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Percorsi della figura
Hillman ebbe a dire che "sono i poeti e i pittori, e i nostri personaggi interiori che sono poeti e pittori, quelli che si confrontano con il perdurante problema alchemico: la transustanziazione della prospettiva materiale in anima mediante l'ars... ed è imparando da loro che la psicologia prosegue la sua tradizione d'imparare dall'alchimia". Savinio conferma questa convinzione quando scrive: "Questo è il mio pensiero dominante: che la figura compie un percorso dall'oscurità alla presenza, e del percorso aggrovigliato e difficile conserva indelebili tracce''; e come un antico alchimista scrive di questo percorso in pagine che a loro volta sono tracce di un consapevole "fare anima" con la pittura.
EUR 4.80
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Imitazione creativa. Evoluzione e paradossi del desiderio
La teoria mimetica di René Girard come chiave interpretativa di testi letterari è al centro di questa raccolta di saggi. I diversi contributi sono stati selezionati dal curatore partendo da una premessa teorica specifica: le opere d'arte e della letteratura hanno un valore cognitivo, sociale e pedagogico, la cui peculiarità è in grado di rendere visibile la complessità delle dinamiche del desiderio mimetico. Emergono così, attraverso questo percorso ragionato, una critica all'applicazione riduzionistica della teoria mimetica di Girard all'analisi di testi e un'originale lettura antropologica della creazione letteraria e del mondo dell'immaginario.
EUR 13.30
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Mario Marcucci
Mario Marcucci (1910-1992) fu pittore appartato anche se circondato dalla stima e dall'amicizia di poeti, scrittori, pittori: da Montale a Morandi, da Caproni e Sereni a Carrà, da Garboli a Tassi. Le opere scelte per questa piccola monografia sono capaci di attirare chi le guarda fuori della storia, in quel mondo intermedio, immaginale, che è il luogo al quale la pittura introduce. Oltre allo studio di Donfrancesco, uno scritto di Ruggero Savinio testimonia l'influenza di Marcucci sulla generazione che l'ha seguito.
EUR 9.50
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Alchimia della storia. E la morte dell'anima nella civiltà della tecnica
In questo libro psicologia, storia e filosofia si intrecciano e tessono un arazzo di quello che Jung ha chiamato realtà psichica, con tutte le sue sfumature. Nella prima parte l'autore mostra come la storiografia abbia sostituito il racconto mitico. Gli avvenimenti dei tempi antichi avevano sull'uomo un potere coercitivo con il quale lo guardavano e gli parlavano; ora tutto si è ribaltato: è l'uomo che guarda il passato e col suo sguardo fa impietrire gli eventi confinandoli a una dimensione inanimata. Tuttavia quello che è diventato passato, cioè storia, ha bisogno di essere guardato e nuovamente raccontato, o come si dice "riletto", in ogni epoca. Qual è dunque il senso della storia? Sembra che l'uomo l'abbia inventata per dare agli eventi un senso che si riferisce a lui, per autoriferirla a sé stesso: un senso che lo pone al centro degli eventi. La realtà psichica invece rimane qualcosa che non può essere guardato dall'uomo. Giegerich ci induce a rimettere in discussione alcune delle nostre certezze, anche quella più consolidata dall'illuminismo in poi: la libertà dell'individuo. Oggi, solo i neuroscienziati sono rappresentanti ufficiali della certezza e possono permettersi di dire che l'individuo non è così libero come l'illuminismo aveva pensato; e usano a sostegno delle loro tesi non pensieri ma "sezioni del cervello, tagliato virtualmente a fette". Così in questo saggio viene dato corpo al mito in cui viviamo: la scienza può... ma che cosa produce?
EUR 17.10
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Intelletto d'amore
"Intelletto d'amore" è il frutto di anni di lavoro psicoanalitico e di esperienza musicale, espresso in forma epistolare. L'autore immagina di scrivere a un amico lontano e di confidargli le sue riflessioni su Eros e Psiche e su come ci si può prendere cura della grande sofferenza mentale. Tenta così di stendere un ponte tra l'arte - come espressione di umana pienezza, di bellezza e amore, di eccedenza di senso - e il particolare umano concreto e dolente: la soggettività dilaniata dal dolore psichico che di umana pienezza, di senso, di bellezza e di amore ha disperato bisogno. Ne risulta una riflessione sulla musica come metafora degli stati dell'anima e sulla condizione umana, di cui è paradigma la grave sofferenza mentale. Vengono così ripensati i temi fondamentali dell'individuo in rapporto a se stesso e al mondo. Il pensiero si mantiene a dovuta distanza dalle teorie per lasciare spazio alla narrazione all'affabulazione, al mito, alla poesia, all'analogia. È questo testo vivo, che in forma colloquiale, e quasi intima, lega il tempo a spirito, crea rapporti, svela il senso segreto e profondo delle nostre sofferenze.
EUR 13.30
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I nomi della sincronicità Convergenze. Vol. 4
Il volume si avvale di una vastissima collaborazione interdipliscinare, allo scopo di ottenere un dizionario minimo di "immagini" che rivisitino e attualizzino il concetto junghiano di Sincronicità. Jung ideò un nuovo principio che affianca e completa quelli già esistenti di tempo, spazio e casualità. Lo definì sincronicità e , solo per fare qualche esempio, tra gli eventi sincronistici comprese: intuizioni, fantasie, visioni, precognizioni, sogni veridici, profezie ecc. La definizione si basa sulla contemporaneità psicologica che caratterizza questo fenomeno; giàcché se si trattasse solamente di contemporaneità fisica sarebbero stati sufficienti vocaboli già in uso, come sincronicità o sincronismo.
EUR 14.25
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Essere poeta
Tra i padri fondatori della letteratura americana, Ralph Waldo Emerson (1803-1882) è senz'altro una delle figure più intense, ricche e geniali, sebbene ancora poco nota al pubblico italiano. Poeta, filosofo, conferenziere, oratore antischiavista, pastore della Chiesa Unitariana, critico e agente letterario, traduttore di Dante, di Michelangelo e di poeti persiani, è stato la punta di diamante del movimento trascendentalista e del "Rinascimento americano". La sua poesia ha ricevuto alte espressioni di stima da lettori quali Borges e Robert Frost, e il suo lavoro critico ha contato in modo decisivo per l'opera di Nietzsche. Harold Bloom lo ha definito "la figura centrale della cultura americana". Il presente volume raccoglie tre suoi scritti, due dei quali finora inediti in italiano. Questi saggi sono un cammino verso le fondamenta della poesia. La poesia vi è vista come attività costitutiva della natura e dell'esistenza, dal sorgere del sole fino alle ali che spuntano da una crisalide, dai primi vagiti del bambino alle parole di uso quotidiano. Nel perpetuo divenire e crearsi del mondo sta il seme, la sostanza prima della poesia. In un tempo come quello moderno, disperatamente disincantato, la filosofia della poesia di Emerson recupera il valore-chiave dello stupore e della magia. "Solitària protesta nel putiferio dell'ateismo", la poesia nega l'aridità del pensiero utilitarista e astratto riscoprendo il carattere epifanico, sacro e miracoloso dell'universo.
EUR 15.20
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Viaggio attraverso la gioventù. Secondo un itinerario recente
Il protagonista di questo romanzo descrive l'adolescenza come un "breve tumulto d'ombre cose passioni, incoerenti", fatte di "notti laboriose, alcune pazze, qualche viso e corpo di donna, qualche paese scorso di sghembo, e quell'attesa, quell'impazienza incessanti". La gioventù. Sarà lo stesso eroe montaniano a sancire l'impossibilità di coglierla: "Esita a lasciarci, s'indugia a lungo con noi, infine si stacca a tradimento". Un romanzo del primo Novecento (1923), in cui l'elemento narrativo continuamente s'infrange, proprio come accade, negli stessi anni, all'unità dell'io. Un romanzo ascrivibile a quel genere letterario, comunemente conosciuto come Bildungsroman, che ha le sue radici nel "Wilhelm Meister" di Goethe. E così come il Törless di Musil, Karl Rossmann di Kafka, Stepben Dedalus di Joyce, l'innominato protagonista affronta l'itinerario della crescita come si azzarda una sortita da uno stato d'assedio per affrontare l'ignoto. La separatezza rispetto all'età adulta diventa la compagna del viaggio, in un ostinato spingersi oltre il limite, verso il precipizio delle illusioni, tipico dell'adolescenza. Pazienza se dopo rimarranno soltanto ceneri.
EUR 15.20
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Etica del giudizio e etica della contemplazione. L'economia si regge sull'ignoranza?
Il libro esamina la base conflittuale della struttura economica del tempo presente, che si regge sulla competizione in cui il più forte (il "migliore") scaccia il più debole (il "peggiore"). In questo contesto sociale competitivo i desideri e i bisogni umani acquistano loro stessi caratteri sempre più competitivi e il consumo diviene la palestra in cui essi esprimono la loro arroganza, il proprio essere "più" degli altri. Che quindi si tratti di giudicare, o che si tratti di consumare, sarà all'opera sempre un punto di vista, una posizione espressa dall'Io di ciascuno, che avrà allora necessariamente un carattere individuale e parziale. Un'importante ipotesi che il libro avanza è che sia proprio questo eccesso di individualismo e confronto, quasi ossessivo, con "l'altro", tipico della nostra epoca, a far prender coscienza dei pericoli che la parzialità delle prospettive comporta, e a cercare quindi altre strade nel relazionarsi tra gli uomini. Sembra allora affacciarsi la consapevolezza che sia urgente allargare la prospettiva dello sguardo oltre il soggetto e le sue pretese per far emergere la valenza e il senso anche delle opinioni non condivise, o dei bisogni e dei desideri che non sono propri, ma altrui: si fa così strada la contemplazione" della panoramica delle opinioni che tende a contrastare e ridimensionare lo strapotere dell'Io.
EUR 10.45
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Opere su carta (1998-2007)
Le immagini che Della Torre dipinge nascono dalla contemplazione della bellezza che risplende quietamente nei particolari del mondo. Non riguardano però forme immediatamente evidenti, semmai quel segreto animarsi di una vita che si sottrae allo sguardo e che si è soliti definire con il prefisso infra-, un inframondo, i cui frammenti Della Torre - come un tempo Klee - chiama alla visibilità. Sono forme affioranti come ritmi fluidi, come aperture che sembrano dischiuse per accogliere i movimenti che le attraversano, sono trasparenze che radiano da quel mondo nascosto nel mondo.
EUR 9.50
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Mia cara amica Maria. Lettere a Maria Zambrano
Dopo la pubblicazione delle Corrispondenze con Rejna Rivas uscito col titolo "Dalla mia notte oscura" prosegue, con questo secondo volume, il progetto di pubblicare tutte (o quasi) le Corrispondenze di Maria Zambrano. L'amicizia tra lo scrittore, poeta e saggista José Bergamín (Madrid 1895 - Saint Sébastian 1983) e la grande filosofa spagnola Maria Zambrano inizia negli anni '30, quando la giovane studiosa è invitata a collaborare alla prestigiosa rivista "Cruzy Raya" diretta dallo stesso Bergamín. I due amici condivideranno l'esperienza della guerra civile e dell'esilio dovuto alla vittoria di Franco. Si incontrano di nuovo a Parigi nella primavera del '57, anno in cui comincia la corrispondenza che viene presentata nel volume. Bergamín tornò in Spagna nel 1970, ben prima di Zambrano, e dal 1981 fino alla morte militò in Herri Batasuna, nome politico del movimento indipendentista basco che ha nell'ETA il braccio combattente. Le lettere raccolte nel volume, inviate da Bergamín alla Zambrano, si dividono in due gruppi: il primo copre il periodo dal 1957 al 1969 e sono state pubblicate in Spagna con il titolo "Dolory claridad de España"; il secondo è un gruppo di lettere trovate presso la Fundación M.Z. e sono del tutto inedite. Si collocano in un periodo che va dal 1958 al 1965. Attraverso le lettere raccolte nel volume si approfondisce il quadro delle relazioni politiche e culturali che la filosofa ha coltivato negli anni dell'esilio e, particolarmente, nel periodo romano e francese.
EUR 13.30
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Daídalon. L'archetipo della possibilità
Cosa accade tra il paziente e l'analista quando la terapia cura? Quali sono i fattori terapeutici che si attivano nella relazione fra i due? L'esperienza clinica si offre come mappa per un'esplorazione della psiche che delinea in modo inedito l'immagine del labirinto quale simbolo della Possibilità: la psiche è come un labirinto dentro cui si può rintracciare la leva che attiva l'archetipo del Possibile. Se il terapeuta riesce a cogliere nel paziente quegli aspetti inconsci che esprimono il suo possibile potenziale e riesce a portarli a coscienza, in qualche modo riuscirà a restituire questa percezione al paziente, il quale la sentirà come vera perché avrà toccato i nuclei vitali della sua psiche: quei nuclei che necessitavano di un rispecchiamento profondo per potersi esplicitare e divenire coscienti. Se questa percezione avviene all'interno di una relazione importante e significativa, si può attivare un processo trasformativo. Il concetto di archetipo della Possibilità si offre come importante chiave di comprensione dell'operato di terapeuti di scuole teoriche molto diverse; in particolare getta luce sulla nascita del complesso dell'Io, che nella teoria junghiana è il tramite dell'integrazione tra il modello intrapsichico e il modello relazionale e fornisce nel contempo una dimensione più clinica al concetto cardine di Individuazione.
EUR 11.40
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L' originaria contesa tra l'arco e la vita. Narrazioni del principio
"L'originaria contesa tra l'arco e la vita". Sin dal titolo, l'ultima opera narrativa di Flavio Ermini fa cenno a una riflessione di Eraclito: "Nome dell'arco è vita, opera ne è la morte", ponendo così due questioni preliminari: il nome dell'arco (biós) dice solo un aspetto della cosa nominata: la vita (bios), anche se tale aspetto non è meno reale dell'altro, che coincide con l'"opera" dell'arco, ovvero la "morte"; non è possibile negare che una stessa cosa, l'arco (biós), sia in pari tempo vita (bios) e morte. Con "L'originaria contesa tra l'arco e la vita", Ermini chiama il lettore a muovere alcuni passi nella terra mattinale: dov'è l'originaria contraddittorietà delle cose. In quale modo? Affidandosi a un dire puramente rivelativo; un dire che vuole coincidere con il principio, per coglierne l'inesausta potenza e la promessa sempre rinnovata di avvenire che custodisce in sé. Nel farsi della narrazione si manifestano creature di cui l'essere umano non sa nulla. Figure che pensano in una lingua che non hanno ancora pensato: la sorella del sonno, il padre divenuto cieco, il nemico mortale, i caduti, i guardiani della sfera, i discenti. Le loro vicende non avvengono mai, ma sono sempre. Hanno luogo nel possibile che costantemente si ripete: la custodia terrena del cielo, il giardino conteso, la torre dell'antivita, l'ingannevole terraferma, lo zoo di pietra, lo spazio inerte del mare, la terra rovesciata.
EUR 5.60
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Bricolage per un naufragio. Alla deriva nella notte del mondo
Accompagnati dal dialogo fantastico dei due personaggi letterari, Robinson Crusoe e Venerdì, il libro si dispiega nella riflessione sul tramonto del tempo in cui la certezza dell'intero, riempiva la coscienza degli uomini. In una sorta di apologia del naufragio, realtà esperita dell'uomo del terzo millennio, si dispiega nel libro un viaggio rapsodico che attraversa lo scacco della condizione umana, per giungere all'analisi della crisi della psicoterapia contemporanea. Lo psicoterapeuta diviene così, nel filo della narrazione, un bricoleur che non possiede un progetto aprioristico del suo fare analisi, ma che si accinge a riparare la zattera, propria e del paziente, attraverso una cura onirica dettata dal momento e dall'opportunità. Nel testo questa "oniromantica" è esposta ed esemplificata con numerosi sogni, tratti dall'esperienza clinica e che accompagnano costantemente il lettore, aprendo così l'uso del trattato non solo ai medici e agli psicologi, ma soprattutto a chi ricerca la possibilità di un diverso atteggiamento psicologico nella vita.
EUR 17.10
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L'acropoli abbandonata. Dalla metafisica al metaverso
La tradizione filosofico-teologica occidentale ha sempre formulato, fin dalle sue origini, concezioni, teorie, idee che si traducevano nella valorizzazione di modi di vivere e di pensare che, messi in atto, avrebbero potuto produrre la piena realizzazione dell'uomo e una compiuta felicità e liberazione dal dolore. Veniva dunque costruita per millenni una gerarchia antropologico-esistenziale in cui alcuni tipi di uomini, relazioni, modi di fare, venivano posti più in alto di altri. Nella nostra epoca, nel tempo della civiltà della Tecnica, le capacità, i modi di essere e di pensare e gli scopi indicati come i più elevati per millenni appaiono in declino e subordinati a un fare scientifico-tecnico-economico che riflette le potenze oggi dominanti. Senza indulgere in alcuna nostalgica rappresentazione del passato, questo libro vuole ricordare agli abitatori del XXI secolo la ricchezza, la profondità e la finezza della nostra tradizione, e la presenza in essa delle cause che hanno destinato la sua grandezza ma anche i suoi limiti, la sua crisi e l'attuale configurazione del mondo.
EUR 14.25
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Labirinto veneziano
Con "Labirinto veneziano", Marina Gasparini Lagrange ci induce a meditare su ciò che noi effettivamente siamo; sul "mistero" che la nostra persona - ben al di là di ogni apparenza - cela tra le sue intricate vie. È nostro compito, ci segnala l'autrice, spingerci oltre lo spazio fisiopsichico che ci trattiene e - affidandoci di volta in volta alla scalarità logica o al balzo emozionale incontrare finalmente noi stessi, quel "mistero", che ci affascina e insieme ci sgomenta. L'esperienza del labirinto non può essere elusa dalla sensibilità umana. E l'autrice ce lo dimostra in questo suo viaggio "veneziano" che conosce brevi soste, mai permanenze. Un viaggio che ci stimola all'interrogazione ininterrotta con esiti sorprendenti. Annota con precisione Marina Gasparini Lagrange: "L'esperienza del labirinto è un errare tra le ombre con un fragile filo tra le mani". Quel "fragile filo" a cui aggrapparsi lungo il tortuoso e tenebroso percorso è di volta in volta la poesia, la narrazione, l'arte, l'architettura... Ce lo indicano le figure reali, mitiche o immaginarie che l'autrice convoca nel suo libro: Piranesi, Tiziano e Marsia, Watteau e Pierrot, Rilke e Malte, Lotto e Guardi, Brodskij, Orfeo ed Euridice. Queste figure hanno il compito di rivelarci che tutto quello di cui abbiamo bisogno per essere liberi è dentro di noi.
EUR 13.30
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La strada della betulla. Chi ci ha preceduti ci darà le ali
"La strada della betulla" è la storia di una morte, e al tempo stesso, nelle intenzioni dell'autrice, la storia della morte. Scritta in prosa e in versi -tecnicamente un prosimetro -, ricca di voci e di richiami alla grande tradizione letteraria e religiosa - da Omero a Rilke, da Dante a Nietzsche ai salmi, ai vangeli - la narrazione si allarga e si amplia a toccare significati universali di amore e di catarsi.
EUR 5.60
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Oltre il cancro. Trasformare creativamente la malattia che temiamo di più
È possibile trasformare in modo creativo l'esperienza di una malattia difficile come il cancro, una malattia che evoca i nostri peggiori fantasmi e le nostre più intense paure? La risposta può essere affermativa, se sapremo comprendere il significato profondo che la malattia oncologica contiene in sé, cogliendone anche il suo valore di risorsa individuale e sociale. Impiegando alcuni strumenti della psicologia analitica junghiana l'autrice illustra, anche attraverso la propria storia di malattia, come si possa avvicinare la dimensione inconscia del cancro, dando ascolto alla richiesta di trasformazione e di rinnovamento che essa porta con sé. La costruzione di un rapporto attivo e consapevole con gli aspetti profondi della malattia oncologica dà forma alla possibilità pratica di partecipare ai processi di autocura presenti nella mente e nel corpo, facilita le spinte dell'organismo all'autoguarigione e il rinnovamento della personalità, trasformando così la propria esperienza di malattia in una risorsa per sé e per gli altri. Due narrazioni paradigmatiche - la storia di Giacobbe e il mito di Filottète propongono poi una lettura simbolica del cancro, ipotizzando che la malattia oncologica e l'esperienza della "notte oscura del corpo" siano l'espressione dello scontro/incontro tra aspetti personali e transpersonali della psiche, tra l'Io e il Sé, tra le richieste della materia vivente e la capacità umana di dare loro ascolto.
EUR 7.80
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Voci di confine. Il limite e la scrittura
"A Delfi, quando Apollo si rivolge a colui che visita il suo tempio intimandogli: "Conosci te stesso!", ciò significa: considera che sei un uomo e non dimenticare i limiti imposti al genere umano. Ed è proprio a questi limiti - e alle loro figure e alle loro traduzioni - che Lucio Saviani dedica "Voci di confine". Le figure del limite (la soglia, il labirinto, lo specchio, lo sguardo, la trasparenza, l'altro, la definizione...) e le sue traduzioni (l'intervallo, l'intermittenza, la sospensione, la crisi, la frattura, il confine...) si richiamano vicendevolmente in questo libro attraverso le "voci" di una scrittura di confine che si muove tra diversi stili e generi, incrocia più discipline, si espone a gradi diversi di lettura. Pensare, scrivere, vivere al limite significa confrontarsi col senso dell'impossibile, rappresentare ciò che non può essere rappresentato: l'essere uomo dell'uomo. Pensare, scrivere, vivere al limite. Siamo qui: proprio dove finisce l'apporto della coscienza. Siamo nell'inabitualità. Qui, le frasi che lo straniero pronuncia rivolgendosi a noi non sono pronunciate per noi. Dev'esserne profondamente consapevole Saviani se nell'incipit che pone alla fine dell'opera scrive: "Pronunciata, la frase non pronuncia che i suoi limiti, e in questo limite del suo dire non può essere detta. Io mi sono già tradito." (dal saggio di Flavio Ermini)
EUR 11.40
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Viva Basaglia!