arricchisce di un nuovo capolavoro. Il cratere a volute (inv. 81672) con la scena di combattimento tra Greci e Amazzoni, scoperto a Ruvo da un canonico e un farmacista, collezionisti di antichità, giunse al Museo di Napoli nel 1838, e attualmente, come la maggior parte della collezione vascolare, è nei depositi, in attesa del prossimo riallestimento della sezione Magno Greca. Si distingue, tra i tanti vasi decorati a figure rosse, per le grandi dimensioni dei personaggi che combattendo in concitati duelli si dispongono sull'intera superficie in una sequenza che sembra derivare dai fregi o dai frontoni in pietra dei templi. Autore della decorazione è il Pittore dei Niobidi, una delle figure più rappresentative della ceramografia attica del secondo quarto del V secolo a.C., che certamente si ispirava alla grande pittura di Mikon o di Polignoto, per noi del tutto perduta e della quale possiamo avere un'idea proprio attraverso le sue opere nelle quali anche la posa e le espressioni dei personaggi contribuiscono a dare drammatica vitalità alle scene. La varietà dei particolari dell'abbigliamento e delle armature delle Amazzoni e dei Greci, dei loro volti e dei loro corpi, viene messa in primo piano dagli scatti di Luigi Spina attraverso i quali si notano dettagli che sfuggono alla visione diretta dell'opera.
EUR 21.38
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Baga. Ediz. inglese
Con i Nalu e i Landuma, i Baga sono piccole comunità risicole che vivono lungo la costa della Guinea, in Africa occidentale. I Baga sono diventati universalmente conosciuti dalla fine del XIX secolo grazie alle bellissime sculture scoperte dagli esploratori, dagli amministratori coloniali, dagli etnologi, dai collezionisti e dai mercanti d'arte. Oggi gli oggetti d'arte Baga vengono ammirati nelle collezioni pubbliche e private dei paesi occidentali. Si tratta perlopiù di maschere in legno di diverse tipologie, di statue, statuette, ma anche di stupendi strumenti a percussione, seggi per i capi e altri oggetti utilitari sapientemente scolpiti che gli stessi Baga ci presentano secondo le loro esperienze, perché un tempo quegli oggetti sacri erano concepiti e utilizzati secondo le loro antiche credenze religiose, basate sulla presentificazione delle entità divine, sui culti dedicati agli antenati, sui riti di passaggio, sull'esistenza di confraternite segrete e sull'organizzazione di cerimonie sociali importanti come i matrimoni, i funerali e i raccolti. Si tratta anche di nuove creazioni plastiche che gli scultori tradizionali si sono inventati con talento e abilità tecnica, influenzati dalla colonizzazione, da nuove religioni e attingendo ai miti e alle leggende della propria cultura. Basti ricordare i personaggi dei coloni in piedi, a cavallo o appollaiati su uccelli, le declinazioni di diversi busti di donna che ricordano la dea dei mari Mami Wata, le figure alate, i bestiari di racconti e leggende e la personificazione degli eroi fondatori dei loro villaggi. E oggi i giovani Baga perpetuano la lavorazione di alcuni oggetti commemorativi ed emblematici come la grande maschera D'mba e continuano a produrre altre sculture legate alla loro evoluzione storica e culturale. Tutti questi artefatti animano ancora le danze e le performance nei villaggi, fra i diversi villaggi e nelle città.
EUR 33.25
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Friedrich Nietzsche et les artistes du nouveau Weimar
Un piccolo gruppo di intellettuali sente l'esigenza nei primi anni del 1900 di connotare la città di Weimar come centro utopico dell'arte e del pensiero moderno. Il "mito di Weimar" fu quindi costruito grazie alla visione di artisti come Max Klinger, Edvard Munch, Ludwig von Hofmann, e scrittori quali André Gide, Hugo von Hofmannstahl e Rainer Maria Rilke. Alla testa di questa creazione campeggiava Friedrich Nietzsche, identificato come il profeta e filosofo della modernità grazie alla profondità del suo pensiero, al linguaggio espressivo e agli aforismi pungenti. Influenzati dal suo pensiero, artisti e critici si misero alla ricerca di un'arte nuova, di un uomo nuovo e, da ultimo, di una nuova società. Nel 1902, due anni dopo la morte di Nietzsche, fu commissionata a Max Klinger la realizzazione di un suo ritratto per la Villa Silberblick di Weimar, centro del culto del filosofo. L'artista partì da una rilavorazione della maschera funebre del filosofo per eseguire la famosa erma marmorea che tuttora campeggia nella sala di ricevimento dell'archivio di Nietzsche. Furono fuse solo tre versioni bronzee monumentali di quel ritratto, e una di esse è parte della collezione della National Gallery of Canada. Avendo chiaro il ruolo centrale di quest'opera scultorea, e accanto ad essa di dipinti, bozzetti, calchi in gesso e bronzetti, il presente volume vuole mettere in evidenza come Klinger e i suoi mecenati inventarono l'immagine ufficiale di Nietzsche trasformando un ritratto di grande espressività in un'immagine di culto fortemente idealizzata. Il volume posa inoltre l'attenzione su altri protagonisti che diedero vita al mito di Weimar quali Auguste Rodin, Aristide Maillol, Edvard Munch e Kurt Stoeving, con l'obiettivo di gettare luce, per la prima volta in Nord America, sulla straordinaria costellazione artistica e culturale del Modernismo europeo.
EUR 20.90
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Kifwebe. Un siècle de masques Songye et Luba. Ediz. illustrata
Le maschere Kifwebe sono oggetti cerimoniali utilizzati dalle società Songye e Luba (Repubblica Democratica del Congo), dove vengono indossate con una lunga barba di fibre vegetali e con costumi composti da una lunga veste. Come in altre culture dell'Africa centrale, la stessa maschera può essere utilizzata in cerimonie magiche, religiose o festive. Per comprendere le maschere Kifwebe è essenziale considerarle all'interno della cosmogonia del serpente arcobaleno, della lavorazione dei metalli nella fucina e di altre simbologie vegetali e animali. Tra i Songye, le maschere femminili di natura benevole rivelano ciò che è nascosto e bilanciano l'energia bianca e rossa associata a due iniziazioni successive, il cosiddetto bukishi. Le maschere maschili, maggiormente aggressive, erano coinvolte fin dall'inizio nel controllo sociale e avevano una sorta di ruolo di polizia, svolto secondo le istruzioni degli anziani del villaggio. Le due forze maschili e femminili agiscono in modo equilibrato per rafforzare l'armonia all'interno del villaggio. Tra i Luba, anche le figure mascherate sono benevole e compaiono in corrispondenza della luna nuova, e il loro ruolo è quello di aumentare la fertilità. Sebbene le maschere maschili e femminili svolgano funzioni non del tutto sovrapponibili, hanno alcuni caratteri in comune: una cresta frontale, gli occhi rotondi e fortemente sporgenti, le narici svasate, la bocca e le labbra a forma di cubo, una decorazione a strisce colorate. Gli storici dell'arte e gli antropologi hanno nutrito un interesse sempre più evidente per le maschere Kifwebe negli ultimi anni. Questo libro, attraverso lo studio della collezione di Woods Davy, offre una nuova prospettiva sulle maschere Kifwebe dei Songye e dei Luba.
EUR 95.00
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Kifwebe. A century of Songye and Luba masks. Ediz. illustrata
Le maschere Kifwebe sono oggetti cerimoniali utilizzati dalle società Songye e Luba (Repubblica Democratica del Congo), dove vengono indossate con una lunga barba di fibre vegetali e con costumi composti da una lunga veste. Come in altre culture dell'Africa centrale, la stessa maschera può essere utilizzata in cerimonie magiche, religiose o festive. Per comprendere le maschere Kifwebe è essenziale considerarle all'interno della cosmogonia del serpente arcobaleno, della lavorazione dei metalli nella fucina e di altre simbologie vegetali e animali. Tra i Songye, le maschere femminili di natura benevole rivelano ciò che è nascosto e bilanciano l'energia bianca e rossa associata a due iniziazioni successive, il cosiddetto bukishi. Le maschere maschili, maggiormente aggressive, erano coinvolte fin dall'inizio nel controllo sociale e avevano una sorta di ruolo di polizia, svolto secondo le istruzioni degli anziani del villaggio. Le due forze maschili e femminili agiscono in modo equilibrato per rafforzare l'armonia all'interno del villaggio. Tra i Luba, anche le figure mascherate sono benevole e compaiono in corrispondenza della luna nuova, e il loro ruolo è quello di aumentare la fertilità. Sebbene le maschere maschili e femminili svolgano funzioni non del tutto sovrapponibili, hanno alcuni caratteri in comune: una cresta frontale, gli occhi rotondi e fortemente sporgenti, le narici svasate, la bocca e le labbra a forma di cubo, una decorazione a strisce colorate. Gli storici dell'arte e gli antropologi hanno nutrito un interesse sempre più evidente per le maschere Kifwebe negli ultimi anni. Questo libro, attraverso lo studio della collezione di Woods Davy, offre una nuova prospettiva sulle maschere Kifwebe dei Songye e dei Luba.
EUR 95.00
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Allo Kafi Gida. Planches coraniques secrètes du Nigeria septentrional. Ediz. illustrata
È la segretezza ciò che accomuna le tavole coraniche cosiddette "allo kafi gida" conservate dal gruppo etnico degli Hausa che popola il nord della Nigeria. Se da un lato tra loro vige una neanche troppo celata paura di rivelare agli estranei le formule beneaugurali che decorano tali manufatti, dall'altro è chiara la volontà di non mettere in mostra le immagini di animali ed esseri umani che potrebbero causare ripercussioni in un contesto islamico iconoclasta. Basti pensare che ancora oggi il possesso di un "allo kafi gida" è punibile severamente da parte dei più fervidi islamici, e tra le possibili sanzioni compare anche l'esecuzione capitale. Così come che ognuna delle tavole di questo libro se non fosse stata salvata nel corso degli anni sarebbe andata incontro alla distruzione ad opera di aderenti al fondamentalismo islamico. I realizzatori delle decorazioni che arricchiscono le tavole coraniche non sono semplicemente illustratori bensì veri e propri cantastorie che hanno dipinto su supporti lignei racconti che raffigurano le connessioni cosmiche della società in cui vivono. Attraverso la pratica artistica idee cosmiche straniere e lontane sono state incorporate nel sistema di pensiero della popolazione Hausa, e questi "allo kafi gida" sono così diventate delle capsule cosmologiche incorporate su tavole di legno. Alla luce del difficile contesto, i proprietari di queste opere d'arte possono essere definiti "curatori" di queste tavole segrete che, sebbene di religione islamica, accolgono la cosmologia Hausa. I manufatti che impreziosiscono questo volume, un vero e proprio unicum nel campo delle arti extraeuropee, sono parte di una collezione privata costruita in oltre vent'anni di ricerche.
EUR 61.75
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Canova. Quattro tempi. Ediz. illustrata
Nel processo creativo di Antonio Canova un significato di tutto rilievo è dato dai modelli in gesso a dimensione reale che costituivano il momento di passaggio tra una prima fase ideativa e la vera e propria realizzazione della scultura in marmo. Come spiega il fotografo Spina, "il gesso è, nell'atto del concepimento dell'artista, il momento fragile e variabile del sentire il corpo della scultura". I gessi non sono ancora opera finita ma, nonostante questo, ne contengono tutta la forza e le potenzialità. I chiodini in bronzo (repères) guidano il fotografo nel tracciare un atlante visivo del tutto inedito, e consentono al lettore di perdersi per percorsi anch'essi inediti tra espressioni e gesti, acconciature e pieghe dei panneggi. Le sequenze fotografiche realizzate a contatto con l'opera scultorea ne sveleranno le superfici gessose, e consentiranno allo sguardo del lettore di approfondire - ancora una volta - quel legame tra luce e plasticità della materia che è uno degli aspetti chiave e peculiari dell'opera di Luigi Spina. Infine, come evidenziato dal sottotitolo, la dimensione temporale sarà uno degli elementi chiave della ricerca fotografica compiuta dal fotografo, in solitaria, tra le stanze della gipsoteca di Possagno. Quei "quattro tempi" non vogliono infatti essere unicamente un espediente per declinare la riflessione visiva di Spina nel quadriennio di celebrazioni canoviane (2019-2022). La dimensione temporale ha un'importanza senza pari nella fase creativa e realizzativa dello scultore neoclassico: c'è un prima e un dopo l'opera in gesso. Il prima è lo studio preparatorio; il dopo l'opera finita. Il gesso si pone nel mezzo, centrale. Questo volume vuole quindi presentare al grande pubblico questa fase così significativa e nel contempo così poco approfondita di Antonio Canova, uno dei maggiori scultori di tutti i tempi.
EUR 26.00
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Resonances. Catalogo della mostra (Lens, 14 giugno 2020-4 aprile 2021). Ediz. francese
La Fondation Opale si cimenta in una avventura espositiva che pone in dialogo l'arte aborigena contemporanea con le più rilevanti espressioni artistiche della contemporaneità nate in contesti occidentali e talvolta orientali. Le opere presentate appartengono a due collezioni distinte ma entrambe di grande significato e bellezza: quella di arte aborigena appartenente a Bérengère Primat, e quella di arte contemporanea di Garance Primat. Sono vere e proprie risonanze quelle che si avvertono - con occhi e moti dell'anima - osservando le opere che nonostante le differenti genealogie riescono a costruire un dialogo efficace e di grande potenza. Il legame che si viene a creare fa pensare a un'unità: cielo e terra si incontrano, sì, ma si incontrano anche gli uomini, non solo tra loro ma con la terra e con il cosmo. Circolarità infinita che crea unità. Questo il punto di partenza del libro "Résonances" che accompagna la mostra omonima... Attraverso le oltre ottanta opere d'arte selezionate e approfondite nel volume realizzate da 54 artisti, Georges Petitjean, Hervé Mikaeloff e Ingrid Pux hanno la possibilità di mettere in luce la polvere stellare e la crosta terrestre che siamo, e di cui le opere d'arte si fanno portavoce. Tra gli artisti aborigeni rappresentanti vi sono: Rover Thomas, Gulumbu Yunupingu, Clifford Possum Tjapaltjarri, Judy Watson, Sally Gabori, Emily Kame Kngwarrey, Paddy Bedford, Nonggirrnga Marawili, Ronnie Tjampitjinpa, John Mawurndjul. Tra gli artisti di tradizione occidentale e orientale ricordiamo: Jean Dubuffet, Kiki Smith, Anselm Kiefer, Sol Lewitt, Yayoi Kusama, Giuseppe Penone, Anish Kapoor.
EUR 33.25